Il ping pong: “In galera!”, “Solo 40.000 euro”, “Solidarietà”
pubblicato da13 gennaio 2011
Il ping pong: “In galera!”, “Solo 40.000 euro”, “Solidarietà”
pubblicato da13 gennaio 2011
CittadiniAttivi interrompono protesta sul tetto dell’ospedale
Il Comitato confida, inoltre, “nell’azione sovrana in primis dello stesso Consiglio regionale, deputato a legiferare in materia di sanità, e di ogni altra Istituzione in causa, che certamente sapranno bene interpretare le istanze dei cittadini lucani coniugandole al meglio con le limitazioni finanziarie preannunciate”.
Differente, invece, la scelta dell’altro gruppo di manifestanti. “Il Comitato Difesa Ospedale di Tinchi – spiega Pietro Giannace – , di cui è parte importante e dirigente anche il prof. Tamburrano, resta in presidio ininterrotto dal 1 luglio sul tetto dell’ospedale. Abbiamo avuto un incontro con la dirigenza dell’ASM in data 28 dicembre 2010 durante il quale abbiamo registrato la volontà a trovare una soluzione condivisa.
Siamo in attesa di una convocazione da parte dell’assessore Martorano, che ha già dato il suo assenso, per la conclusione definitiva della vicenda”.
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precisazione doverosa che non esito a riportare
LEGITTIMO IMPEDIMENTO
Il Pdl insorge: rovesciato ordine democratico
Il Pd: “Smontata la legge salva-premier”
ROMA – Per il Partito democratico è stata di fatto resa “inoffensiva” la legge. E anche dal Pdl, mentre il Popolo viola festeggia, trapela prima l’amarezza per uno scudo giudiziario di cui “resta poco o nulla”. Poi arriva la rabbia, con il coordinatore del partito Bondi che parla di “stravolgimento dell’ordine democratico”. E’ questo il senso delle prime reazioni alla bocciatura parziale da parte della Consulta della norma sul legittimo impedimento.
Il PdL. Le parole più pesanti sono quelle di Sandro Bondi: “Siamo di fronte al rovesciamento dei cardini della nostra Costituzione e dei principi fondamentali di ogni ordine democratico”, dice il ministro e coordinatore del PdL. “Oggi la Consulta ha stabilito la superiorità dell’ordine giudiziario rispetto a quello democratico, rimettendo nelle mani di un magistrato la decisione ultima in merito all’esercizio della responsabilità politica e istituzionale“.
Filippo Berselli, presidente della commissione Giustizia del Senato commenta così: “Mi pare che la Corte
Costituzionale, pur avendo optato per una decisione di compromesso non rigettando ne’ accogliendo integralmente il ricorso, abbia comunque fatto a pezzi il legittimo impedimento”. E aggiunge: “Non ho la sfera di cristallo per individuare le conseguenze politiche che si possono trarre da questa decisione. Di sicuro le avrà, anche se la Consulta ha deciso assolutamente in punto di diritto. In ogni caso, resta in piedi la possibilità del referendum, ma del legittimo impedimento resta poco o nulla”.
Il Pd. “La Consulta smonta l’impianto della legge e ne mostra l’inutilità”. Questo il commnento del capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti. “Le anticipazioni sulle motivazioni della Corte smontano sostanzialmente l’impianto della legge e confermano che non c’era alcun bisogno di un intervento legislativo sul legittimo impedimento. Il parlamento è stato quindi impegnato inutilmente per troppi mesi”, dice Ferranti, che argomenta nel merito la decisione della Consulta: “Da quanto si apprende, tutto viene riportato nell’alveo dei principi costituzionali riattribuendo ai giudici la valutazione concreta del legittimo impedimento anche per chi ricopre incarichi di governo e bocciando il meccanismo di automatico di rinvio che era stato introdotto con questa legge e che mascherava forme di insostenibile immunità”.
FLI. “Prendo atto della decisione della Corte costituzionale. Ora si dovrà vedere come i giudici, udienza per udienza, valuteranno le richieste di legittimo impedimento. Se vogliamo vederla così, dopo questa decisione esce vittorioso il ruolo dei giudici su quello dei politici”.
