oggi

giornata lunga, questa…il consiglio provinciale di potenza sul piano provinciale dei rifiuti, consiglio a cui sembrava dovessi fare un intervento in qualche modo richiestomi in via del tutto legata a questioni tecniche di competenza sull’argomento dal capogruppo dell’opposizione, pace, mi ha negato per bocca del suo presidente palmiro sacco la possibilità dell’intervento, cosa che la legge ed i regolamenti non escludono affatto…dopotutto lo stesso pace non ha richiesto alcun intervento a mio nome…nessun problema…mi son dovuto sorbire solo qualche ora di interventi molto claudicanti (tranne qualcuno) sull’argomento…avrò modo di tornare sulla cosa avendo richiesto a mio nome e del movimento comunità lucana un’audizione in commissione ambiente nella quale spero di portare anche istanze di altri gruppi ed associazioni…sarà forse la sede più opportuna, anche perchè mi sarebbe evitata ogni possibile strumentalizzazione, della quale del resto oggi non vi sarebbe stata alcuna traccia, conoscendo pace le mie idee sui rifiuti e sul loro trattamento, dalla produzione dei manufatti alla destinazione finale…credo vi siano margini adeguati per modificare in senso positivo questo piano, se la volontà della maggioranza sarà quella di ascoltare una voce che prospetta soluzioni pratiche e non utopie…vedremo!!!

seconda parte della giornata dedicata alla proiezione del documentario amara lucania di andrea spartaco, acido reportage sulla lucania della chimica sporca e dell’amianto in val basento, del petrolio in val d’agri, dei rifiuti tossici…era la seconda volta che lo vedevo e lo trovo sempre più interessante, sia nei contenuti che sono quelli che denunciamo da tempo, sia nella forma, nell’estetica del montaggio e delle riprese se volete, crudamente realistici e “sporchi” (come l’argomento d’altronde) accentuati da una presa diretta che non lascia spazio ad alcuna leziosità od eleganza…dibattito poi….avremo tempo domani di ritornare su alcune cose, perchè su alcune cose credo bisogna tornare…per il momento buona notte a tutti!!!

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arpab-balle

copincollo questa perla di tuttapostismo

SITUAZIONE IMPIANTO FENICE, LA VALUTAZIONE DELL’ARPAB
 
27/10/2009 18.55.07
[Basilicata]
                                                                                                                         
Dopo le varie interpretazioni esternate da diversi attori politici e non sulla situazione dell’ impianto Fenice, pubblichiamo la valutazione ufficiale dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente di Basilicata al fine di chiarire la reale situazione dei luoghi.Come è noto la costruzione dell’impianto termodistruttore FENICE di San Nicola di Melfi (PZ) è stata subordinata alla realizzazione di una rete di monitoraggio ambientale. Tale rete di monitoraggio ambientale, prevista dal Decreto di Valutazione di Impatto Ambientale DEC/VIA 1790/93 del Ministero dell’Ambiente, è stata approvata dalla Giunta Regionale della Basilicata con Delibera n° 2584 del 3 novembre 1999. Detta rete prevede il monitoraggio di diverse matrici ambientali: qualità dell’aria, emissioni ai camini, acque sotterranee e superficiali, suolo, latte e vegetali.
Le competenze relative al monitoraggio del Melfese vennero trasferite ufficialmente ad ARPAB con Delibera della Giunta Regionale della Basilicata n° 304 del 2002 ed il protocollo per l’attuazione del piano veniva siglato il 14 marzo 2003 tra ARPAB ed il Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Basilicata.
Data la particolare criticità dell’attuazione del piano, già nell’ottobre del 2001, l’ARPAB stipulava apposita convenzione con Istituto Superiore di Sanità (ISS). Nonostante alcune imperfezioni nell’attuazione del piano di monitoraggio del Melfese si può sintetizzare quanto segue: non sono stati registrati superamenti del valori di emissione ai camini ne nelle acque superficiali; i superamenti registrati dalla rete di qualità dell’aria hanno riguardato l’ozono e le polveri (PM10). Detti superamenti sono stati puntualmente segnalati ai Sindaci di Melfi e di Lavello, ma si tratta di superamenti normalmente registrabili da una rete di qualità dell’aria, superamenti registrati anche da altre centraline distribuite sul territorio regionale. Infatti questi inquinanti (ozono e PM10) sono tipici della dinamica dell’atmosfera (eventi meteorologici, traffico, ecc…).
Un discorso a parte deve essere fatto per i superamenti registrati nelle acque sotterranee per mezzo della rete di piezometri esistenti nell’area dell’impianto FENICE, rete realizzata nell’ambito del piano di monitoraggio del Melfese. I superamenti dei valori di Concentrazione Soglia di Contaminazione (CSC) stabiliti dalla tabella 2 dell’allegato 5 alla parte IV del D.Lgs. 152/06 hanno riguardato i seguenti parametri: nichel, mercurio, fluoruri, nitriti, triclorometano, tricloroetile, tetracloroetilene, bromodiclorometano, dibromoclorometano.
Considerato che la contaminazione è stata riscontrata solo all’interno del perimetro dell’impianto, considerato, inoltre, che la bassa permeabilità dei terreni presenti non consente una veloce migrazione dei contaminanti, valutato che la contaminazione relativa alle sostanze cancerogene non superava di 10 volte il limite delle CSC (valore indicato dall’ISS con parere n° 039021 AMPP/IA.12 del 22/10/2004 per l’attivazione immediata di interventi di Messa In Sicurezza di Emergenza MISE), l’ARPAB ha ritenuto di dover effettuare i necessari approfondimenti analitici utili sia alla conferma dei superamenti riscontrati sia a chiarire se ci si trovava dinanzi ad un inquinamento occasionale o continuo
.
Acclarata la situazione di contaminazione continua delle acque sotterranee nell’area dell’impianto si è dato seguito agli adempimenti previsti dall’Art. 244 del D.Lgs. 152/06. Subito dopo (14/03/2009) il Sindaco di Melfi emanava apposita ordinanza di divieto di utilizzo della acque sotterranee.
Ad oggi i pozzi analizzati nel raggio di un chilometro dall’impianto non hanno evidenziato contaminazioni direttamente correlabili con quella presente nelle acque sotterranee dell’area del termodistruttore FENICE.
Le informazioni in nostro possesso ci portano a ritenere che la contaminazione sia circoscritta all’area dell’impianto.
In ogni caso, dopo la comunicazione della contaminazione, ai sensi dell’art. 244 del D.Lgs. 152/06, l’ARPAB, in conferenza di servizi del 17/04/2009, nell’attesa della realizzazione del piano di caratterizzazione necessario ad individuare la sorgente della contaminazione, ha richiesto di convertire la rete di monitoraggio delle acque sotterranee in barriera idraulica atta ad impedire ogni ulteriore, benché minima, contaminazione al di fuori dell’area dell’impianto.
Gli ulteriori interventi di MISE effettuati hanno permesso di ridurre notevolmente la contaminazione relativa ai metalli che a distanza di pochi mesi è ormai prossima ai limiti delle CSC. Nel frattempo la caratterizzazione ambientale svolta da parte di FENICE ha permesso di capire che le contaminazioni riscontrate nelle acque sotterranee sono imputabili ad anomalie di funzionamento dell’impianto. Nell’attesa della soluzione definitiva del problema l’ARPAB, in conferenza di servizi del 08/10/2009, ha richiesto la costruzione di una nuova barriera idraulica in sostituzione di quella attuata in fase di MISE utilizzando la rete di monitoraggio, questo al fine di restituire all’originaria funzione detta rete per poter disporre di punti di controllo della qualità della acque sotterranee idonei alla verifica sia della qualità delle acque sotterranee che delle attività che FENICE porrà in essere.
In estrema sintesi, dai dati in possesso, si può concludere che la contaminazione delle acque è circoscritta all’area dell’impianto FENICE, non esiste alcuna compromissione della qualità dell’acqua del fiume Ofanto, ne delle acque sotterranee a valle dell’impianto.

