comunicato stampa comunità lucana-movimento no oil

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Trappole da bracconieri

 

Accade anche questo in Basilicata, che si riceva cioè un invito ad un forum da tenersi presso la Regione alla presenza del presidente De Filippo e dell’assessore Mancusi a cui sono state invitate tutte le associazioni ambientaliste lucane, alcune per altro a sottoscritto sconosciute, per tentare di trovare un dialogo comune sulle problematiche ambientali, invito preannunciato da una telefonata di un rappresentante Legambiente in servizio presso l’osservatorio regionale tenuto dalla stessa.

 

Un concreto passo in avanti verso una stagione di minore conflittualità e maggiore condivisione su tematiche come quelle ambientali che non possono più essere sfuggite vista la loro rilevanza ed a cui l’assessore Mancusi sembrava tenere molto, come ribadito al sottoscritto più volte. Una buona notizia quindi, seppure nulla cambi nella gestione assurda dell’ambiente in una regione in via di petrolizzazione definitiva e dove spesso abbiamo denunciato l’atteggiamento tutt’appostista con cui invariabilmente si dava istituzionalmente risposta ad ogni allarme.

 

Ma da un lancio di basilicatanet, apprendiamo che quasi in concomitanza con il forum, previsto per le 15.00 del 25 febbraio, alle ore 13.00 ed esattamente nella stessa sala, la sala Verrastro si svolgerà la conferenza stampa di presentazione del COPAM, prima conferenza internazionale su “petrolio ed ambiente” di prossimo svolgimento a Matera e Viggiano, un’occasione di rilancio di un’idea a cui da sempre siamo contrari, quella che il petrolio sia un’opportunità per questa terra, a cui saranno presenti il Presidente delle Giunta, lo stesso assessore mancusi ed il dirigente generale del dipartimento, Donato Viggiano.

 

Vogliamo credere si tratti di un errore, di un deprecabile errore di comunicazione che ha portato a sovrapporre due appuntamenti per loro natura molto distanti tra loro, ma sappiamo bene non trattarsi di errore, quanto di un tentativo di blandizie alquanto irriguardosa verso associazioni che senza tornaconto – parlo ovviamente per quella che il sottoscritto rappresenta, il comitato no oil-lucania, oltre a rappresentare comunità lucana-movimento no oil che ne è braccio politico – si occupano di svelare e porre attenzione pubblica su elementi di “criticità” ambientale, se non di una captatio benevolentia vera e propria che cade guarda caso proprio in coincidenza con la presentazione di un appuntamento a cui le associazioni ambientaliste serie di questa terra non possono che non guardare con estrema negatività.

 

Un errore deprecabile quindi o una trappola da bracconieri.

 A tutti gli effetti questo non sarebbe quindi più un dialogo, ma una presa in giro offensiva che rivela intenzioni a latere alquanto scabrose, vista la vicinanza temporale degli avvenimenti.

 

Chiediamo quindi che in nome di quel dialogo auspicato si ponga rimedio a questa imbarazzante situazione con lo slittamento della presentazione alla stampa della conferenza ad altra data.

 Miko Somma, coordinatore regionale di comunità lucana-movimento no oil e portavoce del comitato no oil lucania    

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queste sono trappole da bracconieri-peracottari

vi lascio commentare da soli l’incongruenza tra un lancio di basilicatanet… 

Al via la prima Conferenza su Petrolio e Ambiente

 

23/02/2011 12:16

Venerdì la presentazione dell’evento alla stampa

AGR     Individuare e comprendere i processi di funzionamento dell’industria dell’upstream petrolifero in Basilicata: sarà questo l’obiettivo della prima conferenza internazionale su “Petrolio e Ambiente” (Copam) che si svolgerà a Matera il 3 e il 4 marzo e si chiuderà a Viggiano il 5. Verranno inoltre analizzati gli impatti sociali, politici ed economici nonché le opportunità di sviluppo dei territori coinvolti nelle attività di estrazione del greggio.
L’evento sarà presentato alla stampa venerdì 25 febbraio alle 13 nella Sala Verrastro. All’incontro con i giornalisti, moderato dal direttore della Nuova del Sud, Mimmo Parrella, prenderanno parte il presidente della Giunta regionale, Vito De Filippo, l’assessore all’Ambiente Agatino Mancusi e il dirigente generale del Dipartimento, Donato Viggiano.

