il piano energetico?

PIANO ENERGETICO. GLI OBIETTIVI /2
 
22/04/2009 16.27.17
[Basilicata]

(AGR) – L’intera programmazione relativa al comparto energetico, delineata dal PIEAR ruota intorno a quattro macro-obiettivi:
1. riduzione dei consumi energetici e della bolletta energetica;
2. incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili;
3. incremento della produzione di energia termica da fonti rinnovabili;
4. creazione di un distretto energetico in Val d’Agri.

La Riduzione dei consumi energetici e della bolletta energetica.
La Regione intende conseguire, dati gli obiettivi fissati dall’UE e dal Governo italiano, un aumento dell’efficienza energetica che permetta, nell’anno 2020, una riduzione della domanda di energia per usi finali della Basilicata pari al 20% di quella prevista per tale periodo.
Le azioni previste dal Piano riguardano prevalentemente l’efficientamento del patrimonio edilizio pubblico e privato ed alcuni interventi nel settore dei trasporti. Particolare attenzione sarà rivolta alla riduzione dei consumi di energia elettrica, incentivando l’impiego di lampade e sistemi di alimentazione efficienti, ed intervenendo sugli azionamenti elettrici, sull’efficienza dei motori elettrici e, più in generale, sugli usi elettrici in industria ed agricoltura. Sono anche contemplate la generazione e la cogenerazione distribuita, che, pur non contribuendo propriamente alla riduzione della domanda di energia per usi finali, permettono apprezzabili riduzioni dei consumi di energia primaria e dei costi energetici.

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capitolo assolutamente inutile e pieno di banalità senza alcun indirizzo pratico…la riduzione del 20% dei consumi è obiettivo che va prima di tutto perseguito insieme alla generazione del 20% di energia da fonti rinnovabili, ma sopratutto dal 20% di riduzione dei gas serra e così quando si parla di “alcuni interventi nel settore dei trasporti” si omette volutamente di considerare che è proprio dal settore dei trasporti che provengono alcune delle maggiori criticità a riguardo e non ci pare che sulla base di fantomatici piani trasporti, che pure andrebbero trattati in un piano energetico, si faccia alcun riferimento alla riconversione del parco mezzi pubblico e consortile (il 90% del trasporto pubblico di persone in regione avviene attraverso autobus) verso meno inquinanti e meno energivori sistemi di trazione che pure esistono…stiamo parlando quindi di una presa in giro senza alcuna attinenza con la realtà che impone di qui al 2020 drastici ridimensionamenti delle emissioni

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L’Incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
L’incremento della produzione di energia, finalizzato al soddisfacimento del fabbisogno interno, assume un ruolo essenziale nella programmazione energetica ed ambientale….è auspicabile un ricorso sempre maggiore alle fonti rinnovabili.
Sulla base di queste considerazioni, anche in relazione alle potenzialità offerte dal proprio territorio, la Regione Basilicata intende puntare al soddisfacimento dei fabbisogni interni di energia elettrica esclusivamente attraverso il ricorso ad impianti alimentati da fonti rinnovabili. Più nel dettaglio, con il presente PIEAR, la Regione Basilicata si propone di colmare il deficit tra produzione e fabbisogno di energia elettrica stimato al 2020, indirizzando significativamente verso le rinnovabili il mix di fonti utilizzato. In altre parole l’obiettivo da raggiungere consiste nell’assicurare una produzione che, seppur naturalmente caratterizzata da una certa discontinuità, consenta localmente un approvvigionamento energetico in linea con le necessità di sviluppo ed i consumi locali. Per il conseguimento di questo obiettivo, inoltre, è previsto il supporto di azioni finalizzate all’eliminazione delle criticità presenti sulla rete elettrica, nonché alla semplificazione delle norme e delle procedure autorizzative.
Attualmente il sistema elettrico regionale sconta una condizione di deficit di produzione rispetto ai fabbisogni interni pari al 51% (Terna, 2007). Nei prossimi anni il fabbisogno di energia elettrica è destinato a crescere fino ad un valore di circa 3.800 GWh/anno (329 ktep/anno). Ipotizzando che dal 2008 al 2020 non si registri alcun incremento della produzione interna di elettricità, è possibile stimare un deficit di produzione, per l’anno 2020, pari a 2.300 GWh/anno (197 ktep/anno), che costituisce proprio l’obiettivo di incremento della produzione di energia elettrica.
L’incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili sarà perseguito, in accordo con le strategie di sviluppo regionale, puntando su tutte le tipologie di risorse disponibili sul territorio, secondo la ripartizione riportata in tabella.
Fonte energetica Ripartiz. (%) Energia Prodotta (GWh/anno) Rendimento Elettrico (%) Ore equivalenti di funzionamento (h) Potenza Installabile (MWe)
Eolico 60 1374 70 2000 981
Solare fotovoltaico 20 458 85 1500 359
Biomasse 15 343 85 8000 50
Idroelettrico 5 114 80 3000 48
TOTALE 100 2289 1438

