24h

DIGILIO E COVIELLO (PDL) SU QUALITA’ VITA A POTENZA
 
21/12/2009 09.44.00
[Basilicata]

“Non sarà facile questa volta per il sindaco di Potenza Santarsiero spiegare il “tonfo” in classifica nel cosiddetto giro d’Italia della Qualità della vita de Il Sole 24 Ore nello specifico settore dei Servizi ed Ambiente. In questo settore Potenza, per il 2009, è 99esima rispetto alla 17esima posizione assegnata nel 2008. E’ quanto sostengono in una nota congiunta il sen. Egidio Digilio, coordinatore regionale vicario del Pdl e Rocco Coviello consigliere comunale Pdl e presidente della Commissione Permanente Bilancio.
Nel sottolineare che il settore, secondo la metodologia di indagine de Il Sole 24 Ore, prende in esame “aspetti fondamentali per determinare la qualità della vita dei potentini” tra i quali infrastrutture, ecosistema, clima e scuole, Digilio e Coviello affermano che “i risultati dell’indagine sono oggettivamente negativi e inficiano notevolmente la strategia di città metropolitana perseguita dal sindaco. Una città che non è in grado di garantire condizioni ambientali accettabili e di erogare servizi efficienti ai suoi residenti non può candidarsi a diventare capoluogo-metropoli per decine di comuni dell’hinterland. Del resto non c’era bisogno della tradizionale classifica del quotidiano economico-finanziario per scoprire – continuano gli esponenti del Pdl – che la città è in forte declino specie per tenore di vita e affari-lavoro. Ma sono soprattutto le infrastrutture e i servizi essenziali ad allontanare il capoluogo di regione dagli standard medi di qualità della vita delle città italiane e non certo per competere con quelle tra le prime in classifica. Per questo più che un finanziamento di 5 milioni di euro come proposto da un esponente regionale di primo piano del Pd, con tanta demagogia e un pizzico di campanile, c’è bisogno di un insieme di provvedimenti di programmazione e finanza per tentare almeno di risalire la china”.

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prendendo con le molle i risultati dell’indagine del sole 24 ore (che ricordiamo che è l’organo di confindustria), che portano dove si vuole sulla base di criteri abbastanza approssimativi se non valutati sulla scorta di chiare evidenze parametriche e di misure reali (da noi poi molte misure ambientali sono state prese dai dati ufficiali dell’arpab…e la cosa è tutto dire!!!) e dell’evidente tentativo del centro-destra di cavalcare la tigre, il risultato comunque è evidentemente suffragato dai fatti, osservabili da qualunque cittadino senza le fette di prosciutto di pd-parma sugli occhi, che parlano di una qualità della vita del capoluogo precipitata nel baratro nel volgere di pochi anni (particolarmente proprio quelli della giunta sant’arsiero, rieletto sindaco proprio da quei cittadini “leggermente miopi” di cui sopra)…ed a tutto questo ora costui vuole aggiungere anche il suo inceneritore di monnezza, nella caparbietà tipica di un testardo aviglianese (con tutto il rispetto degli aviglianesi!!!) che sarebbe capace di negare anche l’evidenza più conclamata, mentre tronfio e gonfio di sè come un palloncino pieno d’acqua (o magari anche altro…l’immaginazione faccia il resto) troneggia onnipresente in convegni, presentazioni ed occasioni mondane a parlare e straparlare di una città che non esiste abitata da cittadini che se non sono d’accordo con lui (e dovrebbe essere lecito!!!) sono giudicati in guisa di bestie arretrate…la democrazia avanza con il cemento, regola prima delle orazioni del santo padrone di potenza!!!

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i meccanici

FORMAZIONE,APOF-IL:MOTORE CRUSCOTTO OSSERVATORIO PROVINCIA
 
21/12/2009 09.42.15
[Basilicata]

“L’Apof-Il, come ha dimostrato nell’intensa attività svolta durante l’anno che sta per concludersi, è pronta a supportare l’Amministrazione Provinciale di Potenza nella gestione dell’Intesa Istituzionale tra Regione e Province nel settore dell’orientamento, della formazione professionale e delle politiche di accompagnamento al lavoro che segnerà nel 2010 una svolta nelle politiche di formazione e lavoro”. A sostenerlo è il presidente dell’Apof-Il (Agenzia Provinciale per l’Orientamento, la Formazione e il Lavoro) di Potenza, Antonio Giansanti, condividendo le valutazioni e le preoccupazioni del Presidente della Provincia Piero Lacorazza sulla limitatezza ed inadeguatezza dei fondi messi a disposizione dalla Regione perché – dice Giansanti – “i programmi del “cruscotto” dell’Osservatorio Provinciale sul Mercato del Lavoro oltre al “volante” della Regione hanno bisogno del “motore”, che l’Apof-Il in sinergia con i Centri per l’Impiego ha da anni costruito, ma anche di “carburante” (finanziamenti).
Per Giansanti “è comunque particolarmente significativa la disponibilità espressa dall’Assessore regionale alla Formazione-Lavoro Antonio Autilio di una modifica della L.R. 33/2003 che richiama il ruolo e le competenze delle Province in materia di delega delle funzioni amministrative di settore e che risulta datata e pertanto va ammodernata. La svolta che auspichiamo nel nuovo anno, insieme a finanziamenti adeguati – precisa il presidente dell’Apof-Il – è nella direzione di sostenere e rendere più efficace il sistema regionale di orientamento, di istruzione e formazione professionale e di politiche attive del lavoro, mediante una azione programmatica condivisa a livello di autonomie locali, improntata alla collaborazione operativa fra i soggetti individuati nell’attuazione dei relativi programmi. Gli interventi che saranno quindi interamente trasferiti alla competenza delle Province riguardano alcuni Servizi che l’Apof-Il e l’Ageforma di Matera svolgono da tempo con i risultati unanimemente giudicati positivi specie nell’apprendistato, nei servizi di inclusione sociale, per aumentare efficacia e qualità delle istituzioni provinciali del mercato del lavoro, per la formazione continua, oltre che l’affidamento di progetti speciali.
Il “campo di sperimentazione” – conclude – è rappresentato dai Patti Formativi Locali: attraverso i servizi che svolgiamo intendiamo dare un contributo alle azioni dei Pfl come struttura tecnico-progettuale anche per adeguare il sistema formativo-culturale voluto dalla nuova Amministrazione Provinciale“.