ed un invito ricevuto questa mattina via mail e via lettera, invito rivolto a numerosi intestatari…

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è palese la volontà di attirare in una trappola le associazioni ambientaliste…si avvia un forum a parole e quasi in contemporanea si presenta alla stampa l’evento di matera e viggiano, una celebrazione del petrolio e delle estrazioni…preannuncio durissimo comunicato stampa!!!

ma chi credono di prendere in giro questi peracottari?

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berlu-ddafi

dopo quest’ultima notizia, mi fermo a pensare a chi baciava le mani dello sterminatore libico…vergognati, uomo di niente!!!…siete fatti della stessa pasta

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Due piloti si rifiutano di bombardare e fanno precipitare un caccia militare

 

«In Libia 10mila morti e 50mila feriti»
A Tripoli si scavano le fosse comuni

 

Lo ha detto alla televisione al-Arabiya il componente libico della Corte Penale Internazionale Sayed al Shanuka

 MILANO – Almeno 10mila persone sono morte in Libia dall’inizio delle proteste contro il regime di Muammar Gheddafi. Lo ha detto alla televisione al-Arabiya, il componente libico della Corte Penale Internazionale, Sayed al Shanuka. Parlando da Parigi, Al Shanuka ha anche sostenuto che i feriti potrebbero raggiungere quota 50mila. Al Shanuka, presidente della Commissione Giustizia e Sviluppo della Cpi, secondo Al-Arabiya, ha sottolineato che «in questi regimi dittatoriali il popolo non può manifestare». «Il popolo libico, come la maggior parte dei popoli arabi, ha sofferto, ma gli è stata data l’opportunità di ribellarsi»; e ha ricordato che «da quando Gheddafi è arrivato al potere ha assassinato migliaia di persone e anche migliaia di persone nelle stesse carceri». Il governo libico aveva affermato nella notte che i morti per le rivolte degli ultimi dieci giorni erano stati 300.

 

ESODO – Il primo segnale che indica quali potrebbero essere le dimensioni dell’esodo dalla Libia si è già avuto: 20mila persone hanno lasciato la notte scorsa il paese attraverso il valico di Sallum con l’Egitto. Lo riferisce Al Jazeera, citando un suo inviato al confine che ha parlato con fonti militari egiziane. La frontiera, perlomeno sul lato egiziano, è sotto il controllo dell’esercito del Cairo, secondo le fonti. Sembra che i soldati lascino passare solo forniture mediche. Per quanto riguarda il confine occidentale della Libia, l’Organizzazione mondiale delle migrazioni (Oim) afferma che migliaia di stranieri – libanesi, turchi, siriani e tedeschi – si sono uniti ai tunisini e passano in Tunisia per tentare di tornare nei loro paesi da lì.

 

FOSSE COMUNI – Decine e decine di fosse scavate, allineate, alcune già coperte con del cemento. A mostrare le immagini di quelle che sembrano essere fosse comuni è un video amatoriale girato martedì a Tripoli e diffuso da “Onedayonearth”. Il video mostra le fosse sulla spiaggia antistante il lungomare della capitale libica e tanti uomini al lavoro, in quello che appare come un grande cimitero.

 

CACCIA AI REPORTER – I giornalisti che sono entrati in Libia illegalmente sono da considerarsi «fuorilegge»: lo ha detto il vice-ministro degli Esteri libico. Nelle ultime ventiquattr’ore in Libia sono arrivati gli inviati dei media occidentali, tra i quali anche alcuni italiani, che stanno cominciando a raccontare le notizie sul terreno.