Per quanto riguarda la produzione di energia da biomassa, si intende promuovere la realizzazione di impianti per la produzione combinata di energia elettrica e termica, privilegiando gli impianti di piccola taglia.
Entro il 2015 si prevede di raggiungere una produzione pari al 40% del valore complessivo riportato in Errore. L’origine riferimento non è stata trovata., (questo così come copincollato dal sito istituzionale, ndr) con una potenza installata di poco più di 575 MW. La restante parte, 1.374 GWh/anno (118 ktep/anno), sarà progressivamente coperta nel corso del periodo 2016-2020.
Nel computo dell’incremento di produzione è esclusa l’energia derivante da impianti per autoproduzione, da iniziative della SEL e del Distretto Energetico, corrispondente ad una potenza complessiva stimabile in circa 250 MW.
Gli impianti saranno realizzati in modo da assicurare uno sviluppo sostenibile e garantire prioritariamente il soddisfacimento dei seguenti criteri:
Rispondenza ai fabbisogni energetici e di sviluppo locali;
Massima efficienza degli impianti ed uso delle migliori tecnologie disponibili;
Minimo impegno di territorio;
Salvaguardia ambientale……

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cominciamo allora ad arrivare alla ciccia del piano energetico…si parla di un deficit di produzione del 51%, senza citare il contributo che viene dall’estrazione attuale e futura di idrocarburi stimata al 2011 in 154.000 barili giorno (cifra che pure andrebbe conteggiata in un bilancio energetico che ci vede già come produttori netti di energia) e si citano incrementi della domanda di energia superiori al 7% annuo senza citare previsioni di utilizzo industriale relativi, che unicamente possono basarsi su previsioni di un’impiantistica locale che attualmente ci sembrano piuttosto in dismissione, e civili, che semmai alla luce di quanto espresso al punto riguardante il risparmio energetico dovrebbero essere in calo…ma di che stiamo parlando?….questi parlano di un incremento della domanda energetica che ci vedrebbe al passo con la turbo-economia cinese, mentre l’economia lucana è in un costante ribasso esattamente come i consumi energetici, quindi i conti non tornano affatto…ma non è purtroppo tutto…se scorporiamo i dati percentiuali sulla produzione leggiamo che l’eolico dovrebbe coprire il 60% dell’incremento con una potenza installata di 981 MW, cosa che corrisponde ad una cifra di torri eoliche nuove di zecca tra le 300 e le 450 (considerando un range di potenza installabile dai 3 ai 2 mw per torre) oltre a quelle già presenti sul nostro territorio (più di centocinquanta)…mi chiedo…e dove lo prendiamo tutto questo spazio?…fotovoltaico 20%…si citano rendimenti energetici dell’85% annui che evidentemente sono macroscopici errori per una potenza installabile di 359 MW ed il dato ci andrebbe anche bene se gli impianti fossero sistemati sui tetti esistenti e non su superfici ad altro destinabili (agricoltura e silvicoltura in primis)…ricordiamo che per ottenere una simile produzione occorrono a tecniche attuali circa 3.000.000 di metri quadri di superficie interamente coperta da pannelli, quindi 3 km quadrati più servitù impiantistiche….biomasse, punto dolente per quanto già spesso esplicitato nella citazione continua della belidera di giunta del novembre 2005 che equipara il cdr a legna ecologica, aprendo di fatto la via alla combustione di rifiuti nelle centrali a bio-massa…anche volendo considerare nel computo dei 50 mw i 13 della centale del mercure (ma sono certo che faccia conto a parte) a leggi attuali che impongono la dimensione massima per gli impianti di 3.5 Mw (salvo deroghe) questo significa almeno 10 impianti a bio-masse distribuiti sul territorio regionale (ma dopotutto non avevamo forse detto che quella “forestazione produttiva” di cui si parla nel recente accordo del comparto forestale serviva proprio a questo?…che maligni che siamo?) e mi chiedo quale quantità e qualità di legname bisognerà trattare in attesa che la forestazione produttiva dia materiale ligneo sufficiente? (sempre con l’incubo degli incenerimenti di altro)…l’idroelettrico ci pare invece ben posizionato se la logica sarà quella degli impianti ad acqua fluente o dello sfruttamento dei salti esistenti, ma siamo quasi certo che in realtà gli unici impianti ad essere avviati saranno quelli sulla diga di monte cutugno e quello del lago si s.giuliano….e poi perchè ritornando il documento alla bio-massa parla di 575 Mw?…un altro errore o una variazione in corso d’opera che già si annuncia?…lanciai a questo riguardo già un allarme nel marzo dello scorso anno in un convegno a ferrandina…ma proseguiamo

