trasporti…fa tanta paura il nostro programma?

Trasporti, Regione: programmiamo una Basilicata più accessibile

20/02/2013 14:08
Incontro dell’Osservatorio trasporto pubblico locale: al prof. Petruccelli l’incarico di eseguire una valutazione tecnica che sarà l’impianto su cui progettare il nuovo sistema di mobilità

Il tavolo dell’Osservatorio

AGR  Migliorare il trasporto pubblico per rendere la Basilicata più accessibile.
E’ l’obiettivo condiviso dall’Osservato del trasporto pubblico locale – composto dalle amministrazioni locali (Regione e Province), da rappresentanti di Trenitalia, Anci, Anv, Federconsumatori e dai sindacati di categoria – che si è riunito questa mattina nella sede del Dipartimento Infrastruttura su convocazione del presidente della Vito De Filippo.
Per pianificare una riprogrammazione possibile e sostenibile, l’Osservatorio ha affidato a Umberto Petruccelli – professore associato all’Università degli Studi della Basilicata (Dipartimento di architettura pianificazione e infrastrutture di trasporto) – il compito di effettuare una valutazione tecnica del sistema di mobilità in Basilicata che servirà da griglia tecnica su cui costruire l’impianto della nuova progettazione in materia di trasporti.
Il documento sarà presentato già entro la fine del prossimo mese di marzo.
Tra gli obiettivi, c’è quello di adeguare il sistema lucano dei trasporti alle indicazioni delle nuove e stringenti normative nazionali che, in prospettiva, dovrebbero anche rappresentare i criteri di riparto del fondo di finanziamento del Trasporto pubblico locale. Muovendosi con anticipo e in una logica di programmazione, la Basilicata può così puntare ad un efficientamento dei servizi e alla conservazione delle quote nazionali di risorse necessarie ad assicurarli.
Il presidente, che ha definito la riprogrammazione dei trasporti “una sfida da rilanciare”, ha evidenziato la necessità che le amministrazioni coinvolte facciano “uno sforzo creativo per coniugare le esigenze di mobilità dei lucani con le griglie degli investimenti”.
Per l’Osservatorio non è irrealistico pensare di efficientare il sistema dei trasporti già entro la fine dell’anno, coinvolgendo attivamente il trasporto cittadino e quello su rotaie di Trenitalia.
Il recente accordo con l’Autorità portuale di Taranto, l’attenzione della Regione Basilicata per l’aeroporto di Salerno e l’accordo di programma per l’aggancio della rete ferroviaria ad alta Capacità a Foggia, rappresentano tre punti focali di quel progetto innovativo e lungimirante verso cui tende la Regione per collocare la Basilicata in un contesto di mobilità più fluida e dinamica, inserendosi in maniera organica nelle reti di trasporto del Mezzogiorno per agganciare le grandi vie di comunicazione nazionali ed internazionali.

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del tutto risibile che venga convocato dal presidente de filippo soli pochi giorni dalla pubblicazione del nostro programma per i trasporti…e dove viene convocato un osservatorio che pare ricalcare nella composizione la nostra idea…

non ci sono parole che possano descrivere simili comportamenti che se da un lato ci danno ragione nella funzione di stimolo che da sempre esercitiamo, dall’altro pongono il problema di quale sia l’approccio alla problematica che costoro fanno sempre partire da qualche incarico a pagamento e nel ridicolo di pensare che per la fine dell’anno si possa mettere in campo una strategia di cui finora non vi è stata traccia alcuna, anche e soprattutto per la continua vessazione subita dal contratto di servizio trenitalia verso cui questo presidente e la sua giunta nulla finora avevano mai fatto, tranne qualche ispezione nei bagni e qualche generico proclama dalla tribuna di basilicatasoviet…

e dunque siamo all’elettoralismo più becero (in linea con la restituzione dell’imu?) o alla ammissione che qualcuno riesce a produrre soluzioni programmatiche verso cui dover correre ai ripari a modo loro?…

a voi il giudizio!!!

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ricordo i comizi di oggi

bernalda, p.zza plebiscito, ore 17.30
pisticci, p.zza umberto I, ore 20.00 (orario modificato per contemporaneità ad altro evento elettorale)

vi attendo!!!

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il programma passo per passo – parte 19) forestazione ed impegni ambientali

19. Forestazione ed impegni ambientali

In questa parte del programma affrontiamo due temi, forestazione ed impegni ambientali, che a buon diritto avrebbero potuto essere collocati nella parte del programma dedicata all’ambiente, ma che abbiamo voluto trattare separatamente per le rilevanze specifiche a livello di programmazione territoriale che crediamo meritino una trattazione distinta.

Abbiamo anche dedicato un punto alla caccia, attività verso cui nutriamo contrarietà, pur trovando questa un limite nelle leggi che ad oggi la tutelano come un diritto, e così cercando di essere “laici” sull’argomento e così di inserirla in un contesto molto più ampio di salvaguardia ambientale, a cui questa potrebbe dare un suo specifico contributo se inserita in precisi contesti.

       I.     Abbandono della funzione di forestazione produttiva, modifica del piano forestale approvato e sua funzionalizzazione al ripristino della massa forestale, del contenimento del dissesto idrogeologico, degli usi civici, ove recuperabili e documentati, in zone oggi disboscate, della conservazione del patrimonio arboreo primigenio e delle essenze arboree locali, dell’assorbimento di CO2 da considerarsi non contabilizzabile ai fini del computo delle emissioni, del mantenimento e dell’ampliamento di zone atte alla conservazione e reinserimento di fauna locale, e riconduzione della forestazione produttiva alla sola coltivazione di materiale ligneo da bio-edilizia e bio-arredamento e/o di essenze pregiate ad uso artigianale, officinale, medicale, di coltivazione dei prodotti del bosco.

riteniamo del tutto sbagliata l’impostazione data al piano regionale di forestazione produttiva avviato dalla regione e lo riteniamo tale per via di una serie di considerazioni di cui ipocritamente non si fa cenno, a partire da quello che è un vero e proprio scandalo taciuto, la presenza cioè di 4200 operai forestali a fronte di meno di 600.000 mila abitanti che, in rapporto alle scandalo noto al grande pubblico della consimile attività svolta nella regione calabria del mantenimento di una struttura di 7000 operai a fronte di una popolazione tripla di quella lucana, ci appare come il paradigma di una gestione del tutto legata al clientelismo e non certo all’obiettivo primario della forestazione, ricostruire la massa arborea regionale…questa massa di operai, il cui raffronto con quello della regione calabria ci vede ancor peggiori in termini di percentuali, è stata finora foraggiata allo scopo di legare le provvidenze delle 151 giornate utili alla percezione dell’assegno di disoccupazione con le filiere del consenso, ma è chiaro che la rilevanza sociale del fenomeno non può essere ricondotta alla sola pratica del voto di scambio, ma ad una più generale pratica di assistenzialismo a carico di partite non specificamente dedicate dei bilanci pubblici che crediamo vada interrotta senza eventi traumatici (appare del tutto insensato ogni tentativo del genere in considerazione del trauma economico che ne deriverebbe per condizioni sociali già al limite), ma attraverso una razionale e graduale riconversione dei lavoratori in altri ambiti di protezione del territorio…riconversione da operarsi con la messa di in campo di una strategia di forestazione che oltre alla sua funzione naturale, che appare chiara dal dettato (di cui rimarchiamo però la netta volontà di non precedere a compensazioni tra emissioni e piantumazione che risulterebbero fuorvianti dell’ormai sempre più necessario taglio delle prime attraverso operazioni contabili), nella sua parte produttiva crediamo debba essere indirizzato verso una vocazione della stessa forestazione a scopi di produzione di materiali biologici per edilizia ed arredamento, di produzione di medicamenti naturali e di coltivazione del prodotto del sottobosco (fragole e bacche, funghi, tartufi, etc), che, nel costituire un obiettivo programmatico di politica industriale ed agricola, potrebbe innescare la formazione di un comparto produttivo locale in grado di assorbire buona parte di quella manodopera in eccesso sia nella produzione che nella coltivazione e cura delle masse forestali a scopi produttivi  

