06/04/2013

per quanto tutto teleguidato da grillo per accelerare la catastrofe, un governo pd-pdl-scelta civica sarebbe una immane sciagura per il paese. soprattutto con la cambiale berluska al quirinale o salvo-legiferato ad personam…ed in ogni caso i sondaggi sembrano suggerire al cav la strada del voto…emergenza nazionale!!!

miko somma

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un mucchio di gente “normale” mi chiede preoccupata quando avremo un governo in grado di mettere freno all’immiserimento generale, ad un mucchio di gente rispondo “avete votato grillo o berluskoni, questa è la situazione”, un mucchio di gente se ne rimane in silenzio, ma credo neppure capisca lo spreco di un diritto tanto fondamentale nell’epidemia di rabbia…se ne stanno lì intontiti, forse aspettando il prossimo che gli promette la luna…una grossa occasione persa per questo paese, un governo di csx che giocoforza avrebbe dovuto aprire gli occhi!!!

miko somma

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una cosa vergognosa

(ANSA) – ROMA, 5 APR – Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha oggi concesso la grazia al colonnello statunitense Joseph L. Romano III, condannato nel 2010 per la vicenda del sequestro Abu Omar. Napolitano, si legge in un comunicato del Quirinale, ”ha inteso dare soluzione a una vicenda considerata dagli Stati Uniti senza precedenti per l’aspetto della condanna di un militare statunitense della NATO per fatti commessi sul territorio italiano ritenuti legittimi”…

scusi presidente, ma chi riteneva legittimi quegli atti sul territorio di uno stato sovrano (più o meno, almeno fino a quando non ci aprono gli archivi sul long threat agreement con gli americani, risecretati da berlusconi nel 2003), gli stati uniti?…e le sembra corretto firmarla proprio mentre l’onu richiede la chiusura della prigione di guantanamo dove sono tenuti senza fine pena prigionieri che in un paese civile avrebbero diritto ad un processo e ad una condanna certa nel tempo?

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05/03/2013

qualcuno può spiegarmi come mai, nonostante il programma regionale di vaccinazione contro il papilloma virus, nell’ospedale di villa d’agri non ci siano “ufficialmente”  dosi di vaccino per ragazzine di 14 anni?…devo intervenire sulla stampa per denunciare la cosa?

miko somma

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05/04/2013

ansa- Se si verificherà ‘l’inciuciò delle larghe intese “la gente, che è stufa, prenderà i bastoni”, ha detto Grillo parlando ai parlamentari del M5S nella riunione in corso in un agriturismo fuori Roma…

beh, diciamo che favorendo nei fatti proprio l’inciucio, direi che tu sarai il mandante morale di quel levarsi di bastoni…ma attento che non finiscano proprio sulla tua capoccia bacata di piccolo dittatore di una folla di pocus habeans

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il vincolo di mandato ovvero l’art. 67 della costituzione

«Nelle costituzioni liberali non c’è vincolo di mandato. Nella nostra questo è previsto dall’articolo 67, legato all’idea che la democrazia, come diceva Hans Kelsen, è un regime mediatorio, cioè un regime in cui le ragioni plurime si devono incontrare fra di loro e trovare punti mediani. La libertà dei rappresentanti, senza vincolo di mandato, esprime questa esigenza che in parlamento – il luogo dove ci si parla – sia possibile perseguire il raggiungimento di quel punto mediano e che l’aula non sia il terreno di battaglia di eserciti schierati per ottenere o tutto o niente. I rappresentanti devono disporre di quel margine di adattabilità alle circostanze rimesso alla loro responsabilità. Ecco, in sintesi direi questo: libertà del mandato, uguale responsabilità; vincolo di mandato, uguale irresponsabilità, ignoranza totale delle qualità personali dei rappresentanti, mortificazione delle personalità».

Gustavo Zagrebelsky

 

non casualmente così si esprime proprio un grande costituzionalista come zagrebelsky, ex presidente emerito della corte costituzionale ( in foto nella toga), intervistato per la stampa.it da cesare martinetti in occasione dell’apertura della terza edizione di “biennale democrazia”, seminario-occasione di studi e dibattiti sulla democrazia, animata proprio da gustavo zagrebelsky e pietro marcenaro, a proposito dell’art 67 della costituzione, che così recita testualmente…

Art. 67.

Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.

quindi rappresenta l’intero popolo italiano e non solo chi lo ha eletto come parte politica, sebbene troppo spesso si tenda a “rinchiudere” il ruolo dell’eletto nella parte politica con egli è stato eletto, con ciò intendendosi che gli interessi da tutelare devono essere quelli del popolo italiano tutto (nazione) e non solo di quella parte di riferimento che astrattamente si definisce in un partito e nei suoi elettori (e qui dovremmo fare una disamina coerente su quanto i partiti possano, vogliano e nei fatti rappresentino ancora interessi di classi e gruppi sociali, ma ovviamente finiremmo troppo lontano)…

e proprio per questa sua natura di rappresentante del popolo italiano, l’eletto esercita la rappresentanza attraverso le sue funzioni precipue senza un vincolo di mandato che lo leghi ad uno specifico comportamento di parte (o partito) o ad un codice etico prefissato che indichi in fieri quali saranno i suoi atti rispetto all’esercizio concreto delle sue funzioni di rappresentante…

attenzione, non stiamo parlando di lana caprina, facendone materia giuridica astratta, ma parliamo di qualcosa di molto concreto che ha ricadute dirette sulla stessa democrazia…la libertà dell’eletto di fare anche in contrasto alla parte politica in cui egli è stato eletto, quando egli ravvisi la necessità di operare diversamente e liberamente anche in contrasto con la parte in cui pure egli è stato eletto…

questo articolo della costituzione italiana fu concepito per garantire la più ampia libertà di espressione ai membri del parlamento italiano, dopo un periodo, quello fascista, in cui il parlamento era stato ridotto al ruolo di “confermatore” di scelte prese altrove, nelle stanze del duce e della sua ristretta cerchia, e fu concepito nell’assenza di ogni altra forma di tutela della libertà di giudizio dell’eletto che non fosse proprio il prevedere espressamente che non esistesse alcun  vincolo all’esercizio del mandato che non fosse il senso di responsabilità personale dello stesso eletto che ritrovava così una sua  dignità di operare liberamente e secondo coscienza, prima negata dalla coercizione di un vincolo stretto di osservanza…

quindi la statuizione è che l’eletto non deve nelle sue funzioni concrete far riferimento altro che alla propria libera coscienza, e non a decisioni imposte dai partiti (segreterie e gruppi dirigenti) o gruppi lobbystici che determinino le scelte dei partiti in determinate materie oggetto del loro interesse, ma anche a quelle “furie popolari” che, pur trovando ragione per l’espressione stessa della protesta, quasi mai indicano percorsi ragionevoli, finendo per invocare  forche (reali o immaginifiche) o  soluzioni demagogicamente “urlate”…

il rappresentante dovrebbe quindi decidere il suo comportamento sul difficile equilibrio esistente tra la sua coscienza e quindi libertà di giudizio (che per la costituzione sono i caposaldi primari su cui fonda lo stesso articolo 67) ed il mandato popolare ricevuto (che è dante causa della stessa elezione di quel rappresentante)…tutto starebbe quindi a mantenere proprio quell’equilibrio fondato sul senso della responsabilità che farebbe da perno tra l’interesse di parte e gli interessi generali..

ora chiaramente qualsiasi discorso sulla libertà degli eletti non può non passare sia attraverso la considerazione che è stato proprio il porcellum, il sistema elettorale che ci è stato imposto nel 2005 e che di fatto, bloccando le liste alle decisioni delle segreterie dei partiti, svincolandole dalla scelta del popolo verso un candidato, ha legato sempre più l’eletto alla parte che gli permetteva l’elezione, condizionandone le scelte, sia attraverso la considerazione che “umanamente” il livello medio di dignità degli eletti è calato vistosamente, sino a permettere un vero e proprio abuso di quell’assenza di vincolo di mandato che è stato indegnamente rappresentato da alcuni vistosi “cambi di casacca” che hanno fatto gridare allo scandalo…

