15/04/2012

p.zza della loggia, brescia…tutti assolti dopo 38 anni…chi pagherà mai questo conto amaro delle stragi di stato, dei depistaggi, della strategia della tensione?…eppure i nomi li conosciamo…

miko somma

Com. stampa Comunità Lucana-Movimento No Oil verso il partito della Comunità Lucana

questo comunicato non è stato inviato al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

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Pac, agricoltura lucana e la casta “illuminata” e poco luminosa.

  

Viviamo una crisi economica del tutto intrinseca al capitalismo finanziario – o liberismo globalizzante –  che palesa tutte le sue contraddizioni di sistema economico fondato sulla delocalizzazione dei rapporti produttivi verso l’immaterialità del rapporto tra domanda ed offerta a creazione del prezzo, intendendo con questo il parametro di incontro tra le due componenti classiche dell’economia di mercato, sempre più spostato quest’ultimo dal soddisfacimento della domanda attraverso l’offerta alla determinazione di un prezzo, e così di un valore, a priori e fuori dal contesto produttivo, cioè nelle fluttuazioni di borsa.

 

 

Applicato all’agricoltura ciò vale a dire che la domanda di una data merce, es. il grano, non forma più il parametro prezzo dello stesso in rapporto alla sua abbondanza o meno sul mercato, ma il suo prezzo dipenderà dall’altalena dei titoli delle società che ne trattano l’immissione sul mercato, altalena spesso più frutto di manovre sui titoli che di reali condizioni operative delle stesse società, creandosi un vero e proprio salto nella determinazione del prezzo dal sito del classico rapporto produttore-commerciante al più immateriale scambio azionario nella borsa di Chicago, tanto per rimanere nell’esempio, ed è così chiaro che ogni variazione in negativo dello stesso si ripercuote sull’intera catena distributiva in partite di giro di mancati profitti che è così l’ultimo anello della catena, il produttore, a dover compensare con un aumento delle produzioni e delle rese, quindi con sovra-sfruttamento dei campi e necessità di una sempre più invasiva concimazione, e con la precarizzazione dei rapporti di lavoro subordinati, con ovvi effetti depauperanti sulla forza lavoro.

  

A ciò si aggiunge il cappio della necessità di finanziamenti sempre più onerosi per sostenere costi fissi ed indebitamento da investimento, in un circolo vizioso che porta alla chiusura delle azienda agricole ed al fenomeno dell’accaparramento delle singole unità agricole da parte di gruppi che nei fatti stanno ormai ricostituendo fenomeni di latifondo.

  

Non allontaniamoci nelle analisi e troveremo il quadro di una regione dove l’elemento produttivo a più stretta vocazionalità territoriale, l’agricoltura, langue in una condizione di marginalità sempre più grave che, nonostante le tante chiacchiere sulle eccellenze, porta dritti alla morte dell’agricoltura lucana così continuando quelle condizioni generali di mercato che proviamo a riassumere in una domanda – ma i lucani quanto mangiano di lucano?

  

La domanda non è oziosamente sciovinista, come pur potrebbe apparire nella condizione della grande distribuzione che ormai la fa da padrona come fornitore di alimenti alla popolazione lucana e che certo nei suoi scaffali pone merci agricole poco rispondenti alla territorialità delle produzioni. In poche parole si troveranno sugli scaffali delle merci producibili in regione, ma spesso prodotte lì dove tutta una serie di condizioni si realizzano nella convenienza della grande distribuzione ad acquisire determinate merci e non altre (prezzo, standardizzazione della produzione, extra-stagionalità, trasporti, lavorazione, e via discorrendo), e non necessariamente prodotti lucani pur nell’ovvietà di quelle filiere più corte che altri vedono ormai come soluzione di sistema alla crisi dell’agricoltura, l’investimento nel locale come fonte primaria di approvvigionamento di derrate agricole.

  

Storceranno il naso alcuni per cui il libero mercato e le leggi della concorrenza fanno declamare che è colpa degli agricoltori lucani non riuscire a produrre a prezzi e condizioni tali da rendersi appetibili, e si dovranno operare di conseguenza selezioni darwiniane tra gli stessi, puntando su produzioni di qualità e dimenticando tutto il resto della produzione per salvare il comparto agricolo regionale, ma riteniamo che simili visioni abbiano fatto il loro tempo e che altre considerazioni debbano prendere sopravvento.

  

E’ da molto tempo che riteniamo giunto il tempo di creare il mercato generale lucano, il terminale dove grossisti e dettaglianti possano acquistare le merci agricole ivi condotte direttamente dai produttori od attraverso trasporti consortili locali, in un sistema di filiera corta controllata dal pubblico per creare quel mercato di “favore” alle merci locali che, se inviso ai liberal, sarebbe invece il toccasana per agricoltori e settori occupazionali relativi, il cui maggiore impiego lenirebbe i disagi di una disoccupazione indotta dal mercato lasciato nelle mani di chi stabilendo prezzi capziosi interviene a gamba tesa sul lavoro, un mercato selvatico e che tanto nuoce al ciclo economico locale dell’agricoltura.

  

Certo, si osserverà che la PAC concede contribuzioni proprio in virtù di quei principi concorrenziali che “dovrebbero” fare stimolo alla libera circolazione delle merci e alla competitività, ma qualche decennio di contribuzioni “leggere” ci danno modo di concludere che tali denari sono stati inutili, e forse dannosi, se i criteri di fondo dei nostri PSR rimangono gli stessi che finora hanno prodotto un’economia agricola incapace di reggersi da sola.

  

Meglio sarebbe rinunciarci e procedere ad un ciclo locale che punti prima di tutto al soddisfacimento di domanda interna sia alla regione, che alle zone limitrofe, attraverso quelle mirate politiche di incentivo alle filiere corte in grado di saltare i passaggi intermedi, formando così dei prezzi in grado di rinforzare sia la redditività aziendale per la produzione di merci generaliste, incoraggiandone la maggiore qualità in rapporto ad marketing ambientale di incontaminatezza assunta a canone di statuto di una regione in grado ancora di salvarsi dal deserto conformista, e così l’occupazione relativa, sia il migliore approccio  sanitario ed ambientale delle stesse filiere, puntando poi su eccedenze trasformate in eccellenze per i mercati più lontani e redditizi, che per la quasi totalità dei produttori rimangono comunque il miraggio.