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volante, cruscotto, motore…ma questi stanno proprio fuori di brocca!!!…che cosa credono di amministrare un’autofficina?…e loro sarebbero i meccanici?…e poi il “carburante”, cioè i finanziamenti per attività che costui autoglorifica ed autocertifica senza che vi sia alcun riscontro pratico a ciò che predica…fino ad ora se vogliamo rimanere in tema, quel motore ha consumato tanto carburante per risultati scarsini, anzi direi nulli…e chiunque abbia provato a frequentare uno dei corsi messi in piedi dalla miriade (circa duecento) di aziende operanti nel settore formazione in regione sa di cosa stiamo parlando!!!

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fascisti su marte…no sulla basilicata!!!

CILIENTO (MS-FT): CONTRO OGNI ODIO E DISORDINE SOCIALE
 
21/12/2009 09.38.04
[Basilicata]
La Fiamma Tricolore deplora ogni esagerazione nelle dichiarazioni di confronto politico, che rendono il dibattito uno scontro infruttuoso e ossessivo, fomentando, negli irresponsabili, odio e disordine sociale”. E’ quanto dichiara in una nota Enrico Ciliento, dirigente regionale di Fiamma Tricolore . “Oggi 21 dicembre alle 18 davanti a Montecitorio si svolgerà una fiaccolata contro la violenza politica, una fiaccolata – spiega Ciliento – a sostegno della ‘sovranità popolare, contro ogni violenza e contro l’imbarbarimento della politica. L’aggressione a Silvio Berlusconi non va sottovalutata e necessita della condanna unanime, senza alcuna ipocrisia”. “Con questa iniziativa – aggiunge Ciliento – si vuole contribuire a dare un segnale di forte solidarietà al premier Berlusconi e a lanciare un appello in modo che i toni del dibattito politico siano ricondotti al civile confronto: basta con la demonizzazione dell’avversario, la sovranità popolare va rispettata, senza istigare la piazza come unico strumento di opposizione”.

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ah, e su cosa sono innestate le torce?…sui manganelli?…e sono alimentate ad olio di ricino?…un’altra delle colpe storiche di berluskoni è quello di aver sdoganato forze che dovrebbero essere consegnate alla storia del nostro paese ed ai cattivi ricordi…imbarbarimento della politica?…ma andatelo a raccontare alla mussolini ed alla santanchè!!!

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il governo dell’amore e l’esercito privato

da repubblica-on line, questo articolo che mette in luce alcuni aspetti inquietanti del governo dell’amore

