24/04/2012

ogni cambiamento sociale necessita della grande maggioranza della gente che ne approvi il senso pratico, così immancabilmente la vera sfida è sempre trasformare un discorso d’avanguardia in un discorso popolare

miko somma

Rocco Colangelo nominato direttore Arbea

23/04/2012 15:35 

Il tecnico Giuseppe Avigliano entra a far parte del Comitato di indirizzo dell’Agenzia

ACR   Rocco Colangelo è il nuovo direttore dell’Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura. E’ stato nominato, con i poteri sostitutivi previsti dall’articolo 9 della legge 32/2000, dal vicepresidente del Consiglio regionale Enrico Mazzeo (su delega del presidente Folino, impegnato in una missione istituzionale all’estero).

Mazzeo, che in mattinata ha incontrato tutti i capigruppo consiliari, dopo una attenta valutazione dei curricula pervenuti a seguito del bando del Consiglio regionale, ha designato inoltre Giuseppe Avigliano, laureato in scienze agrarie, di Lavello, quale componente del Comitato di indirizzo della stessa Agenzia.

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tutto ampiamente preventivabile, come da scioglimento del consiglio regionale dopo la votazione invalida…formalmente quindi la proposta di giunta della nomina di colangelo, diviene con incerta democrazia formale, la decisione del consiglio regionale in merito ad un personaggio che, al netto di competenze sempre tutte da spiegare (ci par di vedere uno di quegli uomini per ogni stagione) sarebbe ora si “levasse dai piedi”!!!

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Anci: Sindaci lucani approvano documento su crisi Comuni 23/04/2012 14:15

BAS   Attribuzione completa dell’IMU ai Comuni, la rimozione del Patto di Stabilità, la eliminazione della Tesoreria Unica. Sono queste alcune delle richieste contenute in un documento approvato oggi dai Sindaci lucani al termine della manifestazione svoltasi al Teatro F.Stabile di Potenza.
“La massiccia partecipazione – ha detto il Presidente dell’Anci Basilicata Vito Santarsiero- ed il forte grido di allarme sollevato stamane anche dai Sindaci lucani, conferma che la situazione è quasi al punto di non ritorno. O si interviene subito –ha aggiunto- o si mette a rischio il sistema dei Comuni con un danno storico per il nostro Paese. Senza Comuni non c’è garanzia di futuro e di servizi essenziali per le nostre comunità. Solo politiche a favore degli Enti locali potranno garantire percorsi di crescita e di sviluppo per l’Italia.”
Al termine dell’incontro i Sindaci hanno consegnato il documento approvato al prefetto di Potenza, Dott. Nunziante.

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segnalo la notizia, condividendo il documento e tutte le preoccupazioni, ma aggiungerei che, caro sindaco santarsiero, qualche volta i comuni ci mettono del loro nel creare disastri finanziari alle loro casse!!!

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antonio il petroliere auto-determinatosi

Petrolio, Autilio: la regione è per l’autodeterminazione

23/04/2012 13:26

Per il consigliere regionale dell’Idv “questa posizione è stata ribadita dal presidente De Filippo all’incontro che si è tenuto nei giorni scorsi a Pertosa”

ACR  “La posizione della Regione, sia Giunta che Consiglio, come testimonia l’odg approvato all’unanimità, ad eccezione di Sel, nella seduta del 28 marzo u.s, del Consiglio regionale dedicata al dibattito sul petrolio, è chiara e netta: siamo tutti impegnati ad attuare ogni azione programmata, salvaguardando la salute dei cittadini, tutelando ed incentivando tutte le attività antropiche, a partire da quelle agricole, zootecniche e turistiche, radicate su di un territorio che ha una grandissima vocazione ambientale con particolare riferimento all’area della Val d’Agri che attualmente risulta essere quella più interessata dalle estrazioni di idrocarburi”. E’ quanto afferma il consigliere regionale Antonio Autilio (Idv), aggiungendo che “questa posizione è stata ribadita dal presidente De Filippo all’incontro che si è tenuto nei giorni scorsi a Pertosa, al quale ero presente. Il Governatore ha pertanto confermato la strategia della Regione sottolineando, con parole inequivocabili, la rilevanza dell’autodeterminazione delle comunità locali che, come nel caso dei Comuni del Vallo di Diano, diventa pregiudiziale ed assorbente rispetto a qualsiasi altra decisione che possa essere calata dall’alto. Sempre nell’ambito del principio dell’autodeterminazione, le nostre comunità locali regionali, direttamente interessate dall’estrazione petrolifera, dovranno essere protagoniste e condividere ogni fase del percorso individuato attraverso il Memorandum d’Intesa e in attuazione dell’articolo 16 del decreto liberalizzazioni che istituisce, con parte delle risorse fiscali derivanti dal petrolio estratto, un fondo per lo sviluppo dei territori, come il nostro, che contribuiscono al fabbisogno energetico nazionale. Ma prima di pensare ai profitti che ne potranno derivare (da non dimenticare anche la battaglia da sostenere per l’aumento delle royalties) dobbiamo tenere alta l’attenzione perché – come è scritto nell’art. 16 – gli interventi si potranno realizzare nell’assoluto rispetto delle esigenze ambientali e nella applicazione delle migliori pratiche operative in riferimento agli standard internazionali di sicurezza”.

