Comunicato stampa di Comunità Lucana – Movimento No Oil

Un’altra idea dei rifiuti

 La nostra presenza al presidio di fronte all’inceneritore di Potenza non era certo un atto di liturgia ambientalista, ma logica conseguenza di un’altra idea dei rifiuti e del loro trattamento in un’idea che mette insieme aspetti tra loro interconnessi, ma di cui spesso si sottace la reale importanza. 

Parlare oggi di raccolta differenziata è divenuto un vero e proprio luogo comune se non si penetra l’essenza di una materia tecnicamente complessa, ma la cui comprensione risulta semplice se, partendo dall’evidenza dell’avvenuta trasformazione della natura del rifiuto in fonte energetica, sia in sede europea che nazionale e locale – una specifica delibera regionale addirittura lo assimila alla legna ecologica, rendendolo combustibile in quelle centrali a bio-massa di cui abbondano ormai i progetti – evidenza però della possibilità e non certo dell’obbligo a questo utilizzo.

 

Praticare sulla scorta di questa possibilità la raccolta differenziata del Rifiuto Solido Urbano (RSU) spinge alla separazione delle frazioni del rifiuto volta alla primaria selezione di Combustibili da Rifiuto (CDR) da avviare verso una termovalorizzazione i cui risultati energetici, quindi ben al netto delle primarie evidenze ambientali e sanitarie, sono scarsi se non ammendati da frazioni altamente energetiche (carta, plastiche, resine, legno), ben altrimenti utilizzabili in un recupero delle frazioni merceologiche che assicurerebbe non solo minori masse da trattare o stoccare, ma cospicui ritorni economici con cui finanziare lo stesso sistema di raccolta.

 

Si finirebbe in questo caso per parlare di raccolta differenziata non per il riciclo di materiali, ma per la combustione del differenziato in un sistema che integra gestioni privatistiche degli impianti e così dell’energia residua prodotta con costi pubblici elevati sia nell’organizzazione della stessa raccolta, municipalizzata o esternalizzata, che nella costruzione della relativa impiantistica con finanziamenti pubblici che a ben altre attività potrebbero essere indirizzati, per esempio ad un sistema pubblico regionale o provinciale di raccolta spinta porta a porta con tariffa puntuale.

 

Partiamo ora dall’evidenza che il nostro sistema di raccolta e trattamento di rifiuti solidi urbani deve essere sovra-territoriale in ragione della piccolezza dei numeri in materia – la Basilicata, insieme al Molise, produce meno rifiuto/giorno/pro-capite in Italia con produzioni di 1,10 – 1,20 kg per abitante al giorno, attestandosi il rifiuto totale a circa 250.000 tonnellate anno – quindi posta la necessità che l’intero ciclo debba essere gestito da un “pubblico” reso più efficiente possibile – la prossimità all’esperienza campana ed alle pericolose intromissioni della criminalità organizzata nella gestione dei rifiuti ne è premessa – ed affermato che una gestione dei rifiuti oltre la pratica della discarica si fonda necessariamente sulla raccolta differenziata, la scelta tra una termovalorizzazione del rifiuto differenziato inutile e dannosa e tra una gestione del rifiuto inteso come prodotto post-consumo,  quindi da recuperare e riciclare con ovvi benefici ambientali, sanitari, energetici, occupazionali ed economici, ci pare debba oggi orientarsi proprio sulla virtuosità della seconda.

 

Posta allora la seconda scelta come “l’unica scelta virtuosa” diviene necessario che il sistema della raccolta differenziata arrivi a percentuali intorno al 60% in breve tempo e si interfacci alla maggiore prossimità possibile al consumatore finale (il porta a porta spinto), consumatore opportunamente sensibilizzato ed informato ad una selezione a monte del rifiuto ed “incoraggiato” da una premialità della separazione il più efficace possibile delle diverse frazioni (tariffa puntuale).

