il comunicato stampa della ola

OLA, ESPRIME FORTI PREOCCUPAZIONI SULLE NUOVE ATTIVITA’ PETROLISTICHE IN CORSO

La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) – Coordinamento apartitico territoriale di Associazioni, Comitati, Movimenti e Cittadini – in seguito alla comunicazione ricevuta dagli Uffici del Ministero dell’Ambiente, ha appreso il contenuto della nota a firma dell’Arch. Antonio D’Ottavio, Dirigente dell’Ufficio Tutela della Natura del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, esprime forti preoccupazioni e motivate perplessità.
La lettera dell’Ufficio Tutela della Natura della Regione Basilicata non dà risposte alle richieste di chiarimenti da parte della Direzione Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente. Tale fatto ha indotto la OLA a chiedere un intervento urgente del Ministero dell’Ambiente, al fine di verificare le situazioni segnalate per le quali non sono state date sufficienti garanzie dalla Regione e che attengono la salvaguardia del territorio del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri-Lagonegrese, minacciato da nuove attività petrolifere recentemente in corso e/o autorizzate dalla stessa Regione.
Non sono accettabili dichiarazioni di incompetenza in merito alle verifiche delle attività petrolifere all’interno del perimetro del Parco Nazionale, dal momento che la stessa Regione autorizza nuove attività petrolifere nell’area protetta nazionale e persino all’interno di SIC e ZPS o, peggio, dichiara di non essere in grado di verificare le compatibilità con il parco delle medesime attività. Nel giudicare grave questa situazione, la OLA ha chiesto al Ministero dell’Ambiente l’avviamento di urgenti verifiche sostitutive da parte degli Uffici Ministeriali, con l’attivazione del Comando dei Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente (C.C.T.A.) e del Corpo Forestale dello Stato. In proposito la OLA ha messo a disposizione, gratuitamente, le proprie conoscenze per garantire la salvaguardia del parco in questa fase delicata e cruciale, caratterizzata dall’incertezza operativa degli organi di gestione indotti dai veti e dai ricorsi amministrativi imposti dalla Regione in merito alla legittimità del Commissario del parco.
In relazione a questo, la OLA ha trasmesso agli Uffici della Direzione Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente il rapporto sintetico preliminare sul “Monitoraggio delle attività petrolifere all’interno del perimetro del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri-Lagonegrese”, con la certezza che possa costituire una prima base analitica per il lavoro di verifica delle attività petrolifere in atto nel parco nazionale per offrire maggiori garanzie, mentre le strutture regionali dichiarano “pilatescamente” la loro presunta incompetenza amministrativa e la propria estraneità.

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PIANO ENERGETICO REGIONALE, DOMANI CONFERENZA STAMPA
 
21/04/2009 17.51.41
[Basilicata]
(AGR) – Domani, 22 aprile, alle ore 15, nella sala Verrastro della Regione Basilicata, il presidente, Vito De Filippo, e la Giunta regionale terranno una conferenza stampa per illustrare ai giornalisti i contenuti del piano energetico regionale.

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ci andiamo?…in qualità di redattore di un blog il sottoscritto avrebbe pieno diritto di partecipare

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cinghiali del pollino

PARCO DEL POLLINO, PARTE LA CACCIA AI CINGHIALI
 
21/04/2009 16.43.23
[Basilicata]

Parte la cattura dei Cinghiali prevista nell’ambito del Piano sperimentale adottato dal Parco Nazionale del Pollino per il contenimento della specie.
E’ stato siglato stamani dal direttore dell’Ente, Filippo Aliquò il contratto per la cattura con la ditta “Valle delle Ginestre”, di Tursi (MT) che provvederà a fare le catture di circa 500 capi sotto la stretta sorveglianza del Corpo Forestale dello Stato. Il contratto, della durata di sei mesi, che non ha nessun costo per l’Ente, prevede la cattura in otto comuni del Parco, due in Basilicata e sei in Calabria. I capi che saranno catturati saranno destinati agli scopi dell’azienda, compatibili con quanto previsto dal Piano sperimentale. Intanto, l’Ente sta procedendo alla liquidazione dei danni da fauna selvatica, perlopiù dovuti proprio ai cinghiali, per l’anno 2008, danni che ammontano a circa 500mila euro. “Erano anni – ha dichiarato il presidente del Parco, Domenico Pappaterra – che l’Ente non liquidava i danni così velocemente data l’indisponibilità finanziaria esistente. Con la previsione in bilancio delle somme dovute siamo riusciti ad accelerare i tempi dell’indennizzo, ferma restando la volontà di riuscire a contenere all’origine i danni causati dai cinghiali”. Le richieste da indennizzare per il 2008 sono circa 800, equamente divise tra i due versanti.