     II.     Divieto espresso attraverso legge regionale all’introduzione di essenze arboree od arbustizie non locali e non appartenenti al patrimonio vegetale lucano, di essenze anche ad uso agricolo od agri-energetico derivanti da modificazioni genetiche, sintesi di nuove specie o varietà attraverso manipolazione genetica o con funzioni differenti dall’uso strettamente agricolo ed in ogni caso da approvarsi preventivamente.

punto che appare chiaro nei suoi intenti di impedire qualsiasi penetrazione di essenze estranee sia al patrimonio naturale sia all’utilizzo programmato dello stesso

    III.     Catalogazione e riconoscimento legislativo del patrimonio floro-faunistico lucano come bene comune da preservare.

punto che appare chiaro in rapporto al punto seguente

   IV.     Programma speciale ed iniziative legislative di protezione delle specie floro-faunistiche a qualsiasi livello di rischio di estinzione o da proteggersi come bio-tipo fondamentale per la conservazione del patrimonio di cui al punto III), in concorso alla legislazione nazionale di materia.

     V.     Divieto legislativo espresso ai non residenti nella regione Basilicata di caccia, raccolta funghi e tartufi e più in generale dei prodotti boschivi e parametrazione, in collaborazione con le associazioni venatorie ed ambientaliste, di una lista e delle pratiche ammesse per la predazione delle specie animali da doversi limitare nell’ottica di un progressivo abbandono concertato delle stesse pratiche venatorie.

crediamo sia giunto il momento in cui una maggiore cura e conservazione del territorio imponga un espresso divieto di raccolta dei prodotti del bosco e della caccia da parte di non residenti, facendo con ciò salva, ma da emendarsi in senso regolamentare più preciso, ogni disposizione concernente la raccolta per i residenti che diventano su specifica richiesta e in accordo ad esigenze di riunione degli abilitati alla raccolta organizzati in consorzi locali, unici soggetti titolari del diritto di vendita a terzi del prodotto del bosco raccolto e delle prede, si da consentire maggiore razionalità, controllo e redditività per gli stessi…crediamo inoltre che, nell’ottica di un progressivo abbandono della pratica venatoria più stringenti intese con le associazioni venatorie siano da mettere in campo anche attraverso quanto al punto seguente

   VI.     Unificazione degli Ambiti Territoriali di Caccia in un unico ambito regionale.

punto attraverso il quale si deve perseguire una maggiore razionalità nella regolamentazione del settore

 VII.     Divieto assoluto all’introduzione ed al popolamento di specie faunistiche ed ittiche non appartenenti alla catalogazione di cui al punto III)

punto il cui dettato appare chiaro in rapporto sia punto III) che IV) in ordine ad una tutela del patrimonio faunistico locale che non deve permettere in alcun caso ripopolamenti con specie non autoctone al fine di evitare fenomeni di abnorme od incontrollabile proliferazione di alcune specie a danno di quelle locali nell’alterazione degli equilibri della catena alimentare animale e del patrimonio genetico delle specie locali

  1. VIII.     Completamento delle azioni volte alla costituzione dei parchi regionali e della Rete Natura 2000.

si tratta di un punto a complemento di quanto già ai dettati legislativi e regolamentari in ordine ad obiettivi di tutela stabiliti in sede regionale, con la costituzione effettiva ed il potenziamento dei parchi regionali del vulture, della murgia materana, dei calanchi di pisticci e montalbano, del parco di gallipoli cognato, e  comunitaria attraverso il completamento delle reti di zone sic e zps e la loro esclusione da qualsiasi intervento antropico invasivo, in particolar modo rispetto alle attività estrattive e/o energetiche

   IX.     Programma di individuazione di zone di Ri-naturalizzazione Integrale.

si tratta di un programma teso ad individuare zone peculiari del territorio regionale nelle quali operare la ri-naturalizzazione integrale, ossia la destinazione degli stessi ad interventi volti a creare le condizioni di ripristino integrale dei rapporti naturali per specifiche esigenze di tutela anche legate ad operazioni di bonifica ambientale e di quanto al punto XI)

     X.     Rimodulazione delle azioni PSR alle loro vocazioni originarie di perequazione del reddito degli agricoltori con metodo tradizionale in zone di prossimità sic e zps.

è evidente l’intento della disciplina comunitaria di tutelare il reddito di questi agricoltori nel riconoscimento di una specifica opera di protezione ambientale e cura del territorio che i metodi tradizionali di coltivazione consentono, tutela ad oggi alquanto poco praticata, quando non distorta, nell’applicazione specifica delle misure degli assi psr che potrebbero essere rimodulate in azioni specifiche per giovani disoccupati, previa iscrizione facilitata nelle specifiche liste professionali, anche in rapporto a specifiche misure psr volte al nuovo insediamento dei giovani agricoltori e di quanto al punto V)   

   XI.     Creazione di una rete di corridoi verdi protetti per il collegamento delle zone di protezione al fine di permettere la mobilità della fauna.

l’evidenza della frammentazione dei territori protetti e della loro non continuità (vedi perimetrazione del parco dell’appennino lucano) impediscono una naturale migrazione e mobilità delle specie animali in ambito protetto, esponendoli a rischi nell’attraversamento di zone antropizzate ed infrastrutture viarie, deve portare alla creazione di specifiche zone di attraversamento protette (corridoi verdi), recintate, protette da vincolo all’accesso ed atte a consentire la migliore mobilità delle specie, con la creazione di specifiche facilitazioni al transito, quali piccoli tunnel di attraversamento stradale sulle arterie a maggior percorrenza, anche in ordine ad una maggiore sicurezza dei veicoli transitanti nell’evitare impatti con le specie in attraversamento

 XII.     Studio e varo di un piano di protezione delle coste sabbiose ioniche fondato sul ripristino dell’apporto naturale di materiali di sedimento dai fiumi, sul ripristino dei corridoi naturali tra spiaggia ed entroterra, sulla difesa delle dune e della vegetazione di duna, sulla limitazione di attività costruttive in prossimità del litorale e sugli eventuali abbattimenti o riduzioni delle stesse e loro ricostruzione in materiali idonei.