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Potenziamento e razionalizzazione delle linee di trasporto e distribuzione dell’energia.

A fronte degli innumerevoli vantaggi dal punto di vista economico, sociale ed ambientale, l’auspicato aumento della produzione di energia elettrica aggraverà ulteriormente le criticità già attualmente presenti sulla rete di trasmissione e distribuzione. Per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico regionale e migliorare la qualità del servizio per cittadini ed imprese, sarà
pertanto necessario operare sul potenziamento, efficientamento e razionalizzazione della rete elettrica primaria e secondaria lucana. Questo obiettivo si pone in linea con il Libro Verde della Commissione Europea del 13/11/2008 (“Verso una rete energetica sicura, sostenibile e competitiva”), che conferisce allo sviluppo delle reti un ruolo importante della politica energetica, già contemplata nel Reg. CE n. 680 del 20 giugno 2007 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea.
In particolare, per garantire il collegamento degli impianti di potenza superiore a 10MW, saranno richiesti interventi sulla rete di trasporto ad alta tensione, di competenza Terna. A tal fine la Regione ha già promosso Protocolli d’Intesa con Terna e le Regioni meridionali, finalizzati rispettivamente alla sperimentazione della V.A.S. di piani e programmi di sviluppo della rete sul territorio regionale, ed alla valutazione condivisa dei Piani di Sviluppo della rete Terna.
Per quanto riguarda gli impianti di potenza inferiore, invece, sarà necessario intervenire sulle reti di distribuzione a media e bassa tensione, principalmente gestite da ENEL Distribuzione. In questo caso, saranno intraprese iniziative analoghe a quelle già formalizzate con Terna.
In definitiva, tutti gli interventi avranno come scopo principale quello di sviluppare delle reti in grado di trasportare e distribuire l’elettricità in modo efficiente e razionale, di gestire i flussi di energia prodotta dai singoli impianti di produzione da fonti rinnovabili, ma anche di favorire lo sviluppo della generazione distribuita. Il conseguimento di questo obiettivo imporrà il ricorso a tecnologie innovative ed a sistemi di controllo informatici sulle reti di trasmissione e distribuzione (secondo un modello simile a quello della rete internet), al fine di migliorare la gestione dei flussi energetici. In questo senso è auspicabile un’interazione con la piattaforma di ricerca europea dedicata alle reti intelligenti (“smart grids”), di recente istituzione, finalizzata anche all’implementazione di progetti pilota sul territorio regionale.

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brevemente possiamo dire che gli accordi per la costruzione di una rete di elettrodotti ad alta tensione sono già cosa fatta…elettromagnetismo assicurato per tutti i lucani!!!