ma gridare allo scandalo non dovrebbe portare a mettere in discussione il principio, come pure si concretizza oggi in alcune discussioni che vorrebbero i parlamentari ridotti al ruolo di meri “portavoce” e la democrazia parlamentare (indiretta o rappresentativa) superata da un concetto di democrazia diretta che lascia molti dubbi sui reali intenti di chi la propone (grillo) e dei luoghi nei quali essa dovrebbe esistere (la rete)…

in un articolo precedente (http://www.comitatonooilpotenza.com/?p=6704) abbiamo discusso delle forme democratiche, seppur in un più ampio discorso che riguardava il sistema elettorale ed una nostra proposta in merito, citando come principali forme la democrazia parlamentare (indiretta o rappresentativa) e la democrazia diretta (l’agorà), la prima comune a tutti i paesi democratici, pur nella differenza di forme locali, la seconda appartenente o ad epoche storiche differenti (grecia classica) o a contesti storici particolari (la comune di parigi, la rivoluzione sovietica) o a realtà troppo piccole per essere portate a confronto con le grandi democrazie liberali (alcuni esempi in svizzera e in alcune comunità tribali), assistendo in questi particolari contesti storici ad alcune forme di dipendenza totale dell’eletto rispetto al corpo elettorale (il cosiddetto mandato imperativo)… 

ricordiamo che il mandato imperativo in diritto costituzionale è una figura giuridica secondo la quale chi viene eletto in un organo di rappresentanza (es. il parlamento) è direttamente responsabile nei confronti dei suoi elettori ed ha il dovere di conformarsi alla loro volontà, fino a poter essere revocato in caso i suoi comportamenti siano collidenti con la volontà espressa dal popolo appunto in un mandato, un recinto nel quale l’agire dell’eletto è delimitato, e ricordiamo anche che il Consiglio d’Europa lo ritiene un requisito inaccettabile per uno stato democratico…

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approvata la graduatoria della misura 122 psr 2007/2013

approvata la graduatoria definitiva misura 122 psr 2007/2013 relativa alla valorizzazione economica delle foreste, nell’incertezza di cosa sia poi davvero la valorizzazione…ne abbiamo parlato a suo tempo, per ora mi limito a linkare la graduatoria e la pagina del bur che la ufficializza…a voi localmente giudicare la congruità dei beneficiari e qualche nome che magari proprio non sarebbe stato il caso di farlo “beneficiare” magari per trascorsi e familismi…attendo suggerimenti

http://www.regione.basilicata.it/giunta/files/docs/DOCUMENT_FILE_1168227.pdf

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a mio modesto avviso, vorrei avvertire che ogni accordo con la pdl per formare governi, conduce dritto dritto berluskoni alla presidenza della repubblica come la garanzia posta a suggello dell’accordo stesso…lo volete voi?…io sono dell’idea che occorre riandare al voto, anche con questa assurda legge elettorale, e giocarsi una partita dura…perchè la democrazia la devi difendere anche nelle urne, non darla come dato di fatto acquisito e poi constatare che giorno dopo giorno te la ritrovi sottratta

miko somma

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i ministri sceriffi…

(ANSA) – NAPOLI, 5 APR – ‘La legge prevede che quell’impianto sia utilizzato per produrre combustibile derivato dei rifiuti, la legge non dice che quell’impianto deve trattare solo i rifiuti della Ciociaria. Chi si oppone e’ contro la legge ed e’ oggettivamente solidale di tutti quelli che negli ultimi 40 anni hanno impedito che a Roma si applicassero le leggi nazionali’. Il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, commenta cosi’ il blocco dei camion all’ingresso dell’impianto di Colfelice, nel Frusinate.