  

Ma a Sant’Arcangelo al convegno sulla PAC certo non si è parlato di sovranità alimentare, ma nell’uso provinciale di anglismi da casta “illuminata” e poco luminosa, s’è discusso di internazionalizzazione, di competitività, di libero mercato, sottintendendo al consenso che finora si è creato proprio con l’uso dei fondi U.E. per l’agricoltura nella nostra regione.

  

Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana-Movimento No Oil

  

La Grotta: notizie false su pozzo petrolifero a S. Arcangelo13/04/2012 19:32

BAS   “E’ dovere di ogni amministrazione tutelare la salute di ogni cittadino e l’interesse di una comunità e di un territorio, pertanto il gruppo di maggioranza del Comune di Sant’Arcangelo non ha alcuna intenzione di seguire chi continua strumentalmente a sollevare polemiche sterili e soprattutto fondate su notizie false, come la possibilità di aprire un pozzo petrolifero nel territorio Comunale”. Lo dichiara Salvatore La Grotta, capogruppo di maggioranza al Comune di Sant’Arcangelo.
“E’ con chiarezza – prosegue – che ritengo di affermare che nel territorio di Sant’Arcangelo non vi sarà alcun pozzo di petrolio, bensì, come recita la nota acquisita agli atti dall’Ente, il territorio sarà oggetto di un’attività di ricerca di idrocarburi denominato “Tempa La Pertosa” da parte di TOTAL & P ITALIA S.p.A., prevedendo delle indagini di tipo geofisiche con un impatto contenuto. Il progetto in questione, sottoposto a procedura di V.I.A., risulta essere depositato presso il preposto ufficio della Regione Basilicata, ove chiunque interessato, può presentare le proprie osservazioni entro 45 giorni. E’, quindi, compito dell’amministrazione, vigilare affinchè siano espletate le procedure di indagine previste dal progetto presentato, proprio per salvaguardare quel pricipio sacrosanto di tutela dei cittadini e del territorio.
Trovo irresponsabile ed incoerente il comportamento da parte della minoranza in seno al Consiglio Comunale, che, guidata da un esponente del PDL, il capogruppo Salvatore Giannasio, nonchè Consigliere Provinciale, invece di esaltare il lavoro che il suo partito di concerto con il PD, in perfetto clima bipartizan, sta svolgendo nel perseguire l’interesse dei Lucani, preferisce diffondere preoccupazioni infondate tra i cittadini, seguendo la scia di un movimento ambientalista che ormai da anni è schierato contro l’estrazione petrolifera.
Considerata l’infondatezza e la temerarietà della notizia fatta circolare nei giorni scorsi a riguardo, la quale ha ingenerato tra i cittadini immotivati timori e preoccupazioni, l’Amministrazione Comunale, a tutela della buona fede e della serenità della cittadinanza, inoltrerà alla magistratura un formale esposto di denuncia affinchè la stessa accerti e verifichi l’esistenza di presupposti per ritenere verificato un procurato allarme sociale”.

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sembra una fotocopia dell’atteggiamento del sindaco, della giunta e del consiglio di tramutola…più in generale questi pd, giocano sul senso delle parole e trasformano un permesso di ricerca in una cosa da nulla a cui non val neppure la pena rispondere, ignorando probabilmente che sono atti propedeutici alla realizazione di ben più invasive opere di trivellazione a cui poi difficilmente il comune potrà opporsi…sintomatico che parli il capogruppo di maggioranza, quindi uno stolido uomo di apparato che non esprime forse neppure pensieri suoi, ma linee di un partito filo-petrolio come è il pd in questa regione, e non il sindaco…mah, mi sono espresso molte volte sul tenore di queste dichiarazioni che tendono a trasformare in mostri chiunque abbia un’idea diversa dalla loro…in quanto all’associazione non ho idea di quale associazione sia e di cosa abbiano detto proprio a santarcopoli (patria del moro presidente della regione), ma comprendo che a volte si forza sui temi per rendere chiare le cose, pur commettendo l’ingenuiotà di prestarer poi il fianco a questa gente, che se parla in nome del benessere dei sauoi concittadini, prima dovrebbe aver dimostrato di agire in tal senso…

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 Nuova Pac, la Basilicata pronta alla scommessa delle eccellenze

13/04/2012 18:24

Le varie sfide delle future Politiche Agricole sono state snocciolate oggi nel corso di tre appuntamenti che si sono tenuti a Sant’Arcangelo a Potenza e a Stigliano