crediamo che l’unica opera efficace di protezione dei litorali dello ionio minacciati di erosione sia lo studio di uno specifico piano integrato in grado di valutare ed intervenire sulla totalità dei processi, sia naturali che antropici (che sospettiamo essere i principali artefici di mutate condizioni erosive in zone che normalmente dovrebbero essere di espansione storica dei litorali stessi, vedi ad esempio la posizione delle evenienze archeologiche degli antichi porti della magna grecia), per riportare a stato di equilibrio l’apporto dei materiali sedimentosi e l’erosione marina, giudicando del tutto errata la continuazione della attuale gestione fatta di costosi ripascimenti di sabbie e posa di strutture di contenimento in mare

XIII.     Programma di abbattimento di ogni struttura edilizia abusiva costruita lungo le zone di rispetto fluviale, lacustre e marino.

crediamo che il punto sia chiaro e non necessiti di ulteriori spiegazioni

 

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ricordo i comizi di oggi martedì 19/02

melfi, p.zza umberto I ore 17,30
lavello, p.zza matteotti ore 19,00

ed anticipo quelli di domani

bernalda, p.zza plebiscito ore 17,30
pisticci, p.zza umberto I* ore 19.00

* luogo da concordarsi per la tenuta contemporanea di un comizio della pdl

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il programma passo per passo – parte 18) protezione civile e sicurezza dei cittadini

 18. Protezione civile e sicurezza dei cittadini

Siamo alla parte del programma, protezione civile e sicurezza, dedicata a temi di importanza vitale, intrecciati a dinamiche legislative nazionali, ma nelle quali molto è possibile fare nelle legislazioni locali a cominciare dal render noti i piani esistenti a livello di protezione civile in caso di emergenze (di tipo industriale) e catastrofi (terremoti, frane, dissesti ambientali in genere) nella ricerca della più ampia partecipazione dei cittadini, ma anche attraverso quella che consideriamo la principale operazione di protezione civile, la prevenzione del rischio, ed a tale scopo molti dei seguenti punti programmatici, che pur avrebbero potuto esser sviluppati in altre parti specifiche, sono stati inseriti in una sezione dedicata proprio per sottolineare un’inter-disciplinarietà che concorre allo sviluppo di quella cultura della prevenzione che “deve” permeare fortemente ogni campo del vivere civile, amministrativo e produttivo.

       I.     Sollecito alle prefetture, agli enti locali ed alle aziende all’immediata trasmissione all’ente regione, che assume l’obbligo di renderli pubblici in ogni forma ritenuta necessaria, dei piani di emergenza, ove esistenti ed in caso contrario da redigere e rendere pubblici nel termine di giorni 30, per le zone industriali e per i plessi oggetto delle normative Seveso presenti in regione e per ogni altra attività di produzione, trattamento, trasporto, stoccaggio, smaltimento di sostanze ritenute pericolose per la salute umana (vedi parte ambiente), anche stralciata dalle normative menzionate, con chiara indicazione delle procedure di comportamento dei cittadini per livelli di emergenza.

tale punto programmatico si rende necessario nella semplice considerazione che a norma di leggi vigenti se un piano di sicurezza non è conosciuto dalle popolazioni il piano è da considerarsi come non esistente e di tali situazioni la regione abbonda, si da rendersi urgente la predisposizione per tutti gli organismi citati al punto l’immediata messa a disposizione degli stessi o la redazione di piani specifici, ove questi mancassero, in un termine strettissimo con l’obbligo per la regione di curarne la pubblicazione sia attraverso la redazione di apposito materiale cartaceo ed audiovisivo da distribuirsi capillarmente, sia attraverso la sua diffusione attraverso specifica attività sui media e sulla rete    

     II.     Redazione a cura della Protezione Civile regionale di un piano integrato regionale per le emergenze con indicazione dei piani locali dettagliati, delle zone di fuga e di raccolta, delle strutture a disposizione e dei responsabili di zona, con pubblicazione dei dati relativi su un sito web dedicato, redazione e distribuzione di un manuale dell’emergenza a tutta la popolazione, immediata distribuzione ai comuni dei kit di emergenza per le zone a rischio.

la ratio del presente punto segue quella del precedente, allargandone il campo d’azione dalle emergenze industriali a tutte le emergenze peculiari dell’attività di protezione civile

    III.     Obbligo di assicurazione privata per edifici che hanno usufruito di sanatorie edilizie sostanziali rispetto a abusi costruttivi strutturali o di zona soggetta a vincolo di rispetto.

le diverse sanatorie edilizie susseguitesi negli anni hanno di fatto indebolito la struttura di controllo e vincolo all’edificazione che per sua natura è strumento pubblico di programmazione, rendendo le attività di recupero impossibili stante la sostanziale legiferazione coatta contenuta nelle sanatorie stesse che dona legittimità a ciò che legittimo non dovrebbe e spesso neppure potrebbe essere…a questo proposito l’obbligo di assicurazione per edifici o strutture che hanno usufruito di qualsiasi interventi di sanatoria in merito ad abusi sostanziali, totali o parziali, ci pare un riequilibri di una disparità creatasi tra chi ha seguito le normali procedure di legge e quindi gode di un diritto al risarcimento in caso di calamità naturali, e chi, avendo costruito in abuso, seppur condonato, deve assumersi un onere assicurativo supplementare in tali casi, perequando così la situazione iniziale di abuso

   IV.     Azioni volte all’abbattimento immediato degli abusi edilizi di qualsiasi natura, pubblica e/o privata non sanati o la cui sanatoria presenti caratteri di pericolosità pubblica tali da rendersi applicabili i previsti casi di legge sulla base dei principi generali di precauzione e di incolumità pubblica.

il punto ci appare chiaro in merito ai molti abusi non condonati, i cui manufatti spesso sono da decenni esposti allo sguardo, o per i quali un esame della situazione fisica reale dell’abuso mostri caratteri di pericolosità tali da far supporre una grave deviazione delle pratiche stesse di condono, abusi che devono essere abbattuti nell’immediato attraverso specifiche azioni regionali verso i comuni, responsabili dell’abbattimento stesso…cura particolare andrà assicurata per gli immobili realizzati in ambito agricolo e forestale, dove dovrà essere previsto a spese della proprietà un ripristino ambientale pieno

     V.     A cura del catasto unico regionale degli immobili (vedi parte  edilizia e piani casa punto I.) in contemporanea con il censimento di cui allo stesso punto e con la collaborazione delle amministrazioni locali, avvio di una fascicolazione generale sullo stato conservativo e strutturale degli immobili pubblici e privati indicante interventi sostanziali eseguiti, stato di conservazione, annotazione delle eventuali pericolosità e registrazione delle prescrizioni intervenute e/o delle criticità ambientali relative agli stessi.

si tratta in sostanza della più che ragionevole proposta del fascicolo del fabbricato che riprendiamo appieno nell’intento di costruire uno stato dell’arte generale, attuale e dinamico dello stato generale del patrimonio edilizio pubblico e privato

   VI.     Censimento, in collaborazione con ANAS, province, Rete Ferroviaria Italiana, Ferrovie Appulo-Lucane e Provveditorato alle Opere Pubbliche per le parti di competenza, sullo stato di conservazione e di corretto utilizzo delle infrastrutture viarie e ferroviario, in modo particolare su viadotti e gallerie, ed avvio delle azioni di competenza per la messa in sicurezza delle opere.

punto che ci appare chiaro negli intenti

 VII.     Studio di fattibilità tecnica per l’introduzione di limiti regionali di velocità sulla rete viaria a competenza regionale, provinciale e comunale, al di sotto delle soglie nazionali.