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Semplificazione amministrativa ed adeguamento legislativo e normativo.
Le innovazioni introdotte dalle recenti modifiche della legislazione nazionale hanno determinato un progressivo decentramento delle funzioni amministrative, tali per cui alle Regioni è demandato il compito di pianificare le strategie energetiche da attuare nei propri territori, in linea con la normativa europea e con gli altri strumenti di programmazione territoriale. Fra le funzioni assegnate assume un ruolo centrale l’emanazione di normative che consentono la semplificazione del procedimento autorizzatorio per la realizzazione e l’esercizio di impianti per la produzione di energia derivante da fonti rinnovabili.
In particolare, in attuazione delle disposizioni concernenti il procedimento di “autorizzazione unica” (D.lgs. n.387/03), la Regione Basilicata procederà all’armonizzazione delle normative nazionali e regionali con propria legge regionale. La stessa dovrà considerare anche le disposizioni contemplate dalla legislazione ambientale (D.lgs. n.152/06 e.s.m.i.), paesaggistica (D.lgs. n.42/04) e, più in generale, dalla normativa sul procedimento amministrativo (L. n.241/90). Siffatta normativa prevederà, inoltre, procedure differenziate a seconda della potenza dell’impianto: particolare attenzione sarà rivolta agli impianti di produzione energetica di piccola taglia (anche fino ad 1 Mw di potenza) alimentati da fonti rinnovabili, per i quali sarà messa a punto una procedura semplificata.
La diretta conseguenza di questo processo sarà quella di agevolare gli investitori pubblici e privati nel conseguimento degli obiettivi contenuti all’interno del presente documento.

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tutto chiaro…deregulatiom ed impianti selvatici in tutta la regione con il minimo di procedure..folle!!!…neppure berluskoni oserebbe tanto!!!

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Produzione di energia termica da biomasse e biocombustibili.
Parallelamente all’incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, si ritiene importante realizzare interventi al fine di potenziare l’utilizzo di biomasse legnose e biocombustibili per la produzione di energia termica. Si intende promuovere l’utilizzo di sistemi energetici e generatori di calore alimentati con biomasse lignocellulosiche provenienti dalla gestione del patrimonio boschivo e dai comparti agricolo, zootecnico e industriale locali, secondo le disponibilità e le modalità indicate nella parte I del presente Piano. ( e qui tutto diventa chiaro…ci si avvia alla destinazione energetica della foresta e dell’agricoltura lucana, senza neppure preoccuparsi di quanto questo comporterebbe sugli equilibri ambientali ed economici)

Realizzazione di un Distretto energetico in Val d’Agri.
Nella convinzione che finanza, ricerca e sistema industriale siano fattori che debbano interagire per dare impulso allo sviluppo di nuove ed avanzate tecnologie, in particolare nel settore energetico, in coerenza con le indicazioni contenute nella Deliberazione CIPE n. 166 del 21 dicembre 2007 “Attuazione del Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007-2013: Programmazione del Fondo per le Aree Sottoutilizzate”, la Regione persegue l’obiettivo di promuovere la realizzazione di un Distretto energetico in Val d’Agri, avente i seguenti fini:
• lo sviluppo di attività di ricerca, innovazione tecnologica in campo energetico, coinvolgendo a tal fine le eccellenze regionali, a partire dall’Università degli Studi della Basilicata CNR, ENEA, Agrobios, Fondazione Mattei etc.;
• creazione di un centro permanente di formazione ed alta formazione mediterranea sui temi dell’energia, in stretta collaborazione con ENEA, Fondazione Mattei ed i centri di ricerca presenti sul teritorio regionale. La formazione sarà rivolta agli installatori e manutentori di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, l’alta formazione ai progettisti ed ai ricercatori del settore;
l’insediamento nell’area di imprese innovative specializzate nella produzione di materiali innovativi, impiantistica e componentistica per il miglioramento dell’efficienza energetica degli usi finali, sia in campo civile, sia nel settore produttivo;
• l’attivazione di filiere produttive incentrate sull’adozione di tecnologie innovative per la produzione di energia, con particolare riferimento alle fonti rinnovabili e alla cogenerazione;
• realizzazione di impianti innovativi e sperimentali per la produzione di energia da fonti rinnovabili, per la tri-quadrigenerazione, con il diretto coinvolgimento di Enti di ricerca (Università, ENEA, Agrobios, CNR, ecc.), Enti locali e, ove necessario, di grandi operatori del settore, anche attraverso gli strumenti della programmazione negoziata;
svolgimento di attività di ricerca e di sperimentazione sulla produzione di biocarburanti a partire da matrice lignocellulosica, e sulla definizione di idonei sistemi per il contenimento delle emissioni di particolato solido e delle altre sostanze dannose prodotte dalla combustione di biomassa;
• attività di formazione nel settore energetico e trasferimento tecnologico alle PMI locali;
realizzazione di un parco energetico (denominato Valle dell’energia) finalizzato ad evidenziare le più avanzate tecnologie nel settore delle fonti energetiche rinnovabili e dell’efficienza energetica (anche con la realizzazione di un edificio dimostrativo ad emissioni zero ed energeticamente autosufficiente).
Il distretto sarà inoltre inserito nella costituenda rete dei distretti energetici nazionali
per sviluppare progetti ed iniziative in rapporto sinergico con le altre regioni partner.

