20/05/2013

voglio augurarmi che al consiglio regionale di domani non ci siano contestatori e/o “pubblico molesto” in grado di fornire con urla e sbracamenti una utile scappatoia ai consiglieri, sospendere il consiglio e non discutere di quanto invece occorre ad una regione che deve decidere del suo futuro in un momento del tutto particolare

miko somma

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Comunicato stampa di Comunità Lucana

questa nota stampa non è stato inviata al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

 

L’Eni si fa privata…si vada al voto in autunno

 

E’ della scorsa domenica, da fonte Sole 24ore, la notizia dello stravolgimento in capo alla struttura di comando azionario di ENI operata da una massiccia ed inconsueta partecipazione dei fondi di investimento proprietari di quote consistenti di azioni ad un’assemblea ordinaria e tale da ribaltare quella finora consueta “mano pubblica” sulla multinazionale rappresentata dalla golden share del 30,1% del capitale detenuta dal Tesoro e dalla Cassa Depositi e Prestiti.

Riportando, per maggiore chiarezza, un passo dell’articolo “La partecipazione massiccia dei fondi (in larga maggioranza esteri) all’assemblea dell’Eni ha tolto allo Stato la maggioranza dei voti in assemblea…”, articolo nel quale la consolidata analisi mercantile del giornale economico evince una nuova prassi di controllo e governo privatistico ed internazionale dei mercati sulle Partecipate Pubbliche in un paese dove, a nostro avviso, a cuor sin troppo leggero e con la miopia da classe dirigente di seconda scelta si sono immesse sul mercato quote importanti di aziende strategiche, considerazioni nascono spontanee su quanto ciò rappresenti per la nostra regione, colonia ENI.

Di fatto oggi la golden share a garanzia dell’interesse pubblico preminente che a molti pareva una rassicurazione sulla “presenza benevola”, seppur non dimostrabile che con categorie dogmatiche, dello Stato nella gestione delle delicate attività estrattive di ENI sul nostro territorio, non esiste più, scontando una sua minoranza di fronte ad altri interessi, ma, più volte in passato il sottoscritto ha avvertito sia dell’assurdità palese di considerare la presenza dello Stato in ENI rassicurante, vista l’interfaccia strategico tra temi energetici, che pur sarebbero pubblici, e lobbies, che sono invece private e che agiscono sui livelli decisionali dello stato in materia, sia che il mercato nelle sue dinamiche intrinseche poteva stravolgere quell’assetto in ogni istante, potendo inoltre replicare in altri settori a forte valenza pubblica, acqua in testa.

Ma cosa comporta per noi lucani, vivendo il petrolio sulla pelle, la tendenza al controllo societario (e quindi delle scelte di fondo gestionali) a strutturarsi in maggioranze non più facenti capo al solo “tranquillizzante” attore pubblico ed in nome della cui presenza qualcuno pur si è reso in qualche modo correo del dramma lucano del “tutt’apposto”, ma a quote in mano ad investitori privati esteri, i cui interessi non possono che essere massimizzazione dei profitti e minimizzazione delle spese?

Il taglio di spese considerate “improduttive”, quali monitoraggio e tutela ambientale, e la pervicace volontà di influire, ancor più di quanto ENI non abbia fatto finora, sull’aumento di quote estrattive nella nostra regione, chiudendosi così un cerchio, in qualche modo malamente fatto intendere a riformista, di modifica coatta della legislazione in materia, sentita ostruttiva di iter autorizzativi e di processi produttivi, un cerchio – ed il cerchio serve ad accerchiare – introdotto dal memorandum, disegnato da alcuni decreti dal governo tecnico, illustrato da alcune dichiarazioni estive dell’allora ministro allo sviluppo economico, concretizzato nella Strategia Energetica Nazionale e ribadito da passaggi di recenti “lavori saggi” e che si sintetizzano in aumenti a 450.000 barili/giorno d’estratto, nel più generale quadro di uno “scippo” delle potestà regionali ex art.117 della Costituzione.

Certo si obietterà che regole di monitoraggio e tutela, ancorché fissate da leggi ordinarie, ci sono e regolate anche dall’accordo di programma ENI-Regione del ’98 (ed interessante a tal proposito sarebbe controllare la struttura del capitale ENI di quegli anni per una verifica dinamica di quanto la clausola di “interesse nazionale” posta allora sulle estrazioni viva ancora in proiezione odierna) ma l’esperienza ha dimostrato trattarsi quell’accordo di un elastico estensibile verso la tendenza delle compagnie ad agire nella nostra terra come chi costruì la ferrovia nel west, ed in quanto alle leggi purtroppo il caso ILVA insegna.