lungi dall’apparire restrittivo, tale studio di fattibilità ha come intento l’adeguamento dei limiti alle reali condizioni conservative della rete viaria regionale ed alle situazioni di particolare pericolosità di alcune arterie

VIII.     Richiesta di trasmissione dei dati Terna sullo stato di conservazione e sulle criticità del sistema di trasporto dell’elettricità via cavo-dotto, alle compagnie petrolifere per gasdotti (di adduzione e distribuzione) ed oleodotti e loro considerazione nel piano di cui al punto II).

punto che ci appare chiaro nella volontà di monitorare lo stato delle infrastrutture energetiche e di individuare ogni criticità ambientale e sanitaria per inserirle nella rete di sicurezza della protezione civile regionale

   IX.     Redazione ed avvio immediato di un piano generale di verifica e messa in sicurezza degli edifici scolastici con attività di collaudo esterna alle amministrazioni comunali secondo il criterio della rotazione.

il punto appare chiaro nella sua formulazione e crediamo che sia un punto centrale a livello nazionale per il quale occorrerebbe un piano nazionale che individui priorità politiche, strumenti legislativi e fondi sufficienti per un’azione di reale messa in sicurezza degli edifici scolastici italiani in una più generale ripresa di interessi per il comparto educativo pubblico, ma in sede locale tali piani dovrebbero essere anticipati e presi in responsabilità da parte degli enti regionali…occorre prima di tutto entrare nel dettaglio delle competenze che vede la responsabilità della sicurezza degli edifici delle scuole primarie affidata ai comuni e quella degli edifici di scuola secondaria affidata alle province e, nella più generale ricerca di fondi che crediamo debbano provenire in buona parte dallo stato che deve assumersi precise responsabilità in tal senso, vorremmo che ogni sforzo possibile fosse coordinato attraverso un vero e proprio piano regionale che, individuati gli interventi, possa concentrare le risorse disponibili e rinvenienti dai bilanci degli enti locali in un fondo unico in cui far conferire anche le risorse regionali utilizzabili per l’avvio del monitoraggio, della progettazione e della messa in cantiere degli interventi, previo avvio in sistema di collaudi esterni alle amministrazioni locali (per via delle troppo facili collusioni possibili tra appalti normalmente affidati a ditte locali e controlli affidati a tecnici provenienti dalle stesse amministrazioni locali) ed a rotazione tra un elenco di professionisti abilitati

     X.     Introduzione nell’orario scolastico delle esercitazioni mensili per le emergenze.

punto che riteniamo chiaro e che ribadisce quanto già in essere nelle previsioni delle strutture di protezione civile e già preciso obbligo per le strutture scolastiche, ma ancora largamente non praticato

   XI.     Consegna di un kit sanitario per le emergenze comprendente un defibrillatore ad ogni guardiania medica o medico di base nei comuni sprovvisti di strutture di pronto soccorso.

punto questo che appare chiaro nell’intento di dotare ogni realtà locale dell’indispensabile per una efficace attività di pronto soccorso…i fondi per simile operazione devono essere individuati nei risparmi di bilancio dalle spese sanitarie, si da indirizzare gli stessi in un miglioramento generale delle prestazioni offerte sul territorio e non in generici tagli di spese ai bilanci stessi

 XII.     Formazione professionale dei rilevatori ambientali dei parametri di misurazione per la comunicazione dei dati rilevati nel sito web di cui al punto XII) della precedente parte del programma cultura e connettività.

punto che riteniamo chiaro e che deve prevedere una specifica formazione a cura della agenzia unica di formazione professionale e dell’arpab, previa riforma generale della stessa

 

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i comizi di domani martedì 19/02

melfi ore 17,30 p.zza umberto I (ex municipio)
lavello ore 19.00 p.zza matteotti

preghiamo tutti gli amici (e non solo i votanti) di comunità lucana di venire ad ascoltare chi può dirgli qualcosa di nuovo, senza promettere nulla che il proprio impegno fattuale per le cose

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possono urlare come satiri ubriachi o promettere di restiture la luna nel pozzo, auto-assolversi dall’occupazione dei poteri o d’un tratto diventar tecnici, vivere di briciole del sistema od insegnare l’arte dei muratori, fraternizzare o amare il paese, intendersi con il popolo o moderatamente o civilmente rivoluzionare …facciano quello che vogliono nelle flatulenze tipiche della campagna elettorale…noi abbiamo le idee chiare ed organizzate intorno ad un dettagliato ed ambizioso programma che parla di LUCANIA ed è con quello che COMUNITA’ LUCANA parla!!!

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il programma passo per passo – parte 17) politiche culturali e connettività

17. Politiche culturali e connettività

Siamo alla diciassettesima parte del nostro programma, politiche culturali e connettività, dedicata ad argomenti spesso confinato in un limbo di secondarietà rispetto ad altri, ma le cui conseguenze dirette sulla fruizione del più ampio vivere civile sono direttamente proporzionali alla qualità dell’offerta culturale stessa e di quella sempre maggiore connettività tra i cittadini e le istituzioni auspicabile in un territorio che presenta diversi e per alcuni versi irrisolvibili problemi di comunicazione diretta.

Crediamo così che una visione della cultura resa spettacolo, quindi evento, e non percezione di un più ampio movimento di crescita culturale collettiva non coinvolga la società lucana in un processo di maturazione e presa di coscienza collettiva che vada oltre il tempo libero, per divenire una lente di giudizio, uno strumento critico che implementi una “cultura dell’essere” e così crediamo che la connettività non possa essere ridotta a mero fatto tecnico di cablaggio o connessioni, ancorché necessari entrambi, della regione, ma debba divenire uno sforzo teso ad una parificazione reale di opportunità economiche, lavorative, sociali e culturali che attraverso l’abbattimento del cosiddetto “digital divide” ed un sempre migliore accesso alle reti può dare il suo fattivo contributo, soprattutto in una regione dalla difficile orografia del territorio e dalle comunicazioni imperfette.

N.b.  alcuni punti sono da integrarsi con punti specifici previsti in altre parti del nostro programma (es. scuola e formazione)

       I.     Interdizione dell’APT (vedi anche parte istituzione) dalla programmazione culturale ed annullamento della politica dei grandi eventi e dei grandi attrattori, in particolar modo su siti ambientalmente rilevanti, ed avvio di una politica della frequenza culturale dei piccoli eventi per il raggiungimento di un’eccellenza nazionale nella loro proposizione.

abbiamo già chiarito in altre parti del nostro programma quale debba essere il ruolo dell’apt nella gestione del turismo e nel superamento della attuale filiera di comando totalmente nelle mani del presidente della giunta che delega funzioni dipartimentali ad un’agenzia il cui controllo riguarda ormai solo il bilancio e non la programmazione nel merito, ma è sulla politica dei grandi attrattori che rimarchiamo una netta volontà di annullarla o ridurla…e ciò nella considerazione che pur avendo il grande evento una capacità mediatica maggiore, i suoi costi e la difficoltà a raggiungere agevolmente la regione rischiano di rimanere fatti isolati e dal costo troppo alto rispetto ai benefici territoriali…siamo piuttosto a favore di un approccio ad una politica culturale e degli eventi basata sulla continuità durante tutto l’anno e nell’intero territorio regionale di una serie qualificata di piccoli eventi culturali, particolarmente affidata a giovani, ma promettenti artisti, ricercatori, curatori, studiosi, in grado di portare eccellenza nella continuità stessa dell’attrazione e nella ricerca di talenti anche in sinergia con il progetto dei “villaggi dell’arte” (vedi parte VIII – turismo, punto XI) sino a lanciare l’immagine della regione come “incubatore d’arte giovane”    

