30/06/2012

il quadro politico europeo è certo mutato da sei mesi a questa parte, con l’elezione di rajoy in spagna e di hollande in francia (cosa questa certo di non lieve peso nell’asse franco-tedesco che ha finora imposto alcune visioni), la sostanziale tenuta della “linea del sacrificio” greco e l’ascesa coatta dello stesso monti (che peso invece ne ha per i suoi trascorsi frontalieri tra finanza e politica)…

quadro mutato che trasla gli assi preesistenti quindi, ma se è bastato “un solo vertice” a far cose che fanno gridare tronfi molti alla salvezza dell’euro e dell’unione, viene normale chiedersi perchè se era così facile non lo si è fatto prima che alcune economie nazionali ed i loro cittadini venissero massacrati?…

in realtà non vince affatto l’idea politica dell’europa che era alla base del trattato di roma del ’56, ma una certa idea dell’economia finanziarizzata che rimane ancora quella, nonostante i guai proprio da certe sue attitudini predatorie siano nati, e dalla polarizzazione delle scelte politiche intorno al mantenimento dello status quo sui capitali e sulla composizione dei debiti sovrani…

non una sola parola contro il liberismo economico – anzi! – e quindi nessuna idea di modificare gli accordi “costituzionali” che la sanciscono alla base stessa dell’europa, come da trattato di lisbona…l’europa era e dovrebbe essere altro!!!

miko somma

30/06/2012

credo che una parabola storica nata già alla fine degli anni ’70 dello scorso secolo, sia arrivata al suo culmine…

anni di strategie culturali, accortamente gestite nello slegare le cause storiche dagli effetti materiali ed allontanare la capacità critica dell’opinione pubblica di “leggere” gli avvenimenti, si sono in questi ultimi anni alimentate con quel patente malgoverno e quella conseguente sfiducia nelle classi dirigenti che trasla in sfiducia nelle istituzioni…

e si sono alimentate tanto abbondantemente in quel disagio e senso di impotenza fino ad assumere la forza di sempre più evidenti richieste popolari di ordine e disciplina che non agitano bandiere, ma chiedono tecnicismi ben oltre la politica e quindi persino oltre la residuale possibilità che questa sia espressione della volontà politica generale…

attenzione quindi ai nuovi fascismi “culturali”, che sono davvero dietro l’angolo, probabilmente nascosti dentro qualsiasi cittadino che, tacciando di disonestà a priori le classi politiche, rischia di confondere quelle persone elette (e che possono essere giuste o sbagliate) con le istituzioni composte da cariche elettive (che sono il caposaldo di uno stato democratico), fino a poter tollerare che queste stesse non esistano più in nome della “tecnica”…

miko somma