 

L’attuale gestione economica dei rifiuti si basa sulla TARSU (Tassa sui Rifiuti Solidi Urbani), introdotta dal d.l. 507/93 che fissa la natura del tributo come tassa, quindi come pagamento di un servizio specifico, e non come imposta, quindi attinente la fiscalità generale, cosa che prefigura un gravame fiscale derivato dall’effettivo conferimento e non certo da una serie di parametri generali (in buona parte i metri quadri di abitazioni o unità produttive). E’ questo l’elemento centrale su cui ruota una raccolta differenziata porta a porta con la “puntualità” della tariffa applicata, cosa che ovviamente presuppone la trasformazione della TARSU da tassa od imposta impropria in tariffa.

 

Partendo dalla base dell’attuale costo fatto 100, al porta a porta spinto si applicherebbe una tariffa in via proporzionalmente maggiore se il cittadino non differenzia affatto o lo fa in modo non idoneo, minore se il comportamento del cittadino rispetto alla raccolta differenziata è configurabile come un comportamento virtuoso e pienamente collaborativo, stabilendo così una precisa corrispondenza premiale o sanzionatoria rispetto alla efficienza della separazione a monte che fa la buona parte di una  raccolta differenziata efficiente. Separato infatti l’umido dal secco, separato ulteriormente in frazioni differenti e simili per tutto il territorio, da un lato si favoriscono i processi di compostaggio dell’umido (sia domestico che industriale) evitando il percolamento di liquami, dall’altro i processi di selezione di materie seconde da conferire ai consorzi di riciclaggio con ritorni di rifinanziamento del sistema e delle maggiori unità occupazionali create con tale raccolta di prossimità.

 

Tale operazione di raccolta presuppone però l’avvio di una riduzione a monte del rifiuto attraverso interventi legislativi e azioni di sensibilizzazione e premialità verso i comparti produttivi e distributivi che sono parte in causa non solo di una sempre più errata politica della produzione del rifiuto, ma di una tendenza diseducativa nei confronti delle attitudini del consumatore. In tal senso se le azioni legislative sono solo in parte attuabili da una regione e lo sono molto di più a livello di legislazione nazionale, le premialità o le sanzioni possono certamente essere stabilite su base locale attraverso l’incentivo al vuoto a rendere o alla distribuzione alla spina, la presa in carico degli imballaggi per unità singola di vendita, e via di seguito in un sistema ormai osservabile in molte realtà italiane ed i cui risultati di riduzione a monte sono sempre più incoraggianti, quando esista volontà cooperativa reale da parte di produzione e distribuzione.

 

Il funzionamento di simile sistema di gestione dei rifiuti è certo operazione complessa e di cui non si può certo dare esaustiva descrizione con un contributo stampa, ma se lanciare idee che portino a pratiche virtuose della gestione e del governo dei problemi della comunità è compito e dovere di chi intende la politica come servizio alla collettività, ci pare anche che costruire piani sui rifiuti che non siano impostati sulla raccolta differenziata e sul rientro nel ciclo produttivo dei materiali rischia di divenire la consacrazione sul nostro territorio regionale di quei processi di combustione che pur dovremmo cominciare a mettere da parte, sia nell’ottica della cura generale di un ambiente sano e di una salute umana ed animale che è un “bene comune”, sia nell’ottica di evitare alla nostra terra una definitiva condizione di pattumiera energetica.

Anche per quello eravamo davanti a quell’inceneritore a pronunciare un secco no, ma molti altri si.