Forze armate e privatizzate   di Gianluca Di Feo   Tutta la gestione della Difesa passa in mano a una società per azioni. Che spenderà oltre 3 miliardi l’anno agli ordini di La Russa. Così un ministero smette di essere pubblico     Le forze armate italiane smettono di essere gestite dallo Stato e diventano una società per azioni. Uno scherzo? Un golpe? No: è una legge, che diventerà esecutiva nel giro di poche settimane. La rivoluzione è nascosta tra i cavilli della Finanziaria, che marcia veloce a colpi di fiducia soffocando qualunque dibattito parlamentare. Così, in un assordante silenzio, tutte le spese della Difesa diventeranno un affare privato, nelle mani di un consiglio d’amministrazione e di dirigenti scelti soltanto dal ministro in carica, senza controllo del Parlamento, senza trasparenza. La privatizzazione di un intero ministero passa inosservata mentre introduce un principio senza precedenti. Che pochi parlamentari dell’opposizione leggono chiaramente come la prova generale di un disegno molto più ampio: lo smantellamento dello Stato. “Ora si comincia dalla Difesa, poi si potranno applicare le stesse regole alla Sanità, all’Istruzione, alla Giustizia: non saranno più amministrazione pubblica, ma società d’affari”, chiosa il senatore pd Gianpiero Scanu.
Stiamo parlando di Difesa Servizi Spa, una creatura fortissimamente voluta da Ignazio La Russa e dal sottosegretario Guido Crosetto: una società per azioni, con le quote interamente in mano al ministero e otto consiglieri d’amministrazione scelti dal ministro, che avrà anche l’ultima parola sulla nomina dei dirigenti. Questa holding potrà spendere ogni anno tra i 3 e i 5 miliardi di euro senza rispondere al Parlamento o ad organismi neutrali. In più si metterà nel portafogli un patrimonio di immobili ‘da valorizzare’ pari a 4 miliardi. Sono cifre imponenti, un fatturato da multinazionale che passa di colpo dalle regole della pubblica amministrazione a quelle del mondo privato. Ma questa Spa avrà altre prerogative abbastanza singolari. Ed elettrizzanti. Potrà costruire centrali energetiche d’ogni tipo sfuggendo alle autorizzazioni degli enti locali: dal nucleare ai termovalorizzatori, nelle basi e nelle caserme privatizzate sarà possibile piazzare di tutto. Bruciare spazzatura o installare reattori atomici? Signorsì! Segreto militare e interesse economico si sposeranno, cancellando ogni parere delle comunità e ogni ruolo degli enti locali. Comuni, province e regioni resteranno fuori dai reticolati con la scritta ‘zona militare’, utilizzati in futuro per difendere ricchi business. Infine, la Spa si occuperà di ‘sponsorizzazioni’. Altro termine vago. Si useranno caccia, incrociatori e carri armati per fare pubblicità? Qualunque ditta è pronta a investire per comparire sulle ali delle Frecce Tricolori, che finora hanno solo propagandato l’immagine della Nazione. Ma ci saranno consigli per gli acquisti sulle fiancate della nuova portaerei Cavour o sugli stendardi dei reparti che sfilano il 2 giugno in diretta tv?
Lo scippo. Quali saranno i reali poteri della Spa non è chiaro: le regole verranno stabilite da un decreto di La Russa. Perché dopo oltre un anno di dibattiti, il parto è avvenuto con un raid notturno che ha inserito cinque articoletti nella Finanziaria. “In diciotto mesi la maggioranza non ha mai voluto confrontarsi. Noi abbiamo tentato il dialogo fino all’ultimo, loro hanno fatto un blitz per imporre la riforma”, spiega Rosa Villecco Calipari, capogruppo Pd in commissione Difesa: “I tagli alla Difesa sono un dato oggettivo, dovevano essere la premessa per cercare punti di convergenza. La tutela dello Stato non può avere differenze politiche, invece la destra ha tenuto una posizione di scontro fino a questo scippo inserito nella Finanziaria”. 
Non si capisce nemmeno quanti soldi verranno manovrati dalla holding. Difesa Servizi gestirà tutte le forniture tranne gli armamenti, che rimarranno nelle competenze degli Stati maggiori. Ma cosa si intende per armamenti? Di sicuro cannoni, missili, caccia e incrociatori. E gli elicotteri? E i camion? E i radar e i sistemi elettronici? Quest’ultima voce ormai rappresenta la fetta più consistente dei bilanci, perché anche il singolo paracadutista si porta addosso una serie di congegni costosissimi. La definizione di questo confine permetterà anche di capire se questa privatizzazione può configurare un futuro ancora più inquietante: una sorta di duopolio bellico. Finmeccanica, holding a controllo statale che ingaggia legioni di ex generali, oggi vende circa il 60 per cento dei sistemi delle forze armate. E a comprarli sarà un’altra spa: due entità alimentate con soldi pubblici che fanno affari privati. Con burattinai politici che ne scelgono gli amministratori. All’orizzonte sembra incarnarsi un mostro a due teste che resuscita gli slogan degli anni Settanta. Ricordate? ‘L’imperialismo del complesso industriale-militare’. Un fantasma che improvvisamente si materializza nell’opera del governo Berlusconi.
  Gli immobili. Questa Finanziaria in realtà realizza un altro dei sogni rivoluzionari: l’assalto alle caserme. È una corsa agli immobili della Difesa per fare cassa, sotto la protezione di una cortina fumogena. La vera battaglia è quella per espugnare un patrimonio sterminato: edifici che valgono oro nel centro di Roma, Milano, Bologna, Firenze, Torino, Venezia. Un’altra catena di fortezze, poligoni, torri e isole in località di grande fascino che va dalle Alpi alla Sicilia. Da dieci anni si cerca di trovare acquirenti, con scarsi risultati: dei 345 beni ex militari messi all’asta dal governo Prodi, il Demanio è riuscito a piazzarne solo otto. Adesso, dopo un lungo braccio di ferro tra La Russa e Tremonti, si sta per scatenare l’attacco finale. Con una sola certezza: i militari verranno sconfitti, mentre sono molti a pensare che a vincere sarà solo la speculazione. All’inizio Difesa Servizi doveva occuparsi anche della vendita degli edifici: la nascente spa a giugno si è presentata alla Borsa immobiliare di Cannes con tanto di brochure per magnificare il suo catalogo. Qualche perla? L’isola di Palmaria, di fronte a Portovenere, gioiello del Golfo dei Poeti affacciato sulle scogliere delle Cinque Terre. L’arsenale di Venezia, con ampi volumi e architetture suggestive, e un castello circondato dalla Laguna. La roccaforte nell’angolo più bello di Siracusa, pronta a diventare albergo e yacht club. La Macao, un complesso gigantesco con tanto di eliporto nel cuore di Roma, palazzi a Prati e ai piedi dei Parioli. Aree senza prezzo in via Monti incastonate nel centro di Milano. Ma il dicastero di Tremonti ha puntato i piedi: proprietà e vendita restano al Tesoro, che le affiderà a società esterne. Con un doppio benefit, secondo le valutazioni del Pd, per renderle ancora più appetibili. Chi compra, potrà aumentare la cubatura di un terzo. E avrà bisogno solo del permesso del Comune: Provincia e Regione vengono tagliate fuori, aprendo la strada a progetti lampo. Questo banchetto prevede che metà dell’incasso vada allo Stato; ai municipi andrà dal 20 al 30 per cento; il resto ai militari. Difesa Servizi però intanto può ‘valorizzare’ i beni. Come? Non viene precisato. In attesa della cessione, potrà forse affittarli o darli in concessione come alberghi, uffici o parcheggi.
Intanto però gli appetiti si stanno scatenando. E fette della torta finiscono in pasto alle amministrazioni amiche. Con giochi di finanza creativa. A Gianni Alemanno per Roma Capitale sono state concesse caserme per oltre mezzo miliardo di euro. O meglio, il loro valore cash: il Tesoro anticiperà i quattrini, da recuperare con la vendita degli scrigni di viale Angelico, Castro Pretorio, via Guido Reni e di un paio di fortezze ottocentesche ormai inglobate dalla metropoli. Qualcosa di simile potrebbe essere regalato a Letizia Moratti, per lenire il vuoto nelle casse dell’Expo: un bel pacco dono di camerate e magazzini con vista sul Duomo. “Così le logiche diventano altre: non c’è più tutela del bene pubblico ma l’esternalizzare fondi e beni pubblici attraverso norme privatistiche”, dichiara Rosa Calipari Villecco, sottolineando l’assenza di magistrati della Corte dei conti o altre figure di garanzia nella nuova spa. Un anno fa i militari avevano manifestato insofferenza per questa disfatta edizilia. Il capo di Stato maggiore Vincenzo Camporini aveva fatto presente che era stato ceduto un tesoro da un miliardo e mezzo di euro senza “adeguato contraccambio”. Oggi, come spiega l’onorevole Calipari, “non si sa nemmeno tra quanti anni le forze armate riceveranno i profitti delle vendite”. Eppure i generali tacciono. Una volta ai soldati veniva insegnato ‘Credere, obbedire, combattere’; adesso il motto della Difesa privatizzata è ‘economicità, efficienza, produttività’. La regola dell’obbedienza è rimasta però salda. E con i tagli al bilancio imposti da Tremonti – in un trennio oltre 2,5 miliardi in meno – anche gli spiccioli della nuova holding diventano vitali per tirare avanti e garantire l’efficienza di missioni ad alto rischio, Afghanistan in testa.
  Business con logo. Di sicuro, Difesa Servizi Spa sfrutterà le royalties sui marchi delle forze armate. Un business ghiotto. Il brand di maggiore successo è quello dell’Aeronautica. Felpe, t-shirt, giubbotti e persino caschi con il simbolo delle Frecce Tricolori spopolano con un mercato che non conosce distinzioni d’età e di orientamento politico. Anche l’Esercito si è mosso sulla scia: sono stati aperti persino negozi monomarca, con zaini e tute che sfoggiano i simboli dei corpi d’élite. Finora gli Stati maggiori barattavano l’uso degli stemmi con compensazioni in servizi: restauri di caserme, costruzione di palestre. D’ora in poi, invece, i loghi saranno venduti a vantaggio della Spa. Questo è l’unico punto chiaro della legge, che introduce sanzioni per le mimetiche senza licenza commerciale: anche 5 mila euro di multa. “La questione delle sponsorizzazioni è una foglia di fico per coprire altre vergogne. Tanto più che alla difesa vanno solo briciole”, taglia corto il senatore Scanu. E trasformare il prestigio delle bandiere in denaro, però, non richiedeva la privatizzazione. La Marina ha appena pubblicato sui giornali un bando per mettere all’asta lo sfruttamento della sua insegna: si parte da 150 mila euro l’anno. Con molta trasparenza e senza foraggiare il cda scelto dal ministro di turno. (15 dicembre 2009)