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non ci aspettavamo altro d’altronde dal massimo organo di controllo ambientale istituzionale regionale che questo pamphlet tuttappostista e rassicurante (i cretini che vogliono solo essere rassicurati, ovviamente) che tuttavia presenta molte crepe evidenziate nella stupidità presunta dei lettori a cui si racconta che alcuni superamenti sono dovuti a cause atmosferiche o al traffico (evento per il quale d’altronde il superamento delle soglie di ozono e pm10 richiederebbe comunque interventi, come dovunque accade tranne che da noi), nell’attesa di un piano di caratterizzazione interno a fenice che dovrebbe dire da cosa dipenda l’inquinamento delle falde (come aspettare i raggi per capire se il paziente che ci tossisce avanti ha la tosse!!!) e molto altro ancora…questo ente va commissariato subito, allontanati i vertici, avviata una scrupolosa indagine amministrativa interna che verifichi conti, spese, competenze degli addetti e predisponga l’immediato licenziamento di coloro che in assenza di titoli occupano cariche riconducibili a cordate di interessi politici e non, sperando che la magistratura entri direttamente in campo ed accerti se alcune “presunte” violazioni omissive rivestano i caratteri della rilevanza penale o amministrativa, atti che consentirebbero azioni sospensive dei funzionari e dirigenti eventualmente coinvolti…il caso dell’omologa tuttappostista agenzia campana infiltrata dai ceppaloniani insegna che a far pulizia si farà pure un gran clamore che non giova al rasserenamento dei rapporti politici, ma almeno si cambia l’aria senza che per purificarla si cambino i valori dei parametri di rilevamento

noi non pensiamo che la magistratura debba cambiare la politica, ma fare il suo dovere e colpire corrotti e corruttori nell’attesa che la politica guarisca dalla sua malattia, se possibile

 

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registro dei tumori

copincollo

DI LORENZO (PDL) SU REGRISTRO REGIONALE TUMORI

 
27/10/2009 18.54.26
[Basilicata]

(ACR) – “Siamo ancora molto indietro in merito alla realizzazione del registro regionale dei tumori integrato con le strutture sanitarie e con il registro nazionale”. E’ quanto dichiarato in Aula dal consigliere regionale del Pdl, Pasquale Di Lorenzo, in replica alla risposta fornita dall’Assessore alla Sanità ad un interrogazione con la quale si chiedeva lo stato di operatività e funzionamento del registro regionale dei tumori, “istituito molto anni fa ma ad oggi non ancora funzionante”…….

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quando lo dicevo io nessuno voleva crederci, neppure i competenti…chissà se ora qualcuno apre gli occhi e collega tutto questo con la mancanza di dati epidemiologici soprattutto in val d’agri, val basento ed in prossimità di siti industriali e discariche

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comunicato stampa comunità lucana – movimento no oil

Reindustrializzazione, una farsa.

 

A parlare di sistema industriale in Lucania tutto si riassumerebbe nella parola fallimento, ma a parlare dei tentativi di resuscitare il morto a cui si dà il nome di reindustrializzazione, dalla tragedia di ogni fine di esperienza industriale si scivola nella comicità e qualche volta nella farsa.

