25/03/2012

brienza…incontro sul permesso per idrocarburi monte cavallo…sono stato molto stringato (beh, dopotutto anche in 4 minuti posso concentrare quello che normalmente impiega venti minuti) ed avvertito i sindaci sull’imminente scadenza dei termini per le delibere e sulla necessità di intervenire ognuno sulle proprie filiere politiche per costringere la regione ad opporsi ai permessi, prima che il ministro avochi tutto a sè

miko somma

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segnalo l’evento a cui saremo presenti per dare il nostro contributo, ma non pubblichiamo il comunicato stampa a causa della sua genericità di contenuto che si risolve in un appello alla “sensibilità” dei sindaci e non in quella secca richiesta di espressione di un  no che crediamo sia il minimo da richiedere se si vuol davvero impedire che i sindaci avallino, seppur poco pesi la loro decisione nel quadro normativo vigente, le scelte che la regione farà nel solco della inveterata tradizione di lasciar sempre fare…

motivo ostativo di non poco conto è la presenza tra le associazioni che firmano il comunicato, di “tramutola viva”, un gruppo che ha sabotato pesantemente la nostra lista a tramutola alle amministrative dell’anno scorso e dal quale prendiamo le distanze nel merito della reale volontà di costoro di esprimere qualsiasi cosa possa urtare i poteri amoral-familistici locali

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25/03/2012

nell’augurare una serena buona domenica a tutti, mi è grata l’occasione per ricordare che usare l’intelligenza non è un optional, ma un dovere “umano” verso se stessi ed il mondo a cui non ci si deve più sottrarre, se si crede di volerlo cambiare il mondo

miko somma

vi segnalo un evento…

locandina-tonia.jpg

…raccontato da due piccole amiche ed un ombrello
Spettacolo Teatrale per ragazzi
tratto dall’omonimo racconto di Jean Giono.
con
Tonia Bruno e Chicca Anastasi
 

adattamento e regia
Carlotta Vitale

scenotecnica
Paolo Bini

costumi
Fedrerica Groia

luci e fonica
Raeda Equipments

E’ un pomeriggio di primavera e due piccole amiche si ritrovano a fantasticare. “Mi ricordo dell’albero di fichi di mio nonno, mi ricordo della cupola di rami e foglie sotto cui mi nascondevo, mi ricordo dell’odore della terra, delle foglie grandi come lenzuola, mi ricordo che scendevo dall’albero solo per fare merenda con pane e pomodoro…mi ricordo che con l’ombrello potevo fare il giro del mondo! Ed una volta sono arrivata fin sopra le Alpi….e lì ho conosciuto un uomo, un uomo che piantava gli alberi”.

Informazioni www.infotickets.it
costo del biglietto € 4,00

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con il permesso dell’autore, leonardo pisani, pubblico un suo articolo apparso sulla nuova basilicata in data 19/03/2009, che ci narra di Young Corbett III, un celebre boxeur peso welteril degli anni 30…ok, direte, ma dove sta il collegamento con la nostra regione?… esiste, eccome, il collegamento e dalla lettura dell’articolo apparirà chiaro…

Gli storici della boxe lo osannano, in Italia è quasi sconosciuto e nella sua terra di origine nessuno lo ricorda.  Era il Ventidue febbraio 1933, il Seals Stadium di San Francisco in California era gremito; sul ring salirono due dei migliori pesi welter del mondo, il campione mondiale Jackie Fields contro Young Corbett III, il mancino di Fresno (California) era la rivincita essendosi i due già incontrati nel 1930 e il risultato fu identico vittoria ai punti di Corbett III.

Un incontro che entrò nella storia della boxe perchè Corbett III fu il primo guardia destra a vincere il mondiale dei Welter, il terzo mancino nella storia della noble art a vincere un mondiale dopo Al Mc Coy mondale dei medi nel 1914 e Freddie Miller nei piuma appena un mese prima. Ma non lasciatevi ingannare dal cognome Corbett che sembra irlandese, era un nickmane il giovane campione si chiamava Raffaele Capabianca Giordano, era italiano, anzi era lucano, essendo nato il 27 maggio del 1905 in Basilicata.

