per oggi basta

per oggi direi che possa bastare, ma ci siamo lasciati dietro un arretrato su cui ritorneremo domani, il discorso del pres. della giunta sulla finanziaria regionale…ne leggeremo delle belle?

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Caccia, le proposte di Robortella (Pd) e Singetta (Api)

20/12/2011 13:17

Si è discusso di caccia, di problematiche relative al calendario venatorio, di difesa del territorio e di aree protette nel corso dell’incontro “La difesa del territorio lucano”, organizzato ieri in Regione dai consiglieri Robortella e Singetta ACR “La costituzione di un comitato spontaneo di cittadini del potentino e del lagonegrese, che ha assunto il nome di ‘Comitato per la Difesa del Territorio Lucano’, è stato l’input per avviare una serie di incontri con i cittadini, in varie realtà del territorio, per discutere su problematiche legate all’ambiente, alla necessità della sua tutela, nonchè di caccia, di vita nei Parchi e, più in generale, dell’esigenza di contemperare le varie esigenze di chi ama la natura, di chi vive le zone protette come mera limitazione, di chi pratica attività venatoria, etc.”. E’ quanto affermato dai consiglieri regionali Alessandro Singetta (Api) e Pasquale Robortella (Pd) che si dicono “fiduciosi nell’azione ‘spontanea’ di questo gruppo di cittadini (cacciatori e non) che, attraverso le loro istanze, i loro suggerimenti, i loro quesiti, ci hanno spronato a ricercare forme di intervento capaci di rendere la legislazione regionale vigente in materia venatoria più aderente alle loro esigenze, perché non vi è dubbio che è sempre più sentita l’esigenza di contemperare la passione per lo sport della caccia con la difesa e la tutela dell’ambiente. Se si considerano, inoltre, le potenzialità di sviluppo economico legate all’attività venatoria, si capisce bene perché essa meriti attenzioni maggiori ed interventi mirati”.“L’esperienza portata dai rappresentanti delle Associazioni venatorie regionali, tra cui Arci Caccia, ItalCaccia e FederCaccia – hanno aggiunto Singetta e Robortella – ci ha consentito di raccogliere utili elementi per implementare, correggere e migliorare la proposta di legge di modifica della legge quadro sulla caccia, presentata nei mesi scorsi. La necessità di ridefinire e meglio qualificare i compiti della Provincia, nonché il ruolo ed il numero degli A.t.c., e di ascoltare le istanze delle associazioni venatorie operanti in Regione, sono il presupposto per disegnare una disciplina snella e concordata tra Regione, Province e Ambiti territoriali di caccia”.

“Indubbiamente i problemi sono molteplici e non tutti di rapida soluzione – hanno concluso i due consiglieri – ma se si inizia a ragionare in maniera seria e trasparente, attraverso un confronto con le associazioni di settore ed i loro iscritti, si potrà giungere ad un riassetto normativo della materia, non più rimandabile e soprattutto auspicabile per evitare danni al patrimonio faunistico della nostra Regione”.

Singetta e Robortella, oltre ad illustrare la proposta di legge di modifica della legge regionale 2/95 in materia di caccia, hanno annunciato anche che gli incontri sul territorio proseguiranno, il prossimo si terrà a Spinoso l’8 gennaio.

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contemperare le esigenze di chi ama la natura e di chi vive le zone protette come limitazione?…la caccia è uno sport?…poitenzialità di sviluppo economico?…questa gente forse è confusa, molto confusa…

ora che io sia o meno contro la caccia poco rileva poichè tale attività è tutelata dalle leggi dello stato con poteri di regolamentazione concessi alle regioni ed in delega alcune attività alle province…regolamentazione della regione dunque nel quadro di autorizzazione all’esercizio venatorio, quindi nessuna polemica sui poveri uccellini o lepracchiotti, ma stiamo ai fatti…

l’attuale regime di regolamentazione è sin troppo permissivo perchè le associazioni venatorie (che poi gestiscono gli atc, ambiti territoriali di caccia, e ne percepiscono i lauti ritorni dei permessi annuali di caccia) ne chiedano ulteriori aperture, anche in rapporto ai danni che alcune loro operazioni hanno causato in regione…è voce comune infatti che l’aumentare dei cinghiali in regione dipenda proprio dalla logica di reimmissione di animali non autogeni del territorio (il cinghiale dei balcani per intenderci) e molto più resistenti ai predatori per via delle dimensioni e tali da non poter avere nemici naturali in grado di tenerne a bada il numero…e potremmo citare reimmissioni di fauna selvatica che non ripopolano affatto il territorio perchè cacciate e sterminate subito, quindi in palese violazione dell’idea stessa del ripopolamento (che infatti loro stessi definiscono “lanci” quasi a sottolinearne l’estemporaneità)…

ma lungi da me l’idea di fare una crociata contro costoro che comunque pagano – eccome se pagano! – le loro passeggiate fuciliere…il problema qui è come far convivere e non solo nelle zone protette (che sono un vincolo e che come tale devono essere sentite se vogliamo siano rispettate…altra cosa poi è quanto il vincolo sia intelligente rispetto alla capacità di farlo osservare!!!) una popolazione faunistico che al momento resiste proprio perchè ci sono vincoli spaziali e temporanei alla caccia, ma di cui non si è mai seriamente discusso un serio ripopolamento basato su un periodo di ferma prolungata della predazione specifica per dar modo alla specie di allocarsi stabilmente sul territorio e costituire così nel permanere di un vincolo stringente, popolazione ben resistente alla predazione stessa che in quel caso sarebbe tollerabile se ristretta per esempio e tassativamenete ai soli cacciatori lucani…la stessa cosa che oggettivamente andrebbe fatta con funghi, tartufi ed ogni frutto del bosco…

quindi se ben venga adattare la legge 2/95 a scenari mutati (anche da attività antropiche alla caccia…e penso al petrolio o agli impianti impattanti o al carco eccessivo di antropizzazione in alcune aree), ma attenzione a cedere alle lusinghe elettorali…perchè è chiaro che sono i voti che insistono su una materia ad interessare i politicanti, mai la materia in quanto tale che oltretutto forse meglio andrebbe studiata dai consiglieri regionali tutti

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Pd, Conferenza Program.: Basilicata sia polo attrattore eccellenze20/12/2011 14:12BASSi è tenuto ieri a Tito, nell’ambito della Conferenza Programmatica del Partito Democratico, il focus su “Università, enti di ricerca, territorio”. …

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il resto del comunicato ve lo risparmio perchè sono le solite castronerie di un partito di psico-politicamente labili che non guarda in faccia alla realtà e continua a parlare di eccellenze come un disco rotto…eccellenze che si agognano, in miserie che non si vogliono vedere!!!

spero che tra i loro giovani della base ci sia gente migliore delle espressioni dei vertici!!!

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Sindaco Vozzi su presidio ospedaliero di Chiaromonte20/12/2011 13:25

BAS   Sull’incontro istituzionale in Regione che si è tenuto il 13/12/2011 tra i sindaci del territorio “Medio Sinni-Serrapotamo-Val Sarmento”, il presidente della Giunta regionale Vito De Filippo, l’assessore alla Salute e Sicurezza Sociale, Attilio Martorano, e la Direzione Generale dell’Asp interviene con una nota il sindaco si Chiaromonte Antonio Vozzi.
L’incontro, convocato dal Presidente De Filippo, nel tentativo di trovare un’intesa sulla “Proposta di riqualificazione del presidio ospedaliero di Chiaromonte”, come concordato nel corso dell’incontro dello scorso 24 novembre nella sala riunione del P.O. Di Chiaromonte, – spiega – non ha prodotto risultati positivi. Infatti contrariamente a quanto è stato comunicato dagli organi di stampa, TG3 compreso, non si è raggiunto alcun accordo.