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con la morte nel cuore devo dire che la situazione dei cinghiali si è incancrenita sino al punto di rendersi necessaria una simile operazione di riduzione del loro numero e non solo nel parco del pollino…ma occorre fare una breve riflessione al riguardo…come si è arrivati a tuto questo?…la natura lasciata ai propri ritmi è capace di limitare una specie, sia essa animale o vegetale, attraverso la selezione ed il contenimento della stessa per mezzo sia della predazione di altre specie animali, sia del contenimento “ambientale” che opera quando la densità di una specie su un dato territorio supera la capacità del territorio stesso di fornire alimentazione sufficiente…questo se la natura è libera di fare il proprio corso in tempi che non necessariamente devono coincidere con quelli umani

ed ecco il punto…quando l’uomo ci mette del suo, alterando alcune condizioni di partenza del delicato equilibrio tra le specie, qualcosa comincia ad incrinarsi proprio a cominciare da quell’equilibrio che viene a pendere verso una specie le cui caratteristiche la rendono più resistente, a detrimento di altre…bene, da alcuni anni per motivi di caccia sportiva sono stati introdotti in varie zone dell’appennino delle varietà di cinghiali provenienti dai balcani, varietà molto più grandi e resistenti alle malattie ed alle predazioni dei cinghiali appenninici, molto più piccoli per via di quella selezione naturale che le condizioni particolari dello stesso appennino hanno determinato nel corso di decine di migliaia di anni…questi cinghiali di taglia maggiore hanno sviluppato una particolare resistenza all’ambiente locale finendo spesso per soppiantare la specie autoctona e migrando in zone anche molto lontane dagli ambiti in cui erano stati introdotti…primo punto…è l’uomo, il cacciatore nello specifico, che ha alterato per motivi che nulla hanno a che vedere con i ritmi naturali la composizione della fauna….cinghiali più grandi, più forti e più voraci…secondo punto…mancano predatori naturali, lupi ed orsi in modo particolare, per motivi che sono chiari a tutti, le sole specie ciòè in grado di predare i cinghiali deboli o malati o i cuccioli, particolarmente numeroso per ogni nidiata…conseguenza…il numero di cinghiali aumenta senza controllo, il sottobosco non è in grado di assicurare più nutrimento ai gruppi, la territorialità dei branchi spinge alcuni gruppi di animali ai margini delle zone boscate dove la fonte di nutrimento è assicurata dalle coltivazioni

tutto chiaro quindi….si parte dall’errore umano e dalla protervia dei cacciatori, protervia reiterata (qualcuno ricorda il caso del pesce siluro nel ticino?) e si prosegue con la difficoltà di reintroduzione di specie animali “non tollerate” dalla necessità dell’uomo di non doversi confrontare con altre specie animali “concorrenti”

nell’immediato quindi la riduzione dei cinghiali è d’obbligo, ma se non si interviene con la reintroduzione del cinghiale “nostrano”, con una maggiore protezione dei lupi, con la reintroduzione di alcuni orsi alpini (la specie appenninica si è estinta e la varietà dell’orso marsicano è una endemismo tipico della sola marsica), con maggiori controlli sugli incendi boschivi e con una seria programmazione delle attività circostanti il parco, altrimenti tra cinque anni siamo punto e a capo!!!

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NUCLEARE, DE FILIPPO: LA BASILICATA NON SI AUTOCANDIDA
 
21/04/2009 12.02.17
[Scorie nucleari a Scanzano]
(AGR) – Nel prendere atto dell’azione di Greenpeace a Scanzano, il Presidente della Regione Vito De Filippo ha espresso ancora una volta il proprio dissenso nei confronti dell’individuazione di un sito unico per lo stoccaggio delle scorie nucleari, che non derivi da un processo di autocandidatura della Regione interessata.
Il territorio lucano e quindi, Scanzano Jonico, come ribadito più volte in seguito alla civile protesta del 2003 del popolo Lucano, – ha continuato il Presidente – non si autocandida per tale sito nucleare. Inoltre Scanzano Inoico non è tecnicamente idoneo alla realizzazione di un sito unico per le caratteristiche geomorfologiche ormai note. Una distanza così ravvicinata al mare e al centro abitato, oltre a non rendere la zona adeguata e sicura, non si concilia con lo sviluppo del territorio. Per di più all’Italia non serve un deposito geologico per i rifiuti nucleari.
La Regione Basilicata – ha concluso De Filippo – continua a mantenere alta la guardia affinché il proprio territorio non venga coinvolto dalla politica nuclearista in voga in questo momento, pericolosa e ingiustificata scientificamente e finanziariamente.