 

Tale condizione drammaturgica contiene perfettamente il copione che, dopo la chiusura di uno stabilimento per le più svariate bizzarrie a cui il sistema produttivo ci ha abituati, vede prima l’affannosa ricerca di succedanei che possano mantenere inalterati i livelli occupazionali, poi l’annuncio che qualcuno si è trovato, ed ancora che, salvi gli adempimenti di una legge regionale da rifare, tutto è pronto e si possono aprire i cordoni della borsa pubblica. L’epilogo è al meglio la triste ammissione che il subentrante era “taroccato” o si è tirato indietro dopo attente analisi, al peggio che si è data fiducia e denari a lestofanti od improvvisati, e così ricominciano annunci, promesse, speranze, trattative, sequenza che pur porrebbe domande a cui dare risposte.

 

Quali devono essere i criteri per reindustrializzare un sito produttivo ed evitare il ripetersi di storie industriali che dominano il panorama lucano e che davvero troppo lungo sarebbe enumerare?

 

Va forse compreso che oltre le solidità finanziarie richieste solo dopo l’avvio delle procedure, oltre i piani industriali e di ricollocazione dei lavoratori, occorre una valutazione generale sul modello industriale che si intende adottare nella nostra regione e ricavare da questa uno spazio per ogni crisi, incentrandone la soluzione sul modello adottato.

 

Reindustrializzare un sito non può più imperniarsi sull’equipollenza matematica dei valori occupazionali (cosa che spinge verso qualsiasi generica soluzione possibile), ma necessita di forti indicazioni che contengano il problema locale – quel problema – in uno schema programmatico per il futuro, in altri termini che, adottato un progetto regionale che integri peculiarità del territorio, valori umani, sistemi di scala e filiere locali, ci si adoperi in quel recinto per il problema locale.

 

Chiaro che tutto questo prevede un momento separato dalla crisi locale, un momento concertativo ormai ineludibile tra politica, sindacati, categorie produttive, che individui obiettivi programmatici imperniati sulla massima integrazione tra schema industriale e territorio, valutando l’oggettività del possibile in rapporto alle potenzialità intrinseche ed al valore di incontaminatezza e rispetto dell’ambiente che va assunto a costante, facendo del confronto con le esperienze ambientaliste e dei comitati di cittadini momento di crescita, integrazione e scambio alla pari.

 

E’ solo elaborando una strada che si basi sulle reali potenzialità del territorio e delle sue risorse umane e culturali, che si trova una via d’uscita coerente sia alla crisi sistemica che a quella locale, facendo i conti con la realtà del luogo e non con un sistema industriale che tende a trasformare ogni luogo in un “qualsiasi luogo”, deprivato di caratteristiche proprie e ridotto a contenitore di un valore produttivo che fa riferimento sempre altrove.

 Miko Somma, coordinatore regionale

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consiglio provinciale

CONVOCATO PER DOMANI CONSIGLIO PROVINCIALE DI POTENZA
 
27/10/2009 10.16.20
[Basilicata]

Il presidente del Consiglio provinciale di Potenza Palmiro Sacco ha fissato per domani, mercoledì 28, alle 10,30, in prima convocazione e venerdì 30 alle 15,30, in seconda convocazione, una seduta dell’assise, nell’aula consiliare di piazza Mario Pagano.

Due i punti all’ordine del giorno: l’adesione alla Fondazione “Francesco Saverio Nitti” e la discussione, su richiesta della minoranza, sulla questione rifiuti.

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consiglio a cui parteciperò, nella parte relativa al problema rifiuti, cercando di fare un intervento…certo so già che la cosa sarà osteggiata dalla maggioranza, ma il capogruppo di minoranza aurelio pace (dal quale sono sideralmente lontano politicamente, ma con il quale ho avuto il piacere di duellare in alcuni confronti elettorali televisivi, ricavandone che una nuova stagione di dialogo franco farebbe bene a tutti) mi ha confermato questa mattina la sua volontà di dare uno spazio di intervento al sottoscritto, previo permesso del presidente palmiro sacco, che spero non vorrà opporsi per correttezza di rapporti finora intercorsi e perchè nessuna legge o regolamento osta all’intervento

cercherò quindi se possibile di mettere nero su bianco ed esplicitare in modo chiaro che il problema rifiuti in questa regione (di questo si tratta, pur essendo l’ambito specifico quello provinciale) non lo si può affrontare mantenendo una situazione di emergenza in parte indotta secondo le regole della shock economy per favorire “necessari” flussi di movimento verso discariche lontane che producono valore aggiunto a chi si assume l’onere ben ripagato (media 125 euro a tonnellata) del trasporto, oltre ai costo di conferimento stimabile intorno ad una media di 150 euro/tonn, ma soprattutto spingono verso l’adozione della logica dei termovalorizzatori come ultima speme (dovremmo però definirli a norma delle prescrizioni della commissione europea verso il nostro paese come inceneritori sic et simpliciter), confinando così la raccolta differenziata alla semplice separazione tra umido indifferenziato e frazione secca (cdr), frazione secca che finirebbe così, sulla base delle previsioni del piano energetico regionale (15% di produzione energetica da bio-masse) e sulla base dell’ormai famosa delibera della giunta de filippo del novembre 2005 che equipara il cdr appunto alla legna ecologica, alla logica dell’incenerimento camuffato da produzione di energia rinnovabile

nè d’altro canto il problema è risolvibile solo attraverso una tardiva raccolta differenziata che non si ponga il problema del sistema porta a porta a tariffa puntuale (cosa che prevederebbe tra le altre la trasformazione della tarsu da tassa in tariffa), la problematica della consortilità demandata al territorio delle frazioni differenziate e rivendibilì, del compostaggio ad alto valore dell’umido per la creazione di concimi efficienti, una raccolta ad uso e consumo dei vari amici degli amici che la gestiscono attraverso contrattazioni privatistiche spesso senza gara comune per comune

insomma i problemi sono tanti, noi ne abbiamo spesso parlato in questa sede ed in molte altre, compresa quella della scorsa campagna elettorale per le provinciali, e speriamo di poter dare un contributo alla risoluzione di un problema che non ha colore politico…credete che mi lasceranno parlare?…vedremo!!! 