Ogni altra interpretazione sulle parole del presidente – continua Autilio – (che non mi pare abbia mai espresso frasi valutative sull’operato delle associazioni ambientaliste e non che si battono per l’autodeterminazione dei territori) mi sembra non corretta, anche perché ci troviamo in una fase in cui c’è assoluto bisogno di proseguire in serenità il lavoro intrapreso conservando il clima di collaborazione tra le forze politiche sia di maggioranza che di opposizione e di cooperazione con i Comuni e le comunità locali di un’area anche più vasta di quella regionale”.

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auto-determinazione o puro rapporto di sudditanza coloniale? 

come commentare questo commento di un petroliere confusionario che è un po’ contro, un po’ a favore con quell’aplomb tutto idv di tenere sempre un piede in quante più scarpe possibili?

ho commentato spesso autilio e questo suo modo molto “fluido” di parlare delle cose di petrolio e di appartenere ad una terra che è la val d’agri (con tutte le sue contraddizioni), così come ho commentato l’ipocrisia di quel consiglio e di quel voto,  e certo non ricommenterò adesso, limitandomi però a segnalare la cosa agli amici del vallo…

certo, la sua risposta di oggi è una risposta alla lettere degli amici del comitato del vallo di diano che hanno segnalato l’infelicità (quanto meno) delle frasi del nostro presidente e verrebbe anche voglia di credergli se non fosse per il fatto che tanti, tantissimi amici del vallo ci hanno testimoniato di quell’atteggiamento supponente e superbo che il presidente ha da tempo assunto a sua caratteristica di comportamento abituale che spesso possiamo constatare anche dal tono beffardo con il quale giudica ogni idea diversa dalla sua, in una idea padronale del suo ruolo di rappresentante istituzionale dei lucani…

così dovendo scegliere se credere alle parole di un consigliere regionale pro-petrolio, antonio autilio appunto (e a lui uniamo senz’altro tutto l’idv di governo) e quegli amici, scegliamo di credere senz’altro ai secondi, con i quali dividiamo la passione democratica di valicare i monti per sostenere le nostre idee e la semplicità con la quale giudichiamo invece il petrolio e la sua estrazione, una iattura per questa terra!!!

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Domani manifestazione regionale degli operai forestali23/04/2012 12:49

BAS  Le segreteria regionali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil hanno organizzato per domani, a Potenza, una manifestazione generale del settore forestazione con un corteo che raggiungerà la sede del Consiglio regionale.
“Il motivo principale della mobilitazione – si legge nella nota congiunta – è il taglio che il governo regionale ha effettuato sul settore, che determinerà un decremento consistente delle giornate lavorative degli operai”. Nel 2009 furono sottoscritti accordi con la Regione per le 150 giornate di lavoro, “ma il piano di forestazione approvato recentemente ne garantisce 112. L’esiguità delle risorse stanziate, inoltre, impedisce l’ingresso dei nuovi lavoratori, già selezionati da un bando pubblico”.

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abbiamo espresso tutte le nostre perplessità sul piano e sulle stesse richieste sindacali, ma pubblico per maggiore visibilità dell’evento

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Proposta di legge su assistenza a malati Sv, Scm, Lis, Sla23/04/2012 10:43   L’hanno presentata i consiglieri Romaniello, Navazio, Santochirico e Dalessandro per incentivare l’assistenza domiciliare. Previsto un contributo mensile di 500 euro destinato al familiare-care giver

ACR   Una proposta di legge con il duplice obiettivo di “incentivare l’assistenza domiciliare per i pazienti in stato vegetativo (SV), stato di minima coscienza (SCM), affetti da locked-in syndrome (LIS) e sclerosi laterale amiotrofica (SLA), scoraggiando, in tal modo, il ricorso alle strutture ospedaliere e realizzando un considerevole risparmio per la spesa sanitaria regionale” è stata presentata dai consiglieri Giannino Romaniello (Sel), primo firmatario, Ernesto Navazio (Ial), Vincenzo Santochirico e Giuseppe Dalessandro (Pd).