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mi sono già espresso al riguardo da molto tempo…in una zona già martoriata dalle estarzioni petrolifere andiamo a farci anche un distretto dell’energia, occupando territorio altrimenti destinabile, a cominciare da agricoltura e parco nazionale?…questa è una follia demagogica di de filippo che diventerà l’anticamera della morte della val d’agri per come l’abbiamo conosciuta finora…è criminale!!!

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Promozione di attività di formazione e di trasferimento tecnologico.
….si intende promuovere attività di formazione a vari livelli e favorire il trasferimento tecnologico verso le imprese regionali.
Per quanto riguarda le attività di formazione, esse saranno rivolte sia a bambini e ragazzi in età scolare, sia ad adulti e famiglie, al fine di educare al rispetto dell’ambiente e ad un uso sostenibile ed efficiente delle risorse naturali e dell’energia. Sono previsti inoltre percorsi di alta formazione e specializzazione su tematiche specifiche in ambito energetico, rivolti a tecnici e laureati operanti nel settore.
Particolare importanza rivestono le ricadute in ambito industriale, in quanto si prevede di poter dare impulso alla nascita ed allo sviluppo di attività imprenditoriali e produttive legate allo sviluppo di competenze nella gestione delle filiere energetiche e degli impianti di produzione, alla produzione di componenti e sistemi ed alla progettazione di tecnologie e prodotti ad alto contenuto tecnologico. Si intende quindi favorire attività di trasferimento tecnologico dagli enti di ricerca e di sviluppo coinvolti nelle azioni definite dal presente Piano alle aziende locali.

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a questa parte posso attribuire solo valore demagogico e di elemosina clentelare!!!

seguiranno altri commenti maggiormente dettagliati (chiedo scusa per eventuali inesattezze od errori di battitura dettati solo dalla fretta di dover commentare stasera) per portare a galla le palesi contraddizioni ed assurdità di questo “mostro” il cui parto si è aspettato per anni

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APPROVATO DALLA GIUNTA IL PIANO ENERGETICO REGIONALE /1
 
22/04/2009 16.25.37
[Basilicata]
(AGR) – Nel corso di una conferenza stampa, il Presidente Vito De Filippo e la Giunta Regionale hanno illustrato il Piano di Indirizzo Energetico Ambientale, approvato oggi dall’Esecutivo. Il Piano contiene la strategia energetica della Regione Basilicata da attuarsi fino al 2020. L’intera programmazione ruota intorno a quattro macro-obiettivi: riduzione dei consumi e della bolletta energetica; incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili; incremento dell’energia termica da fonti rinnovabili; creazione di un distretto energetico in Val d’Agri.