AGR  Cinquant’anni fa la riforma Agraria rivoluzionò il comparto primario meridionale. Oggi la riforma della Politica Agricola Comune per il 2014-2020 si annuncia come un evento di pari impatto, in grado di modificare profondamente il settore e adeguarlo alle mutate necessità di uno scenario divenuto globale anche in questo settore. Scenari analizzati nei tre appuntamenti organizzati per oggi in Basilicata con la partecipazione del Presidente della Commissione Parlamentare Agricoltura dell’Unione Europea, Paolo De Castro, a Sant’Arcangelo a Potenza e Stigliano, a cui hanno preso parte, tra gli altri, il Presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, l’Assessore all’Agricoltura della Regione Basilicata, Rosa Mastrosimone e il Presidente di Acquedotto Lucano, Rosa Gentile.
“La riforma della Pac – ha dichiarato il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo – dovrà dare le risposte per affrontare le sfide importanti alle quali ci chiama l’Unione Europea. In linea con quanto dichiarato dal Parlamento Europeo – ha detto il Presidente – deve essere anche sostenuta una maggiore flessibilità di intervento, al fine di disporre di strumenti che siano in grado di fronteggiare gli eventuali stati di crisi del settore, che negli ultimi anni si sono manifestati con un ritmo e un’intensità preoccupanti”.
“L’auspicio – ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura Rosa Mastrosimone – è che la riforma della Pac diventi più mirata e tenga in debita considerazione le specificità del mondo rurale, insieme all’esigenza di una semplificazione delle sue norme e dei controlli. Le priorità individuate dal secondo pilastro della Pac – ha aggiunto – puntano la propria attenzione sul potenziamento della competitività dell’agricoltura e sulla redditività delle aziende agricole, incentivando l’organizzazione della filiera agroalimentare e la gestione dei rischi nel settore agricolo. Queste priorità – in linea con le politiche messe in campo dalla Regione Basilicata ha evidenziato infine l’assessore – da un lato tentano di incoraggiare la ristrutturazione delle aziende agricole e il ricambio generazionale, dall’altro tendono al miglioramento della integrazione dei produttori nella filiera agroalimentare”.
Due i punti della nuova Pac su cui si è incentrata l’attenzione del Presidente di Acquedotto Lucano – Rosa Gentile, e cioè l’incoraggiamento delle iniziative agro ambientali, in particolare per quel che concerne l’uso efficiente delle risorse e l’attenzione alle zone fragili”. “Ad esempio – ha detto Gentile – gli impianti di trattamento dei reflui potrebbero rendere disponibili ingenti quantitativi di acqua. I 181 depuratori presenti in regione sono in grado di produrre acqua dalle caratteristiche già accettabili e che sarebbero migliorabili con modesti adeguamenti strutturali.
Acquedotto Lucano segue con attenzione tutte le possibilità per conseguire il risparmio idrico e ha deciso di supportare una sperimentazione condotta dall’Università della Basilicata a Ferrandina. Un altro aspetto estremamente importante è legato al fenomeno dell’erosione. La sperimentazione condotta a Ferrandina – ha detto infine Gentile – sta dimostrando che i fanghi dei depuratori civili determinano un rilascio di nitrati nel suolo molto graduale rispetto ai tradizionali concimi chimici e questo migliora l’assorbimento dell’acqua piovana rafforzando la stabilità dei suoli”.
L’appuntamento di Stigliano ha previsto anche la presentazione del libro “Corsa alla Terra – cibo e agricoltura nell’era della nuova scarsità” curato dal Presidente della Commissione Parlamentare Agricoltura dell’Unione Europea – Paolo De Castro. “Il cibo – afferma De Castro prospettando una crescente importanza del settore primario – costerà di più per tutti, con un impatto che sarà più forte sulle fasce più povere della popolazione mondiale, ma che si farà sentire in modo diretto e indiretto anche nei paesi ricchi”. Secondo De Castro “non servono politiche fatte in casa, quanto uno sforzo per costruire una politica di sicurezza alimentare coordinata a livello globale”.

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Nuova Pac, De Filippo: si generi competitività

13/04/2012 18:25

“Per l’agosto del 2013 dovremo condividere una decisione nazionale che sappia conciliare le diverse esigenze delle agricolture regionali”

AGR  “L’ampia riforma della Pac dovrà dare le risposte per affrontare le sfide importanti alle quali ci chiama l’Unione Europea. Occorre mettere a punto un’azione riformatrice maggiormente orientata verso obiettivi che massimizzino da una parte la ridistribuzione delle risorse e dall’altra un sostegno più mirato”.
E’ quanto ha dichiarato il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo, in occasione di una tavola rotonda sulla Riforma agraria e sulla nuova politica agricola tenutasi in mattinata a Sant’Arcangelo.
Gli agricoltori – ha affermato De Filippo – hanno bisogno di politiche che li aiutino a diventare più competitivi e in grado di prevenire e gestire le crisi di mercato, senza dimenticare gli obiettivi di una produzione più sostenibile ed efficiente. Maggiore attenzione – ha aggiunto il presidente – va anche data agli aspetti ambientali e a quelli di una necessaria semplificazione e chiarezza delle linee d’intervento. In linea con quanto dichiarato dal Parlamento Europeo deve essere anche sostenuta una maggiore flessibilità di intervento, al fine di disporre di strumenti che siano in grado di fronteggiare gli eventuali stati di crisi del settore, che negli ultimi anni si sono manifestati con un ritmo e un’intensità preoccupanti. La proposta di regolamento – ha concluso De Filippo – offre molteplici opportunità per modulare una distribuzione diversificata sia a livello territoriale che temporale. Per questo motivo auspico che tutti noi sapremo sfruttare adeguatamente il tempo a disposizione per di condividere, nell’agosto del 2013, una decisione nazionale che sappia conciliare le diverse esigenze delle agricolture regionali”.

——————————————————————————Nuova Pac, Mastrosimone: si punti a specificità del mondo rurale

13/04/2012 18:27

Si punta maggiore attenzione sul potenziamento della competitività dell’agricoltura e sulla redditività delle aziende agricole

AGR  “Gli obiettivi e gli strumenti della proposta di riforma della Pac per il 2014-2020 possono essere considerati in linea con l’evoluzione del dibattito politico e scientifico che in questi anni si è sviluppato sulle esigenze di riforma. Vi sono novità di non poco conto che vanno accolte positivamente”.
E’ quanto dichiara l’assessore all’Agricoltura della Regione Basilicata in occasione del convegno sulle Produzioni Agroalimentari e nuova Pac organizzato dalla Regione Basilicata a Stigliano.
Sono da apprezzare le priorità individuate dal secondo pilastro della Pac – aggiunge Mastrosimone – che punta la propria attenzione sul potenziamento della competitività dell’agricoltura e sulla redditività delle aziende agricole, incentivando l’organizzazione della filiera agroalimentare e la gestione dei rischi nel settore agricolo. Queste priorità – in linea con le politiche messe in campo dalla Regione Basilicata evidenzia l’assessore – da un lato tentano di incoraggiare la ristrutturazione delle aziende agricole e il ricambio generazionale, dall’altro tendono al miglioramento della integrazione dei produttori nella filiera agroalimentare.
Le maggiori perplessità riguardano il greening, e in particolare, il sistema di vincoli su cui si propone di basare la componente ecologica dei pagamenti diretti, disegnati in modo squilibrato rispetto ai Paesi dell’Ue, e poco efficace rispetto all’effettiva capacità di remunerare la produzione di beni pubblici ambientali”.
“L’auspicio – ha poi proseguito l’assessore regionale all’Agricoltura – è che la riforma della Pac diventi più mirata e tenga in debita considerazione le specificità del mondo rurale, insieme all’esigenza di una semplificazione delle sue norme e dei controlli

——————————————————————————La nuova Pac – La scheda13/04/2012 18:28AGR Ecco i punti chiave della riforma:

1. Aiuti al reddito più mirati per dinamizzare la crescita e l’occupazione
Per valorizzare al meglio il potenziale agricolo della Ue, la Commissione propone di sostenere il reddito degli agricoltori in modo più equo, semplice e mirato. L’aiuto di base riguarderà solo gli agricoltori in attività. Sarà decrescente a partire da 150.000 euro con un massimale annuo di 300.000 euro per azienda, pur tenendo conto del numero di posti di lavoro creati nelle aziende agricole. Inoltre, gli aiuti verranno distribuiti in modo più equo tra agricoltori, regioni e Stati membri.
2. Strumenti di gestione delle crisi più reattivi e adeguati alle nuove sfide economiche
La volatilità dei prezzi rappresenta un minaccia per la competitività a lungo termine del settore agricolo. La Commissione propone reti di sicurezza più efficaci e più reattive per i comparti maggiormente esposti (intervento pubblico e ammasso privato) e suggerisce di incentivare la creazione di assicurazioni e fondi di mutualizzazione.
3. Un pagamento “verde” per conservare la produttività a lungo termine e tutelare gli ecosistemi
Al fine di rafforzare la sostenibilità ecologica del settore agricolo e di valorizzare gli sforzi compiuti dagli agricoltori, la Commissione propone di riservare il 30 per cento dei pagamenti diretti alle pratiche che consentono un uso ottimale delle risorse naturali. Si tratta di pratiche semplici ed efficaci dal punto di vista ecologico, e cioè: diversificazione delle colture, conservazione dei pascoli permanenti, salvaguardia delle riserve ecologiche e del paesaggio.
4. Ulteriori finanziamenti per la ricerca e l’innovazione
Al fine di porre in essere un’agricoltura della conoscenza che sia anche competitiva, la Commissione propone di raddoppiare gli stanziamenti destinati alla ricerca e all’innovazione in campo agronomico e di fare in modo che i risultati della ricerca si concretizzino nella pratica attraverso un nuovo partenariato per l’innovazione. Questi fondi permetteranno di promuovere il trasferimento del sapere e la prestazione di consulenza agli agricoltori, nonché di sostenere progetti di ricerca utili per l’attività agricola, stimolando una cooperazione più stretta tra il settore agricolo e la comunità scientifica.
5. Una filiera alimentare più competitiva ed equilibrata
Pur situandosi all’origine della filiera alimentare, l’agricoltura è molto frammentata e poco strutturata. Per rafforzare la posizione degli agricoltori, la Commissione propone di sostenere le organizzazioni di produttori e quelle interprofessionali e di sviluppare le filiere corte dal produttore al consumatore, senza troppi intermediari. D’altra parte, le quote zucchero, che hanno perso la loro ragion d’essere, non saranno mantenute al di là del 2015.
6. Incoraggiare le iniziative agro ambientali
Vanno prese in considerazione le specificità di ogni territorio e vanno incoraggiate le iniziative agroambientali a livello nazionale, regionale e locale. A tal fine, la Commissione propone che tra le priorità della politica di sviluppo rurale figurino la salvaguardia e il ripristino degli ecosistemi, la lotta ai cambiamenti climatici e l’uso efficiente delle risorse.
7. Facilitare l’insediamento dei giovani agricoltori
Due terzi degli agricoltori hanno più di 55 anni. Per incentivare l’occupazione e incoraggiare le giovani generazioni a dedicarsi all’attività agricola, la Commissione propone di istituire una nuova agevolazione all’insediamento destinata agli agricoltori che hanno meno di quarant’anni, per sostenerli durante i primi cinque anni di vita del loro progetto.
8. Stimolare l’occupazione rurale e lo spirito d’impresa
Al fine di promuovere l’occupazione e l’imprenditorialità, la Commissione propone una serie di misure intese a stimolare l’attività economica nelle zone rurali e a incoraggiare le iniziative di sviluppo locale. Verrà creato, ad esempio, un “kit d’avviamento” per sostenere i progetti di microimpresa, con finanziamenti fino a 70.000 euro per un periodo di cinque anni. Verranno rafforzati i gruppi di azione locale LEADER.
9. Maggiore attenzione alle zone fragili
Per evitare la desertificazione e preservare la ricchezza dei nostri territori, la Commissione offre la possibilità agli Stati membri di fornire un maggiore sostegno agli agricoltori che si trovano in zone soggette a vincoli naturali, grazie a un’indennità supplementare. Si tratta di un aiuto che andrà ad aggiungersi a quelli già disponibili nel quadro della politica di sviluppo rurale.
10. Una PAC più semplice ed efficace
Per evitare inutili oneri amministrativi, la Commissione propone di semplificare diversi meccanismi della Pac, in particolare i requisiti di condizionalità e i sistemi di controllo, senza peraltro diminuirne l’efficacia. Inoltre, sarà semplificato anche il sostegno ai piccoli agricoltori. Questi ultimi avranno diritto a un assegno forfettario annuo che va da 500 a 1.000 euro per azienda. Sarà incoraggiata la cessione di terreni da parte dei piccoli agricoltori che cessano l’attività ad altri agricoltori che intendono ristrutturare la propria azienda.

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alcune risposte nel comunicato stampa che segue…

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I reflui della depurazione utilizzati per irrigare

13/04/2012 18:30

Il presidente di Al ha illustrato i risultati di una sperimentazione condotta con l’Unibas

ESR   “Un valido sistema per l’economia dell’acqua potrebbe essere costituito dal riutilizzo delle acque derivanti da impianti di trattamento di reflui. Il loro impiego in agricoltura potrebbe rendere disponibili per il settore civile ingenti quantitativi di acqua”. Lo ha affermato il presidente di Acquedotto Lucano, Rosa Gentile, nel corso del suo intervento al convegno sulla nuova politica agricola comunitaria.