 

In quell’epoca tanti italiani per favorire la carriera – erano tempi duri per gli immigrati – assumevano un nome americano o falso yankee: cosi il lucano Giuseppe Di Melfi divenne Young Zulu Kid, il formidabile piuma siciliano Giuseppe Corrora diviene Johnny Dundee e il fiorentino Ugo Micheli re del ko con il nome di Hugo Kelly.

Ironia della sorte, Corbett III considerato un grandissimo campione, immortalato nel 2004 nella Halle of Fame della boxe, ma per i media il suo luogo di nascita rimaneva un mistero e zeppo di errori. L’Hall of Fame riporta l’inesistente Protenza, altri siti specialistici portano  vicino Napoli, wikipedia e altri Potenza (Basilicata). Anche lo stesso doppio cognome pone qualche interrogativo ed è stato trascritto male abbinando quello paterno e materno: erano i tempi della grande emigrazione verso gli State, quando anche la Basilicata vide scappare dalla miseria e dalla povertà tanti suoi figli. Si imbarcavano poi l’approdo al porto di Ellis Island che all’arrivo dovevano esibire i documenti di viaggio con le informazioni della nave che li aveva portati a New York.

Seguiva una visita medica e ciascun immigrante, contrassegnando sulla schiena con un gesso, quelli che dovevano essere sottoposti ad un ulteriore esame per accertarne le condizioni di salute (ad esempio: PG per donna incinta, K per ernia e X per problemi mentali). Superato il controllo Konig Albert Sala dei Registri da ispettori che registravano nome, luogo di nascita, stato civile, luogo di destinazione, disponibilità di denaro, professione e precedenti penali. Ricevevano alla fine il permesso di sbarcare e erano accompagnati al molo del traghetto per Manhattan.

E nella fase di registrazione avvenivano tanti errori di trascrizione, anche ironia di sorte per il futuro boxer: Si chiamava Raffaele Giordano, figlio di Vito Giordano e Gelsomina Capobianco ed è nato a  Rionero in Vulture il 27 maggio 1905.

 

Nel sito della Foindazione Ellis Island si trova traccia dell’avventura dei Giordano- Capobianco: prima parte Vito da Napoli con la nave Konig Albert ed arriva il 2 maggio del 1905; lascia Rionero la moglie in attesa della nascita del bambino, poi dopo il parto arriva nel lungo viaggio della speranza anche Gelsomina ed il piccolo Raffaele di solo 3 mesi, sempre da Napoli con la nave Prinz Adalbert arrivano a Ellis Island il 6 settembre e li nasce l’errore di trascrizione al piccolo viene dato il cognome paterno e quello materno essendo arrivato con Gelsomina: Raffaele Capabianca Giordano il futuro re dei welter e medi.

 

Ebbene si, di Corbett III in Usa sanno tutto: ha disputato 156 incontri, vincendone 122, perdendone 12 e pareggiando 22 volte, per un totale di 1071 round nell’arco di 12 anni di carriera( 1919-1940), ma anagrafica e luogo di nascita spesso inesatti.

 

Il rionerese è stata una star della boxe; ha vinto il mondiale dei welter e una versione del mondiale dei mesi contro Fred Apostoli ed ha battuto alcuni dei più forti pugili di tutti i tempi: bastano questi nomi: i campioni mondiali dei pesi medi Mickey Walker, Ceferino Garcia ed i mediomassimi Billy Conn – avversario di Joe Lois – e Gus Lesvenich.

 

Chi lo ha battuto era anche altrettanto grande come Jim Mc Larnin. Eppure Raffaele Giordano è una star dimenticata nella sua Lucania- sono passati 100 anni e ci sono state due guerre mondiali – ma Rionero oltre a Cammarelle ora può essere orgogliosa di avere un’altra stella mondiale tra i suoi concittadini.

La nipote di Corbett III Ann in un sito di genealogia racconta che fu un intero gruppo familiare a partire dal Vulture: Giordano, Manfredo ( Manfredi), Traficante, Dilonardo ( cambiato in Leonardo a Ellis Island ) e Di Licchio. Una famiglia di sportivi, oltre a Corbett III anche un cugino ottimo pugile Al Manfredo che ha disputato un mondiale wleter e gli zii rioneresi Manfredo Ralph manager e Frank arbitro; la tradizione continua, infatti, il pronipote di Corbett III Matt Giordano è un professionista di football  con i Colts ha vinto 2007 il Super Bowl contro i  Chicago Bears. La città di Fresno ha dedicato a Raffale Giordano un monumento –opera dello scultore Clement Renzi- dove vi è inciso che è nato in Rionero In vulture, La International Boxing Hall of Fame lo ha riconosciuto fra i più grandi pugili di ogni tempo, ma per i Lucani è uno sconosciuto; ora spetta a Rionero In Vulture ricordare uno dei suoi figli più illustri.   

