I reflui della depurazione utilizzati per irrigare

13/04/2012 18:30

Il presidente di Al ha illustrato i risultati di una sperimentazione condotta con l’Unibas

ESR   “Un valido sistema per l’economia dell’acqua potrebbe essere costituito dal riutilizzo delle acque derivanti da impianti di trattamento di reflui. Il loro impiego in agricoltura potrebbe rendere disponibili per il settore civile ingenti quantitativi di acqua”. Lo ha affermato il presidente di Acquedotto Lucano, Rosa Gentile, nel corso del suo intervento al convegno sulla nuova politica agricola comunitaria.

I depuratori, che sono presenti in numero considerevole sul territorio della nostra regione (gli impianti sono in tutto 181) – ha dichiarato Gentile – sono in grado di produrre acqua dalle caratteristiche già accettabili e che sarebbero migliorabili con modesti adeguamenti strutturali degli impianti. In questo modo si eviterebbe lo spreco della risorsa e si potrebbe aumentare la disponibilità idrica in quelle aree irrigate in modo non adeguato”.
Acquedotto Lucano da tempo – ha aggiunto – ha deciso di supportare una sperimentazione condotta dall’Università della Basilicata che consiste proprio nell’osservazione degli effetti dell’impiego di reflui urbani per l’irrigazione in agricoltura, nella fattispecie di un uliveto nel comune di Ferrandina. I risultati ottenuti da questa sperimentazione sono positivi: la produttività media è quasi triplicata; le produzioni ottenute si sono contraddistinte per le eccellenti caratteristiche merceologiche e hanno dato olio extra-vergine di ottima qualità”.

Secondo il presidente di Acquedotto Lucano, “un altro aspetto estremamente importante è legato al fenomeno dell’erosione: la sperimentazione condotta a Ferrandina sta dimostrando che i fanghi dei depuratori civili migliorano l’assorbimento dell’acqua piovana, controllando l’erosione del suolo”.

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non ho parole…costei, fresca di nomina dopo la trombatura in giunta (chiaro, le sue competenze hanno spinto ad una scelta così, come dire, basata sulle competenze!!!) se ne esce fuori con questa che pare essere una panzana assurda, soprattutto perchè è un lavoro di collaborazione con l’unibas che ricevendo 10 milioni di euro annui prprio dalla regione, vuoi che sputi nel piatto in cui mangia?…

ma scherzi a parte, rendere fertile un terreno di ferrandina, dopo 40 anni di chimica sporca, certo che è possibile con reflui di deiezioni urbane, che certo sono meno inquinanti…

ma scherzi ancora a parte, costei parla di un numero di impianti di depurazione, ma non dice quanti e come funzionano…si limita a suggerire un nuovo metodo di irrigazione e concimazione che forse si basa sulla frase di de andrè “dai diamanti non nasce niente, dalla merda nascono i fiori…” e che se rappresenta il suo primo atto ufficiale da neo-presidente lascia ben sperare che ci sarà da divertirsi parecchio

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Rapporto Ceis: sanità lucana “virtuosa”; servizi buoni, costi bassi

13/04/2012 13:18

Un giudizio positivo per l’efficienza dei servizi “a rete”. Opportuna la scelta di ridurre l’ospedalizzazione e di favorire l’assistenza e le cure territoriali. Emigrazione sanitaria in forte calo