Il sindaco di Chiaromonte On. Antonio Vozzi, dopo aver letto la proposta elaborata dal tavolo tecnico (Sindaci, Parti sociali, Operatori del settore e rappresentante del Movimento “Tre Valli”), ha ricevuto dall’Assessore il diniego sul documento. E’ d’obbligo precisare che a proporre il tavolo tecnico, tra l’altro, era stato il Consigliere Regionale Marcello Pittella il 24 novembre scorso”.
“La proposta – prosegue il comunicato dell’amministrazione comunale di Chiaromonte – in sintesi proponeva, in un’ottica dipartimentale, il superamento delle carenze strutturali dell’Ospedale di Lagonegro (sede di Pronto Soccorso Attivo) e il mancato utilizzo della struttura del P.O. di Chiaromonte, semplicemente unificando i due presidi ospedalieri in una sorta di Ospedali riuniti Lagonegro-Chiaromonte, non esistendo ancora l’Ospedale unico, con lo scopo di dare sicurezza e dignità ai cittadini di questo territorio .
Ciò nonostante il Sindaco Vozzi, nel tentativo di trovare comunque una risposta positiva da parte del Presidente De Filippo e dell’Assessore Martorano, riformulava una ulteriore proposta in sintonia con il Piano Sanitario Regionale, chiedendo l’attivazione di una Unità Operativa di Bed-Management, una struttura flessibile che avrebbe permesso l’utilizzo dei posti letto sulle due strutture evitando disagi e costi aggiuntivi ai cittadini, ma neanche questa veniva accolta.
In pratica veniva riproposta dall’Assessore ai sindaci la delibera della Direzione Generale dell’ASP del 28/10/2011 la quale relega il P.O. Di Chiaromonte a diventare un Poliambulatorio .
Per questo motivo la proposta dell’assessore ha trovato la netta opposizione del sindaco Vozzi”.
“Non è assolutamente vero – sottolinea Vozzi – che la delibera della D.G. coincide con la delibera dei Comuni, la differenza è netta e sostanziale nei seguenti aspetti:
– Radiologia (non è stata presa assolutamente in considerazione l’acquisto della TAC, vista la fatiscenza di quella esistente);
– Punto Territoriale di Soccorso (non viene garantita la presenza della guardia di Anestesia e la reperibilità notturna, e la presenza di posti letto per l’osservazione e la stabilizzazione del paziente, i soldi spesi per la medicalizzata possono coprire ampiamente tale richiesta. Il centro mobile di rianimazione non è stato minimamente preso in considerazione; la medicina scompare completamente, trasformandosi in lungodegenza e del cardiologo non si fa alcuna menzione.
– Chirurgia (Attualmente l’attività in day surgery prevede il ricovero in DH con l’eventuale pernottamento, nella delibera della DG dell’ASP non esistono più i posti letto, il tutto diventa attività ambulatoriale senza possibilità di pernottamento del paziente, per tale motivo anche il trattamento delle patologie vascolari viene compromesso e si ridurrebbe al semplice intervento di “ministripping”;
– Odontoiatria Speciale (per le stesse motivazioni della day surgery chirurgica, assenza di ricovero in DH non si concilierebbe più con un assistenza anestesiologica e rianimatoria appropriata nel post operatorio, trattandosi di pazienti diversamente abili con patologie complesse);
– Oculistica (la mancanza di posti letti non permette alcuna possibilità di crescita dell’attività chirurgica oftalmica, lo spostamento di questi su Lagonegro e l’apertura dell’attività su Maratea evidenzia in maniera inequivocabile, il preludio e la volontà di soppressione anche di questo servizio, ciò in netto contrasto con quanto chiesto dai sindaci;
– Ostetricia e Ginecologia (analoga situazione della Chirurgia per la day surgery);
– Anestesia e Rianimazione (si chiede il rimpiazzo dell’unità mancante in organico, per niente presa in considerazione, anzi la presenza dell’anestesista sarà limitata alla sola attività di chirurgica ambulatoriale;
– SPDC (si chiede il mantenimento anche per la carenza di tali servizi nell’intera regione ed invece la chiara volontà è di soppressione)”.
Il primo cittadino di Chiaromonte, pertanto, invita “i sindaci ad una profonda riflessione e considerare i risvolti negativi per il territorio” e richiede al “Presidente della Giunta Regionale ed all’Assessore alla Salute e Sicurezza Sociale di valutare quanto richiesto per dare certezza ad un’area emarginata e depressa”.

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riporto per intero il comunicato di un sindaco definito ancora onorevole (in realtà è stato un assai silente senatore socialista), solo per sottolineare la discrasia assoluta tra informazioni diffuse via media di regime (e tranne qualche piacevole e rarissimo esempio di indipendenza giornalistica, anche il pd3 basilicata lo è) e quanto invece viene diffuso dalle realtà locali…

il problema è come al solito il modello sanitario che interviene con la mannia su una realtà storica assurda (18 ospedali per 580.000 abitanti, quindi fuori da ogni previsione del piano sanitario nazionale) e formatasi nel tempo per via delle clientele sulle postazioni lavorative, a cominciare dal direttore sanitario agli inservienti, e sul consenso facile che da queste operazioni è nato…il modello deve quindi essere ridotto alle previsioni cogenti del sistema sanitario nazionale, ma non si può dimenticare però la particolare conformazione territoriale lucana, le sue strade (mancanti o deficitair) ed anche quel senso di sicurezza civica che la presenza di un ospedale “regala” ai cittadini di comunità abbastanza isolate…

che la proposta derivi da una precedente di marcello pittella di riunificazione delle strutture di chiaromonte e lagonegro puzza ovviamente della stessa sodalità del passato rammendata alle esigenze riduzioniste del presente, ma che esista un problema specifico in quell’area come in molte altre, è cosa che ben farebbe “l’esterno” assessore martorano (prima in predicato di fare il leader del centrodestra alle scorse elezioni, poi “mistericamente” proiettato alla carica di indirizzo dell’assessorato a maggior peso sul bilancio regionale) a non considerare solo sulla base della sua versione confindustriale dei bisogni e delle relazioni…

occorre cioè una visione della sanità certo meno legata alla presenza territoriale per ovvi motivi di gestione e costo, ma una presenza molto maggiore della sanità di prossimità che non crediamo sia assicurata dalla genericità di affermazioni sulla medicina del territorio in comunità che spesso non hanno neppure la guardia medica e quando la hanno non  h 24/24…e poi una flottiglia di elicotteri attrezzati ad ogni emergenza e soprattutto al volo notturno ed in condizioni meteo difficili che non abbiamo nell’evidenza di punti di stabilizzazione dei cronici prima dell’imbarco stesso e del trasporto alle strutture…e poi ci sono problemi per le lungodegenze e le visite parentali (importanti da un punto di vista psicologico) che sarebbero messe in seria difficoltà anche economica dai lunghi tragitti di una visione sanitaria che pare voler ridurre tutto a 4-5 ospedali al massimo (con potenza e matera, unici punti con tutti i reparti)…e poi c’è il problenma della dissoluzione della sanità pubblica in quella privata (con precisi modelli imprenditoriali e non genericamente privata)…

insomma, argomento complesso, ma che ad affrontare con la guerra dei comunicati certo non si risolve…il problema come al solito è a monte…in una differente gestione della sanità e della amministrazione tutta…

per i più volenterosi qualche idea in merito comunità lucana l’ha messa a disposizione nel suo programma per le regionali 2010 (e non siamo riusciti a raccogliere le 2000 firme…e qui scappa una malaparola che vi risparmio!!!) 

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Potenza: Giunta approva progetto Conai raccolta differenziata20/12/2011 14:08