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25/03/2012

certa retorica vuole che non si parli di afghanistan nel “momento del dolore” (ma poi mi chiedo sempre se a qualcuno di questi addolorati frega davvero qualcosa)…vero…ma come mai tra un dolore e l’altro non se ne parla affatto?
miko somma

25/03/2012

non mi sento stuzzicato da un confronto che fa crescere ed io certo non calo la mia analisi, ergo la soluzione sarebbe che gli altri alzassero il loro livello della loro…e così pure ammesso che tra il popolo dei pigmei qualcuno possa essere un gigante, l’altezza media rimarrà sostanzialmente quella…consiglio vivamente di crescere anche in un’epoca che pare prediligere la mediocrità (il cui culto è poi uno strumento del potere liberista)

miko somma

24/03/2012

a proposito della trasmissione di radio laser…

altri lo hanno fatto in passato, ma rivendico a pieno titolo di aver sollevato nel merito e nella sostanza la questione petrolio da 5 anni a questa parte con argomenti e fatti che sono sulla bocca di tutti e che non sempre mi sono attribuiti per questioncelle varie che ognuno potrà giudicare come crede…non è un problema…non è importante di che dice le cose, è importante vincerla questa battaglia!!!…la basilicata può fare a meno del petrolio!!!

miko somma

dedicato a rocco mazzola

con il permesso dell’autore, leonardo pisani, pubblico un suo articolo apparso sulla nuova basilicata in data 19/03/2009, che ci narra di rocco mazzola, il grande pugile potentino spentosi qualche giorno fa e che abbiamo ricordato sia su queste pagine con un articolo e qualche foto, che direttamente, omaggiandolo con una visita alla camera ardente tenutasi a bordo ring della palestra che ospita gli allenamenti dei pugili potentini…ringraziamo leonardo pisani per la cortesia che ci consente di ricordare un grande campione ed un uomo che ricordo sin da bambino…

 

Vi era un tabù nella boxe: che un peso mediomassimo non poteva diventare un ottimo massimo. Ricordato anche dall’appassionato Hemingway nel suo Fiesta quando scriveva che vi erano negli Stati Uniti giovani mediomassimi che si facevamo le ossa per arrivare al titolo più prestigioso; erano i tempi del maglio di Manassa Jack Dempsey che frantumò le speranze del campione dei medio massimi Carpentier: l’orchidea francese crollò al 4 round sotto i colpi impietosi dell’americano di origine pellerossa e irlandese.

 

 

L’unico che era riuscito nell’impresa fu il picchiatore  Fitzimmons contro Corbett nel 1897, il tabù mondiale fu infranto nel 1985 quando Michael Spinks (  sconfisse Larry Holmes. Anche per un titolo Italiano era difficile, Mazzola è stato un175 libbre che ha svettato anche nella categoria superiore; prima di lui era avvenuto solo nei tempi pionieristici della noble arte nazionale e qualche fuoriclasse come Bonaglia, Musina  è riuscito.

 

 

Gli anni del Mazzola pugile erano diversi, tanti campioni e tanti ottimi pugili e tanta concorrenza: Rinaldi, Amonti, Baccheschi, D’Ottavio, Bacilieri, Cavicchi, Friso, Scarabellin, in Europa svettavano Erich Schoppner  Bubi Scholz, erano i tempi di Archie Moore Harold Jonhson, nei massimi Marciano, Patterson, Ingemar Johansson e Liston.

 

 

Non è poco, epoca di campioni nella boxe. E nel mondo del pugilato anche i mancini non erano considerati bene; difficili da allenare, si cercava di mantenerli nella guardia ortodossa: si diceva che non piacevano al pubblico. Mazzola era un guardia destra e la sua boxe piaceva, tecnica fine e grande cuore; divenne un beniamino dei lucani e un pugile ammirato in Italia.

