Libia: Cnt, Gheddafi non ci spaventa

Insorti, ‘resisteremo. Bene decisione Onu che fermi genocidio’   17 marzo, 22:13  (ANSA) – BENGASI, 17 MAR – Il Consiglio nazionale di transizione (Cnt), il governo degli insorti a Bengasi, ha dichiarato che resistera’, che non si fara’ intimorire dalle minacce di Muammar Gheddafi. Il Cnt ha anche detto che e’ benvenuta ”qualunque decisioni” dell’Onu che fermi il ”genocidio” in Libia.

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Il giornalista gesuita ed il sindaco hostess

 

In quella che per il sottoscritto, il movimento che rappresenta e si suppone la cittadinanza intera di una regione che ha versato tributo all’unità del paese, è una celebrazione storica ricca di spunti per un’attualità unitaria ancora in buona parte da costruire nella pratica, stona profondamente, e per certi versi disgusta, quanto rilevato nel servizio TG3 Basilicata trasmesso nell’edizione odierna delle 14.00 da Corleto Perticara, e stona ancora di più dopo aver letto un volantino-lettera aperta a firma dei lavoratori di un’azienda il cui compito pubblico è per il sottoscritto ineccepibile.

 

 

 

Che alla rievocazione storica e civile dei fasti della cittadina del Sauro che prima di tutte aderì il 16 agosto 1860 alla rivolta anti-borbonica, dovesse seguire la preconizzazione di un futuro incentrato sulle estrazioni di idrocarburi, è cosa che lascia basiti tanto nel tono enfatico della domanda di un cronista che dovrebbe – se ci riesce – limitarsi ai soli fatti, tanto nella risposta di un sindaco che – se volesse – ben altri messaggi dovrebbe e potrebbe lanciare alla sua comunità.

 

 

 

In cronaca, dopo la prammatica celebrativa, proprio alla fine del servizio l’apparente innocua, quasi gesuitica, retorica domanda sulle aspettative di un futuro legato al petrolio, a cui segue la risposta entusiastica e quasi da curva sud, che nonostante inchieste della magistratura, arresti e dubbi, sul futuro legato al petrolio ed al suo indotto.

 

 

 

Il fatto che in un momento celebrativo da dedicarsi per intero all’identità nazionale ed alla storia dei processi unitari che sono alla base del riconoscersi italiani si dedichi un siparietto affatto casuale e di pessimo gusto che pare veicolare il petrolio come significante presente e futuro di appartenenza ad una comunità più vasta che fino a prova contraria non riceverà diritto di cittadinanza da aziende multinazionali neppure italiane, è prova evidente di quella cultura minculpop che deve celebrarsi in ripetuti e subliminali messaggi di accettazione dell’ineluttabilità gioiosa che “deve” accompagnarsi  alle stesse estrazioni trasformate ancora una volta in “occasione per il territorio” dopo la messa in scena di una COPAM che par essere servita più a stabilire un nuovo “punto zero” degli impatti sul territorio ed un lasciapassare a nuove “trivellabilità”, che a fare informazione seria, che per essere tale necessita di contraddittorio anche serrato.

 

 

 

Non abbiamo pretesa di insegnare ad alcuno deontologie e decoro personale nell’esecuzione di un lavoro pagato dai cittadini, né ad altri un maggiore senso di rappresentanza di concetti istituzionali, e non mai di quelle volontà a latere che abbiamo già visto accompagnare le estrazioni d’idrocarburi nella nostra regione attraverso entusiasmi fuori luogo e che l’esperienza fatta altrove dovrebbe pur insegnare a contenere, ma certo la pretesa che attraverso il servizio pubblico passino notizie e non più “sottopancia” più o meno indotti (giova ricordare la famosa “diretta differita” di linea verde?).

Non chiederemo quindi dimissioni al cronista od al sindaco, ma spiegazioni certamente si.

 

 

 

Ci dicano allora quale era il senso di quell’insinuazione di un tema così fuori contesto nella cronaca di una giornata dedicata ad altro, se vuoto cosmico di un’attività professionale di basso cabotaggio che prevede magari anche considerazioni sulle mezze stagioni, di un’attività politica diventata nella realtà gestione di affari correnti (ed a quanto pare da quelle parti corre solo una certa compagnia di idrocarburi), che prevede magari anche estemporaneità di giudizi ed attività di hostess, o se dietro c’è altro ancora, la pillola mediatica da mandar giù di estrazioni autorizzate non in virtù di interessi nazionali e che molte attenzioni hanno già suscitato e suscitano nella magistratura.

 

 

 

Noi aspettiamo pazientemente e nel frattempo salutiamo il 150nario dell’unità d’Italia, non di certo alcun genetliaco dell’unità di intenti di trasformare la regione in un campo petrolifero al 7% più 3 % più cemento ed infrastrutture che fa devastazione del territorio e non certo sviluppo sostenibile.

 

 

 Miko Somma, coordinatore regionale di comunità lucana-movimento no oil