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ENI, POTERI FORTI E POLITICI DEBOLI.

Quella del 20 marzo 2003, la ormai famigerata “seconda guerra del Golfo”, era stata dichiarata da Bush Jr. sulla base di labilissime prove circa la presenza in Iraq di “armi di distruzione di massa” che, appunto, richiedevano un intervento militare. Ma se per l’Afghanistan vi era stata una risoluzione dell’ONU (sia pur discutibile), per l’Iraq abbiamo avuto la decisione UNILATERALE degli USA di intervenire militarmente. Ora, dopo più di sei anni, è chiaro a tutti che il vero motivo di quest’attacco altro non era che l’opportunità di sfruttare le enormi riserve di Greggio di quel paese senza dover sottostare alle richieste del Rais Saddam. Insomma, il petrolio serviva all’occidente e l’occidente si è organizzato con tutti i mezzi, leciti e meno leciti, per andare a prenderselo con la forza. Il nostro paese si è subito schierato con l’”amico” Bush (perché è bene essere chiari: Berlusconi o chiunque altro sono stati “costretti” a schierarsi… e vedremo il perché), ed ha inviato un contingente di uomini e mezzi che ha avuto assegnata la regione di Nassirya. Ora, sembra che quella zona dell’Iraq fosse molto “appetita” dall’ENI; dirò di più: voci non verificate (e non verificabili) parlavano di un accordo in via di definizione col Sanguinario Dittatore Saddam (qualche voce parla addirittura di accordo già stipulato) sull’opportunità da parte del “Cane a sei zampe” di sfruttamento del giacimento dell’area summenzionata. Ovvio che, caduto il rais, l’Eni si era venuta a trovare, come si suol dire, “in braghe di Tela”… ma il problema è stato subito risolto: un contingente di uomini armati, a presidio dell’intera zona, poteva essere un buon viatico – in eventuali accordi con l’alleato Statunitense – per assicurarsi l’opportunità che era venuta meno con l’”esclusione forzata” di Saddam Hussein dal tavolo delle trattative. Queste sono, più o meno, anche le conclusioni cui era arrivato Silvano Ranucci, inviato di Rainews 24, autore di un reportage-inchiesta visibile al seguente sito (vi sono due link a dei filmati del reportage):

http://www.rainews24.it/ran24/inchieste/innomedelpetrolio.asp

Che dire, a questo punto? Che l’Eni non si ferma davanti a nulla! E’ capace di contrattare con spietati dittatori, ma, a quanto pare, ha un’abilità a contrattare anche con stati molto potenti (e che potrebbero opporre veti contro i quali ben poco ci sarebbe da fare), com’è accaduto nel caso in questione. Si può, dunque, a questo punto e con le premesse fatte, avere il lecito sospetto che i “pezzi grossi” della multinazionale del Greggio (che qui in Basilicata conosciamo piuttosto bene), siano stati in grado di esercitare pressioni di una certa efficacia nei confronti dei nostri governanti? Al punto tale di convincerli a schierare uomini e mezzi in una guerra di invasione che per la nostra costituzione non è cosa legittima? Sospettare, ovviamente, non è proprio una cosa da “pellegrini”, come si vorrebbe far credere. E l’inchiesta di Ranucci, a quanto pare, avalla questi sospetti. Inoltre, non dimentichiamocelo, presidiare l’area di Nassirya ha avuto un costo anche in vite umane!

Poi, qualche giorno fa, mi imbatto nel seguente articolo, sempre sul sito di Rainews 24:

http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=132871

dopo aver letto quanto riportato (le dichiarazioni fatte da Scaroni, Amministratore Delegato dell’ENI, al Financial Times), diciamo che è stato facile arrivare alla quadratura del Cerchio. Insomma, sei anni di “guerra”, hanno fruttato alla multinazionale del Greggio, il diritto di sfruttamento di uno dei più colossali giacimenti petroliferi dell’intero globo terraqueo: il giacimento di Zubair! E la cosa che più mi fa riflettere e masticare amaro, sta nel fatto che, in questo caso, l’Eni avrà, a nostre spese (cioè a spese del contribuente italiano) anche la protezione dei nostri militari. Eh sì! Giorno dopo giorno, questi potenti signori, diventano sempre più efficienti! Se in Nigeria erano costretti, per una questione di labile sicurezza in quel paese martoriato da guerriglia permanente, a “pagarsi” un servizio di sicurezza di tasca propria (oltre a versare royalties ben più consistenti di quelle che vengono “elemosinate” alla Basilicata), oggi possiamo dire che questi signori avranno una protezione militare pressocchè gratuita (per loro) e abbastanza onerosa per noi contribuenti.

Non c’è che dire: se le cose stanno così, che speranze rimangono in questa regione, a parte la “bufala” del prezzo del carburante ridotto e del continuo sbandierare un’opportunità di sviluppo che non si vede mai? E possiamo ancora avere un minimo di fiducia nei confronti di questa classe dirigente (tutta, in maniera trasversale) che pare rassegnata a subire supinamente lo strapotere delle Multinazionali dell’energia?

Vogliamo continuare a meditare gente?