BAS  La Giunta comunale di Potenza ha approvato oggi il progetto per lo sviluppo della raccolta differenziata su tutto il territorio cittadino, realizzato in collaborazione con Conai, Consorzio Nazionale Imballaggi, nell’ambito dell’accordo siglato lo scorso anno. Il progetto prevede l’introduzione di un nuovo servizio di raccolta domiciliare sia per le utenze cittadine sia per quelle commerciali e produttive, relativamente a quattro tipologie di rifiuti: carta e cartone, imballaggi in plastica e metalli, rifiuto organico e rifiuto non differenziabile. Una volta a regime, gli unici contenitori stradali rimarranno quelli per la raccolta del vetro e degli abiti usati.
Verranno, inoltre, implementate le raccolte degli ingombranti a domicilio, dei piccoli apparecchi elettrici ed elettronici, delle pile e delle batterie esauste, dei farmaci scaduti e dei pannolini, mentre tutti gli altri rifiuti potranno essere conferiti anche presso i centri di raccolta comunali.
A partire dal 2012 il nuovo sistema verrà gradualmente introdotto in città, avviando al contempo la formazione del personale e la campagna informativa dei cittadini: la fase di start up sarà coordinata da Conai, che affiancherà il Comune e la società di raccolta ACTA fino al completo avvio del nuovo sistema.
Quello del Comune di Potenza è il primo progetto di questo tipo ad essere presentato in Regione, e grazie al miglioramento degli standard di raccolta sul territorio potrà contribuire al superamento dell’annoso problema della dipendenza dalle discariche.
Si calcolano 11.000 tonnellate all’anno in meno da avviare in discarica e un conseguente risparmio sui costi di smaltimento di circa 2 milioni di euro, che saranno investiti in nuovi contenitori e in manodopera. Tra le due opzioni progettuali proposte dal Conai l’Amministrazione ha optato per quella più spinta che prevede una percentuale di raccolta differenziata del 65%.
Sono inoltre previsti tra 700.000 e 1.000.000 di euro di corrispettivi, che vengono riconosciuti sulla base dell’Accordo quadro nazionale Anci-Conai, per i rifiuti di imballaggio raccolti e conferiti al Sistema Consortile per l’avvio a riciclo e recupero dei materiali.
Nel pomeriggio di ieri il Sindaco ha presentato il progetto alla VI Commissione consiliare presieduta da Antonio Losasso ed ai capigruppo, presente anche il Presidente del Consiglio Comunale Vincenzo Santangelo, annunciando che il progetto andrà a regime entro 18 mesi e già tra sei mesi inizierà la prima fase di attuazione.
In ordine ai costi è stato altresì evidenziato che non è previsto nessun aumento della TARSU.
“Una delibera destinata a determinare un cambio radicale nella raccolta dei rifiuti nella città di Potenza”. Così il Sindaco di Potenza Vito Santarsiero per il quale “il passaggio al sistema domiciliare con un piano dettagliato, articolato e costato mesi di lavoro per tararlo sulle esigenze e caratteristiche della nostra città, consentirà di raggiungere anche nel nostro Comune percentuali di raccolta differenziata di rilevanza assoluta. Attiveremo da subito le procedure per dotarci dei mezzi e delle attrezzature necessarie nonché per le fasi preliminari di attuazione del progetto. Occorre ringraziare –ha aggiunto- il Conai per l’opportunità offerta al nostro Comune nell’ambito dell’accordo con l’Anci; il progetto presentato rappresenta oggi il top in termini di metodiche e analisi del territorio.
Sarà altresì necessario un profondo cambiamento di abitudini e mentalità della intera comunità cittadina per consentire il raggiungimento dei migliori risultati.”
“L’approvazione del progetto da parte del Comune – dichiara Walter Facciotto, Direttore Generale CONAI – concretizza la possibilità di avviare un ciclo virtuoso di gestione dei rifiuti nella città. Si tratta del primo progetto dotato di un piano industriale strutturato che viene avviato in Basilicata e ciò avviene nel città capoluogo della Regione. Nell’ambito della collaborazione, CONAI, oltre a fornire tutto il supporto necessario al Comune, garantirà che i rifiuti di imballaggio provenienti dalla raccolta differenziata (acciaio, alluminio, carta, plastica, legno e vetro) vengano effettivamente conferiti a realtà industriali in grado di trasformarli in nuova materia dandogli in questo modo una nuova vita.”
Conai è il consorzio privato senza fini di lucro costituito dai produttori e utilizzatori di imballaggi con la finalità di perseguire, in una logica di responsabilità condivisa fra cittadini, pubblica amministrazione, imprese, gli obiettivi di legge di recupero e riciclo dei materiali di imballaggio. In più di dieci anni, ha garantito il recupero del 75% dei rifiuti di imballaggio immessi al consumo, di cui il 65% sono stati riciclati e la restante parte avviata a recupero energetico. In oltre dieci anni, sono state più che raddoppiate le quantità riciclate ed è stato più che dimezzato il ricorso alla discarica.

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dovremmo quindi essere felici ed invece non lo siamo affatto, primo perchè non crediamo a molte di quelle promesse (tempi e tarsu prima di tutto), secondo perchè conai a parte poco ci fidiamo di acta spa, terzo perchè sappiamo che in ogni caso una parte sostanziosa di quei rifiuti finirà a fenice e quanto prima nell’inceneritore nuovo di zecca che qualcuno vuole costruire a potenza sulle rovine dell’attuale buco nero di 2 milioni di euro anni perchè stia chiuso (meno male!), se si riattiva la discarica di pallareta con l’aumento di volumetrie da 90.000 m3 che giace in regione, o meglio a tito scalo nei pressi della stazione attuale di trasferenza dei rifiuti…

noi abbiamo un’altra idea dei rifiuti che abbiamo esplicitato alla commissione consiliare del comune di potenza in data molto anteriore in una seduta a cui santarsiero aveva promesso di venire con i vertci acta per contestare i dati che io portavo ed a cui tuttavia non si è presentato, con dubbio gusto dell’ospitalità verso chi comunque era stato candidato a sindaco ed oltre ai numeri aveva portato idee (sui numeri poi andremo a ragionare alle prossime elezioni!!!)…

occorre cioè una sostanziosa e sostanziale revisione del piano regionale che scade nel 2013, ma che andrà anticipato in previsione degli obiettivi della finanziaria 2007…

quindi se poco crediamo alle promesse di sant’arsiero (il santo padrone di potenza), dell’acta di iacobuzio e chissà quanto a breve di veolia e dell’inceneritore che si porta dietro in dote, comunque staremo a vedere e da cittadini collaboreremo esattamente come abbiamo collaborato anche alla stupigaddine di quella raccolta multimateriale che a poco serviva (anzi serviva a fare combustibile da rifiuti), ma contemporaneamente ci muoveremo perchè in regione ci ascoltino proprio su quel piano che abbiamo elaborato…noi per il momento, in atesa di condivisioni che è da un anno che dovevano arrivare da parte delle “associazioni” e degli “ambientalisti”

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pubblica utilità

Seminario Enti Locali su Bilancio di previsione 2012

20/12/2011 13:43

Relazionerà sul tema il dirigente del Ministero dell’Interno Francesco Zito AGRSi terrà il 22 dicembre 2011 alle 9:00 presso la Sala A del Palazzo del Consiglio Regionale il seminario “Tra crisi e manovre il futuro degli enti locali: le previsioni per il bilancio 2012”, organizzato dall’Ufficio Autonomie Locali e Decentramento Amministrativo della Regione Basilicata.

Rivolto ai dipendenti degli Enti Locali, sarà introdotto dal dirigente dell’Ufficio, Pasquale Monea. Relazionerà sul tema il dirigente del Ministero dell’Interno, Francesco Zito.

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Policoro, il 28 incontro istituzionale sul trasporto ferroviario20/12/2011 13:11

BASIl sindaco di Policoro, Nicola Lopatriello, con una comunicazione inviata a tutte le municipalità dell’arco jonico lucano-calabro-pugliese ha convocato un tavolo istituzionale con le Amministrazioni interessate per sollevare il problema della soppressione delle fermate nelle stazioni interessate nel comprensorio del treno di lunga percorrenza Crotone-Milano. “Non possiamo più tollerare –osserva il primo cittadino- questa spoliazione di servizi a danno del nostro territorio. Prima hanno tolto alla Lucania la sede della Banca d’Italia, poi altri servizi pubblici sono stati accorpati o ridimensionati, e ora ci si mette anche Trenitalia Spa, dopo la segnalazione del consigliere Giuseppe Ferrara, a cancellare fermate di trasporto su rotaia fondamentali per la crescita del nostro territorio. Sicuramente il Crotone-Milano è il treno più noto, ma anche le fermate di altre tratte sono state soppresse a danno, da quello che ho potuto appurare, di molte località solo del Sud Italia. Sembra che sia stato fatto apposta. Ma la cosa più grave è che l’azienda Trenitalia sembra sia gestita con logiche più politiche che di ottimizzazione di risorse economiche e umane. Infatti da Policoro partivano un ingente numero di utenti, come può testimoniare anche il gestore di un’attività commerciale in stazione, e arrivavano persino da Lauria (Pz); e lo stesso dicasi di altri Comuni del circondario calabro. Per questo chiederemo con forza all’amministratore delegato Moretti di ritornare sui suoi passi e ripristinare le fermate del Crotone-Milano dove c’era una maggiore utenza, e tra queste rientrava sicuramente la città di Policoro. E a tal proposito ho già contattato il collega di Crotone, il cui Consiglio comunale ha già approvato un ordine del giorno il 20, per iniziative di protesta congiunte; in subordine non escludo la convocazione di un Consiglio comunale ad hoc a Policoro aperto a tutto il territorio interessato”. All’incontro, previsto alle ore 11:00 nel Palazzo di città il 28 dicembre, sono stati invitati 18 sindaci, e si discuterà tra l’altro anche di eventi comprensoriali come veicolo di promozione del territorio di Comuni che hanno la stessa storia. (G.E.)