     II.     Delega alla cultura trasferita dall’assessorato alla formazione alla Presidenza della Giunta in uno specifico Ufficio Cultura e creazione di una Commissione Culturale mista tra presidenza della giunta, Ufficio Cultura, assessorati competenti ed esperti esterni dei vari settori, rappresentanti della consulta dei sindaci, a parere consultivo obbligatorio.

tale passaggio istituzionale intende sottrarre la delega all’assessorato alla formazione, riportandolo in delega presidenziale, ma sotto il controllo esecutivo di un ufficio preposto e nel controllo consultivo di una specifica commissione-consulta  allargata per estendere la partecipazione ad un momento che deve essere sentito come un obiettivo programmatico comune nella partecipazione di esperti dei vari settori

    III.     Annullamento della Film Commission e rientro delle sue potestà nell’Ufficio Cultura (vedi punto precedente).

punto che crediamo chiaro nell’intento di evitare mercanteggiamenti di natura poco professionale e doppioni dell’esperienza apt, riportando la competenza specifica per il cinema nel controllo dello specifico ufficio di cui al punto precedente

   IV.     Avvio di un censimento ed istituzione di una Banca Dati regionale sul patrimonio culturale, artistico, storico-archeologico, paesaggistico, glottologico e delle tradizioni, letterario, cine-teatrale della regione Basilicata in collaborazione con sovrintendenze, enti specifici anche a carattere europeo o nazionale, enti locali ed associazioni culturali e pubblicazione di un bollettino mensile degli eventi redatto dall’Ufficio Cultura ed a cura della Commissione di cui al punto II).

punto che crediamo chiaro nella necessità di provvedere, in cooperazione con enti già esistenti ad un censimento globale del patrimonio materiale ed immateriale di cui al dettato del punto, da acquisire come dato-origine per ogni operazione di conoscibilità, programmazione e promozione (in sinergia con le politiche turistiche) per evitare le frammentazioni che finora hanno caratterizzato questi settori e nell’intento di renderlo disponibile ai cittadini lucani ed all’offerta culturale e turistica in generale…proponiamo inoltre la redazione di un bollettino mensile, cartaceo e via web, degli eventi per riassumere la programmazione e renderne più semplice la consultazione e più razionale l’offerta e la partecipazione turistico-culturale conseguente

     V.     Creazione di un Fondo Unico per la Cultura e lo Spettacolo con capitolati specifici e di pubblica consultazione attraverso un sito web dedicato.

punto che crediamo chiaro ed utile a riassumere attraverso il fondo ed il sito web una politica culturale finora poco chiara nei meccanismi di attribuzione delle contribuzioni finanziarie e materiali

   VI.     Apertura del Museo Regionale delle Arti Moderne e Contemporanee, del Museo Glotto-Etnografico Regionale, avvio e potenziamento di una messa in rete delle biblioteche provinciali, comunali e private, in ordine alla costituzione di una Biblioteca Lucana Diffusa, avvio del progetto della rete dei “villaggi dell’arte” di cui al punto XI) del programma turismo.

la figura dei musei di cui al punto, integrata dalla e nella rete museale nazionale, provinciale e privata non deve essere vista come statica e referente alla sola domiciliazione in un luogo fisico chiuso del nostro relativo patrimonio, ma dinamica, quindi in grado di innescare relazioni funzionali reali tra politica culturale e turistica, e ciò  insieme alla messa in rete delle biblioteche lucane, attraverso una catalogazione comune accessibile dal web in un sito specifico utile a stimolare circuiti organizzati di turismo della ricerca e dell’arte e di una residenzialità della stessa anche legata a specifiche strutture da pensarsi locate presso i villaggi dell’arte

 VII.     Studio di fattibilità ed avvio a cura della Regione Basilicata di un progetto di banda larga su tutto il territorio regionale in completamento e sviluppo delle reti esistenti, finanziato attraverso fondi di programmazione europei.

punto che appare chiaro anche in relazione a progetti già esistenti di ampliamento della connettività a banda larga, ma dei quali intendiamo sviluppare la rete sino a comprendere tutto il territorio regionale

VIII.     Acquisizione diretta delle reti da parte della Regione Basilicata ed azzeramento dei canoni di utilizzo della banda larga per tutti i cittadini e le imprese operanti in regione.

punto che appare chiaro, pur dovendosi definire in concreto quali possano essere le modalità di acquisto delle reti o i relativi canoni collettivi a carico dell’ente da stipularsi con le imprese fornitrici in un più generale passaggio alla digitalizzazione amministrativa che fungerebbe da volano a questo proponimenti

   IX.     Obbligo per i comuni, gli enti locali e gli uffici pubblici di provvedere alla messa a disposizione dei cittadini di almeno un punto “wireless” per sede ed, in concertazione con l’ente regione, di più punti “wireless” di accesso alla rete nell’ambito urbano.

punto che naturalmente integra nell’obbligo quanto già realizzato o programmato, intendendosi queste attività da accelerarsi e completarsi in tempi ragionevoli e nella diffusione pressoché totale della modalità di accesso wireless presso gli uffici pubblici e presso più postazioni negli ambiti urbani 

     X.     Redazione di un piano regionale ed obbligo per gli uffici pubblici regionali e subordinati di provvedere ad uno studio di fattibilità conseguente per l’avvio concertato del tele-lavoro.

il tele-lavoro, pur dovendosi di molto ridurre il suo portato nella logica stessa dell’organizzazione burocratica del lavoro, è strumento che crediamo possa affermarsi nella redazione di un graduale e ragionato piano specifico di attuazione che ne renda possibile la concreta realizzazione al fine di diminuire il carico pendolare gravante sul sistema trasporto verso i luoghi di lavoro senza inficiare la qualità e quantità della produzione nei pubblici uffici e contemporaneamente rendere conciliabile il lavoro stesso con incombenze familiari e private (allevamento e cura della prole in assenza o difficoltà di accesso a strutture di asili nido o scuole materne, assistenza a disabili ed anziani nell’ottica della domiciliazione familiare, piccole e non gravi contestualità infortunistiche concertate con il sistema sanitario e le rappresentanze sindacali) che ad oggi richiedono congedi specifici e costi a carico degli enti…appare ovvio che tale piano dovrà strettamente interconnettersi con il piano trasporti, l’effettivo sviluppo delle reti a banda larga ed una concertazione partecipata ed ampia sull’organizzazione del rapporto di lavoro 

   XI.     Piano per la messa in rete dedicata di tutte le strutture scolastiche ed universitarie presenti sul territorio regionale per un progetto di inter-disciplinarietà scolastica e di lezioni ed attività seminariali e para-scolastiche a distanza (Università Telematica della Basilicata).