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concorsi che vanno, concorsi che verranno

mentre la fame di lavoro impazza in tutta la regione, date un’occhiata a questo avviso che appare su una pagina del sito istituzionale…

 

scommettiamo che magicamente i concorsi riprenderanno in concomitanza con le elezioni regionali, avendo una platea di molte migliaia di possibili votanti da “ricattare” con molta eleganza?…intanto date pure un’occhiata sia ai concorsi che al numero di concorrenti attraverso il link seguente

profili.pdf

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Comunicato stampa di Comunità Lucana – Movimento No Oil

Reindustrializzazione?…facciamola sul ciclo dei rifiuti!

 

 

Recita l’adagio che “piove sul bagnato” e così alla pioggia di un sabato dicembrino si aggiunge la sentenza del TAR che boccia l’assegnazione dei fondi per la re-industrializzazione del sito Mahle di Potenza alla società Revoind, risultata essere comunque non in regola con le procedure per l’assegnazione dei relativi fondi stabilite dalla Legge Regionale 28/2007.

 

 

A questo punto la regione Basilicata potrebbe ricorrere al Consiglio di Stato per la revoca della sentenza, ma ottenutala non avrebbe più la ditta, a meno di non scorrere alla seconda, o tutto rimane fermo e si deve procedere ad un nuovo bando, non essendo il sito Mahle, insieme all’ex filatura di Vitalba, inserita nel bando cumulativo per la re-industrializzazione.

 

Ci chiediamo a nome dei lavoratori quali siano state allora le prassi seguite per l’assegnazione del bando e relative provvidenze per 13 milioni di euro ad una ditta risultata poi non idonea, ci chiediamo a nome dei cittadini quali siano state le prassi che portano all’apertura delle offerte senza la presenza dei proponenti, e ci chiediamo quale siano le prassi e lo scopo di tali ingenti finanziamenti pubblici a ditte non referenti al tessuto produttivo locale, quando nulla assicura che le beneficiarie non delocalizzaranno a loro volta quegli stessi siti da re-industrializzare ora?