Così, in caso di volontà non favorevole a spendere in attività considerate dall’azionariato come “a perdere”, in un clima generale e soprattutto locale dove la crisi spinge ad abbassare la guardia in favore di forme anomale di occupazione e “sviluppo” fondate sugli idrocarburi e sull’energia di cui si è cianciato spesso, nella coincidenza tra questa volontà e i nuovi disposti normativi, non ultimo l’accorpamento tra regioni che supponiamo non tardare troppo ad essere approvati, è grave – ed ogni complottista vi vedrebbe una precisa trama – che la regione si trovi in una situazione di grave stallo istituzionale che, se protratta alla primavera 2014 in nome di assurdi election day e di paure inconfessate, non giova alla “resistenza” che pure con forza andrebbe opposta a progetti che non è più azzardato definire come di distruzione d’una terra in nome di supposti interessi nazionali.

Occorre che questa regione, dopo avere faticosamente riconquistato il coraggio di riconvocare un Consiglio Regionale dopo la tempesta dei rimborsi, si dia modi e tempi certi e rapidi, nelle more di legge, per ritornare alle urne in autunno e darsi un nuovo governo in grado di arginare ciò che già si annuncia come il disastro di una terra sacrificabile perché piccola, marginale, poco coesa e povera, pur se facile è immaginare in una fase tanto convulsa quale il voto anticipato l’apparizione di qualche “nuovista” salvatore della patria, mandatario diretto di qualcuno molto più interessato a ciò che la regione nasconde sotto la propria crosta che a quanto palesa sopra.

Miko Somma, segretario regionale di Comunità Lucana

 

l’eni si fa privata…

in primo luogo vi posto questo link ad un articolo del sole 24 ore a riguardo dell’assemblea eni tenutasi la scorsa settimana, assemblea il cui voto ha aperto un fronte pericoloso per la nostra regione che in qualche modo è una “colonia eni” per le ovvie e visibili ragioni che da noi in lucania si concentra la stragrande maggioranza delle attività estrattive in italia della multinazionale un tempo pubblica…

http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2013-05-15/diventa-privata-fondi-battono-071232.shtml?uuid=Ab24dyvH

dalla lettura dell’articolo si evince una realtà preoccupante che sintetizzo con un passo dello stesso articolo “…La partecipazione massiccia dei fondi (in larga maggioranza esteri) all’assemblea dell’Eni ha tolto allo Stato la maggioranza dei voti in assemblea…”

cosa significa tutto questo, in un quadro generale dell’assetto proprietario della multinazionale che sembrava solidamente in capo allo stato con il suo 30% (golden share) in mano ad investitori istituzionali e che a molti pareva una sorta di rassicurazione sulla “presenza benevola” dello stato nella gestione delle delicate attività di eni proprio nella nostra regione?…

più volte in passato avevo avvertito via comunicati stampa e con altri mezzi della assurdità del considerare quella presenza dello stato nel capitale eni come rassicurante in quanto tale, vista l’interfaccia strategico tra i temi energetici che pure sarebbero pubblici e le lobbies di interessi che invece sono maledettamente private, e la cui convergenza portava qui da noi ad operare volutamente in un generale clima di melassa tutt’appostista garantita dalla poltica regionale e non solo e dai vari livelli dirigenziali, sottolineando sempre che il mercato poteva stravolgere quell’assetto (e lo stesso valeva anche per il discorso acqua) in ogni momento…

bene quel momento pare sia arrivato e seppure l’articolo evidenzia solo una tendenza economica e finanziaria appena avviatasi degli assetti societari della multinazionale erroneamente finora considerata pubblica, a strutturarsi in maggioranze non più facenti capo all’attore pubblico, ma sulla base di interessi incernierati sulle quote di maggioranza in mano ai privati (anche esteri) – lo stampo dell’analisi economica del sole 24 ore d’altronde è nota – se l’avvenimento si legge dalla nostra regione le cose cambiano un bel po’, trattandosi nel nostro caso non di tendenze, ma di attività concrete, le estrazioni, con carichi di impatti ambientali, sociali ed economici che, cambiando la struttura di controllo societario potrebbero modificarsi in senso ancor più peggiorativo se a prevalere fossero quelle logiche imprenditoriali di massimizzazione del profitto che hanno come conseguenza quasi sempre il taglio di alcune spese improduttive, quali ad esempio quelle di monitoraggio e tutela ambientale…

certo qualcuno potrebbe obiettare che quelle regole, ancorchè fissate dalle leggi ordinarie dello stato, sono regolate anche dall’accordo di programma eni-regione firmato nel ’98 (al proposito vi consiglierei di andare a controllare la struttura del capitale in quegli anni e la presenza delle quote pubbliche, trattandosi in quell’accordo anche di una clausola ben espressa di “interesse nazionale” posto sulle estrazioni in val d’agri/val camastra che pur aveva rassicurato i “tutt’appostisti” che a loro volta “tutt’appostizzavano” una regione intera, annacquando ogni ragione contraria – e qualcuno dovrebbe ricordarsi quando in solitaria fui proprio il sottoscritto ad aprire e reggere il tema petrolio sino a portarlo al centro dell’attenzione pubblica…ora diciamo che è molto più facile essere contrari!!!)…

bene, obietti pure, ma dovrà pur considerare oggettivamente che quell’accordo è di fatto un elastico che può tirarsi a piacere da un lato o dall’altro (esattamente come fatto finora) e che, in caso di una volontà meno favorevole a spendere ulteriori quattrini per attività considerate a perdere, potrebbe di fatto influire negativamente proprio su quelle partite spese per rassicurare “tutt’apposticamente” una regione (diciamoci la verità che sono attività bufala di pura facciata)…in altre parole eni potrebbe decidere di tagliare quei fondi e mandare a ramengo ogni protesta di un ente regione che, guarda caso, proprio ora è in crisi e di fatto deve limitarsi all’ordinarietà, senza contare che prevedo con facilità una sua presenza dietro qualche “salvatore” della patria che apparirà senz’altro per partecipare e vincere le elezioni…

questa sono ovviamente alcune considerazioni che ritroverete nel comunicato stampa che sto scrivendo e di cui ovviamente questo articolo rappresenta un preannuncio…

miko somma 

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16/05/2013

alcuni revisionisti all’italiana in modo assai pecoreccio insistono ormai da anni perchè alla guerra di liberazione dal nazifascismo si dia il nome di guerra civile, sottintendendo che vi fossero due ragioni a fronteggiarsi – ma no!!!…c’era una ragione ed un torto…

e la pacificazione non può che non passare da questa semplice ammissione!!!

miko somma

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«Ciò che non suona bene è l’impulso a cancellare le tracce, a violare il rispetto, a pensare che sulla rimozione si fondino modernità o riscatto».

Gianni Cuperlo

come non associarmi ad un pensiero che sintetizza magistralmente ciò che da anni ed anni racconto anche dalle pagine di questo blog

miko somma

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un cantiere democratico lucano

16/05/2013

proviamo ad essere ancora più chiari…

le prossime elezioni devono consegnarci una lucania avviata a divenire migliore nel faro di un progetto lungo che deve impegnare le migliori risorse intellettive e fattive nella costruzione di quell’unicum economico-ambientale fondato sull’incontaminatezza ed inclusivo delle aspettative di una vita migliore, che oggi e qui possiamo ancora permetterci, stante quel nostro magnifico “ritardo di sviluppo” che può divenire invece la boa intorno a cui girare copernicamente lo stesso concetto di sviluppo, guidandolo lungo strade finora non percorse per inseguire le sirene di economismi miseramente falliti nella crisi…

e per farlo occorre vincere quelle elezioni, nel quadro realistico di alleanze da costruirsi per il bene comune della nostre terra e della nostra gente sulla base di programmi chiari ed ambiziosi, in grado di suscitare entusiasmo e partecipazione anche da chi finora poco ha condiviso le tue idee, non costituire assurde, magari anche cospicue, minoranze autoreferenti dal piglio sacerdotale che non cambiano il corso della storia…

quello che ci è chiesto è l’abbandonare i nostri “gallismi personalistici”, le nostre difese di parte, le nostre appartenenze ragionieristiche o viscerali, i nostri localismi, e mettere in funzione un “cantiere democratico lucano“…

e spero di essere stato davvero chiaro!!!

miko somma

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15/05/2013

credo negli anni di avere sviluppato una vocazione cistercense…il monaco dissodatore

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sono fuori sede in questi giorni, ma al mio ritorno…giovedì, venerdì e sabato saranno tre giorni intensi…molto intensi

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11/05/2013

bene, stando alle ultime il traghettatore del pd a quanto pare sarà caronte epifani, mentre si apprende da fonti di agenzia (ansa – Assemblea blindata quella del Pd che oggi è chiamata ad eleggere il segretario del partito: il servizio d’ordine ha infatti tenuto fuori dal padiglione dove si svolgono le Assise i pochi esponenti di OccupyPd presenti, mentre il noto disturbatore Tv Paolini è stato tenuto fuori dal compound della Fiera di Roma…) che da oggi esiste la figura ufficiale del “disturbatore tv”…

nuovi lavori nascono, dunque, e non tutte le crisi vengon per nuocere, quindi…

miko somma

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(ANSA) – ROMA, 10 MAG – ”Difendo il manifesto ‘Kyenge torna in Congo’ di Macerata, e’ uscito dai nostri ambienti. La Kyenge dovrebbe tornare in Congo”. Lo dice Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, a La Zanzara su Radio 24. ”Non capisco come abbia ottenuto la cittadinanza – dice Fiore – in America la sua richiesta sarebbe stata stracciata. Non la considero italiana e oltretutto viene da un ambiente di una famiglia poligama con 38 fratelli. Non e’ compatibile con la cultura italiana”

  …e quindi la sua colpa per costui (oltre all’incidentalità di avere la pelle nera) sarebbe di essere stata generata insieme ad altri 37?…ma lui quanti fratelli ha, considerando che la madre degli idioti è sempre incinta?

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non è tollerabile oltremodo alcun edonismo che “estingua” una specie

 

After a century of rapid expansion throughout much of the wild parts of our world, we are beginning to better understand all of what was lost in the process.

dopo un secolo di rapida espansione nelle parti selvagge del mondo, noi (n.d.r. gli umani) cominciamo a capire meglio tutto quello che è stato perso nel processo

For the last thirteen years, an international team of researchers have been searching out any indication that one of the world’s most majestic animals, the Formosan clouded leopard, was still in existence its native forests of Taiwan. But now that countless in-the-field observation hours and thousands of infred cameras have turned up no sign of the rare species, scientists have arrived to a somber conclusion: clouded leopards there are extinct, and have likely been for decades.

negli ultimi 13 anni, un team internazionale di ricercatori ha cercato evidenze sulla esistenza in vita di uno dei più maestosi animali al mondo, il leopardo nebuloso  (neofelis nebulosa) di formosa (ndr. taiwan), ma incalcolabili ore di osservazione sul campo e migliaia (di ore) di riprese agli infrarossi non hanno dato segnali della specie rara, gli scienziati sono arrivati alla deprimente conclusione: il leopardo nebuloso sono estinti e lo sono probabilmente da decadi 

“There is little chance that the clouded leopard still exists in Taiwan,” says zoologist Chiang Po-jen in an interview with the Taipei Times.

“ci poche possibilità che il leopardo nebuloso ancora esista a taiwan” dichiara lo zoologo chiang po-jen in un’intergvista al taipei times

Formosan clouded leopards, a subspecies of those found on mainland Asia, were once highly sought-after by poachers for their valuable skins. And despite the fact that the last reliable evidence of their continued existence is from a 1910 diary entry, biologists believed that the notoriously elusive animal might have avoided extinction in the years that followed, spurring the more-than-a-decade long study to find them.

i leopardi nebulosi di formosa, una sottospecie di quella trovata nell’asia terrestre, erano una volta altamente predati dai bracconieri per la loro pelliccia di valore ed a dispetto del fatto che l’affidabilità dell’evidenza di una loro esistenza sia riportata solo in un diario del 1910, i biologi credettero che questo animale notoriamente elusivo potesse avere evitato l’estinzione negli anni che seguirono, incitando ad una lungo studio ultradecennale per trovarli   

And although not even a paw print was discovered over the intensive search, the story of that likely long-extinct leopard has still left an impression on Taiwanese society.

e sebbene neppure una impronta sia stata scoperta durante le intense ricerche, la leggenda di questo leopardo probabilmente esitinto da tempo aveva impressionato la società di taiwan 

“A lot of people have said they are disappointed and find our discovery quite regrettable,” Kurtis Pei, of the National Pingtung University of Science and Technology’s Institute of Wildlife Conservation, tells the Christian Science Monitor. “Some say they hope not just to feel regret, but to do something to save other animals.”

“molta gente ha mostrato disappunto ed ha trovato la nostra scoperta triste”, racconta kurtis pei del national pingtung university of science and technology’s Institute of Wildlife Conservation al christian science monitor, “alcuni dichiarano che sperano che non si provi solo rincrescimento, ma che si faccia qualcosa per salvare altre specie”

Presently, the same factors that contributed to leopard’s decline — like poaching and human encroachment — continue to threaten other species as well. That said, with this recent declaration of extinction, Taiwanese society may be turning towards more active conservation, says Sean McCormack of the Taiwan SPCA: “When the Taiwanese are aware of issues, they get behind them 100 percent.”

attualmente, gli stessi fattori che hanno contribuito al declino del leopardo – come l’impronta umana ed i suoi abusi – continuano a minacciare altre specie.

con questa recente dichiarazione di estinzione, la società di taiwan potrebbe attivarsi per una più attiva politica di conservazione, dichiara sean mc cormack “quando la gente di taiwan trae delle conclusioni, ne sono conseguenti al 100%”

articolo tratto da http://www.treehugger.com/endangered-species/clouded-leopards-declared-extinct-taiwan.html e tradotto per il nostro blog da miko somma

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Rimborsi: confermati sei divieti dimora

Respinto anche ricorso contro sequestro di una somma di denaro

(ANSA) – POTENZA, 10 MAG – Il Tribunale del riesame di Potenza ha respinto le richieste di annullamento di sei divieti di dimora e di un sequestro di una somma di denaro (pari a poco meno di cinquemila euro) emessi dal gip nell’ambito dell’inchiesta sull’uso illecito dei rimborsi da parte di assessori e consiglieri regionali. I sei divieti di dimora confermati riguardano Vita (Psi), Castelluccio (Pdl), Venezia (Pdl), Autilio (Idv), Singetta (gruppo misto) e Ruggiero (La Destra), il sequestro Tisci (Pdl).
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adesso, come ho già espresso in un comunicato stampa, credo che ogni ulteriore indugio sulla convocazione del consiglio regionale debba essere letto dal prefetto come un motivo di commissariamento!!!
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10/05/2013

è del tutto evidente che un pensiero di sinistra matura che si ponga l’obiettivo del governare, governando i cambiamenti e mediando tra gli interessi sociali, deve considerare il rapporto ed i rapporti con il capitale, sia esso finanziario che produttivo, come un rapporto maturo, giungendo a forme di coesistenza fattiva e collaborativa tra se stesso e quest’ultimo, per l’importanza che esso assume nelle sue dimensioni di referente sociale, ma nella stella polare dell’interesse pubblico (dei più) a guidare il rapporto stesso…

un po’ tutto il contrario di quello che ha finora fatto il pd, che ha accettato acriticamente la formula importata illo tempore dall’esperienza blair di una delega post-ideologica della guida dei processi alle dinamiche del capitale ed alle sue necessità, finendo per flirtare con questo troppo spesso per essere ancora credibile agli occhi della gente…

credete allora che basti un segretario od un altro per evitare il collasso o non serva piuttosto invertire la rotta e tornare a pretendere, memori ed attenti che allo status quo ante non si torna mai, che sia la politica a riprendere le redini dei processi sociali?

miko somma

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il teatro valle e gli sconclusionati a 5 stelle…

vi sottopongo questo articolo dal quale, fratta la sconclusionata presa di posizione del candidato 5 grilli al comune di roma, un argomento di discussione pure potremmo tirarlo fuori, l’autogestione del patrimonio culturale che, a partire anche dall’esperienza maturata al teatro valle occupato potrebbe indicare nuove e più proficue strade di gestione di un universo culturale, quindi astratto per alcuni versi eppure molto tangibile nella sua materialità in termini occupazionali, che attualmente versa in uno stato di degrado e di abbandono preoccupante, soprattutto per un paese che da solo assomma la grande maggioranza del patriminio culturale mondiale…

così dopo l’evidenza dei legalitarismi di seconda mano dei grillini, sulla scorta delle parole di stefano rodotà, sarebbe interessante che si avvii una riflessione sul mondo della cultura e sulla gestione dei suoi spazi che a mio avviso potrebbe essere, se ben gestita, regolata ed organizzata in pratiche certe, estremamente positiva per il paese ed indicare un percorso per quel futuro che speriamo cominci presto a maturare sulle “rovine” del nostro passato

http://www.gadlerner.it/2013/05/10/rodota-sullo-sgombero-del-teatro-valle-il-candidato-del-m5s-usa-un-linguaggio-da-ventennio    

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