crediamo che anche questo punto sia chiaro nella volontà di stimolare maggior inter-disciplinarietà anche nelle evidenti difficoltà logistiche e di costo del sistema scolastico ed universitario e nella volontà di aprire a tutta la società lucana la possibilità di frequenza di corsi ed attività specifiche…tale punto, pur nell’appartenenza logica ad un altra parte del nostro programma, si è trattato in questa parte per l’ovvia rilevanza che tale piano ha in rapporto allo sviluppo di una sempre maggiore connettività sul territorio regionale

 XII.     Studio di un progetto di fattibilità del voto elettronico certificato in riferimento ai referendum di cui ai punti I) e II) della parte del programma partecipazione.

il voto elettronico, pur essendo pratica diffusa in alcuni paesi, pone una serie di riflessioni sulla sua opportunità, sul suo ipotetico o reale controllo attraverso immissioni fraudolente nelle reti dedicate, persino sulla delocalizzazione immateriale del luogo di espressione democratica (crediamo che ne svuoti in parte la reale percezione di diritto), e tuttavia riteniamo che uno studio relativo agli strumenti di partecipazione popolare indicati debba mettersi in cantiere allo scopo di aumentare sia la diffusione e partecipazione allo stesso, sia la frequenza e le materie oggetto di parere popolare

XIII.     Messa a disposizione al pubblico in un sito web dedicato ed interattivo dei dati puntuali del tele-rilevamento in ordine al dissesto idrogeologico, all’erosione della costa, alle portate dei fiumi e degli invasi naturali ed artificiali, all’andamento meteo-climatico e più in generale dei dati di carattere ambientale e di sicurezza della cittadinanza, in collaborazione con il centro di geodesia di matera, strutture consimili, dipartimento regionale alla protezione civile, ARPAB e centri di monitoraggio (vedi anche la prossima parte del programma protezione civile e sicurezza).

punto che crediamo chiaro anche in rapporto alla lettura di quanto alla parte seguente 

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l’inconfrontato inconfrontabile che forse è impresentabile a qualsiasi confronto

…e credo che faccia parte di una ben studiata strategia di sottrazione dal confronto reale per concentrarsi nella liturgia del credo neopagano che casaleggio ha messo in piedi per lui, con la consacrazione di una comunicazione autoreferente tutta via web, e che lui amministra come una messa durante comizi nei quali fa il sacerdote di se stesso

ed a proposito di costui, mi è cara un passaggio di antonio gramsci che ripropongo per la sua consueta lucidità del giudizio…

“Il fascismo si è presentato come l’antipartito, ha aperto le porte a tutti i candidati, ha dato modo a una moltitudine incomposta di coprire con una vernice di idealità politiche vaghe e nebulose lo straripare selvaggio delle passioni, degli odii, dei desideri. Il fascismo è divenuto così un fatto di costume, si è identificato con la psicologia antisociale di alcuni strati del popolo italiano, non modificati ancora da una tradizione nuova, dalla scuola, dalla convivenza in uno Stato bene ordinato e amministrato”

Antonio Gramsci, L’Ordine Nuovo, 26 aprile 1921

miko somma

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il programma passo per passo – parte 16) fiscalità e federalismo fiscale

16. Fiscalità e federalismo fiscale

siamo giunti ad una parte delicata del nostro programma, fiscalità e federalismo fiscale, argomento che pur suscitando percezioni vessatorie del sistema impositivo nazionale e locale, necessità però di un chiarimento che deve partire dalla troppo generica dizione di “tasse”, oggi impropriamente utilizzata, dovendosi in realtà distinguere le imposizioni fiscali tra tasse propriamente dette, cioè contribuzioni dovute in modo non proporzionale, o non del tutto, al reddito ed il cui gettito si intende volto all’espletamento di un servizio specifico, ed imposte, cioè contribuzioni proporzionali alla quantità di reddito percepito in un periodo costante ed il cui gettito alimenta la fiscalità generale, una massa finanziaria a cui fanno capo la generalità dei servizi erogati dalle istituzioni nazionali e locali.

Nel contesto di attuale crisi economica, crediamo che oggi si ponga un problema di equità della ripartizione della imposizione fiscale, di recupero del reddito sommerso e di quello evaso ed eluso, unito ad una sempre maggiore efficienza ed economicità di gestione dei servizi erogati, piuttosto che la sterilità di dibattiti sulle de-tassazioni come stimolo per l’economia ed i consumi.

Argomento, quello del sistema impositivo, propriamente e nella sua quasi generalità di carattere statale e quindi sovra-regionale, ma che con l’introduzione di una maggiore autonomia impositiva locale, il cosiddetto federalismo fiscale, porterebbe alla necessità per ogni regione di dotarsi di una struttura di sistema fiscale vera e propria nelle more di legislazioni e regolamenti solo enunciati e quando esistenti, spesso confusi od originanti incomprensioni e malumori popolari.

La lettura di questa parte del programma è così condizionata da una serie di vincoli di natura giuridica al di fuori della competenza regionale che al momento rendono possibile solo impostare una serie di punti programmatici, senza tuttavia poter dare organicità agli stessi:

       I.     Creazione di un gruppo misto di studio per la fiscalità locale e di ripartizione delle imposte tra gli enti locali secondo criteri di solidarietà regionale.

     II.     Introduzione della “tassa ambientale regionale” per le attività di cui ai punti III) e V) della parte ambiente, nelle more della loro riconversione ecologico-funzionale.

si tratta di una forte tassazione specifica per le attività industriali impattanti la cui applicazione è da intendersi come ulteriore stimolo ala riconversione ecologica degli impianti e di cui si prevede la cessazione una volta attivata, completata, collaudata l’attività

    III.     Introduzioni di ragionevoli addizionali IRPEF di perequazione per scaglioni di redditi personali superiori a 60.000, 120.000, 240.000, 480.000 euro netti annui.

si tratta di minime percentuali regionali di aumento delle imposte sui redditi che intendiamo finalizzate a capitoli speciali di solidarietà e coesione sociale

   IV.     Introduzione della tassazione regionale sulle rendite o plusvalenze finanziarie maturate da attività aventi sede od attività prevalente nel territorio della Regione Basilicata.

senza mezzi termini è l’introduzione nel sistema fiscale regionale di una vera e propria patrimoniale sulle rendite finanziarie (presumibilmente dell’1%), di cui andrà ovviamente ben studiata l’applicabilità nelle more delle leggi nazionali in materia di imposizione fiscale, ed anch’essa, come la precedente punto, finalizzata a capitoli speciali di solidarietà e coesione sociale 

     V.     Introduzione della imponibilità regionale alle attività economiche la cui parte produttiva si svolga in tutto od in parte sul territorio della regione, ivi comprese industrie meccaniche, manifatturiere, estrattive, energetiche, idriche, forestali, agricole, secondo criteri perequativi che tengano conto del valore occupazionale delle stesse.

questo punto, sempre nelle more della legislazione nazionale in materia, intende introdurre il criterio di una imposizione locale di vantaggio per le attività ad alto valore occupazionale che tenga conto quindi della rilevanza sociale della stessa occupazione e del mantenimento od aumento della stessa in processi di ristrutturazione funzionale delle attività

   VI.     Introduzione di una imposta regionale patrimoniale sulle grandi ricchezze e sulle proprietà immobiliari eccedenti le quote di ragionevole utilizzo familiare e di incentivi alla messa in disponibilità del patrimonio immobiliare (vedi parte edilizia e piani casa).