Giuseppe Consolo, deputato di Fli, interpellato telefonicamente, interviene così a proposito della sentenza della Corte costituzione sul legittimo impedimento.
“Mi auguro – aggiunge l’avvocato romano – che non ora non si produca un continuo braccio di ferro tra i giudici e palazzo Chigi. In ogni caso, aspettiamo di leggere la sentenza per valutare meglio quello che ha deciso la Corte”.
Il Popolo Viola. Esultanza dei Viola davanti al palazzo della Consulta, dopo aver appreso la notizia della bocciatura parziale della legge sul legittimo impedimento. Una delegazione ha stappato una bottiglia di spumante e sventolato il Tricolore scandendo ‘Viva la Costituzione italiana’. “La decisione della Consulta -ha sottolineato Gianfranco Mascia in rappresentanza del Popolo Viola- è una vittoria per gli italiani. Dobbiamo togliere il tappo dall’Italia: la legge -ha ribadito- è uguale per tutti”.
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voglio solo commentare quanto dichiarato da bondi che da perfetto ignorante del diritto, così come da ignorante e basta, ministro o non ministro, che le sentenze della corte riguardano il giudizio di merito costituzionale dei provvedimenti di legge ordinaria (e qui era palese di voler far passare un legge ordinaria che sostanzialmente modificava la costituzione formale e materiale senza l’iter parlamentare di una legge costituzionale che ben altre maggioranze richiedeva e che nonostante tutto è passata) e non gli assetti di equilibrio tra i poteri stessi, materia di competenza parlamentare…il sig. bondi trema ovviamente per la poltroncina che in caso di riduzione politica di berluskoni nessuno più gli affiderebbe e freme di amore leccardo per il capo…ma la legge è uguale per tutti e questa legge non andava in quel senso
L. IMPEDIMENTO: IL COMUNICATO DELLA CONSULTA
(ANSA) – ROMA, 13 GEN – Ecco il teso del comunicato della Consulta: “La Corte costituzionale, giudicando delle questioni di legittimitá costituzionale relative alla legge n. 51 del 2010, in materia di impedimento a comparire in udienza del Presidente del Consiglio dei ministri, ha deciso quanto segue: -E’ illegittimo, per violazione degli artt. 3 e 138 della Costituzione, l’art. 1, comma 4, relativo all’ipotesi di impedimento continuativo e attestato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri;
– E’ illegittimo, per violazione degli artt. 3 e 138 della Cost., l’art. 1, comma 3, nella parte in cui non prevede che il giudice valuti in concreto, a norma dell’art. 420-ter, comma 1, del codice di procedura penale, l’impedimento addotto; – Non sono fondate le questioni di legittimitá costituzionale relative all’art. 1, comma 1, in quanto tale disposizione venga interpretata in conformitá con l’art. 420-ter, comma 1, del codice di procedura penale;
-Sono inammissibili le ulteriori questioni di legittimitá costituzionale, relative alle disposizioni di cui all’art. 1,
commi 2, 5 e 6, e all’art. 2”. (ANSA).
Policoro il vice sindaco Leone: “Tutto si chiarirà presto”
Nella mattinata del 13 gennaio i militari della Guardia di Finanza hanno perquisito alcuni uffici comunali. Il vice sindaco di Policoro, Rocco Leone, in una conferenza stampa appositamente convocata alle ore 10:00 ha dichiarato: “Questi episodi mi rattristano molto sia come cittadino che come amministratore. Comunque sono fiducioso nell’operato della Magistratura e credo che presto tutto si chiarirà. Sono altresì convinto che i miei amici: il sindaco Nicola Lopatriello, l’assessore ai Lavori pubblici, Cosimo Ierone, i due Dirigenti, Felice Latronico (Direttore generale) e Felice Viceconte (Ufficio tecnico), si sono comportati secondo la legge e hanno fatto gli interessi della città. Tutto si chiarirà presto, ne sono convinto, quando la magistratura avrà effettuato i dovuti riscontri, e gli amici coinvolti in questa vicenda ne usciranno con la faccia pulita. Colgo l’occasione per dire che questa Amministrazione comunale è granitica e compatta, e l’azione amministrativa non si fermerà: andremo avanti fino a fine mandato. La solidarietà di tutti i consiglieri comunali e di tutti i gruppi è totale nei confronti delle quattro persone coinvolte”.