AGR   Sanità lucana in buono “stato di salute”: le strutture pubbliche riescono generalmente a soddisfare le attese dei cittadini e la spesa si attesta sui livelli minimi in Italia. E’ un quadro di efficienza per la Basilicata quello che emerge dal Terzo Rapporto Ceis (Centro Interdipartimentale di Studi Internazionali sull’Economia e lo Sviluppo dell’Università Tor Vergata di Roma) dal titolo “Il sistema sanitario della Basilicata nel 2010 – 2011. Ammalarsi meno, curarsi meglio” che analizza i risultati raggiunti dal sistema sanitario lucano, il cui ridisegno nel nuovo impianto organizzativo a rete è giunto in fase avanzata
Il Rapporto Basilicata mette in luce, dunque, i cambiamenti avvenuti nel Servizio sanitario regionale (Ssr) in una logica armoniosa che integra strutture ospedaliere, presidi territoriali, attività ambulatoriali e il tessuto connettivo dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta in un sistema di reti diffuse (dal cuore all’ictus, dalla pediatria ai punti nascita) Il processo di riorganizzazione della rete dei servizi è stato accompagnato da alcuni “macro elementi di performance”, che, come evidenzia il Rapporto, fanno della Basilicata un caso sostanzialmente peculiare nel panorama nazionale. Infatti, il dato pro-capite per spesa sanitaria per popolazione pesata (alla luce dei differenti fabbisogni di cura dovuti alle differenze anagrafiche: la Basilicata è l’unica regione del Sud che ha una struttura demografica simile a quella del Centro-Nord con una crescente prevalenza di anziani) è il più basso in Italia. Nonostante la stagnazione dell’economia anche nel rapporto spesa sanitaria/Pil si è registrato un miglioramento, avvicinandosi alla media italiana.
La Basilicata, in particolare, rappresenta un’eccezione positiva tra le Regioni meridionali: il percorso di risanamento finanziario avviato negli ultimi anni ha prodotto importanti risultati, grazie anche alla decisa riduzione del saldo della mobilità, passato da meno 57,94 milioni del 2001 a meno 39,67 milioni nel 2009 (ultimo dato “consolidato”).
La sfida per la sanità lucana diventa allora quella di coniugare la “virtuosità” finanziaria con un incremento qualitativo dell’offerta che faccia proseguire il processo positivo innescato dando risposte sempre più efficaci ai peculiari problemi della regione..
La Basilicata, infatti, deve confrontarsi con due ordini di problemi. Quelli socio-economici, aggravati dalla crisi, che hanno riflessi negativi sulla cura della persona, e quelli demografici caratterizzati, in particolar modo, dalla denatalità e dall’ invecchiamento della popolazione. Problematiche, queste, che si riflettono sui livelli di salute e di domanda di assistenza sanitaria, imponendo lo sviluppo di una adeguata rete di assistenza primaria, capace di far fronte ai crescenti bisogni, con costi sostenibili.
Proprio per raggiungere questo obiettivo è stato avviato un processo di razionalizzazione del sistema di offerta sanitaria, che ha interessato, in primo luogo, la rete ospedaliera, con un conseguente incremento dei bacini medi di utenza per struttura. Fenomeno generalizzato a livello nazionale, ma particolarmente evidente in Basilicata, regione che ha portato la propria dotazione di posti letto sino al valore di 3,6 ogni 1000 abitanti, con una riduzione rispetto al 2005 del 15,4 per cento (media annua 3,3 per cento) mentre tutte le altre ripartizioni superano quota 4. Un altro dato positivo è la riduzione del numero complessivo di ricoveri sotto la soglia di 180 per mille, fissato dalla Conferenza Stato-Regioni.
Il valore della produzione considerata potenzialmente inappropriata, che è uno dei più significativi indici di inefficienza del sistema, è pari all’11.9% delle acuzie, in linea con le regioni centro-settentrionali e inferiore alla media nazionale.
Complessivamente l’offerta di prestazioni specialistiche in Basilicata è razionale e di natura prevalentemente pubblica. Così come la spesa sanitaria totale ponderata della Basilicata è inferiore a quella di tutte le altre ripartizioni, un evidente segnale dell’efficienza tecnica della regione nel fornire la tutela sanitaria dei cittadini.
Allo sforzo di aumentare efficienza e qualità dell’offerta ospedaliera si accompagna un significativo incremento dell’assistenza domiciliare, che, con una significativa inversione di tendenza vede la Basilicata superare la media nazionale e incrementare il numero di anziani assistiti e di ore erogate. La logica è la stessa posta alla base degli Stati generali della Salute (la serie di confronti sul nuovo modello di sanità realizzati in vista del nuovo Piano Sanitario Regionale) ossia “Ammalarsi meno, curarsi meglio”. Il principio ispiratore dell’iniziativa è stato la consapevolezza che un sistema socio sanitario efficiente ed efficace diventa tale se si fa “rete” nel territorio e nella società.
Tra le strategie sanitarie, si punta molto al modello “servizio-risultato-miglioramento”. In quest’ottica, dunque, un ruolo fondamentale è riservato alla gestione e allo sviluppo delle risorse umane e, anche per questo, importanza viene data alla rendicontazione sociale, lo strumento con cui l’azienda comunica all’esterno le informazioni necessarie per il rafforzamento di un rapporto fiduciario e di un dialogo aperto con i propri stakeholder, in questo caso tutti i cittadini.