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bene, prima di sparare sui pianisti, leggiamo bene…i primi tre obiettivi sembrerebbero condivisibili almeno nell’enuciato, sul quarto permangono forti contrarietà in merito alla continuare a sottrarre territorio altrimenti utilizzabile ad una zona che ha già dato troppo

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dalla rete: moneta locale

ricevo dalla rete e pubblico:

buongiorno a tutti.

mi chiamo daniele sono iscritto al meetup di potenza da pochissimo ma, purtroppo non ho potuto partecipare agli ultimi 2 meetup che per me sarebbero stati gli unici.

comunque seguende o per lomeno interessandomi le informazioni del blog di grillo non ho potuto fare a meno di arrivare a questa di COMUNITà LUCANA.

avrei una domanda, magari non pertinente all’iniziativa ma, la pongo lo stesso:

a quanto pare ci si avvia al federalismo quindi più autonomia alle regioni ?! cosa ne pensate del signoraggio ? c’è una remota possibiltà che si possa considerare la sovranità monetaria non seguendo direttive statali ?

la tesi del prof. giacinto auriti , depositata e mai discussa in parlamento dal punto di vista tecnico si potrebbe affrontare in regione?

mi piacerebbe sapere il vostro parere etico e soprattutto tecnico..

best regards.

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caro daniele, grazie per la tua mail che affronta una tematica interessante e che non esula affatto dal “core” (passami l’anglicismo) delle nostre tematiche, occupandoci noi di tematiche locali, quali il petrolio, che per lora natura sono internazionali, e di tematiche intermnazionali, quali il signoraggio (abbiamo linkato un interessantissimo video sull’argomento e ne parleremo ancora), che divengono per loro natura tematiche locali

sul signoraggio non avrei altro da esprimere su quanto già espresso da tanti con dovizia di competenze tecniche che il sottoscritto possiede solo in parte, essendo la tematica della politica monetaria una materia estremamente specifica (anche se poi abbiamo imparato a conoscerne le falle artatamente aperte da un sistema finanziario astuto e potente che di fatto tiene in scacco il mondo), ma sul tema della sovranità monetaria che potrebbe o meno non seguire direttive statali (che poi è il tema delle monete locali) qualcosa vorrei dirla

non credo affatto alle unità monetarie locali in sostituzione o concorrenza dell’unità europea per una serie di ragioni:

  1. vigendo un sistema internazionale del commercio (condannabile od esecrabile finchè credi, ma esistente e non certo da oggi) ed essendo il sistema attuale della produzione basato sulla trasformazione di semilavorati di ogni genere (dalle paste alimentari alle lastre di acciaio), una moneta locale che pur volesse limitare il suo valore di scambio alle produzioni strettamente locali, avrebbe un campo ridottissimo di azione proprio in conseguenza di processi produttivi che non si esauriscono, tranne pochi casi, nella coincidenza perfetta tra materia prima ed origine della stessa, trasformazione da materia grezza in semilavorato e da questo in prodotto finito, utilizzo del bene prodotto…detto in altri termini se un’azienda locale deve produrre un materasso destinato al mercato locale, ma utilizzando lana proveniente da un altra zona del mondo, l’eventuale beneficio che la moneta locale (priva quindi di scambiabilità sui mercati monetari internazionali) produrrebbe sulla stabilità dei prezzi dei materassi, verrebbe ad essere del tutto annullato nel regime di cambio a cui la moneta locale dovrebbe sottoporsi nell’acquisto della materia prima lana, rientrando così del tutto nel mercato nel mercato finanziario e ricominciando il ciclo che tutti conosciamo
  2. il problema dell’inflazione è si riferibile alle regole imposte dal signoraggio, ma attiene in buona parte alle fluttuazioni tra domanda ed offerta anche su base strettamente locale…se per l’acquisto di un bene ricercato dal mercato, ma non presente in quantità tali da soddisfare la richiesta, aumenta la quantità di denaro occorrente per l’acquisto del bene stesso, il meccanismo di aumento del costo è fonte della necessità di procurarsi più denaro per soddisfare il bisogno, quindi ho si tagliano altri bisogni per soddisfare quel primo, creando magari difficoltà ad altri settori, o ci si ingegna a procurarsene in modo legale o attraverso una maggiore quantità di disponibilità al lavoro (straordinari “obbligati”, quindi servaggio della propria prestazione di opera) o attraverso una supervalutazione del proprio operato o prodotto che riprodotta in scala sociale produce appunto inflazione….e poichè nessuno vorrebbe interrompere a proprie spese un simile circolo vizioso, le prospettive sono o qualcuno che paga per tutti alla fine della catena, una classe sociale o magari gli abitanti di un paese del terzo mondo attraverso l’esternalizzazione del costo, o un ente di controllo riconosciuto che interrompe la catena fissando dei parametri obbigatori di prezzo, delle tariffe quindi che trasformano la società in qualcosa d’altro (cosa che ben può accadere, ma la cui trasformazione non può essere fissata da condizioni economiche, richiedendosi semmai condizioni politiche ed accettazione democratica al cambiamento)
  3. esiste una condizione che attiene al valore intrinseco del denaro ed alla sua convertibilità in un bene fisso ed inalterabile da diversi fattori…per secoli si è usato l’oro come diretto valore intrinseco della moneta (che era essa stessa in oro), ma ciò era troppo limitante o per via dalla scarsità della materia prima o estremamente variabile, stante la possibiltà di trovare nuovi giacimenti o di depredare popolazioni che ne possedessero (dovrei forse ricordare che all’epoca della colonizzazione spagnola, l’ingresso sul vecchio continente di quantità di oro proveniente dal sudamerica causò notevoli instabilità economiche che potrebbero a vbuo ragione definirsi come crisi inflazionistiche), sostituendosi con il tempo il valore intrinseco dell’oro con un controvalore basato sulla disponibilità di riserve auree di ogni paese, ritornando comunque alla base del problema che era appunto la scarsità di materia prima oro…devo dire che oggi le riserve auree si sono volatilizzate nei mercati e la possibiltà di ricostituirle per ridare stabilità all’emissione di denaro in controvalore sono del tutto evanescenti o semplicemente troppo esose per diversi fattori
  4. la moneta locale non ha, per tante ragioni delle quali qualcuna esposta ai punti precedenti, alcuna utilità nel sistema di commercio e produzione attuale basato sul controvalore in dollari di ogni altra moneta (accordi di bretton woods), necessitando di una riconversione totale delle economie impossibile ad attuarsi solo localmente, se non in modalità estremamente limitate (seppur importanti)

potrei continuare ancora, ma non arriveremmo al punto importante della faccenda…a me personalmente interessa poco che la moneta sia locale o sia l’euro o magari il dollaro…a me interessa che le regole del liberal-capitalismo finanziario e globalizzato che fa una crisi di sistema che pagano gli altri, i ricatti delle multinazionali che fanno colonizzazione, i comportamenti padroni dei salotti del potere che fanno pensiero unico, le menzogne della politica che finge un’indipendenza di giudizio e spinge nella direzione di un’ineludibiltà del sistema stesso e nella direzione della riduzione delle tematiche politiche da vertenza democratica a querelle da customer satisfaction, le collateralità della sottopolitica che fanno truppe cammellate in soccorso al vincitore terminino ed al più presto per avviare il mondo ad un sistema di relazioni tra gli uomini che si fondino sul denaro come oggetto di scambio e non come ragione di vita, che abbiano alla base i diritti e le ragioni dei tanti contro gli interessi dei pochi, che stabiliscano un rapporto corretto tra attività umane e pianeta terra (perchè anche questa nostra regione ne fa parte di quel pianeta!)…e so che per farle terminare non c’è che una strada, la democrazia reale ed una richiesta inequivoca e forte di giustizia che è fatta di diritti, ma anche di doveri, a cominciare da quelli civici…se poi il gelato che mangerò domani lo pagherò tre “lucani”, due dobloni, un euro o mezza corona poco importa. l’importante è che sia sano, buono, vero e che il prezzo per poterlo leccare lo debba pagare io con il mio lavoro onestamente e giustamente retribuito e non qualche povero essere umano che vive in uno dei tanti sud di un mondo che ha sempre e maledettamente un solo nord…e fuori da ogni retorica, io vorrei cominciare da casa mia!!!