 

Senza entrare nel merito delle sussurrate cordate politiche di riferimento delle ditte locali, cosa che di per sé non deve impedire di giudicare prioritarie a parità di piano industriale e di rientro occupazionale proprio le offerte locali, ci chiediamo oggi, avendolo già fatto in un altro comunicato, se non sia il caso di rimodulare quella legge ed i suoi criteri in un ripensamento globale sul ciclo integrato dei rifiuti in Basilicata, ciclo che crediamo possa diventare non solo un virtuoso meccanismo di riciclaggio e riduzione dei rifiuti, perseguendo una gestione a “rifiuti zero”, ma possa divenire un’occasione di industrializzazione “altra” che coniughi ambiente, lavoro ed economicità della gestione del ciclo stesso.

   

Argomenti questi che stiamo organizzando in un vero e proprio piano regionale dei rifiuti alternativo ai rispettivi piani delle province di Potenza a Matera, di cui non ci convince la troppo smaccata propensione all’incenerimento dei rifiuti in forma di combustione di CDR da ottenersi proprio da quei nostri rifiuti che ben altra finalità potrebbero avere.

Prima di addentrarci in questo ragionamento è da chiarirsi però che un comma di un articolo della legge 28/2007, prevede tra altre l’impossibilità di destinare i siti ad operazioni di stoccaggio e trattamento di rifiuti solidi urbani, prescrizione saggia, ma che andrebbe emendato dalla possibilità di derogare nel caso ad effettuare quei trattamenti siano degli enti pubblici delegati al ciclo rifiuti.

Una “alchimia” legislativa a cui un Consiglio Regionale accorto potrebbe da subito dedicarsi al posto di baloccarsi con riforme e sbarramenti elettorali di fine legislatura, facendo così apparire la possibilità concreta che, sulla scorta proprio di quelle idee di raccolta differenziata spinta di materie prime seconde che speriamo presto poter mettere sul piatto dei “fatti” politici, che l’ex sito Mahle diventi una stazione regionale di selezione merceologica del differenziato secco ed una stazione di compostaggio dell’umido per l’intero comprensorio del potentino, che ben altri piani vorrebbero serviti da una riapertura di certo anti-economica ed ambientalmente disastrosa dell’inceneritore di Potenza.

  

La posta finanziaria messa in campo dalla regione Basilicata per la re-industrializzazione del sito ex-Mahle assomma a 13 milioni euro, cifra bastante alla trasformazione del plesso in stazione ecologica multifunzione gestita possibilmente un consorzio dei comuni interessati ed alla riassunzione dei 104 ex operai Mahle “mobilitati” e dei 26 “precari” dell’inceneritore in questione, aggiungendo forza lavoro agli attuali organici municipali delegati al servizio ecologico e liberando così capacità reddituali da reimmettere nel ciclo economico, cifra che coprendo le spese dell’infrastruttura di fatto consentirebbe il trattamento di circa 70-80 tonnellate/giorno di rifiuto differenziato ed umido selezionato raccolto nell’intero bacino comprensoriale che conta circa 120.000 abitanti e 130 tonnellate/giorno di rifiuti attualmente destinati alla discarica al costo di circa 125 euro per tonnellata più trasporto.

Ma cifra bastante, in aggiunta ai risparmi di gestione del ciclo per i mancati conferimenti in discarica ed ai ricavi delle vendite ai consorzi delle materie seconde differenziate, soprattutto per l’avvio di quella raccolta porta a porta spinta nelle comunità in oggetto che consentirebbe il raggiungimento di percentuali di raccolta differenziata oltre il 60% che assicurano sia un ciclo virtuoso nella gestione dei rifiuti e nell’economicità della gestione, sia il rispetto della legge.Pensare poi di esportare questo modello sull’intero territorio regionale è questione di volontà politica, dunque di modelli di sviluppo, ma anche di quale regione vogliamo per il futuro.   

Miko Somma,

coordinatore regionale di Comunità Lucana – Movimento No Oil.

da evitare

PROSEGUE CAMPAGNA EDUCAZIONE ALLA SOSTENIBILITA’ ENERGETICA
 
18/12/2009 18.27.32
[Basilicata]
In seguito al successo dell’iniziativa tenuta al teatro Stabile di Potenza, la campagna di educazione alla sostenibilità energetica realizzata dalla Società Energetica Lucana con la collaborazione della Feem, proseguirà lunedì 21 alle ore 11:00 a Matera, presso l’Auditorium del conservatorio E. Duni.

Per l’occasione parteciperanno oltre 350 giovani delle scuole elementari che saranno coinvolti tramite lo spettacolo di teatro scientifico “Terra: istruzioni per l’uso. Riduciamo la CO2!”. Durante l’evento saranno distribuiti materiali informativi sullo sviluppo sostenibile e gadget.
Le scuole lucane, disponibili alla predetta offerta formativa, potranno segnalare il loro interesse direttamente al sito web www.societaenergeticalucana.it, tramite e-mail a info@selspa.it .