I depuratori, che sono presenti in numero considerevole sul territorio della nostra regione (gli impianti sono in tutto 181) – ha dichiarato Gentile – sono in grado di produrre acqua dalle caratteristiche già accettabili e che sarebbero migliorabili con modesti adeguamenti strutturali degli impianti. In questo modo si eviterebbe lo spreco della risorsa e si potrebbe aumentare la disponibilità idrica in quelle aree irrigate in modo non adeguato”.
Acquedotto Lucano da tempo – ha aggiunto – ha deciso di supportare una sperimentazione condotta dall’Università della Basilicata che consiste proprio nell’osservazione degli effetti dell’impiego di reflui urbani per l’irrigazione in agricoltura, nella fattispecie di un uliveto nel comune di Ferrandina. I risultati ottenuti da questa sperimentazione sono positivi: la produttività media è quasi triplicata; le produzioni ottenute si sono contraddistinte per le eccellenti caratteristiche merceologiche e hanno dato olio extra-vergine di ottima qualità”.

Secondo il presidente di Acquedotto Lucano, “un altro aspetto estremamente importante è legato al fenomeno dell’erosione: la sperimentazione condotta a Ferrandina sta dimostrando che i fanghi dei depuratori civili migliorano l’assorbimento dell’acqua piovana, controllando l’erosione del suolo”.

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non ho parole…costei, fresca di nomina dopo la trombatura in giunta (chiaro, le sue competenze hanno spinto ad una scelta così, come dire, basata sulle competenze!!!) se ne esce fuori con questa che pare essere una panzana assurda, soprattutto perchè è un lavoro di collaborazione con l’unibas che ricevendo 10 milioni di euro annui prprio dalla regione, vuoi che sputi nel piatto in cui mangia?…

ma scherzi a parte, rendere fertile un terreno di ferrandina, dopo 40 anni di chimica sporca, certo che è possibile con reflui di deiezioni urbane, che certo sono meno inquinanti…

ma scherzi ancora a parte, costei parla di un numero di impianti di depurazione, ma non dice quanti e come funzionano…si limita a suggerire un nuovo metodo di irrigazione e concimazione che forse si basa sulla frase di de andrè “dai diamanti non nasce niente, dalla merda nascono i fiori…” e che se rappresenta il suo primo atto ufficiale da neo-presidente lascia ben sperare che ci sarà da divertirsi parecchio

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Rapporto Ceis: sanità lucana “virtuosa”; servizi buoni, costi bassi

13/04/2012 13:18

Un giudizio positivo per l’efficienza dei servizi “a rete”. Opportuna la scelta di ridurre l’ospedalizzazione e di favorire l’assistenza e le cure territoriali. Emigrazione sanitaria in forte calo

AGR   Sanità lucana in buono “stato di salute”: le strutture pubbliche riescono generalmente a soddisfare le attese dei cittadini e la spesa si attesta sui livelli minimi in Italia. E’ un quadro di efficienza per la Basilicata quello che emerge dal Terzo Rapporto Ceis (Centro Interdipartimentale di Studi Internazionali sull’Economia e lo Sviluppo dell’Università Tor Vergata di Roma) dal titolo “Il sistema sanitario della Basilicata nel 2010 – 2011. Ammalarsi meno, curarsi meglio” che analizza i risultati raggiunti dal sistema sanitario lucano, il cui ridisegno nel nuovo impianto organizzativo a rete è giunto in fase avanzata
Il Rapporto Basilicata mette in luce, dunque, i cambiamenti avvenuti nel Servizio sanitario regionale (Ssr) in una logica armoniosa che integra strutture ospedaliere, presidi territoriali, attività ambulatoriali e il tessuto connettivo dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta in un sistema di reti diffuse (dal cuore all’ictus, dalla pediatria ai punti nascita) Il processo di riorganizzazione della rete dei servizi è stato accompagnato da alcuni “macro elementi di performance”, che, come evidenzia il Rapporto, fanno della Basilicata un caso sostanzialmente peculiare nel panorama nazionale. Infatti, il dato pro-capite per spesa sanitaria per popolazione pesata (alla luce dei differenti fabbisogni di cura dovuti alle differenze anagrafiche: la Basilicata è l’unica regione del Sud che ha una struttura demografica simile a quella del Centro-Nord con una crescente prevalenza di anziani) è il più basso in Italia. Nonostante la stagnazione dell’economia anche nel rapporto spesa sanitaria/Pil si è registrato un miglioramento, avvicinandosi alla media italiana.
La Basilicata, in particolare, rappresenta un’eccezione positiva tra le Regioni meridionali: il percorso di risanamento finanziario avviato negli ultimi anni ha prodotto importanti risultati, grazie anche alla decisa riduzione del saldo della mobilità, passato da meno 57,94 milioni del 2001 a meno 39,67 milioni nel 2009 (ultimo dato “consolidato”).
La sfida per la sanità lucana diventa allora quella di coniugare la “virtuosità” finanziaria con un incremento qualitativo dell’offerta che faccia proseguire il processo positivo innescato dando risposte sempre più efficaci ai peculiari problemi della regione..
La Basilicata, infatti, deve confrontarsi con due ordini di problemi. Quelli socio-economici, aggravati dalla crisi, che hanno riflessi negativi sulla cura della persona, e quelli demografici caratterizzati, in particolar modo, dalla denatalità e dall’ invecchiamento della popolazione. Problematiche, queste, che si riflettono sui livelli di salute e di domanda di assistenza sanitaria, imponendo lo sviluppo di una adeguata rete di assistenza primaria, capace di far fronte ai crescenti bisogni, con costi sostenibili.
Proprio per raggiungere questo obiettivo è stato avviato un processo di razionalizzazione del sistema di offerta sanitaria, che ha interessato, in primo luogo, la rete ospedaliera, con un conseguente incremento dei bacini medi di utenza per struttura. Fenomeno generalizzato a livello nazionale, ma particolarmente evidente in Basilicata, regione che ha portato la propria dotazione di posti letto sino al valore di 3,6 ogni 1000 abitanti, con una riduzione rispetto al 2005 del 15,4 per cento (media annua 3,3 per cento) mentre tutte le altre ripartizioni superano quota 4. Un altro dato positivo è la riduzione del numero complessivo di ricoveri sotto la soglia di 180 per mille, fissato dalla Conferenza Stato-Regioni.
Il valore della produzione considerata potenzialmente inappropriata, che è uno dei più significativi indici di inefficienza del sistema, è pari all’11.9% delle acuzie, in linea con le regioni centro-settentrionali e inferiore alla media nazionale.
Complessivamente l’offerta di prestazioni specialistiche in Basilicata è razionale e di natura prevalentemente pubblica. Così come la spesa sanitaria totale ponderata della Basilicata è inferiore a quella di tutte le altre ripartizioni, un evidente segnale dell’efficienza tecnica della regione nel fornire la tutela sanitaria dei cittadini.
Allo sforzo di aumentare efficienza e qualità dell’offerta ospedaliera si accompagna un significativo incremento dell’assistenza domiciliare, che, con una significativa inversione di tendenza vede la Basilicata superare la media nazionale e incrementare il numero di anziani assistiti e di ore erogate. La logica è la stessa posta alla base degli Stati generali della Salute (la serie di confronti sul nuovo modello di sanità realizzati in vista del nuovo Piano Sanitario Regionale) ossia “Ammalarsi meno, curarsi meglio”. Il principio ispiratore dell’iniziativa è stato la consapevolezza che un sistema socio sanitario efficiente ed efficace diventa tale se si fa “rete” nel territorio e nella società.
Tra le strategie sanitarie, si punta molto al modello “servizio-risultato-miglioramento”. In quest’ottica, dunque, un ruolo fondamentale è riservato alla gestione e allo sviluppo delle risorse umane e, anche per questo, importanza viene data alla rendicontazione sociale, lo strumento con cui l’azienda comunica all’esterno le informazioni necessarie per il rafforzamento di un rapporto fiduciario e di un dialogo aperto con i propri stakeholder, in questo caso tutti i cittadini.