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follie energetiche pdl

ENERGIA, LATRONICO (PDL): DISINFORMAZIONE SU SCELTE GOVERNO
 
22/04/2009 09.08.50
[Scorie nucleari a Scanzano]

Continua la campagna di disinformazione da parte di settori della sinistra e dell’ambientalismo tendente a strumentalizzare la vicenda di Scanzano Ionico e delle scelte che unanimemente in quell’occasione si tennero per scongiurare la istituzione del sito unico nazionale dei rifiuti nucleari, che il governo Berlusconi dell’epoca escluse dopo una prima indicazione”. Lo ha dichiarato il senatore del Pdl, Cosimo Latronico. “Oggi si dicono autentiche inesattezze sul disegno di legge sull’energia all’esame al Senato ed in particolare sul paventato attentato alle competenze delle regioni. In realtà il provvedimento in esame riconosce in più punti la necessità dell’intesa tra regione e governo nazionale per giungere alla individuazione dei siti industriali per la produzione di energia. Naturalmente a nessuno sfugge che in materia di energia c’e’ un interesse prevalente nazionale riconosciuto anche di recente dalla Corte Costituzionale che e’ il caso di considerare di fronte a divergenze decisionali paralizzanti come illustra il caso dei rigassificatori o degli inceneritori.
Anche sulla vicenda nucleare, il governo mostra un approccio né ideologico né dispotico, ma orientato a riconoscere la volontà di quelle Regioni che si vorranno aprire a tali impianti
e che, in questo modo, potranno contribuire a ridurre la dipendenza energetica dell’Italia ed ad abbattere il costo della bolletta per le famiglie e per le imprese in un quadro di sicurezza ambientale. Quanto alla Basilicata è singolare ascoltare dai rappresentanti del governo regionale atti di accusa nei confronti del governo Berlusconi che ha il merito di mettere al centro dell’agenda scelte che mirano a diversificare le fonti di approvvigionamento e ad aiutare la a competitività del Paese. Piuttosto l’esecutivo regionale si dovrebbe far perdonare la clamorosa inadempienza con cui anche in questa legislatura ha trattato il tema energetico per la mancanza di un piano energetico regionale che ha negato alla Basilicata lo sfruttamento di opportunità irripetibili in termini di nuovi investimenti e di occupazione. Tempo ed occasioni che sarà difficile recuperare”.

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di fronte a simili dichiarazioni che aprono scenari di una follia nucleare senza alcun senso energetico e finanziario, tocca fare alcune rapide osservazioni…il governo berluskoni all’epoca di scanzano e delle proteste di massa dei lucani dovette far dietro-front di fronte all’ostinazione popolare e non certo per un atto di magnanimità principesca…il governo con il provvedimento in discussione esclude di fatto le regioni da ogni decisione in merito proprio adoperando quella categoria dell’interesse prevalente nazionale che in questa regione conosciamo già fin troppo bene per ciò che attiene il petrolio della val d’agri…le “divergenze decisionali paralizzanti” attengono a progetti ideologici calati dall’alto che non tengono in alcun conto le esigenza di tutela delle popolazioni locali, verso cui l’interesse è sempre minore di alcuni affari che alcune categorie fanno e faranno con gassificatori inutili (in italia ne servirebbero forse due e questi vogliono farne 13, cioè quanti ne esistono in tutto il mondo alla data attuale) ed inceneritori (un modello energetico folle che non risolve il problema dei rifiuti in quanto tali, limitandosi a bruciarli e non intervenendo affatto sulla filiera della produzione e del modello di consumo – figuriamoci sul riciclaggio!) a spese della gente e della ragione stessa…ma vada al diavolo, senatore latronico, e si sciacqui per bene la bocca prima di pronunciare la parola ambientalismo che forse lei confonde ancora con la difesa liturgica ad oltranza di un alberello e non con un progetto serio e dai piedi piantati bene in terra che si chiama “equilibrio” tra attività umane e ritmi naturali nell’ottica della conservazione della vita

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