Nella relazione che accompagna la pdl si premette che il Consiglio regionale “ha già espresso la volontà di perseguire gli obiettivi indicati dal presente progetto di legge, approvando il 20 dicembre 2011 un ordine del giorno che impegna il presidente della Giunta e l’assessore alla Salute ad introdurre forme di sostegno finanziario rivolte ai nuclei familiari con un componente in uno degli stati in oggetto”.

“Lo stato vegetativo (SV), lo stato di minima coscienza (SCM) e la locked-in syndrome (LIS) – è scritto nella relazione – sono delle condizioni funzionali del cervello che insorgono subito dopo un evento acuto (traumatico, vascolare o altro ancora) diventando riconoscibili solo quando finisce il coma e che tali condizioni neurologiche di bassa responsività protratta sono andati aumentando negli ultimi 10 anni in conseguenza allo sviluppo delle tecniche di rianimazione e dei protocolli di assistenza giornaliera. La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce i motoneuroni, quelle cellule nervose cerebrali e del midollo spinale che permettono i movimenti della muscolatura volontaria fino a portare alla completa paralisi degli arti ma con un risparmio delle funzioni cognitive, sensoriali”.

I pazienti che si trovano in una delle suddette condizioni – evidenziano i consiglieri Romaniello, Navazio, Santochirico e Dalessandro – presentano una situazione di gravissima disabilità, fatto che comporta un impegno quotidiano rilevante sul piano sia fisico, psicologico ed economico da parte dei familiari che prestano assistenza (care givers). Tale assistenza consente di evitare il ricorso alla degenza degli stessi in strutture ospedaliere, con conseguente e sensibile riduzione della spesa sanitaria e, soprattutto, dà al paziente la possibilità di vivere il più a lungo possibile in un ambiente familiare con il conforto e l’affetto dei propri cari”.

Nella relazione si sottolinea, a tale proposito, che “quello di de-ospedalizzare i pazienti incrementando i servizi assistenziali con lo scopo di tenere sotto controllo la spesa sanitaria, è uno degli obiettivi formulati nel Patto della Salute, triennio 2010/2012, intesa sottoscritta tra Stato e Regioni il 3 dicembre 2009. Lo strumento individuato per raggiungere tale obiettivo è quello del sostegno finanziario alle famiglie con un congiunto nelle suddette condizioni”.

In dettaglio, la proposta di legge prevede il riconoscimento, ai nuclei familiari residenti in Basilicata che hanno al loro interno un componente in SV, SCM, LIS e SLA, di un contributo mensile di Euro 500,00 destinato al familiare-care giver per lo svolgimento di attività di aiuto e supporto al congiunto. A parere dei consiglieri che hanno presentato la pdl “per quantificare il risparmio potenziale è necessario analizzare il costo che il sistema sanitario attualmente sostiene in caso di degenza ospedaliera. A tale proposito si evidenzia che i pazienti in SV, SCM, LIS e SLA, nella fase post-acuzie, vengono dimessi da sale di rianimazione e, per un periodo limitato di circa 6 mesi, possono trovare collocazione esclusivamente in strutture protette che prendono il nome di U.G.C. Unità per le Gravi Cerebro – Lesioni acquisite (in genere accreditate con il S.S.N.). Successivamente a tale degenza, i familiari possono decidere di ricoverare il paziente presso una L.A.I.C. (Lungodegenza ad Alta Intensità di Cura), accreditate con il S.S.N., o presso una R.S.A. (Residenza Sanitaria Assistenziale) dove le tariffe di degenza possono essere totalmente a carico del paziente o per il 50% sostenute dal S.S.N.

“Appare dunque evidente, sulla base di tali dati, che – sottolineano Romaniello, Navazio, Santochirico e Dalessandro – l’erogazione di 500 euro mensili consentirebbe un notevole risparmio per il sistema sanitario, pari a circa 4.000 Euro al mese a paziente in caso di mancato ricovero in Lungodegenza ad Alta Intensità di Cura (interamente risparmiate dal S.S.N) e di una cifra che varia dai 1.960 ai 2.860 Euro circa al mese per paziente in caso di mancato ricovero in Residenza Sanitaria Assistenziale (per il 50% risparmiate dal S.S.N)”.

