Comunicato stampa

questo comunicato non è stato inviato al sito istituzionale basilicatanet

La trasparenza opaca

Sono tempi in cui la parola trasparenza assume rilievo particolare nella comunicazione, sia da parte di chi la invoca da amministratori e politici, con ciò generandosi domande su etica della stessa politica e sua percezione in una visceralità che troppo spesso esprime condanna preconcetta/preventiva, sia da parte di chi, più o meno impegnato nella cosa pubblica e nelle sue responsabilità, tenta di offrirla ai cittadini in modi e tempi che però sempre più spesso si rendono merce di scambio tra richieste ormai trasversali di nuove pratiche politiche e tentazioni in agguato di far assumere alla risposta, quindi alla pretesa trasparenza sui propri atti, valore di puro significante retorico, di maniera, tale così da eludere ed inertizzare quella stessa richiesta.

Accade così che sia soprattutto sui social, strumento a cui innegabilmente oggi tanti cittadini ricorrono nel tentativo di distinguere tra vero e verosimile in politica (più spesso ricadendo nella seconda), che si ricorra ad usi autogestiti, o gestiti da supposti professionisti della comunicazione, di pagine dedicate all’attività di politici ed amministratori, a volte persino di istituzioni, nell’ottica di soddisfare in modo più diretto una moderna bulimia del cittadino di notizie e dati, purtroppo spesso falsati non dal dato in sé, ma dalla comunicazione dello stesso più in forma di spot idolatra per tifosi (ed ovviamente al contrario per i non tifosi) che di informativa concludente, generandosi così commenti, quindi partecipazione, o ai limiti della teologia servile o oltre ogni ragionevole contestare comunicazione, personaggio, istituzione, dovendosi forse concludere che i social a volte non servono a comunicare trasparenza, informazione in sintesi, ma per innescare pure passioni, in uno specchio triste di cosa la politica sia diventata.

Verrebbe da chiedersi quale sia l’utilità per il politico “vero” di aprire sui social una propria pagina solo per accogliere commenti di lode acritica dai supporters, se non appunto auto-elegia narcisista fondata sul senso del pecorile da un verso o ipocrita accoglimento della contestazione (a cui quasi mai viene fornita esauriente spiegazione), e così vien da chiedersi senso e utilità di pagine di istituzioni, che ben altre finalità devono avere, che non fare da camera del rosario supplice o da vomitatoio pubblico.

Ma il punto non è trattare di comunicazione, quanto chiedere conto del perché presidente della giunta regionale e giunta stessa abbiano aperto due pagine facebook a pagamento, sponsorizzate si direbbe nel cifrario linguistico del social, i cui contenuti non paiono informativi, quanto elegiaci dei “mi piace” di maniera e dei commenti dal tono calcistico a cui ovviamente, nell’impossibilità di alcun “non mi piace” in cui si esprimerebbe contrarietà più o meno motivata all’operare dell’istituzione, si accompagnano sia critiche serrate e legittime, ma anche offese, visceralismi ed argomenti da suburra, in un contesto dunque nulla affatto adatto all’ufficialità, seppur supposta colloquiale e diretta, che la comunicazione di una istituzione (ed istituzioni sono il presidente di una giunta regionale e la giunta, anche su un social) deve assumere per essere appunto informazione cogente e concreta e non altro.

E se su quelle pagine non c’è vera informazione, ma la comunicazione continua di uno spot elettorale e dal sapore personalistico, il cui costo ritengo non debba essere a carico della collettività, sovviene la domanda se non occorra chiarire nei dettagli modalità ed esercizio di quelle pagine – chi scrive, per conto di chi scrive, cosa scrive, chi lo/a controlla, come è stato inquadrato/a, a quanto ammonta il suo emolumento, che supponiamo non essere a carico del presidente e/o dei membri della giunta, visto il carattere che pretendono di assumere le pagine in questione – con il più chiaro approccio informativo ed i maggiori dettagli che magari una pagina di giornale può assicurare? In altri termini il presidente ci spieghi come mai dovrebbero essere le casse pubbliche a pagare il lavoro di qualcuno di cui non sono noti troppi particolari per desumerlo come pacificamente accettato a carico della collettività.

E tale prima domanda andrebbe soddisfatta con un dettagliato rapporto pubblico sulla interezza di una struttura informativa di cui i lucani invero poco conoscono, a cominciare dai collaboratori del gabinetto di presidenza ed assessori, per finire alle attività ed all’organigramma del sito basilicatanet, di cui forse andrebbero chiaramente indicati numero, mansioni ed inquadramento di collaboratori e responsabili, mission, costi globali di esercizio, allocazione logistica e via discorrendo nei tempi più rapidi possibili, chiedendosi se non sia poi il caso, nell’evenienza dei pesanti e noti tagli al bilancio regionale esplicitati nella legge di stabilità e dalla revisione e qualificazione della spesa, di razionalizzare quegli stessi costi che, se dobbiamo supporre ragionevoli, vanno però anche esplicitati con chiarezza, ed a cui debbono corrispondere servizi efficienti, anche rimettendo in funzione qualche link su trattamento economico e patrimonialità degli assessori.

La trasparenza dev’essere informazione, quindi significato, non propaganda, quindi mero significante, nel cui caso è la stessa trasparenza a divenire opaca.

Miko Somma, partito democratico. 