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roba bulgara, questo lancio…va quindi tutto bene in basilicata e la nostra sanità che molti intravedono come appena decente proprio nell’offerta territoriale, qui viene vista come vincente e di performance nord-italiana…

certo il livello è migliore da ogni punto di vista rispetto alle altre regioni meridionali, ma ciò non significa che sia una buona sanità…ma la prosecuzione dei lanci chiarirà molte cose!!!

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Sanità, il Rapporto Ceis 2010/2011 – la scheda13/04/2012 13:24

AGR  Una fotografia del sistema sanitario lucano. Lo studio del Ceis, il Centro di studi economici ed internazionali dell’Università Tor Vergata di Roma, mira alla crescita delle competenze nell’ambito del sistema sanitario. Il terzo Rapporto Ceis Basilicata è il risultato di un progetto di collaborazione scientifica tra la Regione Basilicata ed il Centro dell’Università romana ed è composto da due sezioni dove sono approfondite le diverse tematiche.
Per lo svolgimento di alcune parti della ricerca è stato necessario acquisire le percezioni di alcuni attori privilegiati aziendali, selezionati d’intesa con la Regione. La rilevazione nelle aziende è stata condotta attraverso una raccolta documentale e alcune interviste strutturate. Per la prima è stata predefinita una lista di documenti chiedendo alle Aziende di integrarli con altra documentazione ritenuta utile ai fini della ricerca.
Lo studio del Ceis 2010 si articola in 9 capitoli. Dopo un quadro di riferimento demografico e socio-economico, il rapporto affronta l’offerta socio sanitaria del Sistema sanitario regionale con la rete strutturale e le dotazioni organiche, per poi passare all’assistenza ospedaliera riguardante la spesa e la performance. Capitoli a parte sono dedicati a una riflessione sugli Stati Generali della Salute in Regione “Ammalarsi meno, curarsi meglio”. Due capitoli dedicati alla performance della dirigenza regionale e della gestione delle risorse umane in sanità. L’ultima parte è dedicata, invece, a riflessioni e proposte per la rendicontazione sociale delle aziende sanitarie della Regione Basilicata ai cittadini. La ricerca è stata svolta dal Ceis Sanità ed ha avuto come coordinatori il prof. Federico Spandonaro e la dottoressa Barbara Polistena per la sezione I, il prof. Marco Meneguzzo e la d.ssa Antonella D’Adamo, per la sezione II.

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quindi fondamentalmente in questa ricerca la regione ha stabilito come e chi intervistare in un rapporto (di cui vorremmo conoscere i costi) di collaborazione con un’entità terza, quindi non in una operazione di investigazione della stessa…forte è il sospetto che nell’operazione bulgara di “inno” alla sanità lucana che dai lanci promana vistosa, vi sia la necessità di salvaguardare alcune nomine recenti che pur hanno fatto discutere…

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Sanità, la Basilicata nel Rapporto Ceis 2010/2011 – la scheda 13/04/2012 13:25

AGRUna regione che invecchia

Il fatto che la Basilicata ha uno dei tassi di natalità più bassi d’Italia (7,8 per 1.000 abitanti in Basilicata, 9,5 in Italia e 9,3 al Sud), accompagnato al miglioramento dell’offerta e della qualità sanitaria fa sì che la struttura demografica regionale ricalchi gli standard del CentroNord, con il numero degli over 65, attestatosi nel 2010 al 20,1 per cento della popolazione. Altro fenomeno demografico è quello migratorio che in Basilicata tra il 2008 e il 2009 ha fatto registrare un incremento della popolazione straniera residente (+20,1). Dal punto di vista economico si rileva un forte gap rispetto alla media nazionale; in particolare, il reddito disponibile delle famiglie lucane (€ 13.970) è nettamente inferiore a quello medio nazionale (€ 17.742), sebbene leggermente superiore a quello del Sud (€ 13.099) sia in valore assoluto che a livello di dinamica.

Il processo di razionalizzazione del sistema di offerta sanitaria
Il processo di razionalizzazione ha interessato in primo luogo la rete ospedaliera con un incremento dei bacini medi di utenza per struttura, portando la dotazione di posti letto sino al valore di 3,6 ogni 1000 abitanti, con una riduzione rispetto al 2005 del 15,4% (media annua 3,3%). Nel 2010 il tasso di ricovero complessivo è pari a 176,9 per 1.000 residenti facendo registrare, un dato inferiore alla soglia nazionale

Emigrazione sanitaria in frenata
I pazienti lucani vanno fuori per prestazioni iperspecialistiche. Il problema, insomma, è di tipo qualitativo: infatti, la mobilità passiva interessa prevalentemente ricoveri ad alta complessità, e in generale quelli chirurgici. Nel 2009, per ricoveri che prevedono un intervento, circa un terzo dei pazienti lucani è ricorso a strutture di altre Regioni. Se per gli interventi medici la Basilicata registra valori di ospedalizzazione in linea con la media nazionale, per quelli chirurgici i valori sono inferiori. Infatti, il tasso di ricovero per gli interventi chirurgici per i residenti in Basilicata si è ridotto dal 2007 al 2009 del 3,1%. Di contro, per la parte di mobilità legata alle caratteristiche geografiche è maggiore il numero di quanti arrivano in Basilicata che di quanti vanno via. Una situazione che sembra testimoniare una buona dotazione territoriale di presidi con la necessità di continuare a puntare sui punti di eccellenza per frenare quanti, oggi, continuano ad andare fuori regione.