Per una quantificazione delle risorse necessarie, si sottolinea che “in Basilicata, per l’anno 2010, sono stati monitorati (Associazione malati di SLA di Potenza) circa 20 casi di pazienti con SLA. Per quanto, invece, riguarda i pazienti in SV, SMC e LIS, non ci sono dati certi, non essendoci un’associazione per malati di questo tipo. Tuttavia, appare ragionevole ipotizzare che il numero di malati in tali condizioni non sia superiore alle 20 unità. Pertanto, le risorse necessarie annualmente per realizzare la misura, considerando un contributo finanziario di 500,00 Euro al mese a paziente, e che tutte le famiglie decidano di optare per il familiare care giver, sono stimabili in circa 240.000 Euro. La reperibilità di tali risorse sarebbe garantita dal notevole risparmio per il S.S.N. determinato dalla mancata ospedalizzazione dei pazienti a cui è rivolta la misura”.

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ragionamento che non fa una piega e che credo rappresenti un punto di forza di questa proposta, purtroppo rimanendo isolata in un contesto sanitario che, nel mentre vuole de-ospitalizzare, pure però non crea ancora quelle reti di supporto tecnico e sociale in grado di reggere l’impatto di manovre “riduttive” della sanità pubblica che pure l’attuale assessore alla sanità sta pervicacemente portando avanti con delle logiche con le quali personalmente non sono d’accordo…il problema non può essere solo quello dei costi, ma presuppone un coinvolgimento formativo delle famiglie che al momento latita, se non del tutto assente…ma ci avvieremmo su un lungo discorso…per il momento giudichiamo interessante questa proposta di legge 

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Rotondella: Consiglio comunale aperto al Centro Enea-Trisaia22/04/2012 09:50

BAS  “Piena solidarietà ai lavoratori dei servizi esternalizzati del Centro Enea della Trisaia e futuro dell’importante polo di ricerca che un ruolo importante ha avuto nelle stesse trasformazioni socio-economiche che hanno interessato la Basilicata a partire dagli anni ‘60”. Questa la sintesi dei lavori del Consiglio comunale di Rotondella, convocato in seduta straordinaria ed “aperta” con un solo argomento da trattare “Centro Enea-Trisaia. Dai tagli di bilancio a quelli occupazionali. Quale futuro”, svoltosi ieri mattina (sabato 21 aprile) nel piazzale antistante il Centro. I lavori sono stati introdotti da Vincenzo Francomano, sindaco del centro jonico e neo-presidente dell’Area programma Metapontino-Collina Materana, che ha sottolineato da una parte l’importanza rivestita dal Centro della Trisaia e dall’altra le problematicità che la decurtazione di fondi destinati all’Enea da parte del Governo nazionale genera.

Nel corso dei lavori (presenti i lavoratori dei servizi esternalizzati e diversi sindaci dell’area), oltre al vicensindaco Lobreglio, sono intervenuti i consiglieri Agresti, Marranchelli e Divincenzo, gli assessori Cuccarese e Montesano, i sindaci di Novasiri e Craco (Santarcangelo e Lacicerchia), gli esponenti della CGIL (Feo, Nicoletti, Taratufolo e Nola), della Cisl (Amatulli), Santarcangelo(NoScorie Trisaia), Varasano (lavoratore esterno Enea), il consigliere provinciale Tauro, il direttore del centro Enea, ing. Spagna ed il senatore Chiurazzi.

Gli interventi che si sono susseguiti hanno focalizzato aspetti specifici relativi al ruolo della ricerca ed al futuro stesso dell’Enea Trisaia all’interno del contesto nazionale, meridionale e in definitiva regionale, evidenziando la progettualità già spesa in Basilicata negli anni ’90 (Progetto Integrato Trisaia) e quella che potrebbe essere messa in campo oggi, la razionalizzazione nonché l’utilizzo in modo appropriato delle risorse disponibili (pur in presenza della crisi che investe il nostro Paese).

Al termine, all’unanimità, è stato approvato un “ordine del giorno” in cui si fa riferimento al rischio, correlato alle riduzione delle risorse finanziarie destinate al polo di ricerca lucano, “di assistere ad una ulteriore riduzione del monte-ore lavorative con conseguente decurtazione del già esiguo compenso che i lavoratori occupati nei servizi esternalizzati subiscono e che già svolgono un orario di lavoro ridotto”.