 

troppo uso?…

16/01/2015

e le grandi manifestazioni dopo che la data per l’impugnativa all’art. 38 è passata dove sono?…non è che, come pur avvisavo, la piazza è stata “usata” troppo, troppo spesso ed anche troppo a sproposito da alcuni improvvisati?

miko somma

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diamoci da fare allora, signori…

Sito Unico, risposta del sottosegretario Velo, all’on. Latronico

AGR “Le valutazioni della Sogin sono ancora coperte da segreto e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ha due mesi di tempo per verificare la corretta applicazione dei criteri da parte di Sogin e validare la carta. Al termine di tale lavoro, è previsto che entro un mese il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell’Ambiente comunichino il loro nulla osta affinché Sogin pubblichi la lista. Ad ogni modo nessuna regione italiana puo’ al momento dirsi esclusa”. E’ la risposta data dal sottosegretario all’ambiente Silvia Velo, all’onorevole Cosimo Latronico (FI), rispondendo al question time sull’individuazione del sito di allocazione dei rifiuti radioattivi, a seguito di un’interrogazione presentata dal deputato lucano. “Continuo ad essere interdetto – ha commentato Latronico – dal prendere atto che il Parlamento non possa conoscere i contenuti del lavoro della Sogin inviato all’Ispra. Ad ogni modo continuerò ad utilizzare tutti gli strumenti di sindacato ispettivo di cui dispone il Parlamento per seguire l’andamento delle scelte, perché avvengano in assoluta trasparenza. Alla luce di quanto espresso dal sottosegretario e cioè che nessuna Regione debba sentirsi esclusa, la Regione Basilicata farebbe bene ad attivarsi al riguardo”.

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immagino che sappiate già che commentare quanto l’on. latronico mette in campo nello specifico della questione (ma anche di altro, si intende, a cominciare da quella stupidaggine della card carburanti) mi fa sempre un po’ sorridere, poiché sembra che costui non appartenga a quello stesso partito, il partito di silvio, che in primis si era fatto interprete di quell’esigenza di allocare proprio in basilicata il sito di stoccaggio…bah…

colgo comunque l’occasione per ringraziarlo di quanto alla sua interrogazione perché nessun altro deputato lucano, in particolar modo del pd, ha fatto sua una questione che sta diventando sempre più rischiosa, anche a giudicare dal tono lapidario usato dal sottosegretario all’ambiente velo (pd, e mi sto sempre più vergognando di costoro), di cui vi accludo il link del ministero dell’ambiente per fare la sua conoscenza http://www.minambiente.it/pagina/sottosegretario-silvia-velo ed il link, sempre a cura del ministero dell’ambiente,  delle  deleghe da lei ricevute  http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio_immagini/Silvia%20Velo/GU%20DELEGHE%20SOTTOSEGRETARIO%20VELO.pdf, tono che nel mentre nel modo sempre più neo-soviet che sta caratterizzando i renziani (è lei è una renziana, per latro anche toscana) liquida la questione come materia sottoposta a segreto, facendo a zerbino il parlamento e le sue attività ispettive, giustamente richiamate da latronico, nonché le prerogative che al parlamento stesso sono attribuite, aggiunge che “nessuna regione italiana puo’ al momento dirsi esclusa“, con ciò lasciando chiaramente intendere che proprio la basilicata, a cui nel frattempo tanto si chiede sugli idrocarburi (o vogliamo rimanere ancora alle stupidaggini sul raggiungimento della quota estrattiva già autorizzata che pure sono scorse a fiumi nella retorica filo-governista delle scorse settimane) non è affatto esclusa in ragione di quello stesso sacrificio richiesto…

ora se la basilicata non è affatto esclusa e nelle logiche di allocamento il sito è previsto per la sua stessa natura come da realizzarsi in zone a bassa antropizzazione, il rischio che venga allocato proprio da noi è palese ed evidente, in ogni caso non escluso od escludibile per alcuna ragione (poi io continuo a dire, come dico da tempo, che nella mappa troverà posto la basilicata con almeno due siti, i calanchi tra pisticci e montalbano e il territorio di irsina, ma appunto vedremo al termine del “segreto”), e come tale richiederebbe attenzioni ed impegno particolari da parte del presidente della giunta nell’intavolare un’altra delle sue sessioni feudatarie con il governo per evitare che “sul cotto arrivi anche l’acqua bollente” (traduzione italianizzata dal proverbio lucano “sov’ u cuott’, l’acqua vullut”, ovviamente nelle sue tante declinazioni locali – a me sia consentito di usare il potentino gallo-italico e non il più moderno “gallitellico”), cioè che a quanto alla strategia energetica nazionale (vero punto di misura delle intenzioni del governo, circa 360.000 barili/giorno nel volgere di pochi anni) ed a quanto ai progetti per la costruzione dei depositi total a taranto nel progetto tempa rossa (vero punto delle intenzioni delle compagnie, circa 450.000 barili/giorno nel volgere del più breve tempo possibile per captare il rialzi fisiologici del prezzo del barile che lo riporteranno al suo prezzo naturale), si aggiunga anche la beffa di un sito di stoccaggio di scorie nucleari che, secondo la logica del “se era buono, lo davano a noi?”, dovrebbe far allertare anche i deputati e senatori pd e di altri partiti che pare se  stiano “bellamente” ignorando una faccenda scottante, pardon irraggiante…

diamoci da fare allora, signori…

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