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una volta tanto mi sento di condividere le parole di costui, ma ricordo che il nucleare ha molte facce e che l’opposizione di una regione, stante la decretazione che impone la militarizzazione dei siti interessati, o fa parte di un percorso di concertazione tra stato e regioni che non mi pare sia la strada maestra che il governo berluskoni percorre o fa parte di un atto politico e popolare che, come a scanzano, faccia muro di fronte a questi attentati all’ambiente, alla salute, all’economia dell’intero paese

in ogni caso costui (de filippo) e la sua giunta farebbero bene a darsi una regolata anche su altre “pratiche”, poichè essere contro il nucleare a quanto pare non pregiudica il loro interesse verso altri progetti che invadono, sottomettono e distruggono il territorio lucano, visto che quando si leggono i nomi sotto le autorizzazioni a centri olii, oleodotti, nuovi pozzi per idrocarburi a pochi passi da un ospedale, progetti di riforestazione produttiva assai dubbi, autorizzazioni ad attività industriali pericolose ed altro, quei nomi portano sempre alle stesse facce ed agli stessi metodi…e se de filippo crede di sviare l’attenzione da queste problematiche sollevando allarmi devianti sul nucleare, bene si rammenti che aggiungere il nucleare alle battaglie che stiamo già conducendo è operazione assolutamente inutile…la stiamo già facendo quella battaglia!!!

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PARCO LAGHI ARTIFICIALI: PROMOSSI DUE INCONTRI
 
21/04/2009 11.04.29
[Basilicata]
La proposta di legge regionale per la istituzione di un Parco naturale dei Laghi artificiali presenti sul territorio della Provincia di Potenza sarà presentata dal presidente della Provincia di Potenza Sabino Altobello e dal consigliere provinciale Raffaele Soave in due incontri previsti giovedi 23 a Montemurro e domenica 26 a Senise.
Il programma delle conferenze prevede, a Montemurro (Sala Convegni S. Domenico alle 17,30) interventi degli assessori provinciali Carmine Rossi e Pasquale Robortella, dei sindaci Mario Di Sanza (Montemurro), Nicola Di Cillo (Grumento Nova), Cesare Marte (Sarconi), Mario Solimando (Spinoso) e dell”assessore regionale Vincenzo Santochirico; a Senise (Agriturismo La Masseria, loc. Pianizzi alle 15,00) interventi dell’assessore provinciale Carmine Rossi, del sindaco di Senise Giuseppe Catronuovo, dei consiglieri provinciali Romano Cupparo, Sandro Berardone, Giuseppe Cirigliano, del presidente del Parco Pollino Domenico Pappaterra e il direttore Apt Giampiero Perri.
Soave in una nota sottolinea che “il progetto, che rappresenta il traguardo di un lungo impegno istituzionale, viene sottoposto al confronto degli Enti comunali e delle comunità interessate allo scopo di incentivare le attività produttive locali che siano compatibili con la valorizzazione e la riqualificazione dell’ambiente oltre che per tutelare e conservare le caratteristiche naturali, ambientali, paesaggistiche e storiche del territorio dei laghi Pertusillo e Monte Cotugno-Senise. Sarà quindi un programma annuale di gestione del costituendo Parco – conclude Soave – ad individuare gli interventi da attuare, sempre in sintonia con i Comuni”.

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una delle peggiori stupidaggini che si siamo mai ascoltate in questa regione che non riesce a far partire il parco nazionale della val d’agri…e qualcuno pretende pure di costituire un altro carrozzone per iniziative che sarebbero gestibili in via ordinaria…giovedì saremo a montemurro per dire la nostra!!!

