comuni che dicono no al petrolio

Picerno: no a ricerca di idrocarburi “Monte Li Foi”

13/01/2012 16:37

 

BAS  “No all’istanza di premesso di ricerca di idrocarburi “Monte LI Foi. La giunta del Comune di Picerno, con delibera n. 1/2012 dell’11 gennaio si è fortemente opposta alla procedura di verifica/screening finalizzata al rilascio del permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi denominato “Monte Li Foi”, di cui all’avviso pubblico trasmesso da ENI S.p.A.”. Lo rende noto alla stampa il sindaco di Picerno, Valeria Russillo.
“Abbiamo espresso la nostra contrarietà alla ricerca di idrocarburi ed all’apertura di pozzi esplorativi- ha detto Russillo- sul territorio del Comune di Picerno. La suddetta delibera di Giunta è stata adottata dall’amministrazione del Comune di Picerno quale provvedimento a salvaguardia della salute pubblica e del territorio del nostro Comune. Si è ritenuto che le attività di estrazione di idrocarburi hanno effetti distruttivi su ambiente ed economia locale e comportano un degrado irreversibile e grave delle condizioni di salubrità minima per la vita umana e non solo, con conseguenze estese non solo nello spazio, ma anche nel tempo, sì da interessare anche le generazioni future; considerato che il quadro  caratterizzato da perforazioni e lacerazioni del suolo, dall’inquinamento dovuto agli scarti di lavorazione, dall’elevato rischio di incidenti ed incendi che una campagna petrolifera comporterebbe; ritenendo che i profitti da estrazione sono totalmente a vantaggio delle imprese estrattrici (eccezion fatta per una piccolissima e risibile quota di royalties ) e che alle popolazioni locali rimangono i danni ed i costi del degrado sono completamente a carico delle comunità locali. Il tutto viene comunicata al fine di divulgare all’intera comunità picernese i provvedimenti adottatti dall’amministrazione Russillo a salvaguardia della salute pubblica e del nostro territorio. Questa iniziativa, partita già da qualche tempo, ha visto protagonisti anche altri Comuni che hanno adottato analogo provvedimento”.

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il mio personale plauso al comune ed al sindaco di picerno che ringrazio della sensibilità al futuro della sua comunità…abbiamo seminato bene in questi anni nella costruzione di una sensibilità ambientale e di un atteggiamento critico verso il petrolio e le sue strenne…e qualche risultato comincia finalmente a vedersi…brava sindaco russillo!!!

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Comunicato stampa di Comunità Lucana-Mov.to No Oil verso il partito della Comunità Lucana

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Il gioco dell’oca

  

Leggiamo dal sito istituzionale dell’avvenuta audizione in commissione consiliare di inchiesta sui fatti di Fenice del direttore dell’ARPAB, Raffaele Vita, e leggiamo altresì della mancata presentazione della documentazione già richiesta e da consegnarsi già entro il 7 novembre e che nonostante fosse dovere dell’agenzia consegnare, non è stata ancora consegnata ala commissione, riservandosi il direttore la presentazione della stessa in una non meglio specificata data.

 

 

Non che nella commissione presieduta da Pagliuca risiedano eccessive speranze di accertamento di una verità che a rigor di logica non dovrebbe essere poi tanto diversa da quanto invece appare a tutti i cittadini, ma che quanto accaduto sia da ritenersi quantomeno “strano” in sede di rapporti istituzionali è considerazione persino superflua.

  

Come possa cioè il direttore di un’agenzia regionale sottrarsi all’obbligo di presentazione di documenti  richiestigli da oltre due mesi da una commissione istituita dall’organo di rappresentanza della volontà popolare, “riservandosi” di produrla in altro momento, non si è in grado di stabilirlo, ma appare uno dei tanti preoccupanti segnali della melassa che sta avvolgendo l’affaire Fenice e che se altrove – in uno dei tanti altrove con cui l’idea di democrazia nostrana dovrebbe confrontarsi –  avrebbe avuto più serie e gravide conseguenze, da noi si sta trasformando in un trastullo tranquillo da gioco dell’oca.