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VIOLENZA DONNE, DE FILIPPO SOTTOSCRIVE INTESA ISTITUZIONALE
 
18/12/2009 16.05.30
[Basilicata]

(AGR) – “Nell’ambito della propria programmazione, la Regione Basilicata ha già adottato provvedimenti per sostenere le vittime di violenze, per monitorare il fenomeno e per rafforzare le politiche di contrasto alla discriminazione di genere, istituendo tra l’altro l’Autorità per i Diritti e le Pari Opportunità”. Lo ha ricordato il Presidente della Regione Vito De Filippo nel corso della cerimonia di sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa per la promozione di strategie condivise finalizzate alla prevenzione e al contrasto al fenomeno della violenza nei confronti delle donne.
De Filippo ha innanzitutto ringraziato il Prefetto di Potenza Luigi Riccio per il delicato e complesso lavoro di coordinamento tra le varie Istituzioni interessate al problema ed ha rilevato il “tratto originale e concreto” del documento che riprende una normativa di carattere nazionale.
In Basilicata – ha sostenuto il Presidente – il fenomeno della violenza alle donne non è allarmante, ma è presente. E va contrastato innanzitutto sul terreno culturale, per disseppellire la diffusa reticenza che si registra in alcune aree geografiche interne.
Da qui la necessità di attivare da parte dei soggetti istituzionali e della società “comuni strategie e azioni integrate di analisi, prevenzione e contrasto del fenomeno, oltre che di aiuto alle vittime”.
Sei gli obiettivi del Protocollo d’Intesa: analisi e monitoraggio del fenomeno; sviluppo delle azioni finalizzate alla sua prevenzione e al suo contrasto attraverso mirati percorsi educativi e informativi; formazione degli operatori; emersione del fenomeno; assistenza e sostegno alle vittime della violenza; promozione di strategie comuni di intervento.
La Regione Basilicata si è anche impegnata ad attuare azioni finalizzate all’inclusione sociale delle vittime della violenza e iniziative che favoriscano una cultura attenta ai principi della non discriminazione e delle pari opportunità.

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cioè di fatto un prossimo nuovo tavolo, con un bel presidente e qualche bel consigliere…in tempi di campagne elettorali le promesse di incarichi, consulenze e tavolini a cui sedersi con tanto di seggiola non bastano mai, anche quando vanno a strumentalizzare un problema grave come quello della violenza sulle donne che non sono certo i tavoli a risolvere…se la regione basilicata cominciasse a costituirsi parte civile contro gli aggressori questo sarebbe già un buon segnale!!!

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altri sbarramenti

REGIONE, BELISARIO (IDV): NON DISPONIBILI ALLE AMMUCCHATE
 
18/12/2009 15.58.47
[Basilicata]

“I prossimi cinque anni non saranno facili per i cittadini lucani a causa della crisi gravissima che attraversa la Basilicata”. Lo afferma Felice Belisario, componente dell’Ufficio Nazionale di Presidenza e capogruppo dell’IdV al Senato.
Per questo – prosegue Belisario – è necessaria una nuova legge elettorale, magari senza listino e con un significativo sbarramento per evitare la frammentazione, insieme a programmi chiari e condivisi per evitare le liti continue che ci sono state all’interno della maggioranza nella legislatura che sta per terminare”.
“È evidente – conclude Belisario – che vanno individuati al più presto i confini del centrosinistra, stoppando senza esitazione i trasformismi ed evitando ammucchiate indistinte a cui l’IdV non è disponibile in Basilicata come in altre regioni. Non si deve consegnare la regione al centrodestra, ma non basta vincere, bisogna convincere sapendo governare. Per farlo sappiamo che il candidato presidente non farà ricorso a trucchi né ad alchimie perché la Basilicata ha bisogno di una guida ferma ma saggia, per dare risposte concrete alle fasce sociali più deboli combattendo clientelismi e favori alle lobby di ogni genere”.

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il pdl è in buona compagnia…belisario prova a fare il galletto, ma sa che se non va con il pd in una riedizione del centrosinistra tuttovabenista, rischiando così di spaccare il suo partito, non va da nessuna parte…i giochi paiono chiari ormai così come il tentativo di far fuori le voci di dissenso…ci riusciranno questi allegri compari o i lucani mostreranno una maturità politica impensabile finora?

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sbarramenti

EMENDAMENTI PDL A TESTO LEGGE ELETTORALE LICENZIATO IN I CCP
 
18/12/2009 13.41.26
[Basilicata]

  (ACR) – Si è svolta questa mattina, presso la sede del Consiglio regionale della Basilicata, la conferenza stampa dei consiglieri del centro destra di presentazione degli emendamenti al testo riguardante la modifica della legge elettorale licenziato in Prima commissione consiliare permanente “Affari istituzionali”. Presenti i consiglieri regionale Franco Mattia, Nicola Pagliuca, Sergio Lapenna, Antonio Tisci e Michele Napoli. All’incontro ha partecipato l’on. Vincenzo Taddei del Pdl……“Il primo emendamento – hanno spiegato i consiglieri – prevede la presenza di due schede elettorali, la prima per l’elezione del Presidente della Giunta regionale, la seconda per l’elezione del Consiglio regionale. Tale emendamento va nella direzione del rafforzamento del bipolarismo e del presidenzialismo, senza spazi inopportuni per vari poli di imprecisata provenienza. Non si comprende infatti, per quale motivo il voto dato al consigliere sul proporzionale venga dato automaticamente al candidato Presidente. In realtà, la possibilità del voto disgiunto già esiste, ma per fare chiarezza occorrono le due schede che danno più visibilità alla volontà del cittadino. Il cittadino si schiera con la visione programmatica del candidato presidente e meno spazio viene dato alle liste civiche costituite con il solo obiettivo di recuperare un consenso da trasferire al presidente stesso. Importante, in tal modo, diviene la semplificazione del quadro politico attraverso il meccanismo della separazione del voto. Il secondo emendamento – hanno esplicitato i consiglieri – riguarda le soglie di sbarramento. Pur essendo bipolaristi convinti – hanno spiegato – non intendiamo, di certo, togliere spazio alle varie forze politiche rappresentative, purchè queste riescano a catalizzare un consenso concreto e tangibile che possa realmente influire sulle sorti della regione. Prevista, pertanto, una soglia di sbarramento per la coalizione sulla base del 15 per cento dei voto validi nell’intera regione, questo al fine di spingere le forze all’aggregazione per fare sintesi politica. All’interno della coalizione che ha superato il 15 per cento, saranno ammesse alla ripartizione dei seggi le liste provinciali che hanno ottenuto almeno il 4 per cento dei voti validi nell’intera regione. Oggi – è stato specificato – esiste una soglia di sbarramento, me è riconducibile all’1 per cento e, dunque, l’innalzamento trova giustificazione nel fatto che è giusto che trovino rappresentanza solo quelle formazioni radicate sul territorio che non hanno, quindi, difficoltà a raccogliere il consenso e che, soprattutto, non scaturiscano da accordi estemporanei senza una reale base elettorale, tanto meno capacità programmatiche e rappresentative. Questo porterà ad un risparmio di spesa, giungendo ad una riduzione dei gruppi consiliari con l’eliminazione della eccessiva frammentazione oggi esistente. Il tema dell’abolizione del listino – secondo gli esponenti del centro destra – è inserita in questa più vasta riforma progettuale. Va bene l’abolizione del listino, purchè si rispettino i principi enunciati”. ……………………..