Tinchi, finita protesta Comitato cittadini
Il Comitato confida, inoltre, “nell’azione sovrana in primis dello stesso Consiglio regionale, deputato a legiferare in materia di sanità, e di ogni altra Istituzione in causa, che certamente sapranno bene interpretare le istanze dei cittadini lucani coniugandole al meglio con le limitazioni finanziarie preannunciate”.
CORTE COSTITUZIONALE
Legittimo impedimento bocciato in parte
a decidere dovranno essere i giudici
Sentenza sostanzialmente sfavorevole a Berlusconi da parte della Consulta sulla legge pensata per mettere il premier al riparo dai processi che lo vedono imputato. In particolare viene affidato ai magistrati giudicanti di valutare le ragioni che secondo la difesa impedirebbero la presenza in aula
ROMA – Parziale bocciatura. E’ questo il verdetto della Consulta al termine della lunga camera di consiglio per valutare la costituzionalità della legge sul legittimi impedimento.
Stando a quanto riferisce l’Ansa, la decisione dell’Alta Corte ha preso una decisione che in parte boccia e in parte interpreta alcune norme sul ‘legittimo impedimento’. La Corte Costituzionale avrebbe infatti posto diversi paletti alla legge nata per mettere temporaneamente al riparo il premier Berlusconi dalla ripresa dei suoi tre processi (Mills, Mediaset e Mediatrade). In particolare, la Consulta avrebbe bocciato la certificazione di Palazzo Chigi sull’impedimento e l’obbligo per il giudice di rinviare l’udienza fino a sei mesi, dichiarando illegittimo il comma 4 dell’art.1 della legge 51 del 2010. E avrebbe bocciato in parte il comma 3, affidando al giudice la valutazione del ‘legittimo impedimento’.
La Consulta – apprende sempre l’Ansa – avrebbe inoltre fornito una interpretazione del comma 1, ritenendolo legittimo solo se, nell’ambito dell’elenco di attività indicate come impedimento per premier e ministri, il giudice possa valutare l’indifferibilità della concomitanza dell’impegno con l’udienza, nell’ottica di un ragionevole bilanciamento tra esigenze della giurisdizione, esercizio del diritto di difesa e tutela della funzione di governo, oltre che secondo un principio di leale collaborazione tra poteri.
Bocciato invece per “irragionevole sproporzione tra diritto di difesa ed esigenze della giurisdizione” (art. 3 della Costituzione) il comma 4 dell’art. 1 che prevede nello specifico quanto segue: “Ove la Presidenza del Consiglio dei ministri attesti che l’impedimento è continuativo e correlato allo svolgimento delle funzioni di cui alla presente legge, il giudice rinvia il processo a udienza successiva al periodo indicato, che non può essere superiore a sei mesi”.
Il comma 3, rispetto al quale la Corte sarebbe intervenuta con una pronuncia ‘additiva’ , prevede che “il giudice, su richiesta di parte, quando ricorrono le ipotesi di cui ai commi precedenti, rinvia il processo ad altra udienza”.
Il comma 1, di cui la Consulta ha invece dato una interpretazione conforme alla Costituzione, prevede che per premier e ministri, chiamati a comparire in udienza in veste di imputati, costituisce legittimo impedimento “il concomitante esercizio di una o più delle attribuzioni previste dalle leggi o dai regolamenti”. A seguire, sempre il primo comma, elenca i riferimenti normativi riguardanti specifiche attività tra le quali, ad esempio, il consiglio dei ministri, la conferenza Stato-Regioni, impegni internazionali etc. Dopo questo elenco minuzioso, il comma 1 prevede che sono oggetto di legittimo impedimento le “relative attività preparatorie e consequenziali, nonché ogni attività comunque coessenziale alla funzioni di governo”.