  

Miko Somma,

coordinatore regionale di comunità lucana – movimento no oil 

petro-euro

BENEFICI PETROLIO: 5 SINDACI CHIEDONO INCONTRO CON REGIONE
 
01/12/2009 15.27.10
[Basilicata]

I loro Comuni sono stati inseriti un anno fa nell’elenco dei territori interessati dall’estrazione degli idrocarburi che hanno diritto ai benefici previsti dalla Regione. Ma nonostante questo – spiegano in una nota – sono stati esclusi dal recente bando del “Programma Operativo FESR Basilicata 2007/2013 – Linea di intervento III.2.3.A”, volto a “Sostenere investimenti volti a favorire la crescita dimensionale del tessuto imprenditoriale regionale”. Per questo i sindaci di Accettura, Castelmezzano, Cirigliano, Pietrapertosa e Stigliano hanno chiesto, con una lettera inviata nei giorni scorsi, un incontro urgente al presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, e all’assessore alle Attività produttive Gennaro Straziuso.
“L’obiettivo – sottolinea il sindaco di Castelmezzano, Domenico Cavuoti – è innanzitutto quello di individuare le modalità operative per dare piena attuazione a quanto previsto dalla D.G.R. n° 2107/2009 con la quale la Tabella “A” dei Comuni interessati da concessioni ministeriali di estrazione è stata integrata con la iscrizione dei Comuni di Accettura, Castelmezzano, Cirigliano, Pietrapertosa e Stigliano, ponendo così fine ad una palese ingiustizia e dando risposta ad una legittima aspettativa delle popolazioni interessate”.
Ancora oggi, però, – prosegue il comunicato dei sindaci – i bandi della Regione non ammettono ai finanziamenti i cinque Comuni delle Dolomiti lucane. Per questo i sindaci (insieme a Cavuoti hanno firmato la lettera Nicola Buonanova di Accettura, Tommaso Antonio Romeo di Cirigliano, Antonio Pasquale Stasi di Pietrapertosa e Leonardo Digilio di Stigliano) chiedono “di modificare l’Avviso pubblico allegato alla D.G.R. n° 1904/2009, includendo tra i Comuni beneficiari della riserva di finanziamento di cui alla Tabella “A” L.R. 40/95 e s.m.i. i Comuni di Accettura, Castelmezzano, Cirigliano, Pietrapertosa e Stigliano”.
“Le Amministrazioni di Accettura, Castelmezzano, Cirigliano, Pietrapertosa e Stigliano sono attualmente alle prese con la predisposizione di importanti atti programmatori territoriali”, fa notare ancora Cavuoti, che rivendica la necessità “di coordinare istituzionalmente le attività propedeutiche allo sviluppo economico dei nostri territori” e fa appello “alla ben nota sensibilità istituzionale del presidente De Filippo e dell’assessore Straziuso per rimuovere gli ostacoli che impediscono l’immediata e piena attuazione della delibera 2107/2008”.

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trovo sempre sconcertante l’assalto alla diligenza delle royalties, il cui utilizzo se fosse oggi e fosse stato ieri maggiormente oculato e volto solo alla realizazione di progetti “comuni” di pubblica utilità, piuttosto che ai mille progetti a volte davvero inutili che i nostri sindaci mettono in campo per alimentare o errati concetti di cosa sia un volano economico (e tutti possiamo ben immaginare che la sola edilizia non basti affatto) o peggio ancora mere clientele, il cui risultato è quasi sempre lo spreco di partite economiche ed il consumo di territorio, ma trovo giusta la rivendicazione specifica, anche perchè a fronte di denari che non arrivano a comuni che pur erano stati inseriti negli elenchi dei beneficiari, un solo comune, viggiano, mantiene inutilizzati più di 30 milioni di euro in una liquidità di cassa sul cui utilizzo di tesoreria sarebbe interessante conoscere qualcosa in più…meditiamo, gente, meditiamo!!!

