Un nuovo piano dei rifiuti per la Basilicata c’è

Comunità Lucana ha da tempo elaborato una proposta di piano dei rifiuti, recentemente presentata alle associazioni ambientaliste, ai Consiglieri Regionali e ai cittadini di Potenza, nella convinzione che essa possa costituire una buona base per l’elaborazione del nuovo piano dei rifiuti regionale. E’ di questi giorni la notizia che la proposta  verrà discussa in Consiglio.

Nell’ottica di recuperare tempo prezioso l’adozione integrale di questo piano consentirebbe di mettere a punto in tempi brevi un’ organizzazione efficiente e razionale a livello regionale e di risolvere in modo definitivo le crisi periodiche dei rifiuti nel nostro territorio.

La legge regionale del 2001 che disciplinava la materia è entrata in evidente contrasto con le direttive comunitarie che in questi anni hanno messo fuori legge le discariche e permettono l’incenerimento solo come soluzione in ultima analisi.

E’ forte il rischio tuttavia che un nuovo piano dei rifiuti ricalchi la falsa riga del precedente e che in questa regione si deliberi di destinare una percentuale ancora considerevole di rifiuti all’incenerimento, con la motivazione dell’opportunità del recupero energetico o della difficoltà di smaltimento delle frazioni più problematiche.

La proposta di Comunità Lucana ha il pregio di mettere in campo un’idea praticabile di piano di raccolta differenziata spinta che mira a raggiungere percentuali elevate di recupero della materia. Un percorso quasi obbligato, considerato il quadro normativo sui rifiuti comunitario e nazionale, tanto che  solo una cattiva volontà politica e una scarsa coscienza ambientale degli addetti del settore potrebbero riproporre come privilegiata la soluzione dell’inceneritore. In questi dieci anni, non assicurando il funzionamento di un ciclo su base regionale, la programmazione ha obbligato i comuni a rendersi protagonisti di un valoroso tentativo di raggiungere l’ autonomia sul fronte dello smaltimento, tentativo però inefficace al fine di ridurre la quota di rifiuti destinata all’inceneritore e di recuperare profitti e vantaggi dal punto di vista economico. Oggi appare evidente che la buona volontà dei cittadini e dei singoli comuni manifestata nei confronti della raccolta differenziata non è sufficiente a mettere in moto un meccanismo di gestione completo ed efficiente. Il piano di Comunità Lucana mira a dotare il sistema di una regia unica sganciata da interessi economici privati e a trasformare il ciclo dei rifiuti in un’ opportunità con positivi risvolti economici e occupazionali per la regione .

Si procede ad illustrare il piano nelle sue linee fondamentali, rimandando per i dettagli e approfondimenti al testo integrale scaricabile da questo sito.

Situazione attuale

Meno del 20% di raccolta differenziata in tutta la regione nonostante l’obbligo di raggiungere il 60% entro il 2011.

Alti costi della RD in Basilicata.

La raccolta differenziata costa in Basilicata di più che altrove, per evidente incapacità di organizzare un sistema integrato a livello regionale o provinciale. La mancanza di concertazione e di organizzazione del sistema ad un livello intercomunale incide sui costi.

Impianti di compostaggio, questi sconosciuti.

La mancanza di infrastrutture come gli impianti di compostaggio, la cui costruzione risulta in Basilicata, per motivi che ignoriamo, particolarmente complessa, impedisce la raccolta differenziata spinta che è l’unica strada percorribile per evitare l’incenerimento.

Concezioni e conoscenze superate alla base dei piani dei rifiuti regionale e provinciale esistenti : l’ idea di fondo che ha ispirato il legislatore è la bontà degli inceneritori come salvatori dell’ambiente e alternative sostenibili alla discarica.

Lo schema del sistema integrato secondo l’attuale pianificazione regionale

è infatti imperniato in ordine di importanza su:

• termodistruzione con recupero energetico per frazioni secche vagliate

• stabilizzazione aerobica per le frazioni umide vagliate ( in discarica)

• compostaggio delle frazioni organiche biodegradabili raccolte separatamente (nullo)

• selezione e mobilizzazione delle frazioni secche raccolte separatamente

• raccolta e invio a circuiti dedicati di frazioni urbane pericolose

Recupero della materia affidato a privati e a consorzi, con conseguente scarsa valorizzazione della materia.

Costi molto alti per i cittadini e TARSU intesa come tassa, cioè contribuzione obbligatoria per l’esistenza del servizio.

I costi di gestione totali superano i 63.000.000 di euro l’anno, cifra considerevole cui contribuiscono notevolmente i costi attuali di conferimento in discarica, stimabili in circa 170 euro /tonn, suscettibili di ulteriore aumento; e i costi attuali di trasporto che corrispondono ad una media di circa 50 euro/ tonn, e che tendono ad aumentare con l’aumento dei km che separano il luogo di raccolta e quello di conferimento, tragitto diventato sempre più lungo man mano che le discariche sono diventate sature.

Il piano elaborato da Miko Somma e il gruppo di lavoro di Comunità Lucana

I principi ispiratori :

1) Una gestione interamente pubblica del ciclo dei rifiuti.

2) Un’ opportunità di risparmio energetico come motivazione forte.

(Perché a conti fatti il riciclo dei rifiuti fa risparmiare più energia di quella prodotta dal loro incenerimento.)

3)I rifiuti zero come presa in cura di ambiente, salute ed economia sostenibile nella condivisione di un progetto a larga scala che coinvolga i cittadini, le istituzioni, gli attori sociali

ed economici.

Un obiettivo: quello di recuperare, riciclare e ri-avviare a nuovo processo produttivo il

100% delle materie seconde da rifiuti prodotti sul territorio regionale, in un ciclo

interamente pubblico.

Uno strumento: quello di una raccolta differenziata regionale al 75-80% in due anni

ed in tendenza al 100%, con riduzione a monte del volume dei rifiuti.

Una metodologia: quella della raccolta porta a porta spinta.

Un’ esclusione : quella dei processi di incenerimento/ termovalorizzazione

Un’opportunità: quella del ritorno occupazionale derivante dai risparmi di gestione

e dai ricavi della vendita e/o riutilizzo delle materie recuperate.

Istituzione della TARSU a tariffa puntuale su sistemi di sanzioni e premi, sulla quantità e la qualità di rifiuto conferito e insistente per la maggior parte sulla quota di rifiuto indifferenziato.

Opportunità occupazionali :

Numero di addetti aggiuntivi nell’intera regione valutabile nell’ordine di 500 unità lavorative nell’interezza del ciclo (RD, selezione, fasi di trattamento, smaltimenti). Tale cifra comprende 150 persone occupate nell’impiantistica, 100 nei trasporti e logistica, 50 nei servizi organizzativi e di assistenza ai cittadini, 200 nella RD domiciliare.

Organizzazione del ciclo

Divisione del territorio regionale in quattro grandi aree.

Istituzione di un Consorzio Obbligatorio per i Rifiuti, regia del sistema, svincolato dalla politica.

Costruzione di filiera completa con impiantistica leggera e piattaforme di stoccaggio temporaneo.

Riduzione a monte, differenziazione domestica e raccolta puntuale di:

1) Materiale riciclabile (carta, plastica, vetro ecc). Da inviare alla piattaforma temporanea di stoccaggio che ogni comune attrezza in proprio e dimensionata per numero di abitanti. Sito nel quale il differenziato stazionerebbe per breve tempo nell’attesa dell’avvio al trattamento.

Vendita del selezionato a consorzi ed aziende private come materia prime-seconde, il cui ricavato viene immesso nel ciclo di gestione.

2)Umido. Da avviare all’impianto di compostaggio -secondo modalità più dettagliatamente descritte nel testo integrale del piano – incoraggiando dove sia possibile la produzione domestica , o a trattamento combinato di compostaggio e digestione anaerobica in sinergia. Vendita di compost al sistema agricolo.

3)Indifferenziato. E’ la frazione che il piano mira a ridurre drasticamente sotto il 16%. Se ne ricava un sottovaglio da conferire al compostaggio e una frazione secca da destinare a impianti alternativi all’inceneritore.

Comunità Lucana

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Com. stampa Comunità Lucana-Movimento No Oil verso il partito della Comunità Lucana

questo comunicato non è stato inviato al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

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Un grosso ratto ed il profitto dei pochi

  

La lunga, già rinviata per mancanza di numero legale, discussione di mercoledì in Consiglio Regionale ha partorito stavolta non il consueto topolino, ma un grosso ratto portatore di un’infezione, il voto quasi unanime ad una mozione che, seppur nella apparente innocuità regolamentare, indirizza e impegna il futuro di una regione verso l’impegno totalizzante al servaggio energetico.

  

Sia la lunga relazione del presidente, consegnata poco prima dei lavori e comunque tardi per esami approfonditi da parte dell’aula (cosa che ci fa presupporre che se non fosse stato per la mancanza del numero legale alla precedente sessione, si sarebbe discusso forse su un intervento “a braccio” dello stesso), che la gran mole di interventi ridondanti che a questa sono seguiti, e non ultimo il voto su una mozione diversa dalle quattro in ingresso ed accorpata frettolosamente dai capigruppo, suona persino a orecchie “profane” come un “te deum” prima del requiem.

  

Impegnare la Giunta a ricercare con il Governo prassi di individuazione dei criteri per l’attribuzione del rateo di maggior gettito fiscale derivante dalla estrazioni in presenza di una chiara attribuzione ex lege nel dettato dell’articolo 16 del decreto liberalizzazioni come del tutto riservata, per atto regolamentare, al Ministro dello Sviluppo Economico, pare forse ingenuo e frutto di un pasticcio, ma in realtà trattasi di una vera e propria delega in bianco al presidente della Giunta, che si conferma così uomo scaltro, alla definizione con il ministro di ben altro dal tema trattato.

  

Se infatti amministrativamente maggior gettito significa nuovo gettito rispetto all’attuale, i benefici di un ritorno alla nostra regione della fiscalità nazionale sul petrolio estratto in Basilicata sarebbero limitati ai 20-25.000 barili/giorno che il memorandum consente in aumento sia sui 104.000 della Val d’Agri che sui 52.000 di Tempa Rossa, sinceramente troppo poco perché si sia dato corpo a un articolo specifico sulle ricerche petrolifere in un decreto vantato come salvifico per il paese intero.

  

C’è dell’altro quindi e tutto si palesa molto chiaramente nel dettato dello stesso articolo 16 che recita di maggiori gettiti in ordine allo stimolo di nuove ricerche di idrocarburi, tanto da lasciar presupporre che ogni beneficio economico sostanziale derivante proprio dalla fiscalità statale imposta alle compagnie, sarà legato a lasciapassare alle trivelle sul resto della regione, in una potestà che, si finge di ignorare, altri decreti in giacenza al parlamento sposteranno in sede ministeriale nella mancanza di intese con le regioni (decreto competitività artt. 57-61), se non si opporranno subito atti concreti di diniego ai tanti e troppi permessi ed istanze di ricerca e sfruttamento degli idrocarburi insistenti sul territorio regionale.

  

Nello specifico se non si accenna nella mozione neppure a vincoli generici che la Regione Basilicata pone in presenza di evidenze ambientali, economico-vocazionale e persino di tutela sanitaria, tranne il generico e risibile richiamo-mantra di carattere ecologico e precauzionale – chi mai si dichiara contro ambiente o salute? – rivendicando così potestà amministrativa, di programmazione e superiore tutela dei propri cittadini, ma sembra si supplichi piuttosto clemenza al padrone che ha libertà di disporre, si è in presenza di un elaborato che accetta supinamente la volontà del Governo, qualunque essa sia, in cambio di prebende che si accetteranno qualunque essa siano, infrastrutture, fiscalità di vantaggio, comparti produttivi, persino una non meglio precisata “specialità” della nostra regione che non è dato comprendere quale possa esserci riconosciuta dalla U.E. o dallo stesso Stato, per un’idea di sviluppo regionale tanto decotta nelle formule della globalizzazione, a tratti affacciatasi in aula a ridicola litania condita di anglicismi imbarazzanti, quanto improponibile nei fatti o non commensurabile alle possibili e per molti versi già visibili conseguenze di implosione di una società e un territorio fragili e meravigliosi.

  

E’ infatti il tema economico che preme a tutti, non certo la definizione di un danno di cui a tratti in aula si affaccia il fumus per scomparire subito dopo nell’ipocrisia di definirlo indefinibile, tra velate accuse di allarmismo a chi denuncia gli effetti di una gestione sconsiderata degli organismi di controllo che sino a questo momento nulla di ufficiale hanno dato modo di accertare tranne il “tutt’apposto” consueto, e le promesse di ancor più generici interventi che “si faranno”, leggi riforma ARPAB. In altri termini se è il “punto zero” che non esiste, ricominciamo quindi da zero come se nulla fosse mai accaduto, purché ci diano qualche chilometro d’asfalto e promesse di lavoro per il mercatino locale dei consensi.

  

Signori, occorreva fermarsi e riflettere insieme ad una società intera di cui e da cui si è delegati e non padroni, non accelerare per un senso di responsabilità che suona male invocato a senso unico. Non lo Stato-casa comune degli italiani ha interesse ad estrarre petrolio in Basilicata, ma interessi trasversali ad alcuni salottini buoni in cui si incrociano politici ciechi, finanzieri avidi e professori freddi, e spiace pensare che alla nostra classe dirigente sia rimasta così poca capacità di pensare ad altri futuri per questa terra, a cominciare non da ciò che abbiamo sottoterra e fa gola al profitto dei pochi, ma sulla nostra terra ed è speranza concreta per l’unica vera risorsa di questa regione, i tanti.

  

Per quanto ci riguarda noi continueremo ad affermare che un’altra Lucania è possibile, perché un’altra Lucania è necessaria e questa voce la faremo crescere fino a diventare voce delle sedi decisionali.

  

Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana-Movimento No Oil

  

Petrolio, domani conferenza stampa di Romaniello

29/03/2012 15:36I

l capogruppo di Sel illustrerà la sua posizione sul tema dopo la riunione del Consiglio regionale

ACR   Domani, venerdì 30 marzo, alle ore 11.00, presso la sala 3, al piano terra della sede del Consiglio regionale della Basilicata (Via Verrastro, 6 – Potenza), il capogruppo di Sinistra, Ecologia, Libertà in Consiglio regionale, Giannino Romaniello, illustrerà la sua posizione sul tema. “petrolio, ambiente e qualità dello sviluppo: art. 16 del Decreto liberalizzazioni, più vincoli che opportunità.

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tranquilli, non sono diventato di sel, ma posto volentieri il lancio di comunicazione della conferenza stampa dell’unico consigliere che ha votato no ( ed ha fatto bene per quanto mi riguarda) alla mozione unica uscita ieri dal consiglio regionale

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la mozione petrolifera

Estrazioni petrolifere, il Consiglio approva un odg

 

28/03/2012 22:24

 

A maggioranza l’Assemblea ha licenziato un documento che fa leva su salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini, maggiori entrate fiscali derivanti dall’estrazione e nuove azioni di sviluppo nell’ambito della ricerca e dell’innovazione

 

ACR   Seduta consiliare, quella di oggi, dedicata interamente alle estrazioni petrolifere. Questione dibattuta non solo dal punto di vista dell’impatto ambientale; l’Assemblea, infatti, ha affrontato le dinamiche collegate allo sviluppo economico e al rapporto Regione Governo, alla luce dell’art.16 del decreto liberalizzazioni.

In apertura dei lavori la relazione del presidente della Giunta regionale, Vito De Filippo, subito dopo gli interventi di Robortella, Straziuso, Santochirico e Braia (Pd), Mattia, Rosa, Pici, Venezia, Napoli e Pagliuca (Pdl), Mazzeo, Autilio e Benedetto (Idv), Vita (Psi), Romaniello (Sel), Singetta (Api), Scaglione (Pu), Navazio (Ial), Falotico (Plb) e Mollica (Mpa).

Al termine della discussione il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza, con il solo voto contrario di Romaniello (Sel) un ordine del giorno sottoscritto da Luca Braia (Pd), Nicola Pagliuca (Pdl), Alessandro Singetta (Api), Luigi Scaglione (Pu), Vito Gaudiano (Gruppo Misto), Roberto Falotico (Plb), Navazio (Ial) e Mollica (Mpa).

Con il documento l’Assemblea impegna il presidente della Giunta regionale a farsi parte attiva e protagonista del processo di decisione proseguendo, in maniera congiunta e unitaria rispetto all’attuale quadro politico ed istituzionale, l’azione sinergica messa in campo a partire dal 25 gennaio 2011, data di costituzione del tavolo tecnico che ha portato alla firma del Memorandum ed all’approvazione dell’art. 16 inserito nel decreto liberalizzazioni; ad attuare ogni azione programmata, salvaguardando la salute dei cittadini, tutelando ed incentivando tutte le attività antropiche, a partire da quelle agricole, zootecniche e turistiche, radicate su di un territorio che ha una grandissima vocazione ambientale con particolare riferimento all’area della Val d’Agri che attualmente risulta essere quella più interessata dalle estrazioni di idrocarburi”.

Al fine di dare piena attuazione, secondo le prerogative previste dall’art. 16, di quanto previsto nel Memorandum d’intesa sul Petrolio, si chiede “una quota considerevole delle maggiori entrate fiscali legate alle estrazioni petrolifere, derivanti dalla produzione e dai pozzi già autorizzati”.

Con l’ordine del giorno, inoltre, si manifesta l’impegno “ad approvare in Consiglio regionale, l’iter di programmazione e legislativo previsto dall’art 16, il dettaglio degli investimenti da programmare per il consolidamento delle infrastrutture a partire da quanto previsto dal Cipe che ha individuato 15 opere di maggiore rilevanza (in parte già finanziate con la delibera del 3 Agosto 2011), per il rilancio produttivo ed occupazionale della Basilicata anche attraverso la ricerca di una possibile fiscalità di vantaggio, per la messa in sicurezza dell’ambiente. Ciò, partendo dalle criticità registrate sino ad oggi nella fase estrattiva e distributiva del territorio e della salute dei cittadini attraverso un programma di investimenti pluriennale che si articoli nei settori produttivi più promettenti dell’economia regionale capace di determinare un avanzamento nei termini di crescita e di sviluppo sia dell’area più interessata dalle estrazioni della Val D’Agri che e dell’intero territorio regionale”. Gli altri due impegni riguardano il finanziamento di nuove azioni di sviluppo nell’ambito della ricerca e dell’innovazione (azioni che sono anch’esse in fase di individuazione nel comitato tecnico istituito presso il Mise così come previsto dal Memorandum) e la programmazione di interventi da adottare tenendo conto e garantendo una equilibrata distribuzione delle risorse tra tutti i comuni al fine di garantire la crescita complessiva della Basilicata”.

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bene, anzi male, malissimo…malissimo perchè dietro l’apparente inutilità di una mozione (che è pur sempre un atto di indirizzo che impegna in una certa direzione) si nasconde l’approvazione di una formuletta inventata a tavolino per “fottere” (mi si passi il termine) ancora una volta i lucani…

si è approvato un percorso che parte da un principio, quello dell’accettazione dei principi contenuti all’art. 16 del decreto liberalizzazioni che nel mentre parla di “risarcimenti” a carico della fiscalità generale per la nostra regione, ne posta l’efficacia sulla pericolosa formula del primo capoverso dello stesso articolo anche nelle leggere correzioni che si sono fatte on parlamento e che almeno hanno evitato una pericolosa sbandata esclusiva verso le attività ministeriale in materia” Al fine di favorire nuovi investimenti di ricerca e sviluppo delle risorse energetiche nazionali strategiche di idrocarburi…” 

…e secondo la logica nuove investimenti di ricerca e sviluppo, significa che le maggiori entrate (formula che, nel prosieguo dell’articolo significa senza dubbio alcuno nuove entrate rispetto alle precedenti e nella competenza del ministero che deve individuarle e destinarne una parte ancora non determinata) deriveranno da nuove perforazioni e non da quelle esistenti che semmai saranno ricompensate solo per la parte eccedente i contratti e le intese in essere (nel caso della val d’agri quindi apparentemente solo per i 20-25.ooo barili/giorno previsti in aumento)…

insomma si è di fatto dato un via libera ad un percorso nel quale non sappiamo affatto cosa ci verrà concesso, ma sappiamo però cosa ci verrà ed in parte ci viene già chiesto…”aprire il territorio ancor di più alla penetrazione delle compagnie sul territorio in nome di quel cluster (in ambito scientifico, con il termine cluster si intende un gruppo di unità simili o vicine tra loro, dal punto di vista della posizione o della composizione) che sappiamo già essere la pressochè totale destinazione della regione a divenire una piattaforma estrattiva e logistica in nome di un assai malinteso senso dello stato che non si addice davvero alla situazione e che, anche ammesso possa essere evocato, non può passare sopra il destino di una regione e dei suoi abitanti…

certo il mantra della salvaguardia ambientale di cui tutti si fregiano con una banalità disarmante suona bene come incipit rassicurante ad ogni altra considerazione che per quanto ho avuto modo di vedere (sono stato presente dall’inizio alla fine del consiglio regionale, votazione compresa) mi pare molto più concentrata sui fattori economici, ma anche a volerla prendere per buona, essa si scontra con la contestualità di controlli e paramentri carenti quando non del tutto assenti o fuorviati nella stessa catena di comando e funzionamento degli organi che pure istituzionalmente dovrebbero tutelare che dall’enunciazione di un principio si passi poi alla sua concreta applicazione nel nome della reale salvaguardia basata sempre e comunque sul principio di precauzione…

ed è appunto questa la maggior priorità…stabilire subito come possano gli enti istituzionali di garanzia (quindi arpab in primo luogo ma non solo) funzionare davvero, stante ammettere un po’ meno genericamente di quanto non si faccia (trovo offensivo dell’intelligenza e della dignità il termine scoperture usato dal presidente a riguardo di talune problematiche) che la prima non ha mai funzionato davvero e che, come pur palesato da qualcuno degli intervenuti, noi un “punto zero” non lo abbiamo, quindi in ogni caso questo punto zero parte da oggi, pregiudicando in buona parte ogni operazione di buona fede che già dal passato doveva partire…

e neppure a parlare di considerazioni (pur fatte osservare da qualcuno) sul rischio che in assenza di detrminazioni chiare, è a rischio petrolio la maggior parte del territotrio regionale…

ma non mi preoccupa tanto quella discussione a tratti delirante in alcuni interventi (penso a straziuso, pd, od a napoli, pdl, ma potrei citarne molti altri) e forse neppure il voto alla mozione in se stessa, quanto l’idea che il destino della regione si sia deciso altrove, in qualche salotto buono dell’economia che ha deciso che dalla basilicata si deve spremere tutto quanto è possibile spremere…

salottini che non sono certo quelli lucani (seppur qualcuno crede di essere stato lui a “indirizzare” verso questo “miracolo” del memorandum e non piuttosto eterodiretto in tal direzione), ma viste le poste economico-strategiche in campo, sono senz’altro quelle “riunioni di benpensanti” fatte di politicanti a servizio di banchieri d’affari e petrolieri di cui questo governo nazionale è figlio diretto, ma che ogni governo (di csx e cdx indifferentemente) finora hanno impregnato delle loro capacità di fare lobby basandosi su una idea dell’economia ormai decotta, ma tuttora viva e vegeta, che si basa sulla spremitura del limone per il mantenimento di indici e teoremi economici privi di ogni fondamento ancorchè affermati come ineludibili…

ma avrò modo di tornare prestissimo sull’argomento…con un comunicato stampa su questa umiliante mozione petrolifera!!! 

 

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