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la notizia fa riferimento all’impianto di trattamento meccanico-biologico (tmb) di colfelice che trasforma il selezionato secco in combustibile da rifiuti (vi accludo il link all’articolo relatico su repubblica.it

http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/04/05/news/rifiuti_protesta_a_colfelice_bloccati_camion_da_roma-55976227/)

e le pubblico non solo per sottolineare a mo’ di monito verso chi crede che sia opportuno realizzare nella nostra regione impianti simili che sono l’esatto contrario di una raccolta differenziata volta al recupero dei materiali (ed avremo occasione nei prossimi giorni di tornare sull’argomento visto che la nostra proposta di legge sul ciclo dei rifiuti potrebbe arrivare all’arrivo), ma per rendere ancor più visibile un atteggiamento “da sceriffo” di un ministro tuttora in carica che le elezioni avrebbero dovuto mandare a casa…

ministro che invece anche per la stupidità dei grillini e dei loro calcoli sulla “rivoluzione prossima ventura che gli consegnerà la maggioranza” (considerazioni che gli hanno evidentemente “impedito moralmente” di addivenire ad un accordo per la formazione di un governo a cui avrebbero imposto tantissime condizioni…se ne hanno, nel contesto di avere poi davvero un programma), oggi rimane al suo posto a fare appunto il ministro dell’ambiente, ma con uno stile rafforzato dalla contingenza emergenziale dell’avere in questo paese ancora un governo tecnico!!!…

riflettiamo quindi e soprattutto non votate più questa gente!!!

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nuovi mercati dei poveri…

Cciaa Mt: missione a Tirana per produzioni tipiche biologiche    

05/04/2013 10:46

BAS  Le produzioni tipiche e biologiche della provincia di Matera alla conquista in partnership dei mercati dell’area balcanica, nell’ambito del progetto Balkanexpo,con una missione di operatori economici in programma a Tirana (Albania) dal 20 al 22 maggio 2013. L’iniziativa , che prevede incontri b2b con imprenditori locali, è stata organizzata dalla Camera di Commercio di Matera, in collaborazione con gli enti camerali di Foggia, Chieti, Unioncamere Molise e Konfindustria Shqiptare Tirana. Gli incontri – spiega una nota –  saranno finalizzati alla ricerca di distributori, importatori, partner aziendali per joint venture in Albania. Il comparto interessato è quello del Food “Tipico e Biologico”, con particolare attenzione alle tecnologie per la lavorazione e trasformazione dei prodotti agricoli e alimentari. “Il progetto Balcanexpo –ha detto il presidente della Camera di commercio di Matera, Angelo Tortorelli- rappresenta una opportunità interessante di crescita per le nostre imprese e in un settore caratterizzato da una filiera di qualità, che esprime le eccellenze del territorio’’.. La partecipazione alla missione – conclude la nota –  in Albania è gratuita. Sono a carico delle imprese le spese di viaggio, vitto e alloggio. Saranno ammesse a partecipare sino ad un massimo di 8 aziende di settore, che operano nel comparto food “ Tipico e Biologico”….

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ma dico, ma ragioniamo o continuiamo a sprecare denari per stupidaggini senza molto senso…da quando in qua l’albania è diventata un mercato “adatto” a produzioni biologiche che per loro natura (anche se poi dovrebbe essere il contrario) hanno costi al consumatore più alti delle merci generalistiche?…qualcuno ha dato un’occhiatina al livello di reddito medio albanese che, seppur cresciuto in questi anni anche per via del ritorno in patria di molti emigrati dagli anni 90, è oggi di circa 2.500 euro annui (325mila leks in un rapporto di cambio di un euro per 133 leks)?…di quale mercato stiamo parlando se ancora oggi 4 abitanti su 5 vivono ancora in zone rurali?…date magari un’occhiata anche a questo link http://www.balcanicaucaso.org/aree/Albania/Albania-il-paese-piu-povero-d-Europa per costruirvi un’idea della scempiaggine di operazioni simili che si fanno solo per cementare e vivificare costose, inutili partnership finanziate dalla ue!!!…

ricorda molto questa operazione, un accordo che l’allora assessore all’agricoltura viti solo un paio di anni fa firmò con una delle regioni russe più povere e del quale sarebbe interessante chiedere conto di quali mirabolanti effetti abbia prodotto!!!…

insomma, è tutto veramente molto assurdo rivolgersi ai mercati dei poveri, quando invece è sui mercati più ricchi che occorrerebbe puntare…ma chiaramente occorre una idea davvero diversa sia dell’agricoltura che del sistema di marketing ad essa dedicato!!! 