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greenpeace

NUCLEARE: GREENPEACE A SCANZANO, PARCO GIOCHI SU SITO SCORIE
 
21/04/2009 09.13.03
[Scorie nucleari a Scanzano]
Una quindicina di attivisti di Greenpeace hanno trasformato in un parco giochi uno dei tre pozzi di salgemma che, nel 2003, il Governo aveva intenzione di utilizzare per realizzare il sito unico nazionale delle scorie nucleari. Gli attivisti – uno spagnolo e numerosi italiani – hanno chiuso con del cemento tre pozzi: su uno hanno posato alcuni mattoni di cemento e vi hanno accostato uno scivolo e un’altalena. Intorno vi sono degli striscioni sui quali vi sono le frasi “stop alla follia nucleare”, “meglio attivi che radioattivi”, “niente scorie a Scanzano Jonico” e “non giochiamo con il futuro dei nostri figli”.
I pozzi di salgemma si trovano in località “Terzo Cavone” di Scanzano Jonico, al centro di un’area che ha pregiate colture agricole, circostanza che fu decisiva per innescare e sostenere la protesta attuata nel 2003. Il decreto che individuava l’area di Scanzano per il sito delle scorie radioattive fu approvato dal Consiglio dei Ministri il 13 novebre 2003 e provocò subito polemiche dal momento che vi fu chi sostenne che alcune autorità locali non potevano non conoscere le intenzioni del Governo. Il 15 novembre la protesta cominciò a prendere corpo, anche con blocchi sulla strada statale 106 Jonica, che collega Calabria e Puglia attraversando la Basilicata. Poi i blocchi si fecero duri e interessarono anche la linea delle Ferrovie dello Stato: il 23 novembre – anniversario del terremoto che nel 1980 fece migliaia di vittime fra Campania e Basilicata – centomila persone sfilarono in corteo da Policoro a Scanzano chiedendo il ritiro del decreto. L’obiettivo della protesta fu raggiunto il 27 novembre, quando il Consiglio dei Ministri approvò un emendamento al decreto sulle scorie nucleari, togliendo il nome di Scanzano Jonico dal provvedimento.

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approviamo completamente e senza riserve l’azione di greenpeace!!!

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chiusure prossime annunciate?

ITALTRACTOR, SINDACATI CHIEDONO INCONTRO URGENTE IN REGIONE
 
20/04/2009 18.10.35
[Basilicata]
Si sono svolte oggi le assemblee con tutti i lavoratori dello stabilimento Italtractor Itm di Potenza , alle quali hanno partecipato le segreterie territoriali di Fim, Fiom, Uilm e la RSU di stabilimento.
“Le organizzazioni sindacali – si legge in una nota – hanno valutato negativamente l’iniziativa della Direzione di Gruppo di interrompere la realizzazione del piano industriale, sottoscritto il giorno 8 maggio 2008, presso la Regione Basilicata. L’assemblea dei lavoratori, unitamente alle RSU e di Fim, Fiom, Uilm di Potenza, invitano la Direzione del Gruppo a non assumere decisioni unilaterali che potrebbero mettere a rischio i 320 lavoratori dell’Italtractor di Potenza”. Inoltre, si chiede “alla Regione Basilicata di convocare un incontro urgente con la Direzione per una verifica/attuazione degli impegni assunti nell’accordo dell’8 maggio 2008”. Infine, l’assemblea con la RSU e le segreterie di Fim, Fiom, Uilm confermano “la disponibilità a confrontarsi sulla realizzazione di scelte industriali che escludano il carattere finanziario,anche con il coinvolgimento del Governo Regionale e Nazionale al fine di garantire la continuità produttiva e i livelli occupazionali”.

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scherzando mi verrebbe da dire che comunque ci penserà straziuso a mettere a posto le cose, magari comunicando che sta trattando con qualche gruppo coreano per provvedere a quella che si presenta come una chiusura prossima annunciata dello storico stabilimento potentino….dopo la mahle ancora una volta è in primo piano un problema che la politica cittadina volutamente dimentica….il lavoro nelle fabbriche storiche della città e la precarizzazione di una classe operaria altamente specializzata

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PARCO VAL D’AGRI, LA OLA CHIEDE VERIFICHE
 
20/04/2009 17.53.35
[Basilicata]
                                                                                                                         
La OLA(Organizzazione Lucana Ambientalista) – Coordinamento apartitico territoriale di Associazioni, Comitati, Movimenti e Cittadini – ha chiesto “un intervento urgente del Ministero dell’Ambiente, al fine di verificare le situazioni segnalate per le quali non sono state date sufficienti garanzie dalla Regione e che attengono la salvaguardia del territorio del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri-Lagonegrese, minacciato da nuove attività petrolifere recentemente in corso e/o autorizzate dalla stessa Regione”. E’ quanto si legge in un comunicato stampa della Ola.
“Non sono accettabili dichiarazioni di incompetenza in merito alle verifiche delle attività petrolifere all’interno del perimetro del Parco Nazionale, dal momento che la stessa Regione autorizza nuove attività petrolifere nell’area protetta nazionale e persino all’interno di SIC e ZPS o, peggio, dichiara di non essere in grado di verificare le compatibilità con il parco delle medesime attività. Nel giudicare grave questa situazione, la OLA ha chiesto al Ministero dell’Ambiente l’avviamento di urgenti verifiche sostitutive da parte degli Uffici Ministeriali, con l’attivazione del Comando dei Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente (C.C.T.A.) e del Corpo Forestale dello Stato. In proposito la OLA ha messo a disposizione, gratuitamente, le proprie conoscenze per garantire la salvaguardia del parco in questa fase delicata e cruciale, caratterizzata dall’incertezza operativa degli organi di gestione indotti dai veti e dai ricorsi amministrativi imposti dalla Regione in merito alla legittimità del Commissario del parco”.