punto che crediamo chiaro, ovviamente nelle more della legislazione nazionale e dell’individuazione certa di un criterio locale di stima del patrimonio sul quale insiste l’imposta che crediamo non debba essere superiore al 2×1000 annuo e che verrebbe a cessare in caso di immissione sul mercato locativo degli immobili

 VII.     Incameramento diretto, previa concertazione con lo Stato, di una quota parte delle accise alla produzione di idrocarburi e fonti energetiche in genere.

punto che è da mettersi in relazione con la parte del programma relativa agli idrocarburi

VIII.     Studio di azzeramento a carico della Regione dell’IVA dovuta per la produzione di prodotti agricoli regionali realizzati in conformità al principio di incontaminatezza.

la percentuale IVA dovuta per i prodotti agricoli è del 4% e crediamo che in tema di incentivo ed aiuto ala riconversione del sistema produttivo verso produzioni biologiche in linea con il dettato di incontaminatezza, una presa in carico della stessa IVA con versamento della stessa a carico della finanza regionale possa essere un elemento di stimolo determinante per il settore e, nel caso di specifico accordo con lo stato, portare ad una sottrazione della stessa percentuale dalla imposta dovuta per le intermediazioni e così per l’acquisto da parte del consumatore finale così determinandosi un calo del prezzo finale

   IX.     Introduzione di un coefficiente di svantaggio territoriale per il calcolo dei redditi imponibili

si tratta, nelle more di provvedimenti statali recenti e di una specifica trattativa con lo stato, di un coefficiente aggiuntivo di svantaggio territoriale per zone le cui particolarità morfologiche di disagio territoriale o derivanti da condizioni speciali (naturali, calamitose,sociali od occupazionali) siano tali da doversi introdurre criteri di speciale tutela aggiuntiva

     X.     Trasformazione, nelle more della legislazione nazionale, della attuale TARSU (od equivalenti) in tariffa (vedi parte – rifiuti solidi urbani) con sistema di compensazione tra comuni, consorzio regionale ed ente regione.

punto già ampiamente discusso nella parte dedicata al ciclo dei rifiuti e per i cui dettagli invitiamo alla consultazione di quanto al nostro piano rifiuti regionale

   XI.     Studio di fattibilità della deducibilità delle spese correnti e straordinarie familiari dal reddito imponibile per la parte inerente alle imposte locali.

si tratta ovviamente di uno studio finalizzato a rendere, per la parte inerente l’imposizione locale, più coerente un principio di imposizione legato alla realtà dei bilanci familiari netti attraverso la sottrazione all’imponibile di quote parte relative ad alcune spese a carattere di gestione familiare

 XII.     Studio ed introduzione di un coefficiente economico familiare.

in questo punto vogliamo ribadire una netta differenza tra la nostra ipotesi di coefficiente familiare e le ipotesi che circolano nel panorama nazionale, intendendosi la nostra proposta legata all’individuazione di un coefficiente economico (e così sociale) che tenga conto di parametri globali (componenti del gruppo familiare individuati per età e condizione lavorativa, redditi globali del nucleo anche non in presenza di convivenza familiare. di titolo di possesso dell’abitazione, di condizioni sanitarie, livello di istruzione, residenza in zone svantaggiate di cui al punto IX, mezzi di trasporto posseduti, assistenza già ricevuta, etc.) e che indichino con chiarezza lo stato di disagio relativo od assoluto delle famiglie e diano possibilità di individuazione delle forme di sostegno al reddito specifiche

 

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piccoli piccoli come siamo, anche noi di COMUNITA’ LUCANA sospendiamo ogni attività elettorale per oggi, domenica 17, per rispetto verso la scomparsa di sarra, presidente del consiglio regionale da un mese subentrato a folino…

restiamo umani, eh?

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la morte di romeo sarra

Consiglio regionale, è morto Romeo Sarra

16/02/2013 21:57
Il vicepresidente dell’Assemblea, a cui un mese fa erano state delegate le funzioni di presidente, è venuto a mancare questa sera a Matera

ACR Romeo Sarra, vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata a cui un mese fa erano state delegate le funzioni di presidente, è morto questa sera a Matera. Aveva 61 anni. Era stato eletto per la prima volta in Consiglio regionale nel 2010, risultando il primo eletto del Pdl nel Materano. In precedenza era stato consigliere comunale di An e presidente del Consiglio comunale di Matera.

L’improvvisa scomparsa di Sarra ha suscitato sentimenti di incredulità fra quanti lo hanno conosciuto e stimato per il suo lavoro in Consiglio regionale e ne ricordano le doti umane e l’impegno ad affrontare i problemi della comunità regionale. I componenti dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea, insieme al direttore generale ed al personale tutto sono vicini alla famiglia ed esprimono il proprio commosso cordoglio per la sua prematura scomparsa.

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pur nella abissale distanza politica che si separava da sarra e dalle sue idee, senza pistolotti retorici di alcun genere, a nome mio e di comunità lucana, esprimo le più vive condoglianze alla famiglia per la perdita prematura del loro congiunto

spero che qualche amico materano si faccia latore del nostro sentimento direttamente alla famiglia del consigliere sarra, di cui non dimentico alcuni sorrisi di umana simpatia che ogni tanto mi rivolgeva durante le mie presenze ai consigli regionali

miko somma 

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una intervista…

vi posto questo link ad un’intervista realizzata ieri sera a senise con la siritide wb tv…importante è lo spazio offerto da queste piccole realtà locali (che grazie alla rete divengono visibili ovunque) in un panorama di campagna elettorale dominata dal maltempo che impedisce o rende difficoltoso comunicare con i cittadini direttamente sul territorio, quindi travasa l’attenzione sui media, ma in una relazione dove l’accesso agli stessi media diviene difficoltoso per quelle piccole realtà come la nostra che non possono accedere ai palinsesti nazionali e che non trovano localmente realtà disponibili a farsene carico (tg regione non può trasmettere elementi della campagna elettorale, anche se poi sommessamente…)

http://www.lasiritide.it/flash.php?number=1756

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il programma passo passo – parte 15) edilizia e piani casa

15. Edilizia e piani casa

In questa parte del programma, edilizia e piani casa, trattiamo due argomenti che sono spesso posti molto vicini tra loro, pur non essendo quasi mai coincidenti in quanto il primo, il diritto al costruire, attiene alla libertà di intrapresa, garantita dalle leggi vigenti e ad essa sempre sottoposta o da sottoporre con regimi concessori che auspichiamo sempre più stringenti e puntuali, l’altro, il diritto all’abitare attiene alla sfera astratta dei diritti costituzionali da garantirsi sempre e comunque attraverso il diritto concreto all’accesso all’abitazione.

La complessità della materia non permette attraverso l’elencazione di punti specifici di esaurire una problematica vasta che intreccia aspetti pubblici ed aspetti privati, ma attraverso la concertazione tra strumenti legislativi nazionali e locali ed una visione programmatica globale rendere possibile la regolamentazione di un fenomeno sociale ed economico dalle rilevanze ambientali, paesaggistiche, ad alto impatto sulla fornitura di servizi.