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matera

come era da prevedersi a matera si andrà al voto anticipato a primavera, probabilmente in accoppiata alle regionali di marzo, per eleggere la nuova giunta dopo le dimissioni del sindaco emilio nicola buccico

come comunità lucana – movimento no oil riteniamo doveroso considerare una nostra partecipazione a quella competizione elettorale con una lista indipendente che sia frutto di una spontanea e locale aggregazione di quelle parti di società civile che si riconoscono nel nostro progetto di un’altra lucania possibile, un’altra lucania necessaria

seguiranno comunicazioni al riguardo

miko somma

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gente che ha perso l’olfatto

copincollo senza commentare affatto, tanto se pecunia non olet neppure per uno che appartiene ad un partito che si ostina a definirsi comunista, allora o non olet affatto o qualcuno ha perso l’olfatto

PDCI:FONDI DA “SCUDO FISCALE” A FAVORE DEL COMUNE DI POTENZA

 
26/10/2009 13.14.58
[Basilicata]
“Sfidiamo il Pdl: nel piano del Ministro Tremonti (secondo anticipazioni giornalistiche) per l’utilizzo dei soldi provenienti dallo “scudo fiscale” figurano 100 milioni di euro da assegnare ai Comuni di Catania e Palermo per i noti problemi finanziari dei due Comuni. Chiediamo altrettanto impegno per il Comune di Potenza”. E’ quanto sostiene il segretario cittadino del Pdci-federazione sinistra di Potenza Gerardo Nardiello.
“Come è noto sulla situazione debitoria ereditata dal sindaco Santarsiero dal suo predecessore al 2004 – dice Nardiello – gli esponenti comunali e i parlamentari del Pdl sono bravi a fare polemica ma non altrettanto ad assumere iniziative concrete. Se infatti il Governo ha in programma di spendere circa 7 miliardi di euro in arrivo dal provvedimento dello “scudo fiscale” e sta pensando, tra l’altro e giustamente, a venire incontro alle esigenze di Comuni in dissesto finanziario, non si può usare il metodo dell’amicizia personale e politica del Premier nei confronti dei sindaci dei Comuni siciliani. Il comune capoluogo della Basilicata ha le stesse esigenze come hanno ammesso in campagna elettorale i Ministri Bondi e Matteoli promettendo l’arrivo dopo le elezioni comunali di un finanziamento straordinario specie per il “piano Bucaletto”.
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val basento

copincollo

ENERGIA: ASSOCIAZIONI CONTRO CENTRALE IN VALBASENTO

 
26/10/2009 13.22.52
[Basilicata]

Le associazioni Allelammie, Mp3, Coldiretti Pisticci, Centro Studi Gymnasium, La Spiga, UNITRE, Unione Consumatori, ACT in Circus, Forum Ambientalista Basilicata, Sacco e Vanzetti Pomarico contro l’insediamento dell’impianto termoelettrico di 750 Mwe in Valbasento.
“Per questo reputano prioritario – sostengono le associazioni in un comunicato stampa congiunto – che gli amministratori e le forze politiche locali (giunta e consiglio comunale e provinciale, partiti) dando seguito alle azioni formali già intraprese in questi ultimi anni, intervengano con coerenza e senza più esitazioni presso la Regione Basilicata (che inspiegabilmente ha rinunciato al ricorso al TAR, nonostante le sollecitazioni provenienti dal territorio), mettendo in campo tutte le azioni necessarie per scongiurare il rischio rappresentato dalla mega centrale”.
Per le associazioni “la centrale non rappresenterebbe un’occasione di sviluppo per il territorio, che oggi corrisponde solo ad una mega piattaforma di smaltimento rifiuti, ma forse la sua pietra tombale”, mentre “il soddisfacimento delle esigenze delle industrie in Valbasento da parte della mega centrale appare come dato fortemente demagogico”.
“E’ arrivata l’ora di chiedersi quale futuro spetta alla nostra zona industriale, lasciata al destino dell’ ecologia passiva (reflui e oli esausti) e di mega progetti energetici (centrali, inceneritori e depositi di gas)” e di mettere in campo “un progetto serio e lungimirante che porti alla riconversione della zona industriale in un polo d’eccellenza di ricerca sulle fonti rinnovabili (in linea con il nuovo Piano Energetico regionale) e, più in generale, di innovazione tecnologica che assicuri un futuro meno drammatico ai pochi (ma preziosi) lavoratori rimasti e faccia ripartire un territorio fermo oramai da troppo tempo”.

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ne avevo parlato durante la campagna elettorale per la provincia di potenza (che bizarria parlare dunque di quella di matera o la conferma che l’occasione derviva per parlare dell’intera regione?), denunciando una situazione drammatica di degrado ambientale, politico e programmatico…mi associo pienamente al comunicato

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arpab

copincollo e commento:

ARPAB, RSU CGIL E UIL RISPONDE A RSU CISL

 
26/10/2009 13.02.53
[Basilicata]

“Appare quanto mai paradossale ed imprudente la difesa strumentale, ma infondata, che la RSU CISL offre alla direzione ARPAB”. Lo affermano le rsu arpab di Cgil e Uil per le quali nell’ente vi è una gestione “che impedisce l’esercizio di un “normale” rapporto tra sindacato e direzione”. “Non sarà un caso che in Arpab i processi di precarizzazoone del lavoro trovano la massima espressione in numero e durata del rapporto di lavoro. Sempre il fato vuole che in ARPAB si indicano concorsi senza tenere conto del reale fabbisogno di personale.
Per poter operare liberamente la direzione dell’Arpab redige il proprio fabbisogno di personale solo in termini di contingente di personale e non in termini di titoli di studio o di effettive competenze come invece previsto dal regolamento di organizzazione dell’Arpab. Sempre in Arpab, si eroga lo straordinario con modalità non definite in sede di contrattazione ma decise arbitrariamente dalla direzione. La direzione ha giustificato il ricorso a risorse esterne all’Ente come conseguenza dell’incapacita’ dei dipendenti a tempo indeterminato presenti nell’ente. Noi sappiamo che invece si privilegia l’esternalizzazione unicamente per la discrezionalita’ della scelta. Un contigente di circa 130 unità tra dipendenti e dirigenti, milioni di euro investiti eppure non si riesce ad assolvere ai compiti istituzionali. Saranno le solite “beghe” tra sindacati? No,i problemi posti dalla RSU CGIL E UIL ARPAB – conclude la nota – sono di natura gestionale e vanno al di là delle sigle sindacali, ma ineriscono l’amministrazione della cosa pubblica in termini di pessimo impiego di risorse umane ed economiche, nonchè di imperizia nell’assolvere ai compiti di istituto”.