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ovviamente si associamo al 1000% alle dichiarazione della ola

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VITI, PROGETTO PER STABILIMENTO AGROINDUSTRIALE A POLICORO
 
20/04/2009 13.16.36
[Basilicata]
                                                                                                                         
(AGR) – Realizzare nuove linee di produzione di succhi di frutta, sviluppare l’indotto dell’agroindustria locale e ampliare il calendario di lavorazione delle produzioni ortofrutticole del Metapontino utilizzate.
Sono alcuni dei punti del progetto di ristrutturazione e ammodernamento di un impianto per la trasformazione e la commercializzazione di prodotti ortofrutticoli che l’Alpenfrucht, di concerto con il Gruppo internazionale Pfanner, intende realizzare a Policoro. L’Alpenfrucht che ha sede a Egna in provincia di Bolzano è un’impresa industriale che produce semilavorati di frutta coltivata essenzialmente nel Sud Italia con una notevole quota di esportazioni all’estero. Tre anni addietro la società ha rilevato l’ex stabilimento agroindustriale Allione di Policoro.
Il progetto è stato analizzato nel corso di un incontro tenuto a Policoro tra l’assessore regionale all’Agricoltura, Vincenzo Viti, l’amministratore delegato della società Rudolf Bertolini, dirigenti del Dipartimento Agricoltura, ricercatori del Cnr e i tecnici che hanno elaborato il piano.
“ Le società Alpenfrucht e Pfanner- ha affermato l’assessore Viti a margine dell’incontro- sono solide, in espansione e con esperienza pluriennale nel settore agroindustriale. Il progetto che si intende realizzare a Policoro oltre a garantire i fornitori, ossia i coltivatori dell’area, è teso a rafforzare lo stabilimento che già produce semilavorati con altre linee di produzione di succhi di frutta. L’idea, come si legge dalla documentazione presentata, risulta interessante se si considera il grande bacino di produzione della Fascia Jonico-Metapontina ma anche della Val d’Agri. Interessanti – ha continuato Viti- risultano pure le valutazioni riferite alle strategie di espansione sui mercati sia dell’area Mediterranea sia dell’Ex Est europeo facilmente raggiungibili soprattutto dai vicini porti di Taranto e Bari. Tra gli obiettivi vi sono quelli di svincolare lo stabilimento dalla stagionalità coinvolgendo nella produzione anche le colture invernali, far diventare la struttura riferimento per l’area e il settore agricolo, rendere l’impianto produttivo, autonomo e redditizio per tutto l’anno. Il programma riguarda anche l’ammodernamento tecnologico e le tematiche della ricerca attraverso nuove varietà, in tale quadro si innesterebbe una collaborazione con il nascente Polo tecnologico del BiotecVerde del Metapontino. L’investimento – ha concluso l’assessore Viti – andrebbe ad impiegare come parte pubblica le risorse residue del passato Programma operativo regionale”. Nei prossimi giorni sulla tematica si svolgerà un nuovo incontro presso la sede della Società Metapontum Agrobios di Metaponto.

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ottimo corollario all’articolo precedente ed al commento precedente…si preferisce sempre la logica immediata e clientelare (si spendono posti di lavoro per voti impegnati per generazioni) dell’industria e del semilavorato, attività che nulla avrebbero a che vedere con idee di trasfomazione del prodotto che tengano conto sia dell’impatto che la produzione industriale ha sulla produzione agricola (una produzione industriale necessita di quantitativi che al momento solo un massiccio uso di tecniche di coltivazione industriale garantiscono, quindi con annessi fitofarmaci, pesticidi e mancate rotazioni colturali, alla faccia del biologico che tanto fa sciacquare la bocca a questi politicanti ignoranti), sia dell’impatto che la stessa produzione massiccia ha sull’ambiente in termini di emissioni (lo vogliamo ricordare che l’agro nocerino risulta una delle zone maggiormente contaminate d’italia ed il fiume sarno uno dei più inquinati d’europa, a livello di morte biologica dell’ecosistema fluviale, e questo quasi del tutto a causa delle industrie di trasformazione del pomodoro, oltre che delle concerie?)…e poi a policoro, cioè in una delle zone che codesti rimestatori di deiezioni mentali indicano come uno dei grandi attarttori del turismo in regione?…altro sarebbe stato incentivare l’auto-trasformazione dei prodotti, secondo precisi disciplinari concordati con le imprese e garantiti dalla regione, attraverso una catena di produttori locali e di piccoli impianti meno impattanti e maggiormente diffusi sul territorio, anche per quei motivi occupazionali e di limitazione degli spostamenti che una distribuzione capillare assicura meglio di una sola, grande e concentrata unità produttiva, e provvedere semmai all’organizzazione di un sistema efficiente di trasporto del prodotto…l’industria diffusa, cioè!!!…una cosa realizzabilissima e che riuscirebbe a tenere dentro di sè molte delle tematiche occupazionali ed ambientali che invece si tenta sempre di concentrare in un progetto industriale unico…ma forse è chiedere troppo all’assessore viti!!! 