 

MARINAI EVITANO LA STRAGE E GETTANO LE ARMI IN MARE – La furia che il regime ha scatenato contro la rivolta bombardando i manifestanti, poteva essere ancora più estrema. Due navi militari libiche avevano infatti ricevuto l’ordine di «bombardare Bengasi dal mare» ma hanno disertato e si trovano ora al largo di Malta. Lo hanno riferito fonti militari maltesi citate dall’emittente araba Al Jazeera, che ha poi riferito come molti marinai abbiamo gettato le armi in mare.

 

DUE PILOTI FANNO PRECIPITARE UN CACCIA – Un caccia libico del tipo Sukhoi 22, di fabbricazione russa, è precipitato ad ovest della città di Adjabiya. Lo ha annunciato il sito del quotidiano libico “Quryna”, considerato vicino a Seifulislam Gheddafi. Fonti militari hanno confermato la notizia al giornale, sostenendo che il velivolo era decollato da Tripoli con l’obiettivo di bombardare Bengasi. Un ufficiale dell’aviazione, che ha il grado di colonnello, ha spiegato che «i due piloti a bordo, Abdel Salam Atiya al-Abdali e Ali Omar Gheddafi, si sono rifiutati di eseguire l’ordine di bombardare Bengasi ed hanno fatto precipitare il velivolo dopo essersi lanciati con il paracadute».

 

150 ITALIANI BLOCCATI A MISURATA – Cresce intanto la preoccupazione per i 150 italiani bloccati a Misurata, sul golfo della Sirte, in Libia. A lanciare l’allarme è Mara Foccoli, la moglie di uno dei lavoratori asserragliati nella sede della Lybian Iron Steel Company al compound di campo Lisco. «Ho sentito via Skype mio marito Giorgio – spiega Mara Foccoli – sono bloccati in 150. Sentono le sirene e cannoneggiare vicino alla loro sede e sono preoccupati. Ho allertato la Farnesina, mi hanno detto che sono al corrente della situazione e stanno valutando come riportarli a casa».

 

MIGLIAIA DI STRANIERI IN AEROPORTO – Nel frattempo restano migliaia gli stranieri bloccati nel principale aeroporto libico in attesa di voli per tornare a casa. «L’aeroporto è stato assalito, è indescrivibile il numero delle persone», ha detto Kathleen Burnett, cittadina di Baltimora in Ohio, mentre scendeva da un volo dell’Austrian Airlines partito da Tripoli e diretto a Vienna. «È un caos totale», ha aggiunto. British Airways e Emirates, la compagnia aerea più grande del Medioriente, hanno cancellato voli diretti a Tripoli.

 LA UE DECIDE SULLE SANZIONI – Mercoledì pomeriggio a Bruxelles gli ambasciatori dei Ventisette si riuniranno con l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Catherine Ashton, per discutere di eventuali ulteriori misure da prendere sulla crisi in Libia. Dopo che martedì è statoa annunciata l’interruzione dei negoziati Ue-Libia, non sono escluse le sanzioni, richieste da diversi stati membri fra cui la Francia e la Germania, e si parlerà anche del possibile ricorso alle unità militari dell’Ue, i cosiddetti «battle groups». 

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le odiatissime telefonate…

Federconsumatori Pz : tutela contro telefonate indesiderate 23/02/2011 10:22

BAS    La Federazione provinciale della Federconsumatori di Potenza in una nota ricorda a tutti i cittadini di stare molto attenti alle allettanti proposte che vengono avanzate a mezzo telefono. Nel libero mercato – sottolinea – non esistono “Benefattori”. Consigliamo e rinnoviamo l’invito a tutti i consumatori di iscriversi nel registro pubblico delle opposizioni per evitare di ricevere telefonate indesiderate compilando il modulo elettronico consultabile sul sito www.registrodelleopposizioni.it. Maggiori informazioni – conclude – sono disponibili sul portale www.federconsumatoripotenza.it.

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io aggiungerei che nel libero mercato ci sono una sacco di squali (senza offesa per gli squali, poveri!!!)

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