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05/04/2013

il problema di questo paese non è solo corruzione (quindi immoralità), sprechi (quindi disorganizzazione), eccesso di burocrazia (quindi macchinosità post-savoiarda), etc etc…il problema di questo paese è un sistema elettorale maggioritario imposto con un referendum fatto passare sulla rabbia della gente per tangentopoli da un “oscuro” come mariotto segni (e mi pare che vi siano molte analogie oggi sia in termini di rabbia che di “oscuri”), in un paese per sua natura storico-culturale proporzionale, una cosa questa che conduce ad “ammassi di consenso” i cui risultati sono chiari a tutti

miko somma

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grillo è troppo stupido per essere un uomo forte ed il suo movimento troppo eterogeneo…grillo prepara però la strada ed il suo movimento in modo assai pecorile lo asseconda…lavaggio del cervello o stupidità di massa?

miko somma

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Il doppio turno misto contestuale

Qualcuno ricorderà, avendolo letto tra i punti del nostro programma (vedi, parte nazionale) che una delle nostre idee rispetto al sistema elettorale era appunto quella del doppio turno contestuale, a cui abbiamo per maggior chiarezza aggiunto il termine misto (e sarà chiaro dalla trattazione seguente il perchè dell’aggiunta di questo termine).

Vediamo allora di chiarire la natura di questa proposta di doppio turno contestuale, a partire da una breve descrizioni di cosa siano i diversi sistemi elettorali, essenzialmente quello proporzionale, dove cioè la rappresentanza è diretta scelta degli elettori nella composizione di numeri parlamentari direttamente proporzionali ai voti espressi, quindi in una fotografia elettorale che, a titolo di esempio, se si ottenesse il 30% dei voti espressi consentirebbe di avere il 30% dei seggi nella relativa camera del parlamento, e quello maggioritario, dove la scelta degli elettori è condizionata o da un premio di maggioranza attribuito alla lista o la partito che prende più voti sino a far raggiungere la maggioranza dei seggi, o da una scelta nei singoli collegi che premia appunto il candidato o la lista che prende la maggioranza relativa dei voti in quel collegio, esistendo comunque la possibilità di un sistema misto tra proporzionale e maggioritario che potrebbe, sempre a titolo di esempio (vedremo poi quello che noi suggeriamo) attribuire 2/3 dei seggi su base maggioritaria ed 1/3 su base proporzionale.

Dobbiamo però subito aggiungere che il tema della rappresentanza e quello della governabilità non sono necessariamente coincidenti, ma abbastanza distanti tra loro, il primo attenendo direttamente al diritto di espressione del voto popolare, quindi di una volontà sovrana del popolo a questo attribuita dalla costituzione e dal combinato di varie leggi che ne statuiscono concretamente la fattispecie, il secondo, come espressione diretta di un sostegno parlamentare (quindi in via indiretta) ad una funzione dell’ordinamento statale, la funzione esecutiva, ma i due temi sono spesso confusi ad arte in merito ad un indirizzo che si tenta di dare alla libera espressione del voto popolare verso la formazione di una maggioranza (vedi gli appelli al voto utile).

In italia siamo passati nel volgere di pochi anni da un sistema proporzionale puro, senza sbarramenti, e con la possibilità di preferenze (tre) che ha retto il paese dal dopoguerra al 1994, immediatamente dopo la bufera di tangentopoli, prima ad un sistema misto, definito mattarellum (dal nome del suo ideatore od estensore, mattarella, figlio di piersanti, presidente della regione sicilia, trucidato dalla mafia), che prevedeva collegi uninominali, poi nel 2005 ad un sistema definito porcellum (dal nome del suo ideatore – ma no, si scherzava, così appellato da una frase del suo ideatore calderoli, lega, che, appena approvato in parlamento, lo definì una porcata) e che sostanzialmente prevede alla camera un premio di maggioranza sino al 55% dei seggi (370 seggi) per il partito o lista che avesse conseguito la maggioranza relativa attribuita su base di un unico collegio nazionale, ed al senato un premio di maggioranza sul totale dei senatori esprimibili in un collegio regionale. 

Inutile forse aggiungere che la buona parte dei problemi attuali di una maggioranza stabile nelle due camere dipendono proprio da questa legge assurda che di fatto rende alquanto ingovernabile un ramo del parlamento, il senato appunto, attraverso numeri che premiano determinate liste in singole regioni (non a caso fu proposta proprio dalla lega ed accettata dalla pdl in virtù delle percentuali che esse potevano contare in regioni molto popolose sia del nord, vedi lombardia e veneto, sia del sud, vedi sicilia e campania), regioni che essendo molto popolate esprimono numeri di senatori molto alti e tali, attraverso il raggiungimento di quote di premio di maggioranza “locali” di determinare l’impossibilità a raggiungere la maggioranza assoluta dei seggi totali anche a chi abbia conseguito la maggioranza numerica dei voti espressi nell’intero paese.

Il resto è storia quotidiana sulla quale inutile sarebbe soffermarsi, occorrendo ormai modificare questa legge proprio in virtù di un quadro destabilizzante che essa produce se nessuno dei partiti o liste dovesse raggiungere una maggioranza dei voti espressi tale comunque da non essere determinata dalla trappola dei collegi regionali. 

Ma le modifiche di una legge elettorale non possono essere scevre di una domanda di fondo, quella che se sono solo le elezioni a poter consegnare un quadro delle diverse idee che circolano nel paese sino a determinarne un governo fondato proprio su queste, può la governabilità tout court, cosa che abbiamo chiarito riteniamo essere cosa diversa dalla rappresentanza, mai portare a distaccare tanto un governo dal voto popolare che pur dovrebbe essere l’unico motivo causale della sua esistenza, fino ad assumere quella governabilità un valore fine a se stesso ed in un certo senso antidemocratico?

La domanda non è peregrina, dovendo una democrazia comunque sempre interrogarsi circa la migliore coincidenza tra i valori di rappresentanza, sacri all’idea stessa di democrazia, ed i valori della stabilità di un governo, cosa questa che non necessariamente appartiene al concetto di democrazia, e non sembri filosofica o solipsistica la stessa domanda, poiché nel momento in cui l’esigenza di governare diviene più importante dell’esigenza che quel governo sia espressione della volontà popolare, il balzo nell’autoritarismo è compiuto.

Facciamo un obbligatorio passo indietro e torniamo al concetto stesso di democrazia, termine derivato dal greco δῆμος (démos )= popolo e κράτος (cràtos) = potere, e quindi governo del popolo nei suoi vari aspetti concreti con cui questo concetto può rappresentarsi, aspetti comunque caratterizzabili per  differenti modalità di dare al popolo la potestà effettiva di governo, distinguendosi in primis proprio tra democrazia diretta, cioè l’esercizio del potere esercitato direttamente dal popolo riunito nell’agorà, la piazza, per discutere, deliberare e delegare a funzionari preposti la funzione dell’esecuzione diretta di quella volontà espressa (grecia antica), e democrazia indiretta, dove il potere è cioè esercitato in via delegata, previe libere votazioni, da un numero di rappresentanti eletti dal popolo in un parlamento (le moderne democrazie, tra cui il nostro paese)…l’italia è appunto una repubblica parlamentare (quindi una democrazia indiretta) che ha però nel suo ordinamento alcuni strumenti di democrazia diretta, come il referendum, le proposte di legge di iniziativa popolare e la petizione popolare.

Senza soffermarci troppo, pur dovendo citarli per completezza di informazione, i classici cinque regimi governativi descritti da platone, aristocrazia, timocrazia, oligarchia, democrazia, che a sua volta può portare alla tirannia come conseguenza della demagogia legata all’acquisizione del consenso, e quelle 3 forme pure e 3 forme corrotte di governo che aristotele individuava rispettivamente in monarchia (il governo del singolo), aristocrazia (il governo dei migliori, costituenti classe) e timocrazia (il governo del censo, quindi del reddito), e dispotismo, oligarchia (il governo di una élite), e democrazia (potere del popolo in una accezione negativa che in termini più moderni sarebbe la cosiddetta dittatura della maggioranza nel suo aspetto dispotico ed autoritario che in qualche modo abbiamo sperimentato nei regimi totalitari del ‘900), e tralasciando il concetto di democrazia diretta, poco praticabile nella realtà, seppur tornata in auge in questo periodo particolarmente nel nostro paese (non meravigliatevi così si “follie” attribuibili al grillismo, poiché è la negazione di ogni forma democratica indiretta in favore di una eterea al momento democrazia diretta fondata sul web e sulla sua presunta libertà a muovere questa   formazione politica), ciò che identifica una democrazia indiretta sono il suffragio universale, quindi un diritto di voto e così di libera espressione attribuito a ogni cittadino senza alcuna distinzione, il primato della costituzione, quindi la supremazia di una forte regola legislativa condivisa quale base della tenuta di una collettività riunita intorno ad una forma di governo riunita e la separazione dei poteri, quindi nella classica ripartizione di montesquieau la perfetta indipendenza e separazione tra potere legislativo (far le leggi, come potere esclusivo del parlamento e così del popolo), potere giudiziario (far applicare le leggi nella somministrazione della giustizia amministrata in nome del popolo) e potere esecutivo (fare governo della cosa pubblica) nella ricerca di un equilibrio virtuoso tra questi, generalmente assicurato dalla carta costituzionale.

Lasciatemi solo aggiungere che in genere per una democrazia la tutela delle minoranze rappresenta una cartina di tornasole del livello democratico, in altri termini ponendo la democrazia norme e regole a tutela delle minoranze verso l’abuso dittatoriale di una “libertà” della maggioranza di imporre propri codici comportamentali, fornendo cosi quelle garanzie alle minoranze che nel corso del tempo hanno determinato il passaggio da forme di democrazia autoritarie a forme di democrazie fondate sul rispetto della legge e sulla certezza del diritto come parametro di uguaglianza reale tra tutti i cittadini, ed alla fine che fu Benito Mussolini a ritenere che la democrazia parlamentare di origine illuminista non fosse altro che una forma di dittatura massonica da oltrepassare attraverso forme di investitura popolare diretta.

Ciò chiarito, appare altresì evidente come la legge elettorale che meglio rispecchi la volontà popolare e le sue diverse espressioni, nella composizione di una maggioranza e quindi di un governo che ne sia conseguenza, è sicuramente lo specchio migliore di quella compiuta democrazia rappresentativa, il cui valore assoluto che è la domanda base che deve porsi nella formulazione stessa di questa legge (e degli obiettivi che deve assicurare) che non a torto è forse la principale legge democratica, essendo compresa nel cumulo delle leggi costituzionali poste a vincolo comune di riconoscimento di una collettività e delle sue scelte in merito a chi dovrà governarne le sorti.

Passiamo però alla nostra idea di legge elettorale, quel doppio turno misto contestuale di cui abbiamo accennato nel titolo, spiegando che si tratta di una idea in parte mutuata dal sistema francese, ma che essenzialmente prevede la possibilità, su singole schede elettorali per la camera ed il senato, che in un contesto contemporaneo (tale quindi da evitare il costoso doppio turno in date diverse) si voti prima in modo proporzionale e con preferenza espressa, collegio per collegio, scegliendo una lista ed un candidato di questa, poi in modo maggioritario per coalizioni già dichiarate tra le stesse liste, solo lì intervenendo su base nazionale un premio di maggioranza atto a mettere quella lista in condizioni di avere poi una maggioranza chiara attraverso meccanismi che legano il premio stesso al rispetto del programma e della coesione iniziale tra le liste, quindi con un premio che si vada a concretizzarsi su una lista unica di garanzia formata preventivamente tra i partiti sulla base di meccanismi primari di coalizione statuiti legislativamente, quindi ad esempio concreto 2/3 appunto dei seggi attribuiti in modo proporzionale ed 1/3 dei seggi attribuiti su via maggioritaria (il premio alla coalizione vincente), ma con questi seggi distribuiti a liste prefissate e scelte proritariamente attraverso primarie di coalizione.

In soldoni, date delle coalizioni chiare prima della campagna elettorale e dotate di programmi definiti e accettati dalle singole forze politiche, ad ogni elettore sarebbe richiesto prima di esprimere un voto proporzionale per la singola formazione  e candidato che meglio lo rappresenta sia alla camera che al senato, e contemporaneamente, ma in modo maggioritario tra le diverse coalizioni dichiaranti comune programma e candidato, in modo da determinarsi una scelta inequivoca per la coalizione all’interno della quale il proprio partito e candidato di riferimento sia comunque rappresentato, mantenendosi o meno nella parte proporzionale una soglia di sbarramento per evitare l’eccesso di frammentazione, che in ogni caso sarebbe riunito nella parte maggioritaria che attribuisce comunque il raggiungimento della maggioranza assoluta dei seggi alla coalizione vincente. 

Chiaro che il problema di base di qualsiasi legge elettorale si voglia oggi mettere in campo è proprio la frammentazione del voto espresso che sembra indirizzarla solo verso la governabilità piuttosto che verso quella migliore rappresentatività che a mio avviso è prodromica alla ricerca di un accordo tra le diverse componenti dell’espressione politica che il popolo ha indicato, e dal quale poi discende la governabilità, accordo che naturalmente deve esistere prima ed essere palese e chiaro, tale così da non essere sovvertibile per contesti che dovessero poi apparire diversi (un po’ quello che accade in questi giorni da noi, dove è proprio quel contesto frammentato a dare origine ad una continuazione di un governo che palesemente ha ricevuto un sostegno, con la parte politica che è sembrato sintetizzarne l’azione elettoralmente, di meno del 10% dell’elettorato.

Così credo che qualsiasi legge elettorale si metta in campo, se l’obiettivo è solo quello di assicurare governabilità attraverso meccanismi premiali che consentano alla forza che prende più voti di avere assicurati dei seggi, qualsiasi siano i voti effettivamente poi presi (qui ritorna il tema che se una forza politica prende il 25% dei voti come risultato proprio della frammentazione, con quale diritto “morale” essa potrà poi governare attraverso un congegno legislativo che le attribuisce più del 50% dei seggi?), nulla avremo risolto, poiché il problema sta nell’avere maggiore base rappresentativa in un quadro di chiarezza preventiva rispetto a programmi chiari e non sovvertibili sulla base di regole altre rispetto a quelle che sono emerse nel voto popolare, in un miglioramento “etico” della qualità del dialogo politico ed in un rasserenamento generale che riguarda anche l’atteggiamento di voto di chi, proprio non sentendosi rappresentato, tende o a votare “turandosi il naso” o a “sfasciare tutto”.

In estrema sintesi ciò che si propone è liberare il voto degli italiani dalle pastoie del maggioritario per ciò che attiene la scelta dei rappresentanti, quindi il primo turno proporzionale, contemporaneamente facendo esprimere, qui in modo maggioritario, la scelta di una maggioranza e quindi di un governo. 

miko somma

n.b. la proposta, per evidenti ragioni di lunghezza, non entra per il momento nella tecnica legislativa e nei dettagli che inevitabilmente si dovrebbero affrontare

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onida…

(ANSA) – ROMA, 1 APR – ”Al momento e’ tutto molto aleatorio, non si puo’ essere molto ottimisti sul risultato di questa operazione”: cosi’ Valerio Onida, uno dei saggi indicati dal presidente della Repubblica per il gruppo riforme, a Otto e mezzo su La7.

e se valerio onida, persona stimabilissima e di cui ho massima fiducia per equilibrio, conoscenza e visione, non è molto ottimista…e mi preoccupa ancor di più che sia proprio l’elemento tecnico messo a garanzia della commissione istituzionale ad esprimere tali dubbi…

non prevedo grandi crolli finanziari domani (quindi tra poche ore), ma alcuni segnali saranno chiari ed imporranno da subito reazioni adeguate e calmieranti…in questo senso occorre leggere la telefonata tra draghi e napolitano…

immagino che ci sarà uno spostamento di interesse verso i titoli spagnoli (la spagna ha molti più problemi finanziari di noi, ma ha un governo stabile) e di conseguenza avremo qualche difficoltà nelle aste a piazzare titoli, quindi gli interessi saliranno direttamente e per primi sul mercato primario…

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