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il tema c’è tutto, ciò che manca è la credibilità della persona, oltre al suo peso politico…ovvietà avrebbe voluto che si delegasse il presidente della regione a farsi carico della questione (cmq la si pensi su questo presidente), ma lopatriello si sà e in uomo che si è fatto da solo e si fa da solo, ma proprio da solo…

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la faccia come il deretano

Vita (Psi): costruiamo una convenzione liberalsocialista

20/12/2011 11:54    Per l’esponente socialista “partendo dal 2 per cento del Psi è possibile creare una coalizione ampia e forte di una cultura laica e riformista”

ACR“Il sondaggio mensile sulle intenzioni di voto dell’Istituto Tecnè che stima il Psi al 2 per cento ci incoraggia a proseguire ogni sforzo per costruire, come abbiamo deciso alla recente Conferenza Programmatica di Fiuggi, una convenzione nazionale liberalsocialista di cui facciano parte i partiti, i movimenti e i pezzi della società civile che si riconoscono nella cultura laica e riformista”. E’ il commento di Rocco Vita, componente della segreteria nazionale e capogruppo Psi al Consiglio regionale. ”La lettura politica dei risultati del sondaggio – continua Vita – è molto più profonda: si sta diffondendo nell’opinione pubblica e nella società civile la convinzione che fra i partiti non ci siano differenze chiare e sostanziali dal punto di vista dei programmi e dei valori. E l’accumularsi delle delusioni e delle disillusioni, provocate dalla crisi del modello economico, si sposa con l’idea che non esistano vere alternative politiche. D’altra parte, per anni, si è predicato che si potesse fare a meno dei partiti e della politica. In realtà non è l’assenza di differenze politiche e valoriali che disorienta i cittadini, differenze che ci sono e sono sostanziali, quanto piuttosto – dice Vita – la confusione a riconoscere rispettivi elettorati. Sono convinto che con il progressivo declino del berlusconismo finisce un’epoca e cresce il desiderio di una politica ancorata ai valori e alle scelte. Un rovesciamento che segnala la necessità di un recupero di missione: far tornare la politica e l’economia a favore dell’uomo, visto non più come strumento, ma come fine, attraverso l’affermazione dell’idea di bene comune”.

Secondo l’esponente socialista “vi è una parte importante della società che esprime un’ansia di rinnovamento e di riscatto, il sentimento di un ‘nuovo inizio’, dove il senso del ‘progetto’ sia essenzialmente nel comune sentire di una civile appartenenza. E con la fine dell‘era berlusconiana – aggiunge –  non c’è più alcuna ragione che colleghi la storia dei socialisti a quella vicenda politica. Chi in questi anni ha fatto scelte diverse, specie nel centrodestra, non ha più giustificazioni. Nel nuovo anno, celebreremo il centoventesimo anniversario della fondazione del Psi: è l’occasione buona per ritrovarci insieme nella casa comune”.

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dico appunto la faccia come il deretano…non avrei sprecato un minuto del mio tempo a commentare le dichiarazioni di costui, se non fosse che l’argomento diviene interessante per una riflessione che inizia da una domanda…ma i socialisti al netto di un passato storico che deriva alle spisgge malaffariste con l’avvento del craxismo, che cosa hanno prodotto in questi anni nel paese ed in questa regione?…

nel paese lo sappiamo tutti ed anche se qualcuno ritira fuori un mito semi-deistico verso un personaggio che se qualcosa ha dato al paese, molto più ha tolto, la realtà è che la divisione in tronconi di destra e tronconi di sinistra del psi ha originato una liquidità di idee che non credo si possano ritrovare in qualsiasi armonia in una casa liberal-vattelappesca…perchè qualcuno magari potrebbe spiegare come si fa a mettere insieme chi è passato al berluskonismo ed alla destra becera e chi è rimasto in succedaneità al centrosinistra e lo ha praticato per anni sino ad identificarsi in quel meccanismo pro/contro che ha distrutto la politica stessa?…non si rischia così di fare l’esatto contrario di quanto affermato, cioè invece che costruire sull’identità, solo sui numeri?…io propenderei per la seconda delle due ipotesi…

ma stiamo ai temi locali…di quale psi parla vita?…del psi postazionista interessato solo a ricavare punti di potere e consenso a suon di gocce di regalie/favori/contributi/appalti che chiunque ha più di 30 anni ben conosce?…del psi che ha espresso personaggi in grado di occupare e basta quelle postazioni, senza mai neppure chiedersi se esistesse una moralità possibile oltre il foraggiamento della propria base elettorale?…potrei fare nomi su nomi, del passato e del presente, ma sarebbe inutile, cose che conosciamo e di cui sghignazziamo però con quella tristezza di dover assistere allo sfracello di una regione che anche da questi socialisti è stato causato?…siete in grado di alzarvi e poter rivendicare etica e moralità nell’esercizio della democrazia e del potere in una regione dove il consenso è acquistato nel corrispettivo di quanti voti e tessere porti al mulino?…siete voi mai stati diversi, non dico peggiori, ma diversi da tutti gli altri a partire dal terremoto dell’80 e dalla ricostruzione, nella gestione “bizzarra” dei fondi arrivati e volatilizzati e proseguendo per vicende che arrivano fino ai nostri giorni?…

dobbiamo forse citare tutto?…dobbiamo citare quelle infinite contrattazioni per qualche posto in giunta, negli enti, nel sotto-governo di cui in tempi troppo recenti siete stati protagonisti per poter ora solo parlare?…e non voglio neppure arrivare a citare relazioni familiari a paradigma di tutto ciò…e neppure casi recenti di malversazioni sulla cosa pubblica oggetto di giudizio dei tribunali…oppure le cito, suo fratello, posto dal presidente de filippo alla direzione arpab o gabriele di mauro sempre posto da de filippo alla direzione di arbea in rapporto al giudizio per un danno erariale di 86 milioni di euro o magari salvatore posto al vertice del consorzio ASI?…certo suo fratello è un professionista serio, di mauro, ex assessore all’agricoltura titolato ad assumere l’incarico nell’ente pagatore dei contibuti agricoli, etc etc…non sono così in discussione le capacità, per il sottoscritto inesistenti ma non tocca appunto a me sindacare sulle scelte di un presidente di regione, ma le liasion che non si può negare, oltre a quelle professionalità, qualche contropeso politico pur l’avranno o no? 

così se non sappiamo cosa significhi quel 2% in una italia che fatica a capire se vi sia ancora la politica, una cosa sappiamo…che voi socialisti lucani non avete il diritto di parlare di moralità!!!  

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Piot, contributi per la filiera turistica nell’area di Maratea 20/12/2011 10:20   Restaino: “L’area a forte valenza turistica potrà migliorare l’offerta, diventando meta apprezzata di un circuito turistico in ogni stagione dell’anno”

AGR  Aiuti alle imprese turistiche della zona di Maratea per migliorare gli standard di qualità delle strutture ricettive, turistiche e del tempo libero. E’ l’opportunità offerta da un Avviso pubblico per la concessione di agevolazioni per la promozione e la qualificazione delle aziende operanti nella filiera turistica, approvato dalla giunta regionale su proposta dell’assessore alle Attività produttive, Erminio Restaino.
Il bando si inserisce nella proposta progettuale del Piot “Maratea Terramare” ed è finanziato con 4.455.000 euro, fondi del Po Fesr. Destinatarie sono le micro, piccole e medie imprese operanti nei comuni di Maratea, Trecchina, Rivello e Nemoli.
“Lo strumento dei Piot assegna ai privati un ruolo trainante per lo sviluppo delle potenzialità del territorio. L’area a forte valenza turistica – ha commentato l’assessore Restaino – potrà migliorare l’offerta, diventando meta apprezzata di un circuito turistico non solo in estate ma in ogni stagione dell’anno.
Anche per questo bando abbiamo preferito la valutazione a sportello delle domande, una procedura già testata che velocizza i tempi e gli iter amministrativi”.
Dei fondi stanziati 2.430.000 euro serviranno per i “progetti portanti”, cioè quelle iniziative imprenditoriali di sviluppo turistico di significativo respiro e rilevanza progettuale. In questa definizione rientrano le attività culturali, gli impianti sportivi, le piscine, i parchi di divertimento e tematici le discoteche e le sale da ballo. Sono finanziate, inoltre, la riqualificazione e la realizzazione in immobili già esistenti di alberghi, villaggi turistici, ostelli della gioventù, rifugi di montagna, colonie marine, affittacamere per brevi soggiorni, aree di campeggio e attrezzate per camper e roulotte.
Gli altri 2.025.000 euro saranno impiegati, invece, per “i progetti di completamento di filiera”, attività che completano l’offerta turistica dei Piot finanziati in regime de minimis, comprese le attività di ristorazione e dell’artigianato locale.