Verso una maggiore offerta territoriale
Il fattore chiave di razionalizzazione rimane quello legato alla capacità di accompagnare la riduzione dei posti letto con un contestuale sviluppo dell’assistenza primaria, in particolare domiciliare e residenziale. Oggi la Basilicata è l’unica Regione che rispetta l’indice di programmazione di 1.000 residenti adulti per Medico di Medicina Generale (MMG), ma sul fronte della Pediatria di Libera Scelta (PLS) è quella che presenta il più alto rapporto under 14 per PLS. Importanti anche i risultati conseguiti sul fronte della spesa farmaceutica convenzionata netta, nel 2010, ha quindi fatto registrare una diminuzione del 6,9% in Basilicata, permettendo di rispettare il “tetto” del 13,3%. Tetto non rispettato per la farmaceutica ospedaliera: risultato che è il prodotto della diffusione in numerose branche cliniche dei farmaci biologici che ottengono importanti risultati terapeutici ma sono di costo elevato

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ve la lascio così, senza ulteriori commenti…come è possibile infatti considerare buono un dato che vede un terzo dei lucani andare fuori per operazioni chirurgiche?…come è possibile considerare buono il fatto che la spesa per farmaci ospedalieri sfora la soglia e poi ricorrere alla panzana dei farmaci biologici?comunicati di stile bulgaro o se volete nordcoreani!!!

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Fare Ambiente a incontro su “Caccia-Pesca-Territorio”13/04/2012 13:56

BAS   L’associazione Fare Ambiente Basilicata “ritiene che solo salvando la natura , salveremo l’uomo“, ed è per questo motivo sarà presente, dal 20 al 22 Aprile, alla manifestazione “ Caccia – Pesca – Territorio “ che avrà luogo a Tito( Pz ) presso l’ Ente Fiera di Basilicata.

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non sapevamo!!!…grazie della scienza infusa e trasfusa da questa organizzazione ambientalista così favorevole al nucleare!!!…non casuale che un simile, inutile lancio trovi spazio su basilicatasoviet…che siano proprio loro i prescelti dal governo regionale per rappresentare le ragioni dell’ambiente?

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riflessioni sulla riapertura della chiesa della trinità

Arcidiocesi di Potenza su dissequestro Santissima Trinità

13/04/2012 13:09BAS Pregheremo per Elisa, perché sia accolta nella gloria di Dio e per la sua famiglia, affinché riceva il conforto della fede e della conoscenza piena delle verità”. Così l’arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, monsignor Agostino Superbo, ha commentato la notizia relativa al dissequestro della chiesa della Santissima Trinità, chiusa all’indomani del ritrovamento del cadavere di Elisa Claps, il 17 marzo del 2010. “L’autorità giudiziaria di Salerno – fa sapere l’ufficio stampa della diocesi in una nota – ha disposto il dissequestro dell’aula liturgica e dei locali a essa annessi. La decisione è stata assunta dopo la richiesta formulata da monsignor Superbo che ha fatto seguito alla raccolta di circa 2.000 firme presentata al presule dai fedeli potentini”. La chiesa, prima della riapertura al culto, dovrà essere sottoposta alle verifiche tecniche necessarie per decretarne la fruibilità. “Solo in seguito – spiega la diocesi – sarà possibile riprendere a pregare secondo un programma liturgico scandito da diversi momenti: itinerario penitenziale, adorazione eucaristica, preghiere comunitarie e celebrazioni”. L’ufficio comunicazioni sociali diocesano ricorda anche che “essendo la Santissima Trinità un luogo deputato al culto liturgico, alla preghiera, alla contemplazione, alla riflessione, coloro i quali varcheranno gli ingressi dell’edificio sacro, sono tenuti a rispettare la sacralità del luogo, evitando comportamenti che possano creare nocumento e, soprattutto, astenendosi dall’effettuare riprese, espressamente vietate per legge durante le celebrazioni”.

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argomento complesso questo e da cui non voglio esimermi dall’esprimere alcuni giudizi anche dopo l’articolo di antonio bevilacqua che avrete letto nella giornata di ieri…

la chiesa riapre dunque e riapre dopo una raccolta firme che ha “smosso” quella certa ipocrisia che nella curia potentina aleggiava intorno alla vicenda della chiesa della trinità, chiesa suo malgrado divenuta una delle più conosciute d’italia…

cominciamo con il dire che sono d’accordo che il luogo di culto riapra anche a dispetto delle erinni furiose di certo giustizialismo che in nome della verità e della giustizia dimentica che le cose non hanno anima e che quindi non hanno colpe…

personalmente non sono un credente, ma rispetto chiunque lo sia sinceramente ed in quella chiesa riconosca un punto d’incontro di una comunità che è stata maltrattata…

maltrattata perchè l’immagine della città omertosa che in qualche modo si è accreditata per via anche di troppo scandalismo di un giornalismo ormai del tutto privo di remore etiche pur di fare notizia, è un dato di fatto che ha in qualche modo tratteggiato l’immagine della città di potenza e dei suoi abitanti nell’immaginario collettivo del paese