 

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TURISMO, INSEDIATO COMITATO DI INDIRIZZO
 
20/04/2009 11.59.14
[Basilicata]
                                                                                                                         
(AGR) – Il presidente della Giunta regionale, Vito De Filippo, ha insediato questa mattina il Comitato di indirizzo interdipartimentale previsto dalla legge di riassetto del Sistema turistico regionale (art. 13 l.r. 7/09). Ne fanno parte, oltre all’assessore alle Attività produttive, Gennaro Straziuso, i dirigenti generali del Dipartimento Agricoltura, Pietro Quinto, del Dipartimento Ambiente, Viviana Cappiello, del Dipartimento Attività produttive, Andrea Freschi, del Dipartimento Formazione, Lavoro e Cultura, Maria Teresa Lavieri, e il direttore generale dell’Apt, Gianpiero Perri. Il Comitato ha l’obiettivo di favorire un’ampia concertazione nelle iniziative di rilevanza turistica.
“In un contesto di mercato così complesso e difficile – ha sostenuto il presidente De Filippo – per il sistema Basilicata è essenziale una strategia unitaria che superi la frammentazione dell’offerta e promuova l’insieme delle risorse storiche, naturali, culturali e paesaggistiche, compresi i prodotti dell’agricoltura e dell’artigianato locale, per aumentare l’attrattività dei territori e favorire nuove forme di sviluppo economico sostenibile. E’ necessario, dunque, non disperdere le iniziative, ma mettere a sistema gli interventi senza inutili dispersioni. Il Comitato interdipartimentale è una struttura importante per definire un percorso di promozione e di integrazione delle politiche regionali che hanno specifiche ripercussioni sul turismo”.
L’assessore Straziuso ha rimarcato l’imminenza dell’approvazione del Piano turistico regionale. “Nei prossimi giorni – ha aggiunto – e prima della stagione estiva, d’intesa con gli enti locali, saranno definiti interventi diretti a costruire nuove sinergie turistiche con le aree lucane maggiormente attrattive”.

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a giudicare solo dal numero di tavoli, comitati di indirizzo, etc, etc questa regione non dovrebbe avere più problemi….e invece ne ha, ne ha…ne ha tanti quanti chiunque dotato di un minimo di buon senso può facilmente osservare senza dover dare ascolto alle litanie consolatorie del pd 3….o a queste inutili strutture di una concertazione impossibile stante un solo ed unico concetto…promuovere turismo, agricoltura ed artigianato regionale sarebbe possibile se si assumesse come “mission” (perdonate l’anglicismo, ma stavolta serve) della regione basilicata la preservazione del patrimonio naturale come volano vero di attrazione del turismo e promozione conseguente degli altri settori in un’ottica di ampio respiro che punti alla “incontaminatezza reale” del nostro territorio ed all’espulsione di ogni attività che contrasti con questo principio…creare un territorio completamente libero da attività inquinanti ed a qualsiasi titolo impattanti sarebbe il vero volano di uno sviluppo turistico-agro-artigianale che altrimenti, continuando la penetrazione favorita proprio da costoro e dalle loro dissennate politiche di concessione del territorio stesso in cambio di poche manciate di posti di lavoro sempre poi a rischio, stante l’impossibilità a competere con i mercati che nasce anche dalla mancanza di reti infrastrutturali, di fatto viene reso impraticabile, perchè non spendibile per intero presso i potenziali turisti…lo vogliano capire o no che il vero investimento per questa regione sta nella liberazione del territorio dalle logiche dell’impatto industriale e nella proposizione di un sistema altro, di un tempo altro, di relazioni altre?…o credete che un turista venga in questa regione per guardare quello che gli viene indicato come “guardabile, fruibile, magnificabile” e poi faccia finta di niente, chiudendo gli occhi, quando girato l’angolo si ritrova uno di quei mostri che qualcuno si ostina a ncora a chiamare “sviluppo”?…smettetela di prendere in giro la gente!!!