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a parte l’ovvia considerazione che di fatto tutto quanto viene proposto da restaino, indagato per il caso “assunzioni pilotate all’arpab”, difficilmente si trasforma in sviluppo, qualche considerazione di massima sul turismo nella zona di maratea pur andrebbe fatta nella sua globalità e non certo solo sulla disponibilità di qualche euro per offerte turistiche che, svincolate appunto da una idea portante, a poco servono (se non per il solito vizio di distribuire prebende inutili che disperdono fondi)…

quindi la domanda sarebbe, ma di maratea e circondario cosa ne facciamo in una ottica di rilancio del turismo?…maratea non è solo mare ed immediato retroterra, ma è anche montagna (sirino) e parco (pollino) ed è nella sinergia tra queste attività che andrebbe cercata una fruizione turistica per 365/365 giorni all’anno…e nulla si è fatto in merito fino ad ora, a cominciare dalle intermodalità nei trasporti e nella qualità dell’offerta che rimane bassa, molto bassa, nella prospettiva di fornire turismo “intelligente” e non puro divertimentificio, nei fatti impossibile da realizzare sia sulla “perla” che nel resto della regione…

dovremmo allora rimandarvi alla parte del nostro programma relativa al turismo, dove prende corpo un’altra idea della fruizione turistica di questa regione, una idea che si fonda sul suo principale patrimonio, l’inconsueto di una regione relativamente incontaminata e che tale dovrebbe rimanere nella prospettiva di legare quella cultura del territorio e della sua salubrità ad una idea turistica della regione…ma lo stiamo facendo seguendo le logiche di via verrastro e della peggiore giunta regionale di sempre?…ovviamente no ed è un problema che oserei definire ideologico (se non neuro-psicotico) nella testaccia di chi ha la sola logica dei numeri (ci fossero almeno!) e della stretta osservanza di canoni ormai in abbandono ovunque, ma che qui permangono…in altri termini per questi far turismo significa cementificare e fare discoteche, cercando di avere come ritorno ai loro impegni verso questo o quell’imprenditore, qualche pacchetto di voti…che ovviamente paghiamo noi!!!

e lo paghiamo con la sistematica distrazione di fondi altrimenti utilizzabili nella sinergia tra più piot in una impalcatura di sistema regionale, per operazioni a macchia di leopardo e dalla logica casual-probabilistica di aspettare che un turista possa arrivare perchè attratto dalle lusinghe dell’apt, gestita in modo a dir poco bizzarro da alcuni personaggi legati alla politica della seconda battuta, quella che deve gestire poste economiche sul territorio nella funzione di “gran distribuitore” creando sentieri a vicolo cieco…ma andremmo lontano, troppo lontano in questo commento…

vorrei solo far focalizzare l’attenzione sulla qualità che alcuni provvedimenti apportano al sistema turismo lucano, il nulla mischiato con il niente, ovvero bieca distribuzione di contribuzioni a trucco (attenti al regime de minimis!!!) per realizzare non cattedrali nel deserto, ma chiesette nella steppa…se lo metta in testa, restaino, maratea (e circondario) può essere maratea e quindi recuperare quella visibilità che le compete, solo se la lasciamo libera dal cemento, porto turistico compreso!!!

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19/12/2011

ho sentito alcune persone preoccupate che in comunità lucana debbano entrare le associazioni…stiano tranquilli, entrano le persone e non altro che quelle…che nelle rispettive associazioni portano se stessi e non l’appartenenza ad un gruppo politico…spero di essere stato chiaro
miko somma

mettete in correlazione questo lancio con il comunicato stampa ultimo e vi si apriranno molte strade di comprensione…

Basilicata e Puglia avviano la riflessione sul dopo Eipli

 

19/12/2011 18:10     Incontro tra il presidente Lucano De Filippo e l’assessore Pugliese Amati all’indomani della decisione del Governo Monti di sopprimere l’Ente irrigazione e delegare alle Regioni l’individuazione del nuovo gestore dei sistemi di accumulo idrico

 

AGR Basilicata e Puglia a confronto sulla gestione dei sistemi di accumulo del dopo Eipli. Oggi, a Potenza, si è riunito il comitato di coordinamento dell’accordo di Programma sull’Acqua, presieduto dal governatore Lucano, Vito De Filippo, e a cui ha partecipato anche l’assessore pugliese alle Opere pubbliche, Fabiano Amati. Nel corso dell’incontro si è avviato il discorso delle azioni da mettere in campo a seguito della Soppressione dell’Eipli, prevista dal decreto legge 201 dello scorso 6 dicembre, vale a dire la “manovra Salva Italia”.
Il provvedimento del Governo Monti, infatti, all’art.21 commi 10 e 11 prevede che “al fine di razionalizzare le attività di approvvigionamento idrico nei territori delle Regioni Puglia e Basilicata, nonché nei territori della Provincia di Avellino, a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto, l’Ente per lo sviluppo dell’Irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia e Lucania è soppresso e posto in liquidazione. Le funzioni del soppresso Ente con le relative risorse umane e strumentali, nonché tutti i rapporti attivi e passivi, sono trasferiti, entro 180 giorni dall’entrata in vigore del presente decreto, al soggetto costituito o individuato dalle Regioni interessate”.
Alle Regioni, insomma, è demandato il compito di tracciare la via per il futuro del settore dell’accumulo idrico un tema da anni incombente sulle due regioni, ma perennemente rinviato a seguito delle continue proroghe alle gestione commissariale Eipli. Questa volta, invece, entro 6 mesi sarà possibile arrivare ad una soluzione. Così il presidente De Filippo e l’assessore Amati hanno concordato sulla necessità di procedere ad un rapido approfondimento della questione al fine di giungere nei tempi assegnati dal decreto alla individuazione della soluzione maggiormente idonea.

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maggiormente idonea per costoro si intende, cioè acqua spa!!!

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la fine dell’agricoltura lucana…o quel che ne rimane