       I.     Censimento quali-quantitativo del patrimonio immobiliare privato e pubblico sito nella regione Basilicata con avvio di un catasto unico regionale degli immobili pubblici e dei loro utilizzi.

censire sia nella qualità (utilizzo, proprietà, stato di conservazione, domanda energetica, accessibilità – e quindi barriere architettoniche – stato di urbanizzazione, connessioni), che nella quantità il patrimonio edilizio pubblico e privato presente in regione allo scopo di costituire un catasto regionale da affiancare a quello statale è il passo decisivo non solo per una migliore e più puntuale conoscenza della sua realtà volta al raggiungimento di una imposizione fiscale locale rispondente alla realtà, ma per una politica di razionalizzazione dell’esistente immobiliare volto ad un miglioramento dello stato generale, della razionalizzazione della domanda e della qualità abitativa, della conoscenza dettagliata delle situazioni di abuso in rapporto al dissesto ed al rischio idrogeologico ed alle leggi urbanistiche, di una più efficiente domanda energetica, al miglioramento della qualità fondiaria generale

     II.     Censimento ragionato della disponibilità di edilizia privato-pubblico rispetto alla domanda abitativa che individui le reali necessità abitative regionali in rapporto al patrimonio immobiliare privato e pubblico non in uso.

crediamo che ogni politica edilizia non debba prescindere dalla politica abitativa a partire proprio dalla conoscenza della necessità reali per impedire fenomeni di ulteriore cementificazione del territorio che, fatto salvo il diritto all’abitazione ove ne sussistano i presupposti oggettivi, legali  e concessori, deve essere impedito riportando la programmazione edilizia totalmente in campo pubblico nell’ottica di un razionale utilizzo di quanto già esistente 

    III.     Istituzione del borsino regionale degli immobili abitativi a fini di locazione non commerciale con fissazione dei canoni locativi massimi e minimi regionali.

punto che crediamo appaia chiaro nell’intento di favorire al massimo l’incontro non mediato tra domanda ed offerte nel settore locativo nella fissazione certa di limiti di canoni per sottrarre ad ogni forma di speculazione il mercato dei fitti

   IV.     Verifica della correttezza di programmazione e gestione delle aziende ATER e del loro patrimonio immobiliare residenziale ed accorpamento delle due strutture e relative gestioni e patrimoni.

punto chiaro e già trattato in altre parti del programma

     V.     Introduzione di una leva fiscale, fatte salve le competenze nazionali e regionali in tema di federalismo fiscale, per la facilitazione delle immissioni nel mercato delle locazioni e delle compravendite delle unità abitative non in uso attraverso de-tassazioni specifiche dei canoni (vedi prossima parte fiscalità).

   VI.     Introduzione di una tassa regionale patrimoniale sulle grandi proprietà immobiliari eccedenti le quote di ragionevole utilizzo familiare delle quantità immobiliari detenute (vedi prossima parte fiscalità).

 VII.     Creazione di un fondo di garanzia, finanziato dalla Regione Basilicata, per la facilitazione dell’accesso al mutuo casa per i nuclei familiari non in grado di offrire garanzie reali sufficienti agli istituti di credito per l’ottenimento degli stessi.

crediamo che, a contrario di quanto ultimamente affermato in sede governativa di analisi della composizione della ricchezza detenuta dagli italiani, la tendenza generale alla proprietà della propria abitazione, quindi in analogia la tendenza al raggiungimento di questa condizione attraverso mutui che ne consentano l’acquisto, debba essere sostenuta come fattore di coesione sociale, fatto salvo il principio della priorità del recupero del patrimonio esistente rispetto alla nuova edificazione al seguente punto X), attraverso fondi specifici di garanzia atti a consentire l’accesso agli stessi mutui per chi non sia in grado di offrire bastevoli garanzie patrimoniali (ci appare evidente che tale misura necessiti di una contemporanea opera di moral suasion operata dall’istituzione, sia essa nazionale che locale, nei confronti del sistema bancario perché siano fissati criteri più dinamici di analisi delle garanzie, fissando sul valore del bene per il quale si chiede la prestazione di mutuo la maggior parte del carico di garanzia)      

VIII.     Aumento delle disponibilità per i fondi regionali di aiuto ai canoni locativi.

i fondi attualmente previsti sono largamente insufficienti e crediamo debbano essere aumentati, nella contemporaneità di strumenti di leva fiscale per favorire l’immissione sul mercato degli immobili e della fissazione di parametri certi di prezzo

   IX.     Legge regionale per la fissazione dei parametri di risparmio ed efficientamento energetico con obbligo di non superamento del limite di 3 lt./gasolio equivalente x m.q. x anno per il riscaldamento nell’edilizia di nuova costruzione e nelle ristrutturazioni dell’esistente ed obbligo di installazione di unità di produzione energetica rinnovabile integrate nella struttura edilizia.

tale strumento legislativo deve intendersi come la volontà di perseguire obiettivi di reale risparmio energetico ed efficientamento dei consumi sulla scorta delle nuove tecnologie disponibili volte al suo raggiungimento attraverso l’uso di materiali e modalità costruttive termo-conservativi già ampiamente sperimentati, nell’obbligo di dotare ogni immobile di strutture energetiche rinnovabili integrate tali da consentire il rispetto dell’autosufficienza energetica dello stesso od il suo minor fabbisogno possibile

     X.     Revisione ragionata del piano regionale casa con fissazione del parametro preferenziale per le ristrutturazioni dell’esistente rispetto alle nuove costruzioni.

abbiamo già accennato a questo principio che ci pare fondamentale nella gestione non solo delle politiche abitative, ma anche nell’integrazione a queste delle politiche energetiche, di conservazione del territorio e del paesaggio, fissandosi così limiti chiari alle attività delle imprese costruttrici che dovranno indirizzare le proprie attività verso il recupero del patrimonio esistente in assoluta armonia all’attività pubblica di programmazione territoriale e nel principio che ci pare contenuto nella preferienzialità assentita al recupero dell’esistente al ripristino del valore abitativo dei centri storici

   XI.     Divieto espresso all’aumento delle volumetrie esistenti, salvo casi di comprovata necessità e secondo i parametri usuali di edificabilità.

aspetto questo che, pur attenendo direttamente al piano casa ed alle sue disposizioni, vogliamo ribadire con fermezza per impedire i fenomeni di abuso e le storture che la stessa possibilità di aumento delle volumetrie già autorizzate contiene in nuce, riportando come unica possibilità di un aumento delle cubature quella di una comprovabile necessità a fronte del rispetto dei parametri usuali di edificabilità

 XII.     Blocco e revisione dei Regolamenti Urbanistici municipali secondo criteri di stretta compatibilità ambientale, funzionale pubblica, energetica e paesaggistica di conservazione del tessuto originario urbano.

riteniamo che i pochi strumenti urbanistici sinora adottati in regione debbano essere rivisti in accordo ai principi espressi, nella ovvia necessità che ogni comune si doti in tempi rapidi di questi strumenti essenziali 

XIII.     Fissazione del parametro bio-architettonico ed ambientale-paesaggistico come elemento programmatico e linea guida obbligatoria per ogni strumento urbanistico locale, sia esso generale o puntuale, sia in fase di redazione ed approvazione, sia in fase di revisione.

fissare tali parametri significa stabilire che lo sviluppo edilizio regionale deve contenere tali principi come principi guida, sia nel recupero dell’esistente immobiliare che nella residuale nuova costruzione  

 

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