  

Dei fatti contestati ed originanti non già dagli arresti dei funzionari, ma dall’evidenza di inquinamento e di mancate comunicazioni al riguardo che hanno dato causa all’indagine di cui i due provvedimenti di custodia cautelare sono misure preventive volte alle ben note fattispecie per le quali essi intervengono nella disciplina della legge, il direttore ARPAB è sicuramente estraneo, non essendo egli indagato, ma per obbligo di ufficio e di mandato egli è tenuto ad assicurare la totale limpidezza non solo dell’operato della attuale gestione, ma anche degli effetti che dalla passata traslano alla presente, quali appunto gli obblighi di presentazione di ogni documentazione richiestagli per far luce su fatti e omissioni eventuali operate dalla precedente.

  

Cosa non avvenuta per non meglio spiegate motivazioni, ma che apre inquietanti risvolti in merito alla natura della sua presenza in una agenzia tanto delicata quale l’ARPA per sua intrinseca natura è. Se il direttore di ARPAB, cioè, non è in grado di assolvere ai suoi compiti, tra i quali, oltre a buona gestione dei monitoraggi (indicando con chiarezza se esistono carenze e quali queste siano) ed in genere delle attività istituzionali demandate all’agenzia, vi sono anche i resoconti documentali richiestigli, che se ne assumano le conseguenze politiche ed amministrative di un suo allontanamento immediato.

  

In altri termini, essendo il suo incarico lautamente ricompensato da inquadramento (riteniamo la cifra di euro 100.000 annui presumibile), in mancanza di corretta tenuta dello stesso, come da principi del pubblico impiego, che si manifesterebbero nell’inottemperanza di un obbligo di rendiconto delle attività istituzionali dell’agenzia, meglio sarebbe che più che la prassi delle dimissioni di cui sembra diventato inutile chiederne presentazione formale, si procedesse alla mozione di sfiducia verso lo stesso.

  

Avevamo chiesto in un incontro di quasi un anno fa al direttore Vita quel gesto di discontinuità rispetto alla passata gestione che riteniamo non sia mai avvenuta con chiarezza, discontinuità che avrebbe di fatto segnato un’importante inversione di tendenza nelle attività contestate dell’agenzia (si era anche in presenza di un funzionario poi soggetto ad indagini e misure cautelari) a riguardo proprio di qualità e quantità delle attività di monitoraggio. E naturalmente tra gli atti concreti c’è l’evidenza alla ragione di avvertire per tempo e dare spiegazione della impossibilità di fornire documentazione richiesta non già da associazioni ambientaliste o cittadini (in ogni caso da esperirsi), ma bensì da un organo ufficiale e nella totale pienezza del mandato di accertamento dei fatti ricevuto dal consiglio regionale.

   

Chiediamo così che il direttore Vita, ove non provveda a dimissioni, venga esautorato dall’incarico.

  Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana-Movimento No Oil  

Protocollo d’Intesa tra Università di Basilicata e Assoil School

13/01/2012 10:29

 