…e non mi riferisco certo al programma “chi l’ha visto?”, quanto piuttosto a certo “assaltismo pennivendolo” pomeridiano e serale assai ansiogeno e poco rispettoso di una comunità che si è ritorvata a fare i conti con una realtà impensabile ed a cui in qualche modo pareva doversi attribuire colpe omertose, perchè forse una città che scopriva basita quello che era accaduto non faceva appunto “colore”…

ma stiamo ai fatti…riapre la chiesa…tutti contenti?…no, ovviamente…non è contenta la famiglia claps che a ragione individua forse in questa riapertura il lavacro per una vicenda che non si è conclusa con l’individuazione del colpevole, ma che ancora troppi dubbi solleva circa corresponsabilità nel mantenere un segreto per tanti anni…

responsabilità che rimangono come un macigno e che coinvolgono forse anche esponenti di quella chiesa potentina da cui ci si sarebbe aspettati maggiore volontà di chiarezza e di pulizia al proprio interno, se e quando si fossero scoperte non realtà giudiziali provate (che competono esclusivamente ai giudici), ma anche solo quelle zone d’ombra della coscienza umana che invece sono materia precipua di chi si occupa non solo di fede, ma anche di etica, e che prima di guardare al mondo dovrebbe guardare in se stesso…

bene, ed è questo guardare in se stessi che crediamo non si sia fatto finora o se lo si è fatto, ciò non ha avuto alcun elemento conoscibile per la comunità, in quel percorso di condivisione e di maturità collettiva di cui crediamo la chiesa debba essere parte attiva e proponente…

e questo personalmente mi urta…non quindi che la chiesa della trinità riapra, cosa del tutto logica, visto che le mura non hanno colpa di ciò che è accaduto ope hominis al loro interno, ma del silenzio ipocrita di chi di quelle mura è custode non solo per se, ma per la comunità…

mi sarei aspettato (come da molti auspicato d’altronde) che la chiesa potentina indagasse al proprio interno e facesse luce sul come sia stato possibile che il corpo della povera elisa rimanesse in quel sottotetto così a lungo senza che alcuno lo notasse, o come mai vi rimanesse e vi fosse rimasto anche dopo le insistenti “voci” di un suo ritrovamento che certo, se vero e verificato che tali voci esistessero, riguardavano responsabilità nel mantenimento di quel silenzio doloso proprio chi solo avrebbe potuto accedere facilmente a quei locali…preti e vicinanza laiche che frequentavano la parrocchia e l’edificio nei suoi annessi e connessi…

e se indagini interne volte all’accertamento di verità anche scomode, di collusioni o anche di sole opacità etiche al riguardo, pur ci sono state, non ne abbiamo avuto conto in questi anni…e non ne ha avuto conto non solo la comunità religiosa, ma anche quella civile tutta di potenza (coinvolta allo stesso modo e quindi parte in causa nella richiesta di quella conoscenza delle cose interne di una curia che invece ha latitato, se non sia stata del tutto reticente in merito proprio all’accertamento di alcuni “fatti”)…

continuo così a credere che se giusta è la riapertura al culto di una chiesa storica e rappresentativa per la cittadinaza potentina (in maggior grado di quella abitante in quel centro storico che non è solo querelle sulla ztl e sul commercio, come pur qualcuno tenta di ridurre questioni più vaste), non altrettanto giusto sia l’atteggiamento della sede arcivescovile che par mettere ancora una volta la testa sotto la sabbia in attesa di tempi migliori che verranno (forse auspicando che proprio il trascorrere del tempo lenisca l’interesse e lo scandalo civile degli accadimenti)…

è la chiesa potentina stessa che crediamo trarrebbe per prima giovamento morale da un accertamento della verità che non può rimanere limitato alla sola prova della colpevolezza ed alla reclusione di colui che ha commesso un omicidio efferato, ma che deve coinvolgere tutte le incongruità (definiamole così) di alcuni atteggiamenti di suoi esponenti, se ciò fosse dimostrabile non essere solo frutto di quelle architetture giornalistiche che pure molto hanno confuso l’intera vicenda…e la chiesa potentina invece tace…

che l’edificio della chiesa riapra dunque, nella sua sola parte dedicata al culto, ma che si riapra anche l’obbligo di dare risposte ad una comunità intera senza veli ed ipocrisie, come purtroppo appare…

alla famiglia claps tutta la mia personale vicinanza umana nella riapertura di un dolore, la perdita di elisa,  che credo nulla potrà sopire nella perdità in quanto tale e nella perdità con quelle modalità esecrabili che sappiamo essere andate oltre la mano di chi ha materialmente commesso quella ferocia…

ma anche la mia vicinanza civile, nella ferma richiesta che questa riapertura non diventi un lavaggio a secco di una vicenda che, oltre la cronaca, è diventata suo malgrado lo specchio interiore e non solo di una comunità che deve ed ha diritto di conoscere una verità più ampia di quella che finora ci è stata raccontata, per crescere civilmente e democraticamente a partire da quel dolore condiviso e sincero che ha accomunato una intera città…

o quantomeno quella parte della città che crede che nulla debba rimanere sepolto negli armadi della cattiva coscienza e della complicità di sistema!!!

…ed ho paura che le preghiere non bastino affatto!!!

  

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Martedì 17 aprile si riunisce il Consiglio regionale

13/04/2012 08:43

Tra gli argomenti all’ordine del giorno il disegno di legge che detta disposizioni in materia di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ACR  Il Consiglio regionale della Basilicata si riunirà martedì 17 aprile 2012, alle ore 10,30, nel Palazzo della Giunta regionale (Viale Vincenzo Verrastro, 4 – Potenza).

Dopo la consueta attività ispettiva e di controllo, l’Assemblea esaminerà tre proposte di legge. La prima afferente le modifiche alla L.R. 38/2002 in materia di indennità di carica, funzione, rimborso spese, missione, fine mandato e assegno vitalizio spettanti ai consiglieri regionali, a firma del consigliere Singetta (Api); la seconda relativa alle disposizioni in materia di trasparenza dell’amministrazione regionale nei concorsi pubblici, d’iniziativa del consigliere Mazzeo (Idv); la terza inerente le norme per l’accesso e la trasparenza in materia ambientale, d’iniziativa dei consiglieri Navazio (Ial), Falotico (Plb) e Mollica (Mpa).

Il Consiglio discuterà, poi, il disegno di legge che detta disposizioni in materia di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

All’attenzione dell’Aula, inoltre, le nomine del direttore dell’Arbea e di un esperto in seno al Comitato d’indirizzo della stessa Agenzia. Prevista anche la sostituzione dell’ex consigliere Ruggiero nel Comitato regionale d’indirizzo dell’Arpab.

La seduta si concluderà con la discussione delle mozioni presentate.

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