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POTENZA: SINGETTA EFFETTUA SOPRALLUOGHI NEI CANTIERI
 
01/12/2009 14.00.40
[Enti locali]

L’assessore ai Lavori Pubblici, Alessandro Singetta, unitamente a tecnici e dirigenti del Comune (l’ing. Albano, il geom. Brindisi e l’arch. Grano) ha effettuato – nei giorni scorsi – alcuni sopralluoghi per verificare lo stato delle opere pubbliche in costruzione e verificarne la data di ultimazione.
Al sopralluogo presso il “Parco Urbano di Via Tirreno” – spiega un comunicato dell’ufficio stampa del Comune di Potenza – era presente anche l’assessore all’Ambiente, Nicola Lovallo, il quale ha espresso soddisfazione per l’andamento dei lavori che, a giorni saranno completati. L’assessore Singetta ha rilevato come l’opera – con l’esteso manto verde che ne ricopre l’intera superficie – è cambiata radicalmente, assumendo la fisionomia di un vero parco (di circa 4.000 mq.) che costituirà un nuovo punto di aggregazione non solo per il quartiere. A Bucaletto – prosegue la nota – è stata visionata la scuola elementare, già completata ed oggetto solo di alcune opere di sistemazione esterna fatte in economia: anche in questo caso, i lavori saranno chiusi formalmente entro pochi giorni per poter poi consentire al dipartimento competente di stipulare i contratti per le relative utenze di servizio. Anche i lavori di riqualificazione della piazza – con l’installazione della fontana – proseguono secondo i tempi stabiliti e saranno ultimati entro la scadenza contrattuale. L’ultima “visita” ha riguardato il fabbricato già destinato a terminal degli autobus extra urbani e che ospiterà gli uffici comunali che si occupano di traffico e viabilità. L’immobile è interessato da lavori di rifinutura che dovrebbero terminare entro fine mese per poi consentire lo spostamento degli uffici comunali nei primi giorni del prossimo anno. “Si tratta di un’opera importante per la città e per l’Amministrazione che, attraverso la ristrutturazione degli uffici, sarà in grado di offrire all’utenza servizi sempre migliori”, ha concluso Singetta.

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qui stiamo arrivando all’assurdo, alla tragicommedia, alla negazione dell’evidente in favore di una visione orfica delle cose e della città…tralasciando tutti gli altri lavori, vogliamo ricordare alla gente che il fabbricato destinato agli autobus extraurbani era stato finanziato e costruito proprio per quello, per tentare di risolvere un problema “asfissiante” per il capoluogo di regione, per le cui strade si riversano ogni giorno più di 200 rumorosi ed inquinanti autobus…finaziato, progettato, costruito, salvo poi accorgersi che non bastava per accogliere neppure la decima parte di quegli autobus…l’ennesimo spreco di un’amministrazione comunale (non solo quella di sant’arsiero, ovviamente) che non vuole o non sa affatto come spendere i propri soldi, preferendo costose opere inutili od irrealizzabili e di cui al meglio nessuno, tranne il granitico sindaco, riesce a vederne la fine (e troppo lungo sarebbe l’elenco, dal ponte attrezzato alla galleria dello snodo del gallitello, dalla nave al “cenotafio” di p.zza delle regioni, dalle “cento scale” alla nuova scala mobile che prevede l’attraversamento non consentito di un ummobile privato il cui pavimento è cemento grezzo, etc etc.) ad una previdente ed oculata risistemazione dell’esistente, prima di dare il via alla danze delle ruspe ed al balletto degli appalti 

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INFRASTRUTTURE, ACCORDO REGIONE-PROVINCE
 
01/12/2009 13.41.48
[Basilicata]