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un commento su facebook

riporto questo commento inviato ad una nota di viler…credo dia un certo senso a quanto stiamo facendo 

il senso di identità (le radici, se preferite) è una risposta alla
crisi delle identità collettive e personali ingenerate dal capitalismo
massificante e globalizzato che necessita di idee e bisogni standard
per ovvie logiche produttive…in quanto tale l’identità non manifesta
alcuna delle caratteristiche paventate da alcuni di etnicismo, tenendo
soprattutto conto che è tipico della cultura meridionale un
“meticciato” culturale che nei fatti fa prefigurare più un’identità di
coesione sulle problematiche locali ( da sviluppare in specificità di
organizzazione socio-economica) che un’identità di esclusione più
tipica di alcune culture “ricche” ed ansiogene (vedi nord italia con la lega)…spaventarsi del
senso di identità significa non voler riconoscere la possibiltà di
sviluppo di tematiche locali legate all’universo di risposte anti-liberiste che vanno elaborandosi da tempo ormai in
risposte g-locali attinenti alla creazione di reti di economia ciclica
e territoriale che partendo dalla salvaguardia delle relazioni
ambientali, di tutte le relazioni, tradizioni
comprese (quindi memoria delle radici), propongono un’economia altra in
una società altra…a mio avviso è l’identità includente che oggi può
bloccare la deriva liberal-totalitaria impedendole atti locali e di
fatto interrompendo la catena dell’invincibilità del sistema…spero di
non aver annoiato troppo

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basilicata da bere…

 

L’ACQUA DEL RUBINETTO DELLA BASILICATA È TUTTA DA BERE
 
18/04/2009 13.15.41
[Basilicata]
                                                                                                                         

La nostra acqua del rubinetto si può bere. E’ in ottimo stato di salute. A confermarlo è Rosanna Brienza, responsabile della Direzione Vigilanza Igienica di Acquedotto Lucano.
“L’acqua del nostro territorio è in uno stato di perfetta salubrità – nel pieno rispetto dei parametri previsti dal decreto legislativo 31/2001 relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano”.
Una rete idrica che si sviluppa per oltre 10.000 km e serve 591.338 lucani.
Ma cosa intendiamo per acqua potabile?
Per definizione, è detta potabile, l’acqua che può essere bevuta o impiegata nella preparazione degli alimenti senza pregiudizio alcuno per la salute. I danni alla salute possono derivare da contaminanti, di natura chimica o microbiologica, che l’acqua può raccogliere durante il suo ciclo; contaminanti che possono essere naturalmente presenti nell’ambiente o perché dispersi dalle attività umane. In primo luogo, dunque, per essere potabile l’acqua non deve contenere virus, batteri e sostanze chimiche nocive. Ma ciò non è sufficiente: perché l’uomo la beva bisogna che l’acqua sia anche gradevole al gusto e dunque, in linea di massima, incolore, inodore e insapore. Se presenti in quantità eccessive, infatti, alcune sostanze come il ferro, lo zolfo o il manganese conferiscono all’acqua una colorazione, un odore e un gusto sgradevoli. Inoltre, per essere considerata perfettamente potabile, l’acqua deve contenere la giusta quantità di sali minerali; alcuni di essi, come quelli di calcio, di iodio e di potassio, sono importantissimi in quanto costituiscono il principale nutrimento delle cellule dell’organismo umano. Nell’acqua potabile questi sali non devono essere né troppi né pochi: se sono pochi l’acqua perde alcune delle sue proprietà benefiche, se sono troppi acquista un gusto sgradevole e può essere nociva alla salute. In Italia le caratteristiche che l’acqua deve necessariamente possedere per essere considerata potabile sono state definite dal decreto legislativo n. 31/2001.
I controlli di Acquedotto Lucano sono capillari nell’ultimo anno sono stati 8.281 i prelievi in punti diversi della rete, determinando 94.258 parametri chimici e 31.463 parametri microbiologici.

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ottima relazione, peccato che si faccia un copiaincolla della legge e non si forniscano dati reali e certi….per carità, nessuno osa mettere in dubbio la bontà delle dichiarazioni, solo che molto spesso i possibili inquinanti non sono contenuti nelle sostanze ricercate..per chi vuole approfondire fornisco uno dei link al decreto legge 31/2001…date un’occhiata agli allegati e soprattutto a quello relativo alla radioattività  http://gazzette.comune.jesi.an.it/2001/52/4.htm

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peracottari

ENERGIA, LATRONICO (PDL): UNA SFIDA DEL SISTEMA PAESE
 
18/04/2009 18.39.25
[Basilicata]
                                                                                                                         