Misura 311 del Psr, approvato bando di attuazione

19/12/2011 13:09    Per l’assessore Mazzocco è l’occasione per diversificare le fonti di reddito delle famiglie agricole e favorire la permanenza dei giovani nel settore AGR   Su proposta dell’assessore all’Agricoltura, Vilma Mazzocco, la Giunta regionale ha approvato lo schema di Bando di attuazione della Misura 311 del Psr Basilicata 2007-2013.
La misura riguarda la diversificazione in attività non agricole e finanzia (con l’Azione A) gli investimenti per l’attività agrituristica” e (con l’Azione B) gli investimenti per la creazione e l’ampliamento delle fattorie multifunzionali. La disponibilità finanziaria del bando è di 3,6 milioni di euro.
“Con il provvedimento – spiega l’assessore Mazzocco – si intende accrescere la fruibilità del territorio e le opportunità occupazionali dei territori rurali attraverso lo sviluppo ed il sostegno di attività non tradizionalmente agricole, che consentano di diversificare il reddito dell’azienda agricola ed attivare rapporti economici con soggetti operanti al di fuori del settore agroalimentare. Sono previsti – spiega ancora Mazzocco – incentivi per il finanziamento di interventi all’interno delle aziende agricole di attività di agriturismo, mediante l’utilizzo di locali non più necessari alle attività agricole, da destinare ad alloggio e ristorazione, ad attività di divulgazione riguardanti il mondo rurale, ad attività sociali, ad attività artigianali tipiche del mondo rurale o che rischiano di estinguersi come lavorazione del legno, del ricamo, della sartoria e della ceramica. Saranno inoltre concessi finanziamenti per attività ricreative, sportive e di soggiorno all’aria aperta attraverso la realizzazione di aree attrezzate per agri-campeggi, percorsi didattico-naturalistici e piccoli impianti sportivi funzionali al soggiorno temporaneo degli ospiti in azienda. Il provvedimento – osserva Mazzocco – mira a diversificare le fonti di reddito delle famiglie agricole, a favorire la permanenza dei giovani nel settore, ad accrescere l’attrattività dell’ambiente rurale, a migliorare l’offerta turistica e il piccolo commercio e a legare la coltivazione, l’allevamento e la trasformazione dei prodotti a servizi di utilità sociale”.
Il Bando con tutti gli allegati sarà pubblicato sul prossimo Bollettino Ufficiale della Regione Basilicata e sui siti internet www.basilicatanet.it www.basilicatapsr.it www.arbea.basilicata.it.
La domanda di aiuto andrà compilata in forma telematica, utilizzando le funzionalità on-line messe a disposizione dall’Organismo Pagatore sul portale Sian, entro e non oltre sessanta giorni successivi alla pubblicazione del bando.
La Domanda potrà essere presentata per il tramite di un Centro Autorizzato di Assistenza Agricola o da un libero professionista in possesso delle credenziali di accesso all’area riservata del portale del Sian.
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allora qui siamo alla presa in giro…l’azione 311 nella visione che ne fornisce la meno competente tra gli incompetenti che gestiscono l’agricoltura lucana parla delle azioni oggetto di contribuzione, ma omette di precisare che nella azione A è previsato il finanziamento di produzione e vendita di energia rinnovabile…

se andiamo infatti a prendere i testi originali che chiunque può ricavare, si legge che alla misura A corrisponde

 Diversificazione, che prevede le seguenti tipologie di interventi:
-attività socio-assistenziali e attività educative e didattiche;
-salvaguardia dei mestieri tradizionali del mondo rurale;
produzione e vendita di energia da fonti rinnovabili;
-attività ricreative tramite animali connesse al mondo rurale;
-attività ricreative e sportive connesse alle risorse naturali e paesaggistiche e alle tradizioni rurali.

ora fin qui nulla di male nel poter finanziare piccoli impianti di produzione e – perchè no? – vendita di energia elettrica, ma allora perchè ometterli dall’elenco…errore del giornalista, errore di poco professionali uffici stampa (un dramma questo che accomuna tutti ma proprio tutti) o magari consapevole svista per impedire di vedere che il vulnus dell’intera azione A per i nostri governanti è proprio nella produzione -vendita di energia?…

propenderei per la consapevole svista…ora sarebbe una lunga storia raccontare tutto dall’inizio, ma sappiano i lettori che questa azione transita in un ufficio del dipartimento che si occupa solo di questa specifica misura e che guarda caso nei tempi passati si è occupato di messa a riposo ventennale dei terreni (poi occorrerebbe spendere due parole sul dirigente dell’ufficio e sulle sue parentele e sulle postazioni che occupavano proprio quelle parentele, ma andremmo davvero lontano)…

lecito quindi pensare che sarà proprio su questi terreni che insisterà la parte energetica della misura, terreni in massima parte concentrati nella zona sud della regione tra aliano, stigliano, sant’arcangelo, craco, etc etc…e credete che tutto questo significherà altri pannelli solari oltre ai tanti che già punteggiano la regione (con una punta di 20 impianti costruiti o da costruire a satriano di lucania)?….ma no, amici miei, perchè trattandosi di misure dedicate alla diversificazione delle produzioni agricole e non essendo cumulabili con altri interventi (vedi conto energia nelle sue varie versioni), pare evidente vadano nella direzione della produzione o di bio-masse per combustione in alcuni quasi-costruendi impianti fuori taglia (i 40 mw della centrale di stigliano, tanto per dirne una) o di coltivazioni a produzione di bio-etilene, meglio conosciuto come bio-carburante…

ed è abbastanza chiaro che se nella prima ipotesi si tratta di una corsia preferenziale per una produzione di bio-masse vegetali per alimentare una centrale fuori da ogni logica dimensionale (non basterebbero tutti i boschi lucani ad alimentarla) che è ovvio che finirà per bruciare ciò che le leggi correnti dello stato e così della regione basilicata (e per leggi intendiamo anche delibere di giunta e determine dirigenziale con effetto regolamentare), cioè rifiuti selezionati a cdr o css (combustibili da rifiuti) che le stesse leggi equiparano alla legna biologica ed ammettono persino a finanziamento ex cip-6 che ovviamente da altre regioni del tutto legalmente arriveranno (la 152/06 mentre non consente spostamenti degli rsu, necessitando nel caso dell’emergenza di napoli un decreto del governo, nel caso di rifiuto selezionato lo consente tranquillamenete come una qualsiasi merce), nella seconda delle ipotesi apre una prospettiva ancora poco chiara a molti, la messa a destinazione dell’agricoltura lucana alla produzione di bio-etanolo o bio-energie in genere, anche in rapporto alla prima delle ipotesi formulate…

non trattandosi per ovvi motivi dimensionali (il costo di un impianto) di auto-produzione volta al soddisfacimento dei propri bisogni interni, tale contribuzione pare aprire la strada alla penetrazione di coltivazioni dedicate alla produzione energetica in un momento in cui le aziende agricole sono in palese sofferenza sulle colture tradizionali…è da ricordare infatti che redditualmente una simile coltivazione avrebbe una remunerazione superiore ad altre colture…una strada che conduce dritti nelle braccia di alcune aziende specializzate nel settore ed in grado non solo di fornire sementi dedicate, ma di acquisire il prodotto e magari impiantare plessi produttivi del tutto fuori dalla programmazione PIEAR o che in questa rienterebbero dalla finestra, essendo andata deserta l’assegnazione dei 50 mw previsti proprio sulle bio-masse…

qualcuno così si chiederà se quegli impianti eventualmente finanziati dalla misura allora non rappresentino che una pezza di riempimento delle previsioni del piano energetico e senz’altro lo sono, ma allora perchè finanziarle due volte, una a livello di stato, una a livello regionale, ma in maniera del tutto impropria trattandosi di misure ad altro dedicate?…

e non finisce qui, perchè aprire la strada a queste coltivazioni creerebbe le condizioni di morte di ciò che resta dell’agricoltura lucana a fini alimentari che a quel punto non sarebbe più competitiva con la produzione energetica, finendo per soccombere alla destinazione energetica che si imporrebbe ed alla lunga essendo la filiera della stessa necessitante di grandi estensioni ciò potrebbe portare a fenomeni di accaparramento di terreni da parte direttamente di alcune aziende specializzate nella produzione di bio-energia…da ricordare inoltre che della misura possono beneficiare anche agricoltori iscritti temporaneamente ed a titolo non prevalente negli elenchi degli imprenditori agricoli…

se ambientalmente sappiamo quale è il rischio delle produzioni a bio-energia, grande uso di sementi conciate che influiscono sul ciclo riproduttivo degli insetti pronubi (quindi niente impollinazione), aumento nel consumo di acqua irrigua (tali coltivazioni, prevalentemente mais, necessitano di enormi quantuitativi di acqua), introduzione surrettizia di sementi ogm (con pericoli di ibridazione delle altre colture), a livello di catena alimentare sappiamo che ciò concurrebbe lontano da ogni forma possibile di sovranità alimentare con conseguenze anche occupazionali sul numero degli addetti (tali produzioni sono fortemente meccanizzate), ma uno dei pericoli maggiori sarebbe rappresentato da fenomeni di ricostruzione di latifondo (troppo facile per chi detiene capitali persuadere gli agricoltori a cedere i propri terreni magari poco produttivi finora)…

in un caso o nell’altro, che si tratti di uno dei tanti imbrogli consumati sull’uso dei fondi comunitari per l’agricoltura attraverso distorsioni degli stessi, o che si tratti di meccanismi maggiori dimensionalmente, invitiamo la magistratura a sorvegliare attentamente quanto accadrà 

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riporto da un lancio di ieri, perchè concludente…