(AGR) – “In assenza di significativi investimenti per le infrastrutture del Sud, specialmente per la Basilicata, appare particolarmente rilevante l’impegno della Regione che insieme alle Province di Potenza e Matera, dopo una intensa fase di concertazione, sta mettendo in campo importanti azioni per rafforzare il sistema stradale regionale”. Lo ha detto questa mattina il presidente della Regione, Vito De Filippo, a margine della firma di un protocollo d’intesa con le Province per la tutela e la salvaguardia della viabilità provinciale.
Il protocollo – ha spiegato De Filippo – è sostenuto con 10 milioni di euro dei Fondi Fesr utilizzati per costruire un sistema all’avanguardia di monitoraggio e manutenzione delle strade provinciali, altrimenti non garantite dalle insufficienti risorse che lo Stato trasferisce alle Province”. “Negli ultimi mesi – ha detto ancora De Filippo – con i presidenti Lacorazza e Stella è intercorso un intenso lavoro di verifica per definire altre azioni sempre su questioni di interesse generale. L’edilizia scolastica e la manutenzione delle strade saranno incentivate, per 15 anni con un milione di euro, secondo la previsione della legge di assestamento del bilancio regionale. Abbiamo proceduto anche alla riprogrammazione dei Fondi Fas, destinando oltre 56 milioni di euro alle Province (32 milioni alla rete viaria del Materano e circa 24 a quella del Potentino) e al rilancio del completamento di una fondamentale infrastruttura ferroviaria, come la Matera-Altamura. E’ di ieri la delibera di Giunta che definisce per un finanziamento di circa 22 milioni di euro la sistemazione della Sp 4 del Pollino, la realizzazione di una strada di collegamento Marsocovetere-Fondo Valle dell’Agri e la manutenzione della strada Calvello-Saurina. Il quadro delle risorse regionali messe a disposizione delle Province garantirà anche consistenti interventi per il monitoraggio e la manutenzione delle strade in Basilicata, che, a fronte delle carenze di grandi infrastrutture, può contare per quel che compete alle sue amministrazioni su una rete infrastrutturale adeguata”.
L’assessore alle Infrastrutture, Rocco Vita, ha sottolineato che, nonostante si sia a fine legislatura, gli ultimi due mesi di lavoro amministrativo sono stati particolarmente intensi. “Con le Province sono stati concordati non solo atti programmatici ma fatti concreti e già definiti. Rilevante – ha sostenuto l’assessore – il confronto iniziato con l’Anas per un ulteriore monitoraggio del territorio, cercando di accelerare le gare in atto, soprattutto la Jonica, e creando i presupposti per velocizzare i lavori sulla Saurina e sulla Tito-Brienza”.
Il presidente della Provincia di Potenza, Piero Lacorazza, ha rimarcato, tra le priorità, il completamento delle “storiche” incompiute: la Sp 32 Camastra e la Oraziana. “L’interlocuzione con la Regione – ha aggiunto – ci consentirà di rimodulare anche due progetti importanti per il territorio: il piano di forestazione e Vie Blu, perché il dissesto idrogeologico ci pone in straordinaria difficoltà, al punto che la situazione di dissesto sarà monitorata attraverso studi con l’Università, il Cnr e l’Istituto geomorfologico”.
La Provincia di Matera, invece, investirà principalmente sulla Cavonica, per collegare allo scalo di Grassano le aree interne e le fondovalli. “Si tratta di scelte – ha affermato il presidente Franco Stella – concordate con le amministrazioni locali e che puntano soprattutto a ridurre l’isolamento in cui versano alcuni Comuni”. Entrambi i presidenti hanno garantito il rispetto del termine per gli appalti, previsto entro la fine di giugno 2010.

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fondi in ogni caso del tutto insufficienti anche a garantire una manutenzione ordinaria, figuriamoci a costruire una strada di fatto inutile (la marsicovetere-fondo valle agri) e che potrebbe essere sostituita, migliorando il tracciato dell’attuale tortuosa arrampicata, da una molto meno costosa teleferica tra villa d’agri e marsicovetere con continuazione sino al bivio di calvello-monte di viggiano anche ad uso del turismo invernale e religioso (cosa che tra l’altro ridurrebbe l’uso privato dell’auto), a manutenere una strada che di fatto servirebbe solo alle compagnie petrolifere (pur se è evidente la necessità di prendersene maggior cura) senza preoccuparsi dell’inter-collegamento tra val sauro, val camastra e ss. basentana, rimanendosene così in un’attesa beckettiana dell’improbabile autorizzazione ministeriale per la saurina, a completare un’infrastruttura ferroviara matera – altamura, senza tuttavia prevedere alcuna azione per la grande incompiuta ferrandina – matera, e via di seguito…soldi che vengono così impegnati per operazioni parziali, piuttosto che per ripensamenti radicali del sistema viario, in ossequio alla tradizione delle “pezze” e dei “rattoppi”…bene, tra le tante nel nostro programma ci sarà spazio appunto per la viabilità con alcune idee innovative