“Quella energetica è una sfida del sistema Paese che il governo Berlusconi ha deciso di assumere per ridurre la dipendenza ed il maggiore costo che la bolletta energetica oggi comporta per il sistema sociale e produttivo”. Lo ha dichiarato il senatore del Pdl, Cosimo Latronico, intervenendo ad un convegno promosso a Matera dall’associazione ‘Qualità della vita’ sui temi dell’energia rinnovabile. “La valorizzazione delle fonti alternative, il risparmio energetico e le produzioni convenzionali devono rappresentare un paniere di opportunità su cui puntare superando conservatorismi e posizioni ideologiche che negli ultimi anni hanno indebolito la competitività del Paese. In questo contesto la Basilicata dovrebbe occupare uno spazio decisivo, superando il ritardo di questi anni, facendo dello straordinario patrimonio energetico un’occasione di sviluppo produttivo del territorio regionale con spazi importanti per l’impresa e la creazione di nuove opportunità di lavoro. In questa direzione sono da salutare con favore i nuovi provvedimenti del governo nazionale in campo energetico e le norme che prevedono per i lucani benefici diretti in materia di riduzione del prezzo alla pompa dei carburanti, come risarcimento per il contributo offerto al bilancio energetico nazionale”.

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convegno collaterale, questa volta al centrodestra…a quanto asserisce latronico, una sola osservazione…in basilicata la benzina continua a costare quanto e più che in altre regioni italiane e del vostro”sconto” non s’è ancora vista traccia…non è che siete solo dei gran bugiardi, anche un po’ peracottari?….io credo proprio di si!!!

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ma che dice costui?

DELICIO (UIL): COMPLETARE GESTIONE DELLE RISORSE ENERGETICHE
 
18/04/2009 12.12.10
[Economia]
“Solo qualche giorno fa da Viggiano, dal convegno promosso con la Uilcem, avevamo messo in guardia il Presidente De Filippo: attento sulle politiche energetiche regionali la Regione rischia di farsi del male con le proprie mani. Dopo aver letto le dichiarazioni dello stesso De Filippo sullo sconto del gas la nostra preoccupazione è aumentata”. A sostenerlo è il segretario generale regionale della Uil Michele Delicio per il quale “prima di ripetere l”esperienza dello scorso anno dell”operazione sconto delle bollette del gas sarebbe utile un confronto con i sindacati e con i CAF dei sindacati che hanno sperimentato direttamente la precedente “campagna sconti”. Sia chiaro – precisa Delicio – il sindacato non può che essere favorevole all’iniziativa di estendere al 2009 lo sconto sulle bollette del gas come sarà sempre favorevole a qualsiasi iniziativa che vada in direzione della riduzione di ogni tipo di servizio e relative tariffe specie per le fasce sociali più deboli (anziani-pensionati, cassaintegrati, lavoratori precari, famiglie numerose e con disabili, ecc.). Solo che pensare ad uno sconto del 10 per cento per tutti e del 30 per cento per un gruppo di soggetti sociali ci lascia l”amaro in bocca rispetto a tutto il resto dei problemi che abbiamo da tempo individuato intorno alla gestione delle risorse petrolifere e del gas come a tutte le altre fonti energetiche alternative”.
Nel sottolineare che “ in regione si è indebolita la capacità di contrastare ed annullare la rapina delle risorse”, Delicio sostiene che “ieri, la Basilicata seppe imporre all’ENI una valida intesa che puntava a coordinare e a controllare la gestione dello sfruttamento dei giacimenti, avendone riconosciuta la piena disponibilità delle royalties. Oggi, purtroppo, sotto una violenta spinta mediatica, si ravvisa addirittura un cedimento politico. Per questo come Uil e Uilcem da Viggiano abbiamo rinnovato un” allarmata preoccupazione per questo scenario, invitando il Governatore e la Giunta Regionale ad intervenire con fermezza e determinazione verso il Governo nazionale e le compagnie petrolifere per trarre il maggior vantaggio dalle estrazioni in Basilicata. Sono trascorsi ormai diversi anni e la novità vera è la costituzione della SEL ed un Piano energetico e ambientale regionale che è ancora in fase embrionale. Di qui la necessità di proporre ragionevoli opzioni, necessarie per un migliore sviluppo del settore energetico, partendo appunto dal Piano energetico regionale”.
E” dunque l”intera partita delle fonti energetiche che va gestita con una strategia di programmazione che può dare alle famiglie risparmi più cospicui e alle imprese un formidabile strumento di competitività a partire dalle aree industriali dove ci sono le fonti energetiche (e quelle idriche) che potrebbero produrre un costo ridotto di energia ed acqua”.

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ma che dice costui?…la basilicata seppe imporre cosa?…queste sono le parole che spesso usa il senatore bubbico per coprire con una foglia di ortica un accordo innominabile e di cui abbiamo tanto parlato che ripetere le nostre critiche sarebbe quasi noioso…pensi piuttosto agli abominevoli accordi che il suo sindacato firma sulla pelle dei lavoratori!!!

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