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roba bulgara, questo lancio…va quindi tutto bene in basilicata e la nostra sanità che molti intravedono come appena decente proprio nell’offerta territoriale, qui viene vista come vincente e di performance nord-italiana…

certo il livello è migliore da ogni punto di vista rispetto alle altre regioni meridionali, ma ciò non significa che sia una buona sanità…ma la prosecuzione dei lanci chiarirà molte cose!!!

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Sanità, il Rapporto Ceis 2010/2011 – la scheda13/04/2012 13:24

AGR  Una fotografia del sistema sanitario lucano. Lo studio del Ceis, il Centro di studi economici ed internazionali dell’Università Tor Vergata di Roma, mira alla crescita delle competenze nell’ambito del sistema sanitario. Il terzo Rapporto Ceis Basilicata è il risultato di un progetto di collaborazione scientifica tra la Regione Basilicata ed il Centro dell’Università romana ed è composto da due sezioni dove sono approfondite le diverse tematiche.
Per lo svolgimento di alcune parti della ricerca è stato necessario acquisire le percezioni di alcuni attori privilegiati aziendali, selezionati d’intesa con la Regione. La rilevazione nelle aziende è stata condotta attraverso una raccolta documentale e alcune interviste strutturate. Per la prima è stata predefinita una lista di documenti chiedendo alle Aziende di integrarli con altra documentazione ritenuta utile ai fini della ricerca.
Lo studio del Ceis 2010 si articola in 9 capitoli. Dopo un quadro di riferimento demografico e socio-economico, il rapporto affronta l’offerta socio sanitaria del Sistema sanitario regionale con la rete strutturale e le dotazioni organiche, per poi passare all’assistenza ospedaliera riguardante la spesa e la performance. Capitoli a parte sono dedicati a una riflessione sugli Stati Generali della Salute in Regione “Ammalarsi meno, curarsi meglio”. Due capitoli dedicati alla performance della dirigenza regionale e della gestione delle risorse umane in sanità. L’ultima parte è dedicata, invece, a riflessioni e proposte per la rendicontazione sociale delle aziende sanitarie della Regione Basilicata ai cittadini. La ricerca è stata svolta dal Ceis Sanità ed ha avuto come coordinatori il prof. Federico Spandonaro e la dottoressa Barbara Polistena per la sezione I, il prof. Marco Meneguzzo e la d.ssa Antonella D’Adamo, per la sezione II.

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quindi fondamentalmente in questa ricerca la regione ha stabilito come e chi intervistare in un rapporto (di cui vorremmo conoscere i costi) di collaborazione con un’entità terza, quindi non in una operazione di investigazione della stessa…forte è il sospetto che nell’operazione bulgara di “inno” alla sanità lucana che dai lanci promana vistosa, vi sia la necessità di salvaguardare alcune nomine recenti che pur hanno fatto discutere…

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Sanità, la Basilicata nel Rapporto Ceis 2010/2011 – la scheda 13/04/2012 13:25

AGRUna regione che invecchia

Il fatto che la Basilicata ha uno dei tassi di natalità più bassi d’Italia (7,8 per 1.000 abitanti in Basilicata, 9,5 in Italia e 9,3 al Sud), accompagnato al miglioramento dell’offerta e della qualità sanitaria fa sì che la struttura demografica regionale ricalchi gli standard del CentroNord, con il numero degli over 65, attestatosi nel 2010 al 20,1 per cento della popolazione. Altro fenomeno demografico è quello migratorio che in Basilicata tra il 2008 e il 2009 ha fatto registrare un incremento della popolazione straniera residente (+20,1). Dal punto di vista economico si rileva un forte gap rispetto alla media nazionale; in particolare, il reddito disponibile delle famiglie lucane (€ 13.970) è nettamente inferiore a quello medio nazionale (€ 17.742), sebbene leggermente superiore a quello del Sud (€ 13.099) sia in valore assoluto che a livello di dinamica.