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AGRIENERGIA: INIZIATIVE CIA E AIEL IN BASILICATA
 
01/12/2009 09.55.21
[Basilicata]

Sono tre le iniziative promosse dalla Cia-Confederazione Italiana Agricoltori della Basilicata di intesa con l’Aiel (Associazione dei produttori di agrienergia costituita dalla Cia) nel quadro dell’iniziativa nazionale “100 Piazze per il Clima”, in occasione del vertice mondiale di Copenaghen organizzato per il 12 dicembre. Attorno a quella data si svilupperà una mobilitazione diffusa per sensibilizzare la società italiana sul tema dei mutamenti climatici e sull’importanza dell’adozione di politiche di mitigazione e di adattamento per contrastare gli effetti negativi del cambiamento climatico.
Le iniziative della Cia si svolgeranno domani 2 dicembre a Tricarico (Sala consiliare ore 16,00) sul tema “La biomassa legnosa, risorsa energetica ecocompatibile a condizione che..” affrontando tra l’altro il tema che continua a dividere della Centrale a biomasse progettata a Tricarico; il 3 dicembre a Potenza (Università, Aula Magna via Nazario Sauro, ore 9,30) su “Agrienergie e rinnovabili per uno sviluppo sostenibile. Innovazione e nuovi indirizzi produttivi”, con la partecipazione del presidente nazionale Aiel, Marino Berton, docenti universitari, esperti e ricercatori, oltre al presidente Sel Rocco Colangelo e all’assessore regionale all’Agricoltura Vincenzo Viti; il 4 dicembre infine sempre a Tricarico presso il Centro R. Scotellaro (ore 16) si affronteranno i temi specifici della qualità, organizzazione e biodiversità con riferimento alle aree svantaggiate di collina e di montagna, partendo dalla vitivinicoltura, con la presenza di amministratori locali ed esperti, oltre che dell’Alsia………Sappiamo che le modalità di inclusione del settore agro forestale negli impegni di riduzione delle emissioni non sono ancora definite, ma come Cia riteniamo utile per l’agricoltura italiana la contabilizzazione degli assorbimenti di carbonio nei suoli per il periodo post 2012 ed anche una dotazione finanziaria aggiuntiva specifica per la nuova sfida dei cambiamenti climatici nella futura programmazione dello sviluppo rurale. Le nostre iniziative – continua Distefano – saranno l’occasione per rilanciare la nostra denuncia: dal Piear (Piano di indirizzo energetico ambientale regionale), il grande assente, in particolare per il contributo che può offrire nei programmi di produzione di energia da fonti rinnovabili, è il comparto agricolo”. Di qui “l’esigenza, già sostenuta da tempo della Cia che ha promosso anche seminari tecnici per informare e preparare gli agricoltori a diventare produttori di energia, di predisporre un vero e proprio Piano di sviluppo delle energie rinnovabili in agricoltura che preveda finanziamenti a quei produttori agricoli che possano produrre bioenergie o partecipare alla gestione di impianti di microcogenerazione da 1 e 2 megawatt. Ciò, oltretutto, darebbe uno sbocco significativo alla multifunzionalità come nuova opportunità del settore primario”.