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non entro nella polemica sindacale, ma simili denunce viste in una prospettiva che oltrepassa la gestione dei rapporti di lavoro stanno a significare che se l’ente non funziona come dovrebbe (e ben sappiamo che non funziona affatto come dovrebbe!!!), tutto ciò non può che non riverberarsi direttamente sui compiti istituzionali di tutela ambientale…e tutti intuiamo come dietro rapporti di lavoro precario facilmente ricattabili e dietro il ricorso alle esternalizzazioni facili ci siano quelle “devianze” nei compiti di sorveglianza, monitoraggio, tutela, nelle stesse misurazioni e parametrazioni che da sempre denunciamo ora in favore del tuttappostismo petrolifero, ora di quello “feniciano” e via discorrendo…qualcuno poi ricorderà la famosa ed infelice frase di sigillito circa il “punto zero” delle emissioni in val d’agri mai misurato (e che peccato – diciamo noi!!!) e qui siamo alla nota politica, all’attachment diretto ad un sistema di potere permissivo e facilmente influenzabile dai poteri forti dell’economia che di fatto ha costruito attraverso assunzioni clientelari un carrozzone inutile volto a legalizzare o rendere più legali situazioni che “devono” trovare legittimazione formale e la trovano in un ente confermativo di volontà altre…un istituto quello dell’arpab non dissimile dal suo omologo campano, quello infiltrato dai mastelliani, ed anche qui scorrendo l’elenco dei suoi dipendenti, funzionari e dirigenti troveremmo sorprese assai inedite, seppur in alcuni casi facilmente prevedibili…che la cultura del tuttapposto cresca anche nella cultura del clientelarismo?…io ne sono del tutto convinto!!! 

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in lucania si attende godot

copincollo da basilicatanet:

PARTITO DEMOCRATICO: I RISULTATI DELLE ELEZIONI
 
26/10/2009 09.28.29
[Basilicata]
                                                                                                                         

(AGR) – Pierluigi Bersani, candidato a segretario nazionale, in Basilicata ha ottenuto 35.773 voti (56,39 per cento); Dario Franceschini 22.441 (35,38 %); Ignazio Marino 5.221 (8,23%).
I votanti in tutta la regione sono stati 66.978, di cui 44.374 in provincia di Potenza e 22.631 in quella di Matera.
Bersani in provincia di Matera ha conseguito 10.810 voti (49,57 %), Franceschini 9.790 (44,90 %), Marino 1.206 (5,53%).
In provincia di Potenza Bersani ha ottenuto 24.963 voti (59,97 per cento), Franceschini 12.651 (30,39 %), Marino 4.015 (9,64 %).
Per quanto riguarda la segreteria regionale Roberto Speranza ha ottenuto 23.074 voti pari al 36,25 per cento, Erminio Restaino 22.196 (34,87 %9, Salvatore Adduce 18.377 (28,87 %) così distinti per provincia:
Provincia di Potenza: Salvatore Adduce 14.847 (35,34 per cento), Roberto Speranza (14.338 (34,13 %), Erminio Restaino 12.828 (30,53 %).
Provincia di Matera: Erminio Restaino 9.368 (43,30 per cento), Roberto Speranza 8.736 (40,38 %) Salvatore Adduce 3.530 (16,32 %).
Non avendo conseguito alcuno dei tre candidati la maggioranza qualificata, nei prossimi 20 giorni sarà convocata l’assemblea. Vi parteciperanno i 100 delegati eletti con il voto di ieri. In quella sede si procederà al ballottaggio tra i primi due candidati più votati (Speranza e Restaino).

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non ci sono parole…e così la politica amministrativa lucana, in una regione dove l’amministrazione si confonde, sovrapponendosi in pieno, con il partito in oggetto, continuerà a fermarsi ancora per altri venti giorni (tale è la realtà per specifica ammissione di molti esponenti del partito democratico), mentre la drammaticità dei tanti problemi reali della regione aumenta con il proseguire della crisi economica e dell’ovvio maggior carico sociale ed economico che questa comporta nelle periferie produttive, senza che ad essa vengano a livello locale opposte soluzioni pronte e decisioni rapide che in primis necessiterebbero di una stabilità politica che al momento non esiste affatto…si aspetta in questa regione, dunque, non l’arrivo di un godot (mi perdoni samuel beckett per l’ardito accoppiamento di senso), ma speranza o restaino…e chi di speranza vive, di restaino muore!!!

…meditiamo gente, meditiamo!!!

 

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impegni al veleno

copincollo dal sito istituzionale:

NAVE VELENI: DIGILIO E VICECONTE (PDL), IMPEGNO AL SENATO
 
25/10/2009 17.16.33
[Basilicata]
                                                                                                                         

Mentre ieri le sinistre hanno strumentalizzato la manifestazione di Amantea contro il Governo contribuendo ad alimentare un inutile quanto demagogico allarmismo, la XIII Commissione del Senato (Ambiente-Territorio), che sta svolgendo un’indagine conoscitiva sull’ecosistema del Mediterraneo, si sta occupando in concreto dei problemi di tutela delle coste calabrese e lucana del Tirreno e come potenziare in strumenti, strutture e finanziamenti l’attività di ricerca nel settore della biologia marina”. E’ quanto sottolineano i senatori Egidio Digilio e Guido Viceconte, riferendo che nei giorni scorsi in Commissione si è svolta l’ audizione di rappresentanti dell’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA) e dei sottosegretari Menia (Ambiente) e Giachino (Trassporti) e sono state esaminate le poste del bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per il triennio 2010 – 2012 riferite agli interventi da attuare per la tutela del territorio e del mare per l’anno finanziario 2010. Sempre in tema di stanziamenti, tra i rilievi della Commissione, l’invito al Governo a valutare la congruità di quelli relativi alla Missione “Ricerca ed innovazione” al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi di protezione e ricerca in campo ambientale da parte dell’ISPRA, nonché degli stanziamenti destinati alla Missione Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente fine di assicurare fondi adeguati al sistema di protezione della natura previsto dalla legge n. 394 del 1991. La XIII Commissione ha anche approvato un ordine del giorno con la sollecitazione al Governo “ad adottare i necessari atti normativi e a stanziare risorse affinché vengano potenziati i centri di ricerca scientifici universitari di biologia marina”.
I senatori del Pdl hanno riferito che prima della pausa estiva la Commissione ha proceduto all’audizione dell’ammiraglio Pollastrini sul ruolo del Corpo delle Capitanerie di porto nell’ambito delle amministrazioni preposte alla tutela ambientale e del mare in particolare. Al Corpo – hanno detto – sono stati assegnati poteri ispettivi di polizia in materia di raccolta di rifiuti delle navi e dei residui del carico, allo scopo di prevenirne l’immissione in mare. In tale contesto, si colloca il complesso ventaglio di funzioni attribuite al Reparto Ambientale Marino (R.A.M.) del Corpo, posto alle dirette dipendenze del Ministro dell’ambiente oltre alle attività di vigilanza sul mare territoriale e sulle zone di mare sottoposte alla giurisdizione dello Stato soggiacenti a particolari vincoli di tutela ambientale, quali ad esempio le zone di protezione ecologiche.
Secondo Digilio e Viceconte, inoltre, la vicenda delle “navi dei veleni” ripropone l’esigenza di accelerare l’approvazione della proposta presentata da associazioni ambientaliste di istituire nell’area costiera di Maratea il Parco Marino in modo da rafforzare le azioni di vigilanza ed estendere le attività della Sovrintendenza Archeologica per il recupero di reperti archeologici sui fondali della costa tirrenica lucana e calabrese. Il Parco Marino di Maratea – concludono i senatori del Pdl – assolverebbe a compiti importanti di tutela ambientale e di promozione del turismo per un vasto comprensorio lucano e calabrese”.

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cioè mentre ad amantea si svolgeva una manifestazione (a cui purtroppo non potevo essere presente per impegni precedenti) a detta dei signori “strumentalizzata”, ma che verteva su un fatto assai concreto, una nave con dei rifiuti tossici affondata in mare, come un pentito di n’drangheta ha rivelato e come comprovato (pur se analoghe denunce dello stesso pentito circa seppellimenti in terra di lucania di rifiuti tossici non sono state prese sul serio, e solo perchè finora non si è trovata ancora traccia dei fusti, come se uno che orchestra simili faccende faccia caso alla topografia e per giunta di notte), loro, i senatori pdl hanno preventivamente avviato un’indagine conoscitiva sull’ecosistema del Mediterraneo, che si sta occupando in concreto dei problemi di tutela delle coste calabrese e lucana del Tirreno e di come potenziare in strumenti, strutture e finanziamenti l’attività di ricerca nel settore della biologia marina che poco o nulla interessa quella che è un’indagine suffragata dai fatti e che dovrebbe essere competenza soprattutto del nucleo ecologico dei carabinieri con il supporto semmai delle capitanerie, ed hanno poi esaminato poste di bilancio ordinario che ancor meno riguardano un’emergenza che certo con altri fondi va affrontata, allo stesso modo cioè del terremoto in abruzzo o della frana nel messinese…certo che poi fa ridere l’idea di poteri ispettivi di polizia in materia di raccolta di rifiuti delle navi e dei residui del carico, allo scopo di prevenirne l’immissione quando l’immissione è già avvenuta ed al di là della natura del rifiuto, di rifiuto si tratta, tra contenuto e contenitore affondato…insomma i due minimizzano, nicchiano, tuttappostizzano o quasi (che abbiano imparato da certi presidenti?) e se ne vengono fuori con l’idea di un parco marino che forse non sanno poter limitare l’approdo degli “iot” degli amici degli amici o forse è già pronta una bella modifica di legge da realizzare con cura dopo aver magari commissariato prima del nascere il parco stesso?…che pensino a creare in parlamento quel clima che possa portare a rapide e conclusive indagini (quindi lasciando fare ai magistrati il loro dovere), che si adoperino per trovare finanziamenti per la bonifica e le ulteriori indagini (altro che scudo fiscale!), che impediscano con leggi certe e pene sicure che simili cose possano accadere ancora (una legge inequivoca e senza scappatoie tecniche che porti definitivamente nel campo del penale l’immissione illegale di rifiuti tossico-nocivi nell’ambiente  e che metta senza distinzioni sullo stesso grado mandanti ed esecutori, estendendo in concorso le fattispecie del 416 bis non ci starebbe certo male)…altro che turismo, qui è in gioco la pelle della gente ed il futuro del nostro mare che se è nostrum, lo è per il corso della nostra vita e non certo per tutti i secoli e tutte le genti a venire!!!

una domanda oziosa infine…ma la n’drangheta ed i casalesi per quale parte politica votano in genere?…meditiamo gente, meditiamo

 

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le primarie del pd

le primarie del pd finalmente arrivano al loro epilogo – non ce la si faceva proprio più a sopportare questa attesa a tre condita di idiozie da borghesucci ansiosi e teledipendenti!!! – ed oggi conosceremo il nome del suo nuovo segretario (il terzo in meno di un anno n.d.r.) nella speranza che il maggior partito di opposizione si decida a fare davvero opposizione a questo governo “argentino” e non si limiti alle piccole attività di cabotaggio lobbysta, di sterile parlamentarismo televisivo, di culto della banalità politically correct a cui ci ha abituati…come giudicare altrimenti l’attività in stasi attendista e fiatosospesa di un partito che per specifica ammissione di quasi tutti i suoi iscritti necessita nella sue breve vita già di profonde riforme?…e che mentre il signor b. e gerarchi vari mettono in serio rischio le architetture istituzionali di questo paese, la stessa costituzione, i principi di legittimità dei poteri dello stato e delle stesse massime cariche istituzionali, si limita per bocca dei suoi vertici a minacciare di “fare una opposizione dura”, mentre fa mancare voti scudo-fiscal-decisivi che avrebbero almeno limitato la porcata dell’ennesimo regalino bipartizan agli amici degli amici?…un partito che, non pago di aver di fatto contribuito nella sua fase topogigesca (mi riferisco a veltroni e non alle campagne informative sull’influenza suina – roba da matti, quella!!!) all’annegamento bipolarista della ricchezza culturale della politica italiana in favore di un modello all’americana in cui è il segno dei millimetri di prossimità ad un ipotetico centro moderato l’unica vera differenza tra gli schieramenti, mancando completamente quella prospettiva politica di lungo respiro che ancora oggi può e deve fare la differenza tra una destra ed una sinistra, seppur de-ideologiche, oggi ripropone ed impone se stesso, la sua gerarchia intramontabile, le sue pratiche che continuano a sfornare bassolini fisiologici ormai ad una idea di politica e di amministrazione come referente di una italia “altra” che altra poi non è affatto, non capendosi altrimenti quale sia la differenza tra un piddino ed un pidiellino sui temi dell’economia globale e del sistema economico in generale, della sanità e dell’assistenza (vogliamo chiamarlo welfare e dimenticare tutto ciò che si è fatto finora che piuttosto si dovrebbe definire workfare?), dei diritti, della crisi e delle sue soluzioni praticabili in loco, dell’innovazione, della ricerca e – perchè no? – della cultura di base degli italiani e del sistema di apprendimento, delle riforme istituzionali, del comparto energetico e delle sue rendite di posizione che impediscono ogni fuoriuscita dalla eterna dipendenza dagli idrocarburi e dall’estero, etc etc etc…ed in mezzo, attendendo la nascita dai flutti di un nuovo segretario, dovrebbe stare quella parte degli italiani che non sopportando il signor b. e le sue odiose pratiche, dovrebbero rassegnarsi così alla consacrazione erga omnes in una beatitudine oppositiva con tanto di stigmati e cerchio luminoso in capo di un bersani, di un franceschini o di un marino (evito per pietà e per il momento di nominare i dirigenti locali e calarmi così nel pantano pd lucano) a guidare la voglia di voltar pagina in un paese che non può pretendere di risolvere se stesso se non risolve prima la sua storia?…quegli italiani ostaggi della conclusione di un’idea del mondo pensiero-unicista che al massimo trova ragione causale nella definizione di un “anti” che suona come consacrazione socio-antropologica della necessità di un nemico con cui magari accordarsi in seguito, piuttosto che come proposta di un modello altro di relazioni sociali, economiche, culturali, dovrebbero forse essere felici che il pd abbia un nuovo segretario?…dovrebbero esserlo i lucani che per di più devono confrontarsi con la contraddizione di un pd al governo regionale ed una quantità di problemi strutturali che necessitano di idee forti e voglia di praticarle ed a cui invece si ripropone la vecchia domanda se scegliere tra la padella di un’opposizione locale-governo nazionale che puzza di peracottarismo di provincia, profittazione delle buona fede, ideologizzazione del peggior istinto ed infine ignoranza becera e la brace governo locale-opposizione nazionale per la cottura lenta a cui infine è giunta una regione intera e che sarebbe ora inutile commentare, tanto sono evidenti i segni di marcescenza e putrefazione a cui hanno portato non solo le vecchie pratiche democriste del clientelismo, della raccomandazione, della “cosa nostra”, ma anche certe e più moderne pratiche affaristiche che vedono tanti politici essere diventati meri attori economici, direttamente e per interposte persone?…no, credo che i lucani, almeno quelli in buona fede e meno ingenui non dovrebbero affatto essere contenti dell’inutile suffragio con cui viene presa in giro ciò che una volta, certo assai genericamente, si definiva “sinistra” e qualcosa pur significava moralmente per un paese che non è e non può essere solo il paese dei furbetti e degli amici dei furbetti

miko somma

p.s. il linguaggio è certo duro, ma la triste realtà lo è molto di più 

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statistiche

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fornisco di seguito le chiavi di lettura semplicemente tradotte dal sito per facilitare la comprensione dei parametri utilizzati

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Sites è il numero di indirizzi IP / host che hanno fatto richiesta al server. Si deve prestare attenzione quando si utilizza questo parametro. Molti utenti possono venire da un unico sito.

Visits sono le richieste di una pagina sul tuo server per la prima volta. Fintanto che lo stesso sito mantiene le richieste entro un determinato periodo di timeout, saranno tutti considerati parte della stessa visita.

Pages sono le URL con una effettivo pagina richiesta.

Un KByte (KB) è 1024 byte (1 Kilobyte). Usato per mostrare la quantità di dati che sono stati trasferiti tra il server e la macchina remota, sulla base dei dati nel log del server.