Nel documento finale approvato viene evidenziato, inoltre, come tutto questo finisca con il mettere in forse il “soddisfacimento delle più elementari esigenze dei nuclei familiari interessati” e sottolineato “il progressivo e costante ridimensionamento del Centro della Trisaia, interessato ad un netto calo occupazionale dovuto al blocco di qualsiasi ricambio generazionale rispetto alle unità che escono dal mondo del lavoro con ricadute negative sul territorio (che già risente della fragilità produttiva ed economica) e conseguenzialmente sullo specifico terreno sociale.

“Mantenere i livelli occupazionali esistenti in una prospettiva di ridefinizione delle potenzialità del Centro Enea-Trisaia, se non addirittura accresciuti. Superare soluzioni temporanee e parziali per ciò che riguarda i lavoratori dei servizi esternalizzati. Aprire in tempi brevi -come già chiesto dalla Regione Basilicata- un confronto con l’importante Centro di ricerca mirante al suo rilancio in modo che diventi realmente il punto di riferimento della ricerca e dell’innovazione, chiavi di volta per innescare un meccanismo di sviluppo e crescita nel Mezzogiorno attraverso impegni chiari su programmi definiti e compiuti”.

Un documento importante, quello approvato, che impegna l’Amministrazione comunale rotondellese e gli altri soggetti presenti (partiti, sindacati, associazioni, organizzazioni professionali) a mantenere alta l’attenzione sulle questioni affrontate investendo delle problematiche emerse il Commissario nazionale Lelli, la Regione Basilicata, i parlamentari lucani, l’Amministrazione provinciale di Matera, i sindaci dell’Area Programma Metapontino-Collina Materana.

In conclusione, per il sindaco di Rotondella, Vincenzo Francomano, “si tratta di restituire un ruolo all’Enea, di non restare inerti a fronte del suo lento depotenziamento e conoscere da subito il suo eventuale futuro considerando che il territorio ha bisogno di certezze per potere disegnare e costruire il proprio domani”.

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discorso complesso quello del centro enea-trisaia, erroneamente percepito come solo sito di stoccaggio di scorie nucleari, in realtà un centro di ricerche vere e proprio che qui forse si analizza “solo” dal punto di vista occupazionale (reale), ma non abbastanza sulla sua mission (passattemi l’anglismo per una volta)…a cosa serve la trisaia in questa regione?…e quali potenzialità la presenza di un centro ricerche di tale importanza potrebbe attivare nel circuito della ricerca nella nostra regione?…

francamente ho sempre pensato al futuro della trisaia come quello di un centro di eccellenza e ricerca sulle energie rinnovabili, una sorta di università o se volete una facoltà specializzata in un settore che giocoforza diventa centrale nel futuro della regione, sia a bocce ferme dell’attuale “disastrosa” situazione di prospettiva energetica del nostro territorio, sia nella prospettiva di cominciare a fare sul serio quell’energia rinnovabile che implica assolutamente un rispetto della rinnovabilità del territorio (è un gioco di parole che però sottintende alla necessità che tale forma di produzione sia del tutto sostenibile, al contrario di quanto accade oggi) nell’ottica di un ripensamento delle reti e dei consumi, quindi del modello economico, che diviene il nodo centrale attravesro cui realizzare le stesse energie rinnovabili…

occorre cioè che si mettano in campo strategie politiche e scientifiche (ed in questo il centro di ricerche sarebbe vincente) in grado di coniugare le potenzialità di produzione sia con i consumi locali (in primis) e solo dopo magari con la produzione conto terzi, sia con un ambiente inteso in senso lato come il vero patrimonio della regione e da preservare per le sue valenze anche economiche, sia con la possibiltà di sperimentare un unicum produttivo basato proprio sul cambiamento degli assi di produzione (a questo proposito vedere nel banner delle categorie le schede alla voce un altro piano energetico regionale per una sintesi di qualche idea di fondo che abbiamo già raccolto in una vera e propria proposta che tireremo fuori al momento opportuno)…

in poche parole, mentre ci auguriamo la più veloce e sicura dismissione delle attività di conservazione delle scorie, ci auguriamo senz’altro un rilancio del vero ruolo dell’enea in questa regione, quello di un centro di ricerca in grado di aiutarci a trovare elementi utili alla realizzazione di quel nostro peculiare modello sociale ed economico che noi di comunità lucana crediamo sia arrivato il momento di mettere al primo posto nella lista delle priorità delle cose da fare per quasta regione!!!

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