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eh no, cara cia, non si può predicare bene in piazza e razzolare male negli incontri con i referenti politici quale colangelo di fatto è…la bio-massa non è una risorsa se non in via accessoria e liddove non siano possibili altre risorse rinnovabili da utilizzare, l’assorbimento di co2 nei terreni non può essere contabilizzata in nessun caso, a pena di falsare ogni reale riduzione delle emissioni non naturali (in ogni caso per questo provvede già il rilascio di co2 per le coltivazioni e gli allevamenti, rilascio che riequilibria praticamente il rapporto)…la contabilizzazione agricola sarebbe un errore clamoroso!!!…a meno non vogliate contrattare finanziamenti, come appare del tutto evidente…in quanto alla micro-generazione parlare di impianti da 1-2 mw non mi pare configuri piccoli impianti, ma piuttosto una deregulation ulteriore del settore con l’aggravante di una forte spinta alle produzioni agricole no-food che risulterebbero agli operatori più redditizie, almeno in via apparente,  della produzione agricola in senso stretto, operando così un abbandono delle stesse ed una definitiva e tombale messa a sistema del settore primario nel comparto agrienergetico, dove tante sono le imprese che si fregherebbero le mani per gli affari che si prospettano…un esempio?…quale agricoltore avrebbe i fondi per questi impianti?…o vogliamo sperare nel sistema creditizio?…lasciamo stare queste proposte miopi e cerchiamo piuttosto di parlare di micro-generazione volta all’autosufficienza energetica e al conseguente raccorciamento delle reti 

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NARDIELLO (PDCI) SI ACCELLERA PROCESSO FEDERAZIONE SINISTRA
 
01/12/2009 08.04.31
[Basilicata]

(ACR) – “Il Pdci accellera il processo della federazione della sinistra”. E’ il commento del capogruppo dei Comunisti Italiani alla Regione, Giacomo Nardiello, alla decisione della Direzione nazionale del Pdci che ha approvato all’unanimità, con due astensioni, l’adesione alla Federazione della Sinistra. La Federazione della Sinistra frutto dell’unione di Rifondazione Comunista di Paolo Ferrero, Partito dei Comunisti Italiani di Oliviero Diliberto, Socialismo 2000 di Cesare Salvi e Lavoro – Solidarietà di Giampaolo Patta, terrà la prima Assemblea sabato 5 dicembre al Teatro Brancaccio di Roma.
“La federazione – aggiunge Nardiello – è però una tappa, non un punto di arrivo. Essa rappresenta la condizione minima necessaria per avere più forza politica, per tornare nelle istituzionidove occorre riportare il conflitto – e per mantenere intatta in Italia, in modo vivo ed aperto verso il futuro, la questione comunista per tutelare le categorie sociali più deboli. E’ una necessità fortemente avvertita dai lavoratori come è stato testimoniato dalla manifestazione della Cgil di Potenza. I numeri affermano che fra poco finiranno i soldi per la cassa integrazione. E, tuttavia, per avere un’idea del modo inconcludente con cui il governo affronta la situazione basti pensare all’ennesimo pesante taglio ai fondi per la scuola e l’università. Un paese che non investe sulla conoscenza dei ragazzi è un paese che non ha futuro”.
“Il prossimo appuntamento di mobilitazione popolare – continua Nardiello – è fissato al 5 dicembre con la ‘iornata ‘No Berlusconi Day’ che è nata attraverso i tam tam del web, ad essa hanno aderito l’Italia dei Valori e la nascente Federazione della sinistra, sostanzialmente noi Comunisti italiani e Rifondazione. Ritengo importante parteciparvi. Trovo strano e bizzarro che il Pd non aderisca. Penso che qualunque iniziativa che miri ad assestare un colpo al governo Berlusconi vada considerata cosa buona e giusta. Noi ci saremo“.

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peccato che a portare conflitto nelle istituzioni e ad assestare un colpo al governo de filippo costui non ci abbia mai pensato – anzi!!! – e di certo non ci pensa affatto adesso, di fatto tentando di rispostare rifondazione comunista nel centrosinistra regionale…tanti auguri!!!

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