Il processo di razionalizzazione del sistema di offerta sanitaria
Il processo di razionalizzazione ha interessato in primo luogo la rete ospedaliera con un incremento dei bacini medi di utenza per struttura, portando la dotazione di posti letto sino al valore di 3,6 ogni 1000 abitanti, con una riduzione rispetto al 2005 del 15,4% (media annua 3,3%). Nel 2010 il tasso di ricovero complessivo è pari a 176,9 per 1.000 residenti facendo registrare, un dato inferiore alla soglia nazionale

Emigrazione sanitaria in frenata
I pazienti lucani vanno fuori per prestazioni iperspecialistiche. Il problema, insomma, è di tipo qualitativo: infatti, la mobilità passiva interessa prevalentemente ricoveri ad alta complessità, e in generale quelli chirurgici. Nel 2009, per ricoveri che prevedono un intervento, circa un terzo dei pazienti lucani è ricorso a strutture di altre Regioni. Se per gli interventi medici la Basilicata registra valori di ospedalizzazione in linea con la media nazionale, per quelli chirurgici i valori sono inferiori. Infatti, il tasso di ricovero per gli interventi chirurgici per i residenti in Basilicata si è ridotto dal 2007 al 2009 del 3,1%. Di contro, per la parte di mobilità legata alle caratteristiche geografiche è maggiore il numero di quanti arrivano in Basilicata che di quanti vanno via. Una situazione che sembra testimoniare una buona dotazione territoriale di presidi con la necessità di continuare a puntare sui punti di eccellenza per frenare quanti, oggi, continuano ad andare fuori regione.

Verso una maggiore offerta territoriale
Il fattore chiave di razionalizzazione rimane quello legato alla capacità di accompagnare la riduzione dei posti letto con un contestuale sviluppo dell’assistenza primaria, in particolare domiciliare e residenziale. Oggi la Basilicata è l’unica Regione che rispetta l’indice di programmazione di 1.000 residenti adulti per Medico di Medicina Generale (MMG), ma sul fronte della Pediatria di Libera Scelta (PLS) è quella che presenta il più alto rapporto under 14 per PLS. Importanti anche i risultati conseguiti sul fronte della spesa farmaceutica convenzionata netta, nel 2010, ha quindi fatto registrare una diminuzione del 6,9% in Basilicata, permettendo di rispettare il “tetto” del 13,3%. Tetto non rispettato per la farmaceutica ospedaliera: risultato che è il prodotto della diffusione in numerose branche cliniche dei farmaci biologici che ottengono importanti risultati terapeutici ma sono di costo elevato

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ve la lascio così, senza ulteriori commenti…come è possibile infatti considerare buono un dato che vede un terzo dei lucani andare fuori per operazioni chirurgiche?…come è possibile considerare buono il fatto che la spesa per farmaci ospedalieri sfora la soglia e poi ricorrere alla panzana dei farmaci biologici?comunicati di stile bulgaro o se volete nordcoreani!!!

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Fare Ambiente a incontro su “Caccia-Pesca-Territorio”13/04/2012 13:56

BAS   L’associazione Fare Ambiente Basilicata “ritiene che solo salvando la natura , salveremo l’uomo“, ed è per questo motivo sarà presente, dal 20 al 22 Aprile, alla manifestazione “ Caccia – Pesca – Territorio “ che avrà luogo a Tito( Pz ) presso l’ Ente Fiera di Basilicata.

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non sapevamo!!!…grazie della scienza infusa e trasfusa da questa organizzazione ambientalista così favorevole al nucleare!!!…non casuale che un simile, inutile lancio trovi spazio su basilicatasoviet…che siano proprio loro i prescelti dal governo regionale per rappresentare le ragioni dell’ambiente?

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riflessioni sulla riapertura della chiesa della trinità

Arcidiocesi di Potenza su dissequestro Santissima Trinità

13/04/2012 13:09BAS Pregheremo per Elisa, perché sia accolta nella gloria di Dio e per la sua famiglia, affinché riceva il conforto della fede e della conoscenza piena delle verità”. Così l’arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, monsignor Agostino Superbo, ha commentato la notizia relativa al dissequestro della chiesa della Santissima Trinità, chiusa all’indomani del ritrovamento del cadavere di Elisa Claps, il 17 marzo del 2010. “L’autorità giudiziaria di Salerno – fa sapere l’ufficio stampa della diocesi in una nota – ha disposto il dissequestro dell’aula liturgica e dei locali a essa annessi. La decisione è stata assunta dopo la richiesta formulata da monsignor Superbo che ha fatto seguito alla raccolta di circa 2.000 firme presentata al presule dai fedeli potentini”. La chiesa, prima della riapertura al culto, dovrà essere sottoposta alle verifiche tecniche necessarie per decretarne la fruibilità. “Solo in seguito – spiega la diocesi – sarà possibile riprendere a pregare secondo un programma liturgico scandito da diversi momenti: itinerario penitenziale, adorazione eucaristica, preghiere comunitarie e celebrazioni”. L’ufficio comunicazioni sociali diocesano ricorda anche che “essendo la Santissima Trinità un luogo deputato al culto liturgico, alla preghiera, alla contemplazione, alla riflessione, coloro i quali varcheranno gli ingressi dell’edificio sacro, sono tenuti a rispettare la sacralità del luogo, evitando comportamenti che possano creare nocumento e, soprattutto, astenendosi dall’effettuare riprese, espressamente vietate per legge durante le celebrazioni”.