 

 

Il valore del lucano lo si trova nel giudizio di Umberto Branchini, il più grande manager italiano, colui che portò al titolo decine di pugili tra cui Burruni, Mattioli , gli Stecca e Damiani. Il “Cardinale” considerava Mazzola quale il 9 mediomassimo italiano più forte mai esistito e lo descrive in questo modo: ”Guardia Destra, abile e resistente, combatté anche fra i pesi massimi.

 

 

Fu campione delle due categorie più pesanti, non conquistò il titolo europeo delle 175 libbre, perchè dovette incontrare il campione Schoppner in Germania”, questo nel libro intervista l’Avventura curata da Mario Bruno. Raccontai questo giudizio a Rocco Mazzola, rimase colpito e commosso dal giudizio di un’Autorità quale Branchini e mi un po’ amareggiato mi disse: “Il titolo europeo era mio”. 

Ho frequento il mondo della boxe in Lombardia, un po’ di palestra e tanti incontri visti, molti pugili conosciuti tra i quali campioni di un tempo,coetanei di Mazzola; aveva vissuto a Varese e poi alla fine il pugilato è una famiglia, tutti si conoscono e si rispettano perchè l’arte dei pugni è dura, salire sul ring è un atto di coraggio anche per il misconosciuto novizio: suona il gong e sei lì solo contro un avversario.

Mi trovavo a parlare con antichi boxer lombardi; Annibale Omodei e Giordano Campari, due pavesi campioni di Italia e ogni tanto parlavamo di Mazzola e dei tempi d’oro della noble art quando giovani salvavano in ring di mezza Europa. Campioni che elogiavano il Peso massimo Lucano, un giudizio di chi ha vissuto la dura vita del quadrato e che conoscevano ogni piccolo particolare, ogni segreto e nei loro visi si leggevano i segni di tante battaglie: vinte, perse, pareggiate.

 

 

Del lucano rimaneva il ricordo dei suoi match, una volta di ritorno da Sant’angelo Lodigiano dove vi era stata una riunione, in auto con il maestro Licinio “Cigno” Sconfietti, tra un discorso e l’atro, un ricordo e un aneddoto chiesi di Mazzola.

 

 

 

Sconfietti ha visto in azione tanti pugili: Cedan, Locatelli, Orlandi, ha allenato il favoloso Tiberio Mitri, ha porta o al titolo italiano Omodei, Campari, Biancardi, Belcastro all’europeo e il globe trotter Everaldo Costa Azevedo a combattere due mondiali. Il “Cigno” conossce la boxe nei profondi segreti e consoce i pugili; mi disse Mazzola era forte, molto forte ma anche tanto tecnico. Era un vero Campione. Parole di un grande vecchio del pugilato – tra l’altro appare in un cammeo in La leggenda di Al, John e Jack l’allenatore della scena finale assieme a Yawee Davis anche lui mediomassimo – e mi ha sempre ricordato che un pugile si valuta anche per le sconfitte e da chi e come è sconfitto.

 

 

Dura la boxe vera, non è come in un film dove c’è il super campione che vince tutti per Ko, si sbarazza di tutto e tutti. La boxe è altro, è sacrificio, è allenamento, è esperienza, è carattere, è complessa. Anche i più grandi campioni- salvo rarissimi casi- hanno subito sconfitte, anche ko ma restano campioni. Mazzola era un campione, ritorna il giudizio di Branchini e Sconfietti: Abile. Un aggettivo importante perchè si può avere il punch, la velocità. La mascella di ferro che sono doti naturali, ma l’abilità al si crea con il lavoro è l’applicazione; è il maggior complimento che un pugile possa avere da uomini di boxe.

 

 

Il gigante Buono di Potenza ha avuto una carriera straordinaria da dilettante con il titolo nei medi, da professionista con i due maggiori titoli: fa parte della storia della boxe italiana. La sua carriera si può leggere nel suo record professionistico.