Adiconsum su rapporto consumatori-imprese e Equitalia18/12/2011 17:05

BAS “La riscossione dei tributi, anche in Basilicata, da parte di Equitalia – ha affermato Angelo Festa, Segretario Generale dell’Adiconsum Cisl – spesso è vessatoria perchè mette in ginocchio consumatori, imprese e lavoratori autonomi che ricevono cartelle esattoriali con interessi maggiorati in modo esponenziali”
Con l’iscrizione a ruolo su di una cartella esattoriale – evidenzia Adiconsum – gli interessi previsti sono circa il 6%, l’aggio di circa il 5% che può arrivare anche al 9% e in caso di ulteriore mancato pagamento una sanzione pari al 30% di quanto non pagato. Mentre, quando è lo Stato direttamente ad essere creditore il tasso di interesse per i contribuenti è del 2%.
In questo periodo di crisi economica e finanziaria si tratta di un massacro sociale perché sicuramente un sistema fiscale così penalizzante reprime il contribuente e reprime l’economia di un’impresa, non portando d’altro canto nessun aiuto alle casse dello Stato.
Occorre, a parere dell’Adiconsum Cisl, normare la non pignorabilità della prima casa o dell’auto se esse sono indispensabili per l’attività lavorativa, per la mobilità portatori di handicap o per la ridotta mobilità di componenti il nucleo familiare.
L’Adiconsum, a livello Nazionale, ha chiesto che venga costituita una commissione di conciliazione e che i reclami possano essere effettuati e risolti direttamente con Equitalia, evitando perdita di soldi e di tempo ai contribuenti e realizzando lo strumento della conciliazione paritetica tra associazioni dei consumatori e Equitalia.
In una situazione così caotica, con le difficoltà oggettive dei contribuenti a pagare i propri debiti e tenendo conto della necessità di recuperare immediatamente risorse per lo Stato potrebbe essere prevista, insieme ad una reale e forte lotta all’evasione a partire dall’inasprimento delle sanzioni per gli evasori, la possibilità per i contribuenti di pagare, anche ratealmente la sorte capitale del proprio debito con la remissione di tutte le spese accessorie cumulate nel tempo.
Ciò consentirebbe allo Stato – conclude Adiconsum- di avere introiti immediati, perché molti avranno interesse a mettersi in regola dovendo pagare meno di quanto cumulato negli anni, a Equitalia di smaltire un numero elevato di pratiche e di poter operare in maniera migliore e attenta per il futuro, liberando famiglie e imprese dall’incubo di pignoramenti dell’auto o di vedersi ipotecata la propria casa.

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al di là di una sfumatura che riguarda il rateo di interesse praticato (equitalia lavora nel recupero per conto dello stato per cui quelle somme percentuali rappresentano il pretium di funzionamento della società in una mostruoisità giuridica enorme, quale appunto equitalia è), quanto notato da adiconsum è giusto ed il senso della sua proposta di cancellare gli arretrati in un momento in cui lo stato ha necessità di far cassa ed il sistema paese di riprendere a funzionare con correttezza mi pare corretta sia nell’interesse dello stesso stato che incasserebbe cifre importanti dei capitali a credito, sia nell’interesse degli stessi cittadini che meglio potrebbero impostare piani di rientro di quanto dovuto…cosa molto diversa questa dai condoni con cui purtroppo fino ad ora si sono affrontate alcune di queste criticità…qui c’è una decisione politica da prendere..uccidiamo i cittadini onesti, ma sfortunati, o semeplicemente li mettiamo in condizione di poter onorare quanto dovuto?…perchè il problema non è di lana caprina ed in un certo senso potrebbe essere esteso anche al debito pubblico del paese che alcuni vorrebbero cassabile attraverso un meccanismo di dafault controllato…ora a parte l’ingenuità di pensare che un “fallito” abbia poi dei diritti che vadano oltre le pretese dei debitori o che il “fatto compiuto” rappresenti una diminuzione di quanto dovuto (si cita spesso il caso argentina o islanda a questo riguardo), in un capolavoro di autolesionismo paradossale qualcuno ancora parla di queste come soluzioni, dimenticando forse che un paese che importa quasi tutto, dall’alimentare alle materie prime, il blocco delle forniture a seguito di un default (ma chi volete che continui a fornire merci a chi non può pagare?), sarebbe messo in ginocchio a partire proprio dai consumi dei ceti più poveri…

ora, senza voler paragonare troppo stringentemente le due situazioni, annullare gli interessi accumulati servirebbe proprio in un’ottica realistica a mettere in condizione chi deve avere di poter avere e chi deve dare di poter dare…è qui il problema, i debiti si pagano (per antico senso dell’onore e per necessità), ma i debiti si devono anche poter pagare (e certi irrigidimenti da posizione dominante andrebbero meglio tarati sia per senso di umanità, sia e soprattutto per logica di reciproca convenienza)

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leggete questo capolavoro propagandistico sovietico-lucano!!!…non commenterò affatto, che bisogno ci sarebbe di farlo?…

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Psr 2007/2013, imprenditore agricolo ringrazia Dip. Agricoltura

19/12/2011 11:25

BASPlauso convinto al Dipartimento Agricoltura della Regione Basilicata giunge dall’imprenditore agricolo Marco Saraceno.
“Dopo i ritardi accumulatisi nell’ultimo anno dichiara Saraceno si è avuta una positiva accelerazione circa l’ utilizzo dei fondi stanziati per il settore dal PSR 2007/2013 .
Diversi i decreti emanati dalla Regione a testimonianza che dopo il rodaggio e la verifica dei meccanismi previsti dal PSR, le professionalità messe in campo dall’ Ente, sono riuscite ad evitare il non utilizzo dei fondi, essenziali per la ripresa del comparto agricolo-zootecnico ed agroindustriale di Basilicata. Mi auguro- aggiunge Saraceno – che gli investimenti programmati, uniti ad una azione di coordinamento delle politiche di sviluppo del nostro settore, potranno ridare vitalità ed appeal ad un comparto troppo spesso non considerato vitale e strategico per l’ economia della nostra Regione. Le professionalità, la competenze del Dipartimento hanno invertito questa deriva, comprendendo che dalla terra e da chi la lavora partirà la ripresa. L’ agricoltura è settore troppo importante per l’ Economia di Basilicata, e le esternalità che essa produce sono state finalmente considerate positivamente da chi ha la responsabilità di guidare i meccanismi regolatori dell’ economia verde della nostra Regione. Spero – cocnlude Saraceno – che questi investimenti possano permettere alle numerose aziende agricole che ne usufruiranno di porre sempre più attenzione alla gestione strategica della loro impresa, migliorando la loro capacità di fare mercato, di dare occupazione, di produrre alimenti sani, di essere integrate al territorio garantendo valore all’ indotto- elementi sempre più importanti per uno sviluppo sostenibile delle imprese agricole della nostra Regione”.

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ipocrisie dai bassissimi valori

Autilio: in finanziaria un “tesoretto” per la Val d’Agri19/12/2011 09:26Il consigliere regionale dell’Idv ha annunciato che “il fondo per interventi di spesa a cui si sta lavorando, è aggiuntivo del Programma operativo Val d’Agri”

ACR“La Finanziaria regionale 2012 conterrà un ‘tesoretto’ per la Val d’Agri”. Lo ha annunciato il presidente della Seconda Commissione consiliare, “Bilancio-Programmazione”, Antonio Autilio, partecipando ieri a Villa d’Agri ad un incontro promosso dal coordinamento Idv Val d’Agri e dal gruppo Idv alla Provincia di Potenza.

Durante l’incontro, moderato dal giornalista Domenico Ciancio, con la partecipazione del segretario regionale Idv e assessore alla “Formazione –Lavoro”, Rosa Mastrosimone, del vice presidente della Provincia di Potenza, Massimo Macchia, e del capogruppo alla Provincia, Vittorio Prinzi, Autilio ha precisato che “il fondo per interventi di spesa in Val d’Agri, a cui si sta lavorando, è aggiuntivo del Programma P.O. Val d’Agri, alimentato anch’esso dalle royalties del petrolio e che – ha sottolineato – necessita di una più efficace programmazione, soprattutto non più calata dall’alto ma con un maggiore protagonismo delle comunità locali, abbandonando ogni campanile”.