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argomento complesso questo e da cui non voglio esimermi dall’esprimere alcuni giudizi anche dopo l’articolo di antonio bevilacqua che avrete letto nella giornata di ieri…

la chiesa riapre dunque e riapre dopo una raccolta firme che ha “smosso” quella certa ipocrisia che nella curia potentina aleggiava intorno alla vicenda della chiesa della trinità, chiesa suo malgrado divenuta una delle più conosciute d’italia…

cominciamo con il dire che sono d’accordo che il luogo di culto riapra anche a dispetto delle erinni furiose di certo giustizialismo che in nome della verità e della giustizia dimentica che le cose non hanno anima e che quindi non hanno colpe…

personalmente non sono un credente, ma rispetto chiunque lo sia sinceramente ed in quella chiesa riconosca un punto d’incontro di una comunità che è stata maltrattata…

maltrattata perchè l’immagine della città omertosa che in qualche modo si è accreditata per via anche di troppo scandalismo di un giornalismo ormai del tutto privo di remore etiche pur di fare notizia, è un dato di fatto che ha in qualche modo tratteggiato l’immagine della città di potenza e dei suoi abitanti nell’immaginario collettivo del paese

…e non mi riferisco certo al programma “chi l’ha visto?”, quanto piuttosto a certo “assaltismo pennivendolo” pomeridiano e serale assai ansiogeno e poco rispettoso di una comunità che si è ritorvata a fare i conti con una realtà impensabile ed a cui in qualche modo pareva doversi attribuire colpe omertose, perchè forse una città che scopriva basita quello che era accaduto non faceva appunto “colore”…

ma stiamo ai fatti…riapre la chiesa…tutti contenti?…no, ovviamente…non è contenta la famiglia claps che a ragione individua forse in questa riapertura il lavacro per una vicenda che non si è conclusa con l’individuazione del colpevole, ma che ancora troppi dubbi solleva circa corresponsabilità nel mantenere un segreto per tanti anni…

responsabilità che rimangono come un macigno e che coinvolgono forse anche esponenti di quella chiesa potentina da cui ci si sarebbe aspettati maggiore volontà di chiarezza e di pulizia al proprio interno, se e quando si fossero scoperte non realtà giudiziali provate (che competono esclusivamente ai giudici), ma anche solo quelle zone d’ombra della coscienza umana che invece sono materia precipua di chi si occupa non solo di fede, ma anche di etica, e che prima di guardare al mondo dovrebbe guardare in se stesso…

bene, ed è questo guardare in se stessi che crediamo non si sia fatto finora o se lo si è fatto, ciò non ha avuto alcun elemento conoscibile per la comunità, in quel percorso di condivisione e di maturità collettiva di cui crediamo la chiesa debba essere parte attiva e proponente…

e questo personalmente mi urta…non quindi che la chiesa della trinità riapra, cosa del tutto logica, visto che le mura non hanno colpa di ciò che è accaduto ope hominis al loro interno, ma del silenzio ipocrita di chi di quelle mura è custode non solo per se, ma per la comunità…

mi sarei aspettato (come da molti auspicato d’altronde) che la chiesa potentina indagasse al proprio interno e facesse luce sul come sia stato possibile che il corpo della povera elisa rimanesse in quel sottotetto così a lungo senza che alcuno lo notasse, o come mai vi rimanesse e vi fosse rimasto anche dopo le insistenti “voci” di un suo ritrovamento che certo, se vero e verificato che tali voci esistessero, riguardavano responsabilità nel mantenimento di quel silenzio doloso proprio chi solo avrebbe potuto accedere facilmente a quei locali…preti e vicinanza laiche che frequentavano la parrocchia e l’edificio nei suoi annessi e connessi…