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l’antidemocraticità è palese, intendendosi con la soglia del 15% e del 4% impedire a migliaia di lucani di votare per chi li rappresenta….chi stabilisce quale sia il limite di rappresentanza?…anche l’1% è una rappresentanza e come tale va considerata, che abbia poi o meno dei seggi in consiglio, ma evidentemente la tentazione di mettere il bavaglio a chi non ci sta a questa dittatura delle maggioranze e delle opposizioni uniche è tanto forte quanto forte è la protervia di continuare a gestire la politica come fosse “cosa loro”…in quanto al listino, pur cancellato, con questi emendamenti si avrebbe un peggioramento della situazione, riversandosi sulle liste maggiori percentualmente molto più di quanto già non accadeva…ma leggiamo il testo dell’emendamento….

Emendamenti alla proposta di legge recante “Norme relative al sistema di elezione del Presidente della Giunta Regionale e dei Consiglieri Regionali, ai sensi della Legge 2 luglio 2004, n. 165, “Disposizioni di attuazione dell’art. 122, primo comma, della Costituzione”

  

All’art. 1, comma 3, dopo le parole della lista regionale” e prima delle parole “i rimanenti seggi”,

aggiungere: “ed al candidato alla carica di Presidente della Giunta regionale che ha conseguito un numero di voti validi immediatamente inferiore a quello del candidato proclamato eletto Presidente,”.

 

Dopo l’art. 1 aggiungere i seguenti articoli:

art. 1 bisSchede elettorali

  1. La votazione per l’elezione del Presidente della Giunta Regionale e per l’elezione del Consiglio Regionale avviene su due schede.
  2. La scheda per il candidato alla carica di Presidente della Giunta Regionale è composta da tanti rettangoli quanti sono i candidati a tale carica. Al suo interno è riportato il nome e cognome del candidato Presidente e dei soli contrassegni dei gruppi di liste riunite in coalizione.
  3. La scheda per l’elezione del Consiglio Regionale è composta da tanti rettangoli quanti sono i candidati alla carica di Presidente della Giunta Regionale, al cui interno è riprodotta la seguente indicazione: “Coalizione per l’elezione alla carica di Presidente della Giunta Regionale” seguita dal nome e cognome del candidato. Nello stesso rettangolo sono riprodotte di seguito i contrassegni del gruppo di liste ed al margine di ciascun contrassegno lo spazio per l’espressione del voto di preferenza in favore del candidato.

Art. 1 terSoglie di sbarramento

  1. Non è ammessa all’assegnazione dei seggi la coalizione che ha ottenuto meno del quindici per cento dei voti validi nell’intera regione.
  2. Non è ammessa all’assegnazione dei seggi la lista provinciale che ha ottenuto meno del quattro per cento dei voti validi nell’intera regione, anche se appartenente ad una coalizione che ha superato il quindici per cento

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qui stiamo arrivando alla follia di voler eliminare chiunque non sia in un percorso bipartitico che si schiaccia su pd e pdl e contribuisca così a far emergere quella parte della società che non si riconosce nel pensiero unico di cui entrambi questi schieramenti sono due facce della stessa medaglia…in questa regione, poi…ci attrezzeremo per superare quella soglia con le uniche armi di cui disponiamo, la voglia di gridare forte che il sistema potere si chiude su se stesso e sul suo malaffare e la passione del continuare a pensare che si possa fare altro, che si debba fare altro per il bene di questa terra!!!

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ipocrisie

L’ARPAB PREMIA LE TESI DI LAUREA SULLE BEST PRACTICE
 
18/12/2009 13.34.09
[Basilicata]

Si terrà lunedì 21, presso la sede dell’Arpab a Potenza, la cerimonia di assegnazione del premio alle migliori tesi di laurea sul tema “Esempi di best practice per la sostenibilità ambientale”.
Il concorso è stato rivolto agli studenti residenti in Basilicata e i lavori premiati sono quelli che hanno messo in evidenza la possibilità e l’opportunità per un’azienda di modificare la propria organizzazione interna e i propri cicli produttivi, adattandoli alle esigenze del territorio e delle popolazioni in un’ottica si sostenibilità ambientale.
“Queste tesi rappresentano – ha sottolineato il direttore dell’Arpab, Vincenzo Sigillito – il punto di partenza per evidenziare quanto di innovativo si stia facendo nel campo delle buone pratiche per la sostenibilità locale.
L’Agenzia – ha continuato Sigillito – ha sempre cercato e cerca ancora oggi di muoversi verso forme sempre più diffuse di gestione sostenibile a livello locale”.
Hanno partecipato al concorso 18 laureati di cui 10 provenienti dall’Università degli Studi della Basilicata e 8 da altre università italiane. Saranno quattro le tesi di laurea premiate.