Il 2011 – ha continuato Autilio – si chiude per la Val d’Agri sotto un buon auspicio per accelerare il Memorandum d’Intesa sul petrolio al quale sono affidate aspettative e speranze di sviluppo e lavoro, in verità non solo da parte delle popolazioni della Val d’Agri, ma da parte di tutte le comunità locali del nostro territorio regionale. L’ auspicio è che il nuovo Governo Monti, dopo i ritardi manifestati dal Governo Berlusconi, riprenda il confronto con la Giunta Regionale e già nelle prime settimane del nuovo anno convochi una riunione della Cabina di Regia. Il presidente De Filippo nel primo incontro con il Ministro Monti lo ha sollecitato e successivamente nell’incontro con il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, Giampaolo D’Andrea, lo ha investito del compito di coinvolgere direttamente il Ministro allo Sviluppo Economico, Corrado Passera. E’ questo un aspetto essenziale per l’agenda di lavoro che, come amministratori locali, provinciali e regionali, dirigenti di Idv della Val d’Agri, intendiamo aggiornare in occasione del tradizionale incontro di fine anno con i cittadini del comprensorio petrolifero per le festività natalizie e di fine anno”.

Il capogruppo alla Provincia, Vittorio Prinzi, ha affrontato i temi del rapporto tra eletti, partito e territorio. “Tre – ha detto – sono le condizioni per accrescere l’iniziativa di Idv in Val d’Agri: maggiore radicamento con la costituzione di nuovi circoli e forum tematici; maggiore presenza nei consigli e nelle amministrazioni locali a partire dalla tornata elettorale della prossima primavera; realizzazione di una rete permanente degli eletti ai vari livelli istituzionali”. Quanto al Memorandum d’Intesa, Prinzi ha sostenuto che “non si deve ridurre ad un affare economico e quindi ad una contrattazione senza garantire le condizioni essenziali di sicurezza dei cittadini in tutti i suoi aspetti”. Per il vicepresidente della Provincia, Massimo Macchia, “il compito principale della classe politica e dirigente è il recupero della fiducia dei cittadini attraverso una nuova ed autorevole governance. Nell’impatto del Centro Oli di Viggiano sul territorio – ha aggiunto – siamo fortemente impegnati non solo al rispetto delle normative esistenti ma a modificarle ed adeguarle alle esigenze di maggiore tutela delle nostre comunità”. Nel ribadire la posizione politica di Idv rispetto alla manovra “salva Italia” del Governo Monti, il segretario regionale, Rosa Mastrosimone, ha sottolineato che “il partito è coerentemente dalla parte delle fasce deboli e per questo non poteva votare a favore di una manovra che è tutto l’opposto dell’equità e della solidarietà. Allo stesso modo, la Finanziaria Regionale 2012 – ha continuato – è fortemente orientata alla tutela dei lavoratori in mobilità o in cig, ai lavoratori delle Vie Blu e forestali, ai cittadini del Programma Copes, per non lasciare nessuno da solo ad affrontare il proprio dramma sociale. E nonostante le royalties del petrolio servano a dare risposte ai bisogni sociali più urgenti specie dopo i pesanti tagli dei trasferimenti statali – ha detto ancora – abbiamo comunque pensato, di intesa con il presidente De Filippo, ad un fondo specifico per la Val d’Agri. Quanto all’iniziativa del partito, solo una voce univoca e forte, solo una squadra coesa che discuta e se e quando è necessario litighi al suo interno ma all’esterno sostenga una posizione unitaria, senza cercarci i nemici in casa – ha concluso Mastrosimone – ci consentiranno di assolvere a quel mandato che l’elettorato lucano con il 10 per cento ci ha assegnato e ci consentiranno di rispondere alle aspettative crescenti delle nostre popolazioni”.

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allora, io francamente non so se questi hanno la faccia come un deretano e nel mentre dicono una cosa contemporaneamente fanno anche l’opposto in una prospettiva regionale che vede l’idv come il partito più liquido o se preferite quello più “pagnottaro”…ma stiamo ai fatti…

coordina l’incontro domenico ciancio, giornalista, ma con un rapporto di lavoro con shell, compagnia detentrice di alcune titolarità in permessi di ricerca e concessioni…

autilio, mr. tuttosipuòfarenelnomedeivalori, parla di un fondo aggiuntivo al p.o. val d’agri, un “tesoretto”, che andrebbe a rimpolpare quel maggiore protagonosmo delle comunità locali, che in soldoni significa “maggiore partecipazione” delle cordate imprenditoriali locali, a cui in una prospettiva di crescita viene mostrato l’appeal del partito come altro referente degli affari oltre al pd, nel nome di quegli interventi veicolati dai comuni che se finora nulla hanno prodotto e dico nulla, non si comprende come con fondi aggiuntivi di più potrebbero produrre, oltre a sprechi, distruzione del territorio e deviazioni di fondi pubblici dal loro principale scopo, quello di assicurare benessere nel rispetto del territorio…

il rispetto del territorio, appunto…autilio ne parla come di un distretto petrolifero, dimenticando ogni altra connotazione della val d’agri, parco ed agricoltura compresi, ed in un capolavoro di “facciabronzismo” rilancia una collaborazione con il governo monti che però a livello di fiducia alla manovra è mancato, con le giustificazioni addotte dalla mastrosimone (ex mastelliana, poi popolare, poi boh ed infine idv con assessorato alla formazione senza elezione) che risultano alquanto elettoralistiche e “specchiorampicanti”…e si parla anche di passera, ministro bancar-infrastruttural-sviluppista, e tutto starebbe anche nella normale comunicazione istituzionale se non fosse che uno dei collaboratori del ministro ai tempi delle banche (ed ora no?) non avesse già smosso con fare da pinguino lucano qualche torbidità nelle limacciose acque regionali parlando della “cartolarizzazione delle royalties”, la loro trasformazione in futures appunto, quindi aspettative finanziarie di estrazioni, di fatto la consegna del petrolio nelle mani della finanza speculativa con tutto ciò che ne consegue…una malignità dunque la mia, quella di pensare che il coinvolgimento di passera nel riavvio del memorandum non possa transitare anche attraverso qualche idea del genere?…chissà!!!

di fatto la presenza ai vertivi dell’idv di gente che dalla val d’agri viene (autilio, macchia, prinzi, mazzeo) e che nei consigli siede, la presenza strana dell’idv in alcune associazioni che a parole dicono di essere contro il petrolio e certo stanno ipocritamente lavorando semmai per rialzare solo il prezzo dell’obolo (vorrei ricordare che tal rappresentante idv per la val d’agri, rita d’ottavio, è anche animatrice di alcuni di questi gruppi nella strana posizione di un partito che è per le estrazioni ed al tempo stesso è contro, almeno a chiacchiere, e francamente non si comprende come questi gruppi ospitino persone simili…ed è di fatto uno dei motivi per cui ci siamo allontanati da questi gruppi!!!) e quella liquidità ai limiti della gassificazione dell’idv regionale che appoggia ogni scelta in materia petrolifera e non solo del peggior governo di sempre della regione, quello dell’esarca energefilo de filippo, contribuisce a creare un clima di confusione che certo non giova ai cittadini nella comprensione reale di quanto accade in quella valle, ma costituisce un bacino elettorale potenziale per un partito osceno nella sua forma lucana, un partito che imbarca tutti in nome di quel becero protagonismo tardo-democristiano da cortile del pd che pare animarlo nella spasmodica ricerca di posti al sole e di posti sotto il sole…un partito niente affatto dissimile da qualsiasi partito d’affari, ma che l’ipocrisia di proclamarsi diverso rende particolarmente odioso…gentaglia, insomma!!!

gentaglia di cui gli abitanti della val d’agri o imparano a tener lontana da sè o la vedranno a breve pervadere anch’essi il già ampiamente con0sciuto sistema pd che regge la valle in un marajato che alle compagnie petrolifere fa riferimento, come garante del vero sistema di consenso locale, il familismo amorale della politica valdagrina che proprio ognuno di quei cittadini se ritrovasse il coraggio di guardarsi allo specchio, dovrebbe denunciare come il responsabile di quanto accade…

perchè accade che ciò che ovunque nel mondo inquina fortemente, l’estrazione ed il trattamento del petrolio, in val d’agri non inquina…miracoli dei monitoraggi, della politica della paura e del favore ricevuto, ma anche dell’ipocrisia

 

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