 

 

Mazzola giganteggia anche come sportivo corretto, compagno di scuderia all’Ignis dell’altro mediomassimo Calzavara, più anziano deve aspettare lunga trafila non potendo scavalcarlo; altri tempi verrebbe da dire. Le sue vittorie tante: contro il focoso Baccheschi, il tecnico D’Ottavio, il teutonico Jansen, il grande Rinaldi,il rude Friso e la battaglia contro Bert Whitehurst il colosso americano che ha resistito 10 round Sonny Liston; scusate se è poco mise ko Franco Cavicchi. Ma la grandezza di Mazzola si vede anche nelle sconfitte, tutte di misura contro autentici assi del ring: il poderoso Amonti, il tecnico Schoppner con verdetto discusso, il sud africano Holt sesto nelle classifiche mondiali e sopratutto resistendo abilmente ad un asso senza corona quale Scholz. E poi il pareggio e la sconfitta nelle sfide contro Cavicchi.

 

 

Un colosso dal pugno da Ko, specialista nel montante sinistro al mento, un quasi vincitore del mondiale Johansson. Rocchino è stato un campione, ai nostri tempi con tante categorie e sigle avrebbe svettato; sarebbe stato un massimo leggero favoloso lui che era troppo grosso per fare il mediomassimo tropo piccolo per essere un massimo. Spesso commentavamo di boxe con lui, ricordo che mi parlo bene di Walter Giorgetti, mi capitò di incontrarlo e gli parlai di Mazzola; il peso gallo non lo conosceva troppo giovane, ma intervenne un altro che disse “Mazzola era un   fortissimo  pugile”. Era Matteo Salvemini, l’ex campione europeo dei Pesi medi, nato nel 1953, ma da esperto uomo di ring sapeva della classe del gigante lucano.

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esiste una precisa strategia mediatica per “giustificare” la petrolizzazione della regione che, dopo l’approvazione del decreto liberalizzazioni e segnatamente del suo articolo 16 che riconosce alcuni aspetti del memorandum, ora aspetta l’approvazione del decreto competitività al suo art. 57 che riporta in chiave ministeriale alcune competenze che, ex dl 625/96, ex riforma titolo V costituzione, ex legge 99/09, erano in capo alle regioni nei pareri e nelle conferenze di servizio…e naturalmente esistono parti politiche (centrodestra e centrosinistra, nazionale e locale) che ne sono mandanti, sia della strategia globale che dei suoi addentellati propagandistici…di cosa ancora stiamo parlando?…e chiunque abbia votato per questa gente ne è, forse inconsapevolmente, complice…quindi…

p.s. vogliamo scommettere che dopo la piramide verranno fuori cubi, sfere, dodecaedri ed altre meraviglie che solo le “ricerche” petrolifere (certo non le analisi archeologiche passate e pur esistenti e di cui però non si dà cenno) sveleranno?

http://www.ilquotidianodellabasilicata.com/it/basilicata/potenza_san_fele_scoperta_piramide_sotto_monte_archeologia_monte_castello_2012.html

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24/03/201

bene, al piano rifiuti, ora abbiamo aggiunto anche la proposta di legge e crediamo che nel giro di pochi giorni entrambi saranno presentati in consiglio regionale…mi pare che si sia gli unici impegnati a costruire e non solo a denunciare, nobile attività questa, ma che necessita anche di proposizione altra…vorrei essere inteso ancor meglio…occorre proporre e seriamente per rappresentare almeno l’idea di una alternativa!!!

miko somma

24/03/2012

una delle tattiche preferite dai poteri è crearsi a protezione tutt’intorno cerchi concentrici di privilegio che allontanandosi dal centro si affievoliscono in intensità, mentre aumenta il numero dei loro componenti…come capire dove finiscono i cerchi?…bene, generalmente l’ultimo cerchio è quello composto da una pletora di vessati ed umiliati ogni giorno e che tuttavia sentono di avere qualche privilegio che li differenzia dagli “altri” da dover difendere

miko somma

21/03/2012

ogni teoria economica necessita per essere tale di una sua ciclicità osservabile che ne renda possibile stabilire le fasi e comprenderne cause ed effetti nei sui eventi traumatici…veniamo da oltre venti anni di liberismo in cui si è fatta messa contro ogni evento ciclico fino al punto da rendere incomprensibile un evento invece del tutto ciclico e prevedibile, la crisi da sovraproduzione e moltiplicazione finanziaria, quindi l’impossibilità a mantenere ritmi di crescita slegati da ogni parametro reale di sostenibilità economica e sociale…ed invece che ripensare il capitalismo (che non è affatto il libero mercato, intendiamoci!), con il manto della “tecnica” si riducono i margini dei diritti e della democrazia…grazie, presidente napolitano!!!

miko somma