o si comprende che i cambiamenti politici vanno praticati a cominciare dall’abbandono della tradizione tutta lucana di votare un amico, ovvero la relazione corta ed acritica che conduce sempre alla continuità dei non-governi attuali, o è del tutto inutile invocare alcun cambiamento, lamentandosi quindi dell’immobilità del sistema, se non si ha il coraggio di rompere quella relazione che incatena il futuro alla sopravvivenza dello status quo