BAS   L’Università degli Studi della Basilicata comunica che è stato firmato il primo protocollo d’intesa con Assoil School, struttura di formazione di Assomineraria e altre società associate, per un accordo quadro di sinergie tra il mondo accademico e il mondo delle attività produttive del settore petrolifero.
Firmatari dell’intesa, il Presidente di Assoil School, ing. Sergio Polito, e il Rettore dell’Università di Basilicata, prof. Mauro Fiorentino.
L’accordo, che fa seguito al Memorandum d’intesa Stato-Regione Basilicata per la realizzazione di un distretto energetico regionale e per l’implementazione della formazione nel settore dell’energia e all’intesa tra Crui e Confindustria per accrescere il numero degli studenti che si iscrivono a facoltà tecnico-scientifiche, è il presupposto per un’integrazione dell’offerta didattica dell’ateneo con moduli di interesse per le aziende dell’oil and gas locali e internazionali.
Uno dei punti chiave dell’intesa è il potenziamento dell’attività di orientamento dei giovani dell’ateneo lucano, sia in ingresso che in uscita, per fornire una migliore conoscenza del funzionamento del mercato del lavoro anche attraverso esperienze on the job presso le aziende aderenti ad Assoil. Per favorire il migliore orientamento dei laureandi in funzione del placement, Assoil si impegna a comunicare un elenco di possibili temi di tesi di laurea magistrali rilevanti per le aziende associate. L’Università ne favorirà la comunicazione ai laureandi e ai dottorandi di ricerca tramite i mezzi informatici.
L’intesa prevede la possibilità di realizzare presso le imprese stages di lunga durata, ma anche dottorati di ricerca. I curriculum dei laureandi e dei laureati dell’Università di Basilicata saranno, inoltre, veicolati, per le materie di interesse, tra le imprese aderenti ad Assoil per eventuali contatti lavorativi.
“Una formazione di qualità dei giovani, ancorata al mondo del lavoro e alle esigenze delle imprese, è la chiave di volta per lo sviluppo del Paese e della Basilicata, che vanta il più grande giacimento petrolifero d’Italia”, ha detto il presidente di Assoil-School, ing. Sergio Polito. “Con questa intesa con l’Università di Basilicata noi puntiamo a realizzare percorsi altamente specializzati, anche post laurea, nelle discipline di progettazione, costruzione e manutenzione degli impianti e di gestione delle risorse umane del settore dell’upstream petrolifero a livello locale, nazionale e internazionale e a creare una sinergia che sia utile ai giovani e alle aziende”.

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la petrolizzazione della regione passa anche attraverso questi accordi tra università di basilicata (foraggiata da milioni di euro provenienti dalle royalties) ed assoil…certo si fosse fatto 15 anni fa, ai tempi degli accordi, questo avrebbe avuto un senso, oggi è una specie di presa in giro, anche perchè accontentano di stages i giovani laureati e nel frattempo devastano la regione di trivellazioni e trattamento del greggio…roba che spesso raccontiamo, questa sottile e spesso poco visibile attività di “destinazione” della regione a campo petrolifero…e leggete la notiziola di sotto…

Protocollo Università-Assoil school, Autilio:nuovo tassello 13/01/2012 12:11Per l’esponente dell’Idv “l’accordo è un passo avanti perché la Val d’Agri e la Basilicata non sia più solo terra di estrazione del petrolio ma anche luogo della formazione dei manager delle imprese petrolifere e minerarie italiane ed europee”

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non riporto il resto del lancio che comunque trovate sul sito istituzionale, e che come al solito è la solita slinguazzata di uno che si è “dato” al petrolio come “occasione di sviluppo”…sappiano allora quelli che votano idv, per lui e non solo per lui, che un voto all’idv è un voto al sistema petrolio…punto!!!

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consiglio comunale aperto ad avigliano sul permesso frusci

domani alle ore 16.00 ad avigliano, consiglio comunale straodinario ed aperto sul permesso di ricerca di idrocarburi “frusci” presentato da eni…

il sottoscritto ci sarà per illustrare alcuni argomenti nelle more della discussione e per ribadire come per tempo si sia preoccupato di far esprimere al comune di potenza, via delibera di giunta (era stato promesso un consiglio anche a potenza, poi…insomma il risultato ci fu comunque), il netto diniego allo sresso permesso…

vi accludo il file pdf della convocazione del consiglio a cui invito gli amici di avigliano e non solo…

avigliano.pdf

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audita arpab su fenice

Commissione Inchiesta Fenice, audito direttore Arpab

12/01/2012 19:13

Ruolo dell’Agenzia regionale nel sistema di monitoraggio ambientale del Melfese, con particolare riferimento agli impegni assunti dalla società Fenice Spa e dalla stessa Regione Basilicata tra i quesiti posti al direttore Vita

 ACR   Si è riunita questo pