speranze disperanze

Nuova fabbrica con 45 posti finanziata dal Bando Val d’Agri19/01/2011 12:23La Giunta ha deliberato la concessione del contributo vincolato percentualmente ai livelli occupazionali. Restaino: “progetto credibile vagliato con attenzione”. De Filippo: “nuova strategia di sviluppo con ricadute occupazionali dirette”

AGR

Una nuova fabbrica, 45 nuovi occupati, tra i quali 32 operai generici e 13 tra dirigenti, quadri, impiegati e operai specializzati, e un investimento di 19milioni e 600mila euro. Inizia a prendere sostanza il Bando Val d’Agri con la concessione deliberata ieri dalla Giunta regionale di Basilicata di un contributo pari a circa il 50 per cento dell’investimento in favore della Valves Hitech Srl che ha candidato al bando la realizzazione di un nuovo impianto manifatturiero.
In particolare, grazie a un contributo di 9 milioni e 800mila euro, la Valves Hitech realizzerà un nuovo impianto di attività manifatturiera finalizzato alla produzioni di componenti meccaniche innovative (letteralmente il nome dell’azienda significa “valvole di alta tecnologia”), impiegando, come detto, 45 persone.
Il piano di investimento, nel dettaglio, prevede una spesa di quasi quattro milioni di euro per l’acquisizione del suolo e la realizzazione del capannone nell’area Piano Insediamenti Produttivi Giardini-Calderaro di Sant’Arcangelo, oltre 12 milioni di macchinari, impianti e attrezzature, circa tre milioni di altri investimenti e 700mila euro di spese generali.
Il contributo concesso dalla Regione è direttamente collegato alle opportunità occupazionali. Il contratto di sviluppo industriale sulla base del quale viene accordato il sostegno all’investimento prevede espressamente che nel caso in cui non sia rispettato il numero totale degli occupati, suddivisi per inquadramento e per provenienza dalle liste di mobilità, “il contributo in conto capitale sarà ridotto in maniera proporzionale, e nella stessa misura percentuale, alla riduzione dell’incremento occupazionale previsto”. Gli obiettivi occupazionali, è previsto ancora nel contratto, dovranno essere realizzati nell’”anno solare successivo alla data di ultimazione del programma di investimenti” i livelli occupazionali e relativi inquadramenti dovranno essere mantenuti “per almeno 36 mesi consecutivi”. Per tutto il periodo del vincolo occupazionale la regione sarà garantita da una polizza fideiussoria per l’intera somma erogata maggiorata del 20%.
“Abbiamo adottato tutte le garanzie del caso – ha spiegato l’assessore alle Attività Produttive Erminio Restaino – ma procediamo con prudente ottimismo per la bontà dell’iniziativa che è stata vagliata attentamente dalla struttura tecnica di valutazione”. “Questo primo atto – ha concluso il presidente De Filippo – avvia in fase operativa una nuova stagione di intervento in Val d’Agri con le occasioni di sviluppo che devono avere immediate ripercussioni sui livelli occupazionali. E’ questo lo spirito dei nuovi bandi che abbiamo portato avanti per la Val d’Agri come per Matera e la Val Basento, ma è anche lo spirito con cui iniziamo ad approcciare una partita impegnativa quale quella della rinegoziazione delle intese con l’Eni per le estrazioni proprio in Val d’Agri”.

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edcco come funziona questa politica sciamannata dei contributi dei bandi…9.800.000 euro per 45 posti di lavoro, cioè 217.000 euro per ogni posto e con il solo vincolo dei 36 mesi…precarietà nel migliore dei casi e senza alcuna localizzazione precisa del bacino di provenienza…che poi guarda caso è sant’arcangelo, domus del dominus de filippo, cioè il presidentissimo…signori magistrati, ma una guardatina a questo finanziamento, alla proprietà reale dei terreni ed alle spartonzie di sicuro già in atto sui posti di lavoro, vogliamo darla?…io non voglio essere necessariamente sospettoso trattandosi di sant’arcangelo, ma in questa regione a pensar sempre bene, si finisce per essere puntualmente fregati, a pensar male invece, si farà peccato, ma….

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Salute e ambiente, convegno su “Rifiuti zero”19/01/2011 11:13

BASNo agli inceneritori”: sulle note di “Glory, Alleluia”, Paul Connett, instancabile divulgatore della strategia “Rifiuti zero”, ha trascinato nel canto l’intera Aula Magna dell’Università della Basilicata, chiudendo il convegno di studi “Salute e ambiente: quale rapporto?”.
Una giornata fitta di interventi, organizzata dalla presidente dell’Associazione Tutela Ambiente e Salute di Basilicata (EHPA), prof.ssa Albina Colella, ordinario di Geologia presso l’Università della Basilicata, che ha parlato dell’inquinamento ambientale e delle sue fonti.
Tra i relatori: docenti di discipline scientifiche e giuridiche, medici e rappresentanti di diverse organizzazioni. Ad essi è stato affidato il compito di approfondire il nesso esistente tra inquinamento ambientale e rischi per la salute, ed in particolare il sistema di smaltimento dei rifiuti basato sul conferimento in discarica o sull’incenerimento, l’importanza del ruolo delle associazioni nel processo civile e penale, il pericolo delle ecomafie.
Per quanto riguarda l’inquinamento ambientale, il prof. Giovan Battista de’ Medici, docente di Geologia Applicata e Idrogeologia presso l’Università di Napoli, ha esposto le problematiche relative ai siti delle discariche. Alla sua relazione ha fatto seguito l’intervento del prof. Salvatore Masi, ingegnere dell’università della Basilicata, che si è soffermato sull’impatto sanitario a medio e lungo termine delle discariche. Il prof. Sabino Bufo ha parlato invece della complessità della composizione del petrolio e del suo impatto ambientale. La dott.ssa Daniela Spera, del Comitato Taranto Libera, dell’inquinamento dell’aria a Taranto e dei rischi ad esso connessi.
L’aspetto sanitario è stato affrontato negli interventi degli oncologi e dei rappresentanti di Medici per l’ambiente (ISDE) e dell’Osservatorio epidemiologico-oncologico Basilicata (CROB). Oltre al nesso strettissimo tra salute e ambiente, si è parlato del valore della prevenzione e della costruzione di un quadro conoscitivo ambientale per l’identificazione delle aree a rischio (ing.M.Morigi dell’Isde). Soprattutto è stata messa in luce l’importanza e la necessità del Registro Tumori regionale nel monitoraggio delle situazioni di criticità ambientale. Ed è stato sottolineato come tale registro manchi soprattutto nelle regioni del Sud. In particolare il dott. A. Marfella, dell’Istituto Tumori di Napoli, ha sottolineato il valore della prevenzione primaria nella tutela, tanto dell’economia del sistema sanitario nazionale, quanto del diritto alla salute.
L’avv. Ivan Russo, del foro di Potenza e il magistrato della procura di Salerno dott. V. Montemurro, hanno approfondito, rispettivamente, gli aspetti di partecipazione delle parti e delle associazioni nei processi per la tutela della salute e dell’ambiente e il pericolo delle ecomafie in Basilicata.
Molto atteso dai presenti, l’intervento del prof. Connett,docente emerito di Chimica ambientale presso l’Università di Canton, New York, non ha deluso le aspettative e ha occupato buona parte della sessione pomeridiana.
L’illustre docente statunitense ha presentato i dieci passi per una strategia “Rifiuti zero”. Un programma positivo e propositivo che offre una speranza per il futuro. Una strategia che sostituisce all’incenerimento dei rifiuti il riciclaggio e la raccolta “porta a porta”; il recupero mirato al riutilizzo dei materiali e degli oggetti; la creazione di centri di ricerca e separazione della frazione residua; il conferimento, in discariche temporanee e controllate, della percentuale minima di materiali non riciclabili o riutilizzabili. Tale strategia si regge su tre pilastri: la responsabilità industriale, nella produzione di materiali riciclabili e nell’abbattimento degli imballaggi; la responsabilità delle singole comunità locali, nel proporre e praticare la raccolta “porta a porta”; una buona leadership politica, trait d’union tra industria e comunità locali, che pianifichi un’efficace politica di gestione dei rifiuti.
Alla successiva tavola rotonda hanno preso parte esponenti di associazioni ambientaliste e della comunicazione, ricercatori e professionisti di varie discipline. Per il comitato Vigiliamo per la discarica, Etta Ragusa ha presentato la situazione della provincia jonica, attanagliata dal 1999 nella morsa di tre discariche per rifiuti speciali – Italcave (Statte), Vergine (Lizzano), Ecolevante (Grottaglie) – e recentemente mobilitata per l’arrivo dei rifiuti campani. Inutile dire che il convegno si è protratto ben oltre il termine previsto ma ha suscitato aspettative e raccolto numerosi consensi.

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riporto per un report sull’iniziativa…peccato nessuno si sia dato pena di sottolineare un intervento del sottoscritto nella mattinata…ok, era un fuori programma, ma per la cronaca ho fatto un rapido intervento sul piano rifiuti elaborato dal nostro movimento

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usi civici

Barile, Comune: approfondimenti su usi civici19/01/2011 09:17

BAS    L’Amministrazione comunale di Barile ha invitato i cittadini a non considerare le richieste di pagamento sugli usi civici fino a quando tutti gli aspetti della questione non verranno definitivamente chiariti nelle sedi opportune.
Lo rende noto il Cauc (Comitato per l’accertamento dei diritti pubblici di uso civico o assimilati), in un comunicato stampa, spiegando che “tale decisione deriva dall’esigenza di approfondire la complessa vicenda degli Usi Civici per i quali diversi Comuni lucani, compreso quello di Barile, hanno chiesto il pagamento dei canoni”…..

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la comunicazione è del tutto pregnante vista la confusione totale sugli stessi udi civici che andrebbero regolati con legge regionale e non lasciati all’abbandono…ce ne eravamo occupati anche nel nostri programma per le regionali…l’invito va così esteso a tutti i cittadini lucani

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comulucana.JPG

                l’identità collettiva è espressa dalla condivisione

     stabile nel tempo del bene comune

la società è una comunità di autorealizzazione

composta da membri e non individui

 

le istituzioni devono rappresentare lo spirito del popolo

e realizzare il bene comune

 

…mi pare basti come inizio di un discorso

che comunque non inizia da adesso…

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comunicato stampa comunità lucana-movimento no oil

comulucana.JPG

Gli struzzi lucani

 

A volere stigmatizzare ancora il “bizzarro” comportamento dei media rispetto alla presentazione di un piano regionale dei rifiuti elaborato dal nostro movimento e presentato la scorsa domenica nella bella e partecipata iniziativa organizzata dal movimento 5 Stelle a Matera, rischieremmo di annoiare, forse di non comprendere che esistono altre evenienze mediatiche importanti, l’eno-gastronomia, le sagre, i convegni di management, i saldi post-natalizi e via discorrendo le altre pagine intense di cronaca.

 

 

Ma a voler invece annoiare, dimenticando il pastone “mordi e fuggi” che quotidianamente ci è servito al desco dell’informazione locale – e mi si consenta di voler sottolineare la bassa caratura culturale di riferimento – ciò che appare davvero evidente è la pervicace volontà di celare la realtà di un piano di gestione regionale dei rifiuti che tocca la realtà dei rifiuti zero, ben oltre quindi ogni slogan o sogno od utopia, e che fornisce in maniera articolata risposte di sistema a problematiche complesse.

 

Volontà palesatasi già nello scarno rilievo dato alla prima presentazione alla stampa del piano stesso e che alla luce di ulteriori segnali di disinteresse dei media, mostra chiaramente due aspetti del fare informazione nella nostra regione, o che non esiste quella caratura sociale, culturale e mi si consenta deontologica, che impone di dare la notizia del fatto in sé, lasciandone poi al pubblico valutazione e/o giudizio previo approfondimento del tema trattato, o che esistono motivazioni altre per leggerezze e cadute di stile che paiono non “volere” affatto tener conto che un piano alternativo c’è e che qualche risposta, magari infastidente per alcuni andazzi gestionali, pur potrebbe dare.

 

Non volendo però disquisire delle attitudine dei media locali, vogliamo invece ricordare che il piano è stato spedito a tutti i consiglieri regionali ed al presidente del consiglio, così come a tutti gli assessori ed al presidente della giunta via posta elettronica – ed invitiamo alla presa visione della stessa mail inviata sul sito www.comitatonooilpotenza.com – già nei primi giorni del mese di dicembre senza però aver avuto alcuna risposta o cenno in merito, tranne il fugace interessamento del consigliere Mollica, al sottoscritto espresso in via del tutto personale.

 

All’ordine del giorno dei lavori consiliari del periodo c’erano ovviamente bilancio e finanziaria, temi di stringente ed evidente impegno istituzionale che di certo hanno assorbito ogni attività dell’aula, come del tutto naturale e doveroso, poi si è passati alla pausa natalizia per arrivare oltre la metà del mese di gennaio, senza che alcuno abbia sentito la necessità di avere maggiori ragguagli, anche nelle sedi auditive di competenza, pur rappresentando le 80 pagine a cui abbiamo ridotto le oltre 200 originarie un impegno di lettura, analisi e comparazione all’esistente.

 

Ed quella comparazione all’esistente che ci interessa sottolineare nella realtà di raccolte differenziate comune per comune che ben oltre la corrispondenza tra nominalità percentuale della raccolta e triste considerazione che non esistendo impianti di selezione e compostaggio la raccolta stessa appare del tutto inutile se non come esercizio civile per i cittadini e come buon affare per società e “cooperative” che si contendono l’obbligo dei comuni stessi ad effettuare la raccolta differenziata – ed auspichiamo che non ci siano cordate di interessi a far da supporto ad attività tanto complesse e delicate.

 

Di fatto ogni cittadino lucano vede la sua bolletta dei rifiuti crescere in maniera sostanziosa, partecipa alla raccolta differenziata, si chiede che fine facciano i rifiuti differenziati –vox populi  è che rifiniscano in discarica – magari si interroga se si sia o meno in quell’emergenza rifiuti a giorni alterni, ma cresce in modo subdolamente suadente un partito dell’incenerimento e dei termo-valorizzatori che ben oltre i  chiari indirizzi programmatici regionali che in tal senso corrono speditamente, si tratti di impianti di incenerimento veri e propri, di bio-masse autorizzate a bruciare Combustibile Da Rifiuti o cementifici, pone culturalmente una questione emergenziale presumibile a motivazione della stessa necessità di bruciare ciò che altrimenti sarebbe una risorsa ciclica per il territorio, come questo movimento invece afferma con decisione e dimostra con chiarezza di cifre nel suo piano rifiuti.

Così piuttosto che affrontare la realtà di idee altre che nascono nella società, si fa finta di non vederle e negando ciò che però non sarà McLuhan e le sue teorie della visibilità mediatica come esistenza a poter negare, si infila la testa sotto la sabbia ed al meglio ci si comporta come il sindaco di Matera, che nell’incontro in questione con poca educazione saluta tutti i relatori, omettendo però di salutare il sottoscritto che sul quel palco certo non era per un defiléè, ma per illustrare con i fatti e la serietà che molti ci riconoscono, che anche sui rifiuti c’è un’altra Lucania possibile e dunque necessaria.

Nonostante quegli struzzi lucani che infilano la testa oggi nella sabbia, domani forse nelle ceneri.

Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana – Movimento No Oil 

TELE-mettoaletto

Caso Ruby, gli atti alla Camera. La marocchina in un’intercettazione: “Ho chiesto cinque milioni al premier”

  

Nonostante la difesa e il controattacco di Silvio Berlusconi, che accusa la procura milanese di essere “un covo di magistrati politicizzati”, i pubblici ministeri meneghini non si lasciano intimorire e vanno avanti, fermi nell’intenzione di portare il presidente del Consiglio a giudizio immediato. “Il Presidente della Camera ha assegnato alla Giunta per le autorizzazioni la domanda ad eseguire perquisizioni domiciliari nei confronti del deputato Berlusconi, avanzata dalla procura della Repubblica di Milano”, si legge in una nota diffusa dallo stesso organismo parlamentare, presieduto da Pierluigi Castagnetti, nella quale è precisato che l’esame dell’atto giudiziario comincerà mercoledì prossimo. Intanto da ambienti della procura giunge notizia, oltre a Nicole Minetti, Lele Mora e Emilio Fede, di altri tre indagati per favoreggiamento della prostituzione. Ma il loro ruolo sarebbe “secondario”. Tutto questo mentre nelle scorse ore è stata sentita come testimone un’altra ragazza che partecipò a feste del presidente del Consiglio ad Arcore.

 

Mercoledì si valuterà la richiesta di perquisizione per gli uffici di Spinelli – La richiesta di autorizzazione a procedere è per la perquisizione degli uffici di Giuseppe Spinelli, addetto alla contabilità del premier. Il plico aperto da Castagnetti contiene non solo il decreto con cui si chiede il via libera per perquisire l’ufficio di Giuseppe Spinelli, uomo di fiducia del premier, alla ricerca di eventuali tracce di pagamenti alle giovani ragazze ospiti ai festini ad Arcore, ma anche le oltre 300 pagine, tra invito a comparire e allegati, con le prove che testimonierebbero come il premier abbia commesso, oltre al reato di concussione, anche quello di prostituzione minorile. Le prove allegate sono costituite da intercettazioni, analisi dei tabulati telefonici, testimonianze e pare anche documenti di versamenti di denaro. Dai documenti emerge così l’accusa più grave da parte dei pm: “Giovani donne si sono prostituite col premier”.

 

Ruby: ho chiesto a Silvio 5 milioni – “Il mio caso è quello che spaventa tutti e sta superando il caso della D’Addario e della Letizia. Io ho parlato con Silvio e gli ho detto che ne voglio uscire con qualcosa: 5 milioni. Cinque milioni a confronto del macchiamento del mio nome…”. Secondo quanto riferisce chi ha letto gli atti della Procura di Milano trasmessi in Giunta per le Autorizzazioni della Camera sul caso Ruby, è quanto avrebbe detto Ruby alla madre di Sergio Corsaro in una telefonata intercettata e pubblicata nella richiesta dei Pm. Secondo le cronache, Sergio Corsaro sarebbe un parrucchiere ex fidanzato della giovane marocchina.

 

Ho frequentato la sua casa da quando avevo 16 anni – “Ho sempre negato tutto” per “salvaguardarlo”. E’ quanto si legge in un’intercettazione pubblicata nelle carte delle Procura di Milano arrivate in Giunta per le autorizzazioni della Camera, secondo quanto riferisce chi ha avuto modo di leggerle. La conversazione è tra una certa ‘Ru.’ e una certa ‘Poiana’. Così, racconta una delle due ragazze, “Io ho negato tutto e ho detto ‘no’, che sono andata a casa sua, ma lui pensava che fossi maggiorenne, pensava che avessi 24 anni anche perché non li dimostro. Poi, dopo che ha scoperto che ero minorenne mi ha buttato fuori di casa” perché, aggiunge, “io sto cercando di salvaguardare lui, così a me torna in tasca qualcosa…”.

 

Intercettazioni: o sei pronta a tutto o te ne vai – “O sei pronta a tutto oppure prendi il taxi e te ne vai”. È quanto si legge nelle intercettazioni tra due ragazze riportate nell’invito a comparire della procura di Milano al premier Silvio Berlusconi, secondo quanto riferito da chi ha potuto leggere le carte. “E’ allucinante. Non sai. Lo chiamano tutte ‘amore’, ‘tesorino’. Non puoi nemmeno immaginare quello che avviene lì… Nei giornali dicono molto meno della verità anche quando lo massacrano”. È il testo relativo alle intercettazioni tra “T.M. e B.V.” riportate nell’invito a comparire della procura.

 

Ampi riscontri sulle case date dal premier alle ragazze – Stando a quanto scrivono i pm di Milano nella richiesta di autorizzazione a procedere inviata alla Giunta della Camera, Ruby in data 3 agosto 2010 “ha dichiarato che alcune delle giovani donne che partecipano” agli incontri dal premier “ricevono in corrispettivo da Silvio Berlusconi la disponibilità gratuita di appartamenti ubicati in “Milano 2”.

 

Berlusconi erogava denaro tramite Spinelli, Minetti intermediaria – Sempre nella richiesta di autorizzazione, i pm scrivono che “sono state individuate le persone che dispongono degli appartamenti in Milano Due e che risultano essere beneficiarie di ulteriori erogazioni in denaro intermediate dalla Minetti e disposte da Silvio Berlusconi per il tramite di Giuseppe Spinelli e che comunque hanno partecipato ai sopra descritti ‘eventi’, svolgendovi attività di prostituzione”. Nello stesso documento si precisa comunque che “le risultanze investigative allo stato non lasciano ipotizzare che Giuseppe Spinelli sia consapevole della natura retributiva dell’altrui attività di prostituzione costituita dalla erogazione di somme di denaro e dalla concessione in comodato delle suddette abitazioni a determinati soggetti, secondo la sopra estesa ipotesi investigativa”.

 

Minetti induceva giovani a prostituirsi con Berlusconi – Le dichiarazioni rese da Ruby alla Procura di Milano “fanno ritenere che Minetti Nicole, in concorso con Emilio Fede e Dario Mora (Lele, ndr), nonché in concorso con ulteriori soggetti, abbia continuativamente svolto attività di induzione e favoreggiamento alla prostituzione di soggetti maggiorenni, e della minore El Mahrou Karima individuando, selezionando, accompagnando un rilevante numero di giovani donne che si sono prostituite con Silvio Berlusconi, presso le sue residenze, dietro pagamento di corrispettivo in denaro da parte di quest’ultimo, nonché gestendo e intermediando il sistema di retribuzione delle suddette ragazze a fronte dell’attività di prostituzione”.

 

L’elenco delle ragazze – Nella richiesta i pm fanno anche l’elenco delle ragazze che risultano aver avuto in comodato d’uso gli appartamenti dell’Olgettina, ossia “Toti Eisa, Berardi Iris, Garsia Polanco Maria Ester intesa ‘Marystelle’, Espinoza Arisleida intesa Aris, Guerra Barbara, Visan Ioana intesa Annina, De Vivo Concetta intesa Imma, De Vivo Eleonora”. I pm si dicono convinti che negli uffici di Spinelli vi siano “Atti e documenti relativi alla titolarità delle predette abitazioni, ai soggetti che ne sostengono i costi, ivi compreso il pagamento delle utenze, ai soggetti che ne hanno la effettiva disponibilità, al ruolo di intermediazione svolto da Minetti Nicole o da terzi nella gestione dei rapporti concernenti le suddette abitazioni, nonché documentazione pertinente rapporti economici intercorrenti – si legge – con Berardi Iris, De Vivo Concetta intesa ‘Imma’, Espinoza Arisledia, Faggioli Barbara, Garcia Polanco Maria Ester intesa ‘Marystelle’, Loddo Miriam, Sorcinelli Alessandra, Skorkina Raissa, Barizonte Lisney intesa Lisa, riguardanti erogazioni di denaro effettuate dal predetto Spinelli, o da suoi collaboratori e dipendenti, in favore delle suddette persone”, nonché “documentazione pertinente rapporti economico-finanziari, gestiti da Spinelli Giuseppe, o da suoi collaboratori e dipendenti, intercorsi con Dario Mora inteso ‘Lele’, o comunque con soggetti o società allo stesso direttamente o indirettamente riconducibili”.

Incontri ad Arcore da minore da Febbraio a Maggio 2010 – Dalle indagini della Procura di Milano su Ruby è inoltre stato possibile “verificare che la minore El Mahroug Karima abbia frequentato la residenza di Silvio Berlusconi in Arcore dal febbraio 2010 al maggio 2010”.

 

 

Procura Milano: la legge è uguale per tutti – I giudici milanesi reagiscono anche alle accuse del premier e del Pdl di fare parte della “magistratura politicizzata”. “La Procura di Milano prosegue nel suo lavoro quotidiano in piena serenità nel saldo riferimento ai principi costituzionali dell’eguaglianza di tutti davanti alla legge della obbligatorietà dell’azione penale e della presunzione di non colpevolezza”. Lo dice in un comunicato il capo della Procura di Milano, Edmondo Bruti Liberati.

 

Il video messaggio – La difesa del premier per replicare alle accuse dei pm milanesi era stata una mossa a sorpresa, un videomessaggio “speciale”  Silvio Berlusconi aveva scelto i Promotori della libertà per divulgare una rivelazione choc, “ho un rapporto stabile di affetto con una persona”, e provare a impostare una controffensiva mediatica e giudiziaria a pochi giorni dalla convocazione dei pm. Non solo di first lady, in realtà, il Cavaliere parla nel suo intervento. La linea offensiva contro la magistratura ha così raggiunto nuove vette: alcuni “noti pm” milanesi non hanno gradito “il voto di fiducia del 14 dicembre tanto che, subito dopo, mi hanno iscritto nel registro degli indagati. A quegli stessi pm non è piaciuta nemmeno la decisione della Corte Costituzionale al punto che, il giorno successivo alla sentenza della consulta, con una tempistica perfetta, hanno reso pubbliche le loro indagini”.

 

La difesa del premier – Berlusconi prova a smontare il caso Ruby anche esprimendo fiducia e sostegno a Emilio Fede, Nicole Minetti e Lele Mora, giurando che mai “nessun rapporto sessuale” è stato consumato a pagamento e ripetendo di non aver avuto alcun tipo di relazione del genere con la giovane ragazza marocchina: E’ lei stessa che “nega di aver mai avuto avances”. “Mi piace stare con i giovani, ascoltarli, aiutarli”, sintetizza il presidente del Consiglio, denunciando nello stesso tempo le “gravissime” ingerenze nella sua vita privata. La ricetta per superare una situazione che giudica insostenibile è per Berlusconi sempre la stessa, quella annunciata più volte e mai concretizzata: “Non è un paese libero, occorre fare immediatamente le riforme, tra cui anche quella della giustizia”. ”E’ gravissimo ed è inaccettabile che, trascorsi 15 giorni, non abbiano mandato gli atti di queste indagini al Tribunale dei Ministri come prescrive la legge. E’ gravissimo, inoltre, che abbiano tentato di accedere ai locali della mia segreteria politica, per ricercare poi chissa’ cosa, visto che sostengono di avere prove cosi’ evidenti da poter richiedere addirittura il giudizio immediato”.

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una cronaca di ordinaria società dello spettacolo…tele-mettoaletto mi pareva il degno nome

 

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legati-mbiente

Legambiente, tavolo trasparenza su questione petrolio 17/01/2011 18:47

BASLegambiente Basilicata, in una nota, ha chiesto alla Regione Basilicata di convocare al più presto un “Tavolo della trasparenza” sulla questione petrolifera in Basilicata, “per avviare un processo di “diffusione democratica” delle informazioni, e per una valutazione sulle scelte che sulla questione gli Enti e la Regione sono chiamati ad esprimersi”. “Gli ultimi episodi (emissioni assai sgradevoli provenienti dal centro oli di Viggiano e frequenti casi di inquinamento acustico), evidenziati da numerosi interventi sulla stampa, e gli allarmi e le preoccupazioni che ormai quotidianamente arrivano dal territorio, ripropongono con urgenza – commenta Legambiente – il tema del rapporto tra l’attività estrattiva in Val d’Agri e la sicurezza del territorio e delle popolazioni, in particolare del sito industriale di Viggiano, impianto intrinsecamente pericoloso, oltre che quello della salvaguardia di un’area nazionale protetta”.
Contemporaneamente “è necessario completare l’iter di istituzione del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, con la convocazione della Comunità del Parco ed il coinvolgimento diretto delle Comunità locali, per dare maggiore forza politica ed amministrativa all’azione del Parco che, ricordiamolo, non può essere una stampella, una foglia di fico o un corollario alle attività petrolifere”.
“Sarebbe assurdo, anche solo dare l’impressione – conclude l’associazione ambientalista – che in Basilicata le “ragioni” delle compagnie petrolifere e l’interesse nazionale allo sfruttamento delle risorse energetiche riescano sempre a trovare soddisfazione mentre le “ragioni” della tutela del territorio, della conservazione e della tutela della biodiversità siano destinate a non vincere, anche dall’interno della Comunità del Parco”.

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ah, si sveglia adesso legambiente?…e dov’erano, mentre per anni il nostro movimento ha fatto battaglie a cui costoro non partecipavano?…forse a godersi il loro rapporto con la regione basilicata…ricordo l’osservatorio regionale sui rifiuti presso la regione che legambiente occupa da anni ed il suo costo per la collettività…dei risultati ovviamente manco a parlarne…ma un comunicato che parla di emissioni sgradevoli, puzza cioè, e non di H2s (idrogeno solforato) che ne è l’origine e di inquinamento acustico (perdio di ben altrro inquinamento si dovrebbe parlare!!!) come vogliamo leggerlo?…timidezza?

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nuovo gruppo facebook

per gli utenti facebook (una buona parte della nostra attività si svolge anche su questo social network o rete sociale come preferite), il link per il nuovo gruppo regionale di comunità lucana – movimento no oil è il seguente:

http://www.facebook.com/home.php?sk=group_144197758971184&notif_t=group_r2j#!/home.php?sk=group_144197758971184

questo gruppo non sostituisce i vecchi gruppi, ma ne integra le funzioni di condivisione con un accento squisitamente politico, per cui nel mentre consigliamo ai nostri simpatizzanti di iscriversi, sconsigliamo vivamente agli “antipatizzanti” (mi sia concessa la licenza poetico-politica) di iscriversi, anche perchè i nostri contenuti sono tutti ed assolutamente pubblici

un saluto

miko somma

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l’incontro di tramutola

 Sabato 15 gennaio 2011 a Tramutola, nel nostro incontro con i cittadini,(il settimo per l’esattezza  in tre  mesi)  abbiamo parlato di valorizzazione del territorio tramutolese.

La proposta lanciata è stata quella di dare vita ad un modello di turismo nuovo fondato anche sulla realizzazione di un albergo diffuso, individuato nel centro storico del paese.

L’albergo diffuso,  rappresenta un modello di ospitalità originale e  di sviluppo turistico del territorio .. strettamente  connesso con  una prospettiva di riqualificazione urbanistica dei borghi del centro storico del paese.

Il termine  albergo diffuso nasce a Carnia nel 1982 ,all’interno di un gruppo di lavoro che aveva l’obiettivo di recuperare turisticamente case e borghi ristrutturati dopo il terremoto degli anni ’70.

 Si presenta come  proposta di offrire agli ospiti l’esperienza di vita di un centro storico di un paese o di una città potendo contare su tutti i servizi alberghieri (accoglienza, assistenza,ristorazione) ma alloggiando ed è questa la particolarità del progetto, in case e stanze  dislocate rispetto a quello che è il cuore dell’albergo diffuso,cioè lo stabile nel quale sono situati la reception, gli ambienti comuni,ecc.

È un modello di sviluppo del territorio che non crea impatto ambientale (nel rispetto di quanto stabilisce la direttiva CEE 337/85 concernente la valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati, relativi a modifiche del territorio)perché non è necessario costruire niente ma si recupera,  si ristruttura e si  mette in rete quanto già esistente..anima i centri storici stimolando e coinvolgendo i produttori locali considerati componente chiave dell’offerta..

Per questo può generare un indotto economico notevole  e può offrire un contributo per evitare lo spopolamento dei borghi..

Abbiamo individuato a Tramutola alcuni punti del centro storico che potrebbero avere questo tipo di destinazione,e mi riferisco alla zona di via Cavour, via Alighieri,  via Pollice, vico Tintiera o ancora via Mannesi..zone insomma dove per chi conosce il paese ci sono molte strutture disabitate e in stato di abbandono..

Certo la realizzazione potrebbe essere complessa,ma lo stesso regolamento comunale prevede una serie di norme nelle quali è possibile individuare modalità di realizzazione del progetto, progetto che può coinvolgere sia immobili appartenenti a privati che a quelli che rientrano nello stesso demanio comunale.

 E’ necessario, ovviamente, nel momento in cui si parla di modificazione di un territorio tener conto di quanto previsto dalla legge   431/85 la legge Galasso per la tutela del paesaggio  ed ancora delle norme della Convenzione Europea del paesaggio in vigore in Italia dall’1 settembre 2006 che prevede modalità di salvaguardia di spazi rurali,urbani,naturali,addirittura riconoscendo la possibilità di organizzare corsi per la formazione di personale  addetto alle attività di recupero paesaggistico.

Inoltre non dimentichiamo che il nostro paese rientra nella perimetrazione del parco Val d’Agri –Lagonegrese, come istituito dalla legge   quadro sulle aree protette  la 394/91, quindi  tutela aree soggette a particolare tutela ed oggetto di incentivazioni dirette alla salvaguardia e allo sviluppo anche economico del territorio.

La realizzazione di un albergo diffuso a Tramutola, porterebbe con sé delle  conseguenze:

·         ristrutturazione del centro storico,un modo per salvaguardare le bellezze architettoniche esistenti  ma anche un modo per conservarne la storia ;

·         mettere  fine alla pratica dell’abbattimento del centro storico che hanno dato vita solo ed elusivamente a  piazze e parcheggi;

·       possibilità di creare nuove prospettive lavorative .

Strettamente connesso con una nuova forma di turismo,è la realizzazione  ” dell’Università dei Saperi Popolari” intesa come un modo per tramandare la memoria del fare,e mi riferisco a quei  lavori manuali completamente dimenticati, quali ad esempio il lavoro ai ferri, all’uncinetto, il lavoro dei fabbri,  ed altri ancora..insomma un modo per recuperare la storia del paese,quella che non tutti oggi conoscono e che sarebbe bello far conoscere anche a chi verrà dopo di noi..senza dimenticare poi, che la Convenzione Europea sul paesaggio,permetterebbe anche di organizzare corsi in tal senso ,creando così nuove risorse economiche,  sociali,partecipative del nostro paese.

Un’idea altra di valorizzazione del paese, di un paese che ha necessità di tornare a vivere!

coordinatrice di comunità lucana-movimento no oil tramutola

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oggi al convegno di matera TG3 basilicata si è superata…non una parola sulla presentazione del nostro piano rifiuti (35 minuti strettamente concludenti di relazione del sottoscritto)…che ci sia un ostracismo becero che ormai è prossimo alla cecità verso il nostro movimento?…non me ne stupisce…non mi stupisce più nulla in questa regione, persino le beghe tra gli ambientalisti più “seri” mentre il nemico vero se la ride e porta avanti i suoi progetti

 

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Energia: Digilio (Fli), contesta metodo domande 15/01/2011 17:17

BASIl coordinatore regionale di Fli sen. Egidio Digilio contesta il criterio individuato nell’ordine di presentazione delle domande dal Dipartimento Attività Produttive della Regione per consegnare le domande per l’energia alternativa.
“Non è difficile prevedere – aggiunge Digilio – che la corsa al’eolico, al fotovoltaico, alla produzione di energia a biomasse, ecc. abbia coinvolto soprattutto i grandi gruppi multinazionali specializzati nel business energia. Semplicemente ipotizzare che chi è riuscito ad accaparrarsi i primi numeri del protocollo con il turno di notte dell’addetto della società di spedizioni postali nel piazzale della Regione sia avvantaggiato dovrebbe allarmare non poco i cittadini. Altro che modello di buona amministrazione da esportare. Siamo di fronte – dice il coordinatore di Fli – al caso più evidente di una Giunta Regionale che pratica la strada della lotteria per premiare chi è più fortunato e furbo rispetto a chi ha progetti ed idee validi”.

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e non so come dargli torto al fli-senatore-amministratore di condominii

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PIEAR

Autorizzazioni energia, presentate alla Regione 155 domande

15/01/2011 16:28

Nei prossimi giorni su basilicatanet.it l’elenco dell’ordine di istruttoria delle istanze AGRSono 155 le domande pervenute al Dipartimento Attività Produttive della Regione Basilicata per l’ottenimento dell’autorizzazione alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Sono ora in corso le operazioni di sorteggio pubblico tra i progetti presentati dai vari operatori economici per stabilire l’elenco completo dell’ordine di acquisizione al protocollo dipartimentale e di istruttoria delle domande stesse.
L’elenco sarà pubblicato nei prossimi giorni sul portale pubblico regionale basilicatanet.it nei prossimi giorni.

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il numero di domande conta ben poco, cari basilischi-net, ciò che conta e conterà sarà il totale di mw richiesti…e lì, come ripeto da tre anni o forse più, troveremo molte, ma molte sorprese…compreso un superamento delle quote ammesse dal piear e nelle more della moratoria eolico per 1346 mw…ci sarà da ridere?…penso piuttosto da piangere!!!

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la tunisia nel caos-ben alì fugge

Tunisia nel caos, Ben Ali scioglie il Governo e lascia il Paese. La Francia lo rifiuta e atterra a Cagliari

Alla fine Ben Ali ha lasciato la Tunisia, mentre il suo Paese viveva la sua giornata più drammatica: dopo gli scontri tra polizia e manifestanti davanti al ministero dell’Interno, pacificamente “assediato” per ore dalla gente che chiedeva al presidente di andarsene, nell’intero Paese veniva decretato lo stato d’emergenza. Nelle stesse ore,  Zine Al-Abidine Ben Ali, leader incontrastato da oltre vent’anni, partiva a bordo di due aerei, diretto – secondo fonti anonime della polizia francese – a Parigi.

Ben Alì a Cagliari – Il presidente era diretto a Parigi ma ha dovuto effettuare uno scalo tecnico all’aeroporto di Cagliari. Mentre l’aereo si stava rifornendo, le autorità aeroportuali francesi hanno dato l’ok con riserva, chiedendo che venisse comunicata l’identità dei passeggeri. Poi, il no da Parigi, che ha negato l’accoglienza a Ben Ali. Il Falcon dunque è rimasto all’aeroporto di Elmas.  Le autorità italiane hanno intimato all’aereo tunisino atterrato a Cagliari di fare immediatamente rifornimento e di ripartire con un nuovo piano di volo

Al potere un direttorio – E’ formato da sei persone, con la carica di presidente ad interim affidata al primo ministro, Mohammed Ghannouchi: una decisione, ha detto Ghannouchi, dettata dalla Costituzione, vista la “temporanea impossibilità” del presidente di svolgere il proprio mandato. Resterà in carica fino alle elezioni anticipate, che dovrebbero tenersi tra sei mesi, e si è impegnato al rispetto della Costituzione nello svolgere le funzioni presidenziali. “Mi rivolgo a tutte le sensibilità politiche e sociali del Paese ad unirsi attorno allo spirito della patria”, ha detto Ghannouchi durante il suo annuncio, che costituisce sostanzialmente l’unica informazione che appare nei notiziari della tv di Stato. Ben Ali, poco prima di fuggire, aveva destituito il governo e promesso le elezioni.

Coprifuoco e stato d’emergenza – il divieto ad uscire è scattato dalle 17 di oggi fino alle 7 del mattino di domani, vietati gli assembramenti di più di tre persone e licenza per l’esercito e la polizia di sparare su tutti “i sospetti” che si rifiutano di rispettare gli ordini intimati. Anche se ancora stasera, in pieno coprifuoco, si continuavano a sentire spari e gente in movimento anche in pieno centro. Questo, al termine di una giornata scandita da notizie allarmanti di scontri e di morti, nella notte nelle periferie e anche in pieno giorno, nel centro di Tunisi: 13 le vittime che contavano fonti ospedaliere nella notte solo a Tunisi, 2 a Kairouan, ed era solo l’inizio di un’altra conta ancora incerta di morti.

Le proteste: arrestati familiari Ben Ali – Migliaia di persone erano scese di nuovo in piazza a Tunisi, assediando il ministero dell’interno: “Ben Ali vattene”, scandiva la folla. Poi ancora una volta lacrimogeni, scontri e spari. Non è chiaro se oggi ci siano state vittime. In serata l’emittente privata tunisina Nessma TV ha riferito che alcuni familiari di Ben Ali, tra cui il genero Sakher Materi, uno degli uomini di affari più in vista del paese, sono stati arrestati, mentre, secondo informazioni del sito di Le Monde, un aereo proveniente dalla Tunisia è atterrato all’aeroporto di Le Bourget, alle porte di Parigi, con a bordo una figlia e una nipote di Ben Ali.

Governo di unità nazionale – “C’è bisogno di un governo di unità nazionale contro i rischi di un bagno di sangue”: aveva detto il capo del Partito democratico progressista (Pdp) Mohammed Nejib Chebbi, offrendo al regime anche una soluzione di compromesso con la collaborazione di alcuni esponenti del governo in carica. “Non c’è alternativa – aveva proseguito – nonostante Ben Ali abbia voluto mostrare di voler venire incontro alla gente. Ma la gente non ha più fiducia in lui. Per questo serve un governo di unità nazionale, per evitare un bagno di sangue. E se non basterà c’è il rischio di una situazione di tipo birmano.

Il Paese è nel caos – Basta un fiammifero per farla esplodere”. Poche ore prima, l’ipotesi di un governo di unità nazionale era stata definita “del tutto fattibile” ed “anche normale” dal ministro degli esteri Kamel Morjane. Ma non è andata a finire così. Sullo sfondo, un’ipotesi su cui le voci si rincorrevano da qualche giorno: quella di un possibile colpo di Stato da parte dell’esercito, ipotesi legata anche alla rimozione – mai confermata – del capo di stato maggiore capo di stato maggiore Rashid Ammar, in quanto responsabile di non aver voluto reprimere con la forza le proteste. Un’ipotesi, quella del rischio golpe, su cui rimangono ancora sospesi molti interrogativi.

Obama: chiede elezioni libere – In una dichiarazione diffusa in serata dalla Casa Bianca, Obama condanna qualsiasi violenza e plaude alla dignità e al coraggio del popolo tunisino. “Chiedo con urgenza a tutte le parti di mantenere la calma ed evitare la violenza – scrive l’inquilino della Casa Bianca – e chiedo al governo tunisino di rispettare i diritti umani, di indire elezioni libere ed corrette in un prossimo futuro, che riflettano la vera volontà e le aspirazioni del popolo tunisino”. Obama conclude affermando che “non ho nessun dubbio che il futuro della Tunisia sarà migliore se verrà guidato dalle voci del popolo tunisino”.

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