e se indagini interne volte all’accertamento di verità anche scomode, di collusioni o anche di sole opacità etiche al riguardo, pur ci sono state, non ne abbiamo avuto conto in questi anni…e non ne ha avuto conto non solo la comunità religiosa, ma anche quella civile tutta di potenza (coinvolta allo stesso modo e quindi parte in causa nella richiesta di quella conoscenza delle cose interne di una curia che invece ha latitato, se non sia stata del tutto reticente in merito proprio all’accertamento di alcuni “fatti”)…

continuo così a credere che se giusta è la riapertura al culto di una chiesa storica e rappresentativa per la cittadinaza potentina (in maggior grado di quella abitante in quel centro storico che non è solo querelle sulla ztl e sul commercio, come pur qualcuno tenta di ridurre questioni più vaste), non altrettanto giusto sia l’atteggiamento della sede arcivescovile che par mettere ancora una volta la testa sotto la sabbia in attesa di tempi migliori che verranno (forse auspicando che proprio il trascorrere del tempo lenisca l’interesse e lo scandalo civile degli accadimenti)…

è la chiesa potentina stessa che crediamo trarrebbe per prima giovamento morale da un accertamento della verità che non può rimanere limitato alla sola prova della colpevolezza ed alla reclusione di colui che ha commesso un omicidio efferato, ma che deve coinvolgere tutte le incongruità (definiamole così) di alcuni atteggiamenti di suoi esponenti, se ciò fosse dimostrabile non essere solo frutto di quelle architetture giornalistiche che pure molto hanno confuso l’intera vicenda…e la chiesa potentina invece tace…

che l’edificio della chiesa riapra dunque, nella sua sola parte dedicata al culto, ma che si riapra anche l’obbligo di dare risposte ad una comunità intera senza veli ed ipocrisie, come purtroppo appare…

alla famiglia claps tutta la mia personale vicinanza umana nella riapertura di un dolore, la perdita di elisa,  che credo nulla potrà sopire nella perdità in quanto tale e nella perdità con quelle modalità esecrabili che sappiamo essere andate oltre la mano di chi ha materialmente commesso quella ferocia…

ma anche la mia vicinanza civile, nella ferma richiesta che questa riapertura non diventi un lavaggio a secco di una vicenda che, oltre la cronaca, è diventata suo malgrado lo specchio interiore e non solo di una comunità che deve ed ha diritto di conoscere una verità più ampia di quella che finora ci è stata raccontata, per crescere civilmente e democraticamente a partire da quel dolore condiviso e sincero che ha accomunato una intera città…

o quantomeno quella parte della città che crede che nulla debba rimanere sepolto negli armadi della cattiva coscienza e della complicità di sistema!!!

…ed ho paura che le preghiere non bastino affatto!!!

  

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Martedì 17 aprile si riunisce il Consiglio regionale

13/04/2012 08:43

Tra gli argomenti all’ordine del giorno il disegno di legge che detta disposizioni in materia di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ACR  Il Consiglio regionale della Basilicata si riunirà martedì 17 aprile 2012, alle ore 10,30, nel Palazzo della Giunta regionale (Viale Vincenzo Verrastro, 4 – Potenza).

Dopo la consueta attività ispettiva e di controllo, l’Assemblea esaminerà tre proposte di legge. La prima afferente le modifiche alla L.R. 38/2002 in materia di indennità di carica, funzione, rimborso spese, missione, fine mandato e assegno vitalizio spettanti ai consiglieri regionali, a firma del consigliere Singetta (Api); la seconda relativa alle disposizioni in materia di trasparenza dell’amministrazione regionale nei concorsi pubblici, d’iniziativa del consigliere Mazzeo (Idv); la terza inerente le norme per l’accesso e la trasparenza in materia ambientale, d’iniziativa dei consiglieri Navazio (Ial), Falotico (Plb) e Mollica (Mpa).

Il Consiglio discuterà, poi, il disegno di legge che detta disposizioni in materia di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

All’attenzione dell’Aula, inoltre, le nomine del direttore dell’Arbea e di un esperto in seno al Comitato d’indirizzo della stessa Agenzia. Prevista anche la sostituzione dell’ex consigliere Ruggiero nel Comitato regionale d’indirizzo dell’Arpab.

La seduta si concluderà con la discussione delle mozioni presentate.