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non voglio sprecare tempo a commentare l’ipocrisia dell’uomo e del dirigente che pur ammettendo di non aver potuto (o magari voluto?…non sta a noi dirlo, ovviamente, ma a qualche magistrato competente) far controlli adeguati al compito istituzionale di monitoraggio e vigilanza dell’agenzia, ora si mette a distribuire premi, fidelizzando in qualche modo la ricerca…una pratica di certo ormai diventata comune tra molti enti e società, ma che per buon gusto questa volta nello specifico si sarebbe potuto forse evitare di strombazzare, almeno per rispetto agli studenti se non ad un’intera regione!!!

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ORARI APERTURA CUP E CONTACT CENTER NEI GIORNI FESTIVI
 
18/12/2009 11.28.53
[Basilicata]
In occasione delle prossime giornate del 24 e 31 dicembre i servizi di Call Center Sanitario e Contact Center saranno attivi dalle 8,00 alle 18,00.

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cioè cercate di non ammalarvi o farvi male o avere altri problemi psico-sanitari, soprattutto se vivete in qualche paese dell’interno, durante le feste!!!…se questa è un’apertura festiva!!!

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contraddizioni

FENICE, FIOM CGIL: OGGI SCIOPERO LAVORATORI
 
18/12/2009 11.16.34
[Basilicata]

2 ore di sciopero questa mattina da parte dei lavoratori della Fenice di Melfi (dalle 10,00 alle 12,00) contro la decisione aziendale di aver avviato le procedure di licenziamenti collettivi con la mobilità che a livello di Gruppo colpisce 60 lavoratori e nel sito di Melfi 2 lavoratori su 59 dipendenti.
E’ quanto comunica una nota della Fiom Cgil di Basilicata.
“Nel dicembre 2000 – si legge – 61 lavoratori Sata furono terziarizzati verso con un accordo separato non firmato dalla Fiom Cgil.
Le terziarizzazioni di questi anni (Fenice,) continuano a generare un ridimensionamento degli occupati pur avendo registrato l’aumento delle lavorazioni, la Fiom Cgil – conclude la nota sindacale – oggi come allora ritiene fondamentale ricostruire omogeneità di trattamenti per l’intera filiera produttiva al fine di migliorare qualitativamente la prestazione lavorativa e le produzioni”.

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quindi a giudicare dal lancio per la fiom-cgil il problema è solo quello dei due dipendenti e non quello dell’inquinamento che da quel’impianto viene fuori…come a dire che se i due non vengono licenziati va tutto bene?…qui c’è da chiarire qualche aspetto della cosa…se scindiamo il contenuto del contenzioso in due separate sezioni, quella prettamente sindacale con la difesa ovvia e giusta delle maestranze coinvolte e della continua precarizzazione della forza lavoro e quella invece legata alla “silenziata” problematica ambientale, come pare faccia la fiom con un silenzio assordante e assai contradditorio, non ne veniamo assolutamente a capo, poichè ancora una volta ci rifiutiamo di unire la realtà in una visione coesa che tenga insieme lavoro ed ambiente…mi ricorda molto l’imbarazzato silenzio del suo segretario, cillis, quando una volta ad oppido lucano in un convegno sparai a zero sui milioni di euro regalati dalla regione a fiat per il centro ricerche sull’auto…ciò che andrebbe affermato è che quel lavoro va difeso si, ma insieme alla necessità di non distruggere una zona, le sue fonti d’acqua, la sua agricoltura (che a conti fatti vale molto più in termini occupazionali dui due posti di lavoro), aprendo una vertenza immediata sul tema di quale lavoro e come va svolto in quel sito ed in tanti altri nell’ottica di preservare dall’inquinamento, e non genericamente parlando di miglioramenti qualitativi di prestazioni lavorative e produzioni, quasi a dar l’idea che si stia parlando di due cose diverse ed incompatibili tra loro, quasi che tra lavoro ed ambiente vi sia un’equazione a perdere in cui il secondo soccombe al primo, dando così corpo istituzionalizzato a quel ricatto occupazionale che stringe la regione in un cappio da cui non si esce, da fenice al centro olii di viggiano e via discorrendo, senza che mai e dico mai una sola parola sia stata spesa fuor di retorica sulla preservazione ambientale come bacino di nuove opportunità lavorative da parte di alcun sindacato…ma così si difende il lavoro in una visione organica ed ampia che traguarda ad un futuro diverso in cui far convivere entropicamente attività industriali ed ambiente o si fa una battaglia di retroguardia, tappandosi naso, occhi e bocca?…eppure una soluzione c’è ed è in un modello nuovo di ciclo integrato dei rifiuti!!!

n.b. da un veloce chiarimento avuto stasera con emanuele de nicola della fiom-cgil pare che l’azienda qui citata sia un’altra fenice…no, davvero…si tratterebbe di un’azienda del gruppo fenice che lavora nell’indotto fiat…nulla cambia rispetto a quanto espresso sulle contraddizioni, ma in questo caso errata corrige assolutamente necessaria, non trattandosi dell’inceneritore fenice…chiedo scusa della svista, ma forse la parola fenice mi fa scattare come una molla!!! 

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