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14/04/2012

il problema non soltanto se in basilicata ci siano o meno in tendenza molti più casi di neoplasie e malattie croniche in alcune zone interessate da “alcuni” fenomeni industriali…

il problema è che mancano “scientificamente” i dati organizzati epidemiologicamente e così tutto diviene quell’ipocrita melma tutt’appostista che viene presa a motivo di continuare sulla stessa strada!!!…

modello, puoi dire che hai la febbre, non solo se hai un termometro ed una scala graduata, ma soprattutto se sai che oltre i 37° sei ammalato…

e se non lo sai sei abile ed arruolato…ed ovviamente il vitto è ottimo ed abbondante

miko somma

13/04/2012

mi si comunica della decisione, in caso di celebrazione di un processo per l’uccisione del lupo a sasso di castalda (pz), di costituzione di parte civile dell’ente parco dell’appennino lucano contro i colpevoli…ringrazio il commissario totaro per la sollecitudine nel fare suo il mio suggerimento di qualche giorno fa

miko somma

13/04/2012

ormai la censura di basilicatanet nei confronti di comunità lucana rasenta l’idiozia nordcoreana…persino nei comunicati altrui (wwf che aderisce alla proposta di legge ed al relativo piano rifiuti) si taglia qualsiasi riferimento al nostro movimento!!!…bene sappiano direttore ed i redattori che sapremo come regolarci al momento opportuno

miko somma

13/04/2012

c’è una sostanziale ipocrisia, oltre ad una certa dose di ignoranza, nell’uso del termine green economy, quasi fosse divenuta la panacea di ogni male…molto spesso dietro quel termine c’è solo un altro modo di sfruttare l’ambiente che conduce agli stessi risultati in termini di occupazione strutturale dello stesso (leggi eolico e fotovoltaico selvatico)…sintomatico il fatto che spesso sia in bocca ad amministratori che non si sono mai distinti per particolare attenzione agli equilibri ambientali…diffidate!!!

miko somma

La notizia del giorno!

Si è appreso, quasi senza preavviso, dell’ordinanza di dissequestro, da parte della magistratura, della Chiesa della SS Trinità. La notizia, come al solito, ha innescato reazioni contrastanti. E tra favorevoli e contrari, i commenti non sono mancati. Ho guardato distrattamente il Tgr della Basilicata, attraverso il quale ho appreso la notizia. Ma non sono mancate riflessioni su tutta la vicenda. E non ho dimenticato la ridda di commenti (anche questi contrastanti) della cittadinanza potentina sul destino futuro del Luogo di Culto che, suo malgrado, è salito agli onori della cronaca nera per la nota vicenda della morte di Elisa Claps. Ho ascoltato attentamente le varie ipotesi che si mettevano sul tavolo: c’era chi proponeva la sconsacrazione del luogo (adducendo a motivazione il fatto che la Chiesa abbia sconsacrato, in passato, luoghi per motivi meno gravi di quello verificatosi nella Chiesa della SSTrinità); al suo posto si proponevano svariate soluzioni, tra centri studi o luoghi di accoglienza per donne vittime di violenza; c’è chi, invece, auspicava una riapertura al culto della Chiesa che, lo si voglia o no, ha un’importanza, nell’immaginario e anche nell’affettività dei potentini che non va sottovalutata. Tra le tante voci che si esprimono in merito, voglio dire la mia, assumendomene la responsabilità personale: L’eventuale sconsacrazione o recupero al culto è prerogativa solo e solamente dell’autorità Ecclesiastica. Che, a mio parere, potrebbe tenere conto dell’opinione della cittadinanza (opinione prevalente, sia chiaro), ma che, alla fine, dovrà decidere in perfetta autonomia. Dal mio punto di vista, di persona non propriamente credente, ritengo che un luogo di culto vada restituito alla cittadinanza e alle sue funzioni. Perché, al solito, certe colpe e responsabilità vanno ricercate tra gli uomini, e non tra “le pietre” di un edificio. Privare i credenti della città di un luogo dove poter esprimere la propria fede sarebbe un colpo di mano che, nonostante provocato da giusto risentimento per ciò che uomini hanno compiuto e uomini hanno provveduto a nascondere e depistare, alla città non darebbe quella giustizia che va cercata per altre vie e con altri protagonisti. Immagino che questo mio punto di vista possa essere discutibile ed opinabile: ma credo che, a conti fatti, un luogo di culto non abbia nessuna colpa per ciò che si è compiuto tra le sue mura. E mi auguro che, quanto prima, sia pronunciata una parola definitiva, chiara e circostanziata sul destino della Chiesa non dalla popolazione, ma dalle autorità Ecclesiastiche. La verità sulla vicenda che ha segnato una città e un’intera Regione, va ricercata e trovata, ma senza strumentalizzazioni. Insomma: se qualcuno ha delle colpe in tutta questa vicenda, che non paghi la cittadinanza credente (e non), ma solo i responsabili. Un fabbricato non è responsabile di ciò che vi accade dentro. Quello che io mi auguro ed auguro alla città… rimanendo fermamente convinto che la verità è ancora lontana, ribadendo la mia vicinanza (e quella di tutta Comunità Lucana – Movimento no oil) alla famiglia Claps, è che la cittadinanza e la famiglia Claps possano avere la verità su ciò che è accaduto in quella Chiesa e che, la cittadinanza intera possa riavere aperto al culto un edificio che, comunque, fa parte della storia della Città.

Antonio Bevilacqua: Responsabile di Comunità Lucana – Movimento no oil per la città di Potenza.

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13/04/2012

il paese (e la regione) è ormai senza rappresentanza politica, affondato dall’ipocrisia di forze politiche ormai senza la briciola di “una” idea (1) e che occupano ogni spazio della democrazia…serve struttura di pensiero libero in un’architettura solida di progetto

miko somma

10/04/2012

tanto per non dimenticare in tempi di memoria corta, se i mali italiani vengono da lontano, il male assoluto di questi ultimi anni si chiama berluskoni & soci, quindi certo l’assurdo codazzo del “pipolo” della libertà, ma anche lega, udc, fli, la destra, repubblicani, io amo l’italia e centristi vari che oggi si smarcano, ma fino ad ieri intingevano il pane nel ragù…il pd e la sinistra poi ci hanno messo del proprio, ma è grazie a questa gentaglia che il paese si è “bloccato” per dieci anni!!!

miko somma

09/12/2012

miko somma e comunità lucana sostengono in pieno il candidato sindaco, daniele primucci, la lista ed il programma amministrativo di “si può fare” a palazzo san gervasio (pz), partecipandola attivamente…a breve l’elenco delle altre liste che il movimento appoggerà in questa amministrative lucane

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09/04/2012

il liberismo ha prodotto una ultra-specializzazione settoriale molto spinta in alcuni ambiti di lavoro soprattutto legati alla finanza ed ai mercati (tante persone in giro per il mondo che sanno fare cioè una sola cosa), dissolvendo così qualsiasi rapporto tra lavoro individuale e risultato finale, esattamente come tra etica personale e lavoro di settore…

una parcellizazione dei saperi e delle coscienze inquietante e dove a ciascuno sfugge e deve sfuggire il senso del totale, la concatenazione che lega quindi azioni singole ad un ciclo delle stesse…

una cosa che per molti versi ricorda la catena di montaggio fordista, ma nella finanza il risultato non è mai un prodotto, ma un differenziale (uno spread)

miko somma

musei aperti a pasquetta

Musei statali della Basilicata aperti anche oggi dalle ore 9 alle ore 20, Aree archeologiche dalle ore 9 a un’ora prima del tramonto.

Questo l’elenco dei Musei aperti per una visita al nostro poco conosciuto, ma importantissimo patrimonio museale:

 

Potenza – Museo Archeologico Nazionale della Basilicata “Dinu Adamesteanu”;

 

Matera – Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata;

 

Matera – Museo Archeologico Nazionale “Domenico Ridola”;

 

Melfi (pz)- Museo Archeologico Nazionale del Melfese “Massimo Pallottino”;

 

Venosa (pz)– Museo Archeologico Nazionale di Venosa e Area Archeologica della città romana;

 

Muro Lucano (pz)– Museo Archeologico Nazionale di Muro Lucano [10.30-12.30; 17.00-20.00];

 

Grumento Nova (pz)– Museo Archeologico Nazionale dell’alta Val d’Agri e Area archeologica di Grumentum;

 

Bernalda / Metaponto (mt)- Museo Archeologico Nazionale di Metaponto e Area archeologica;

 

Policoro (mt)- Museo Archeologico Nazionale della Siritide e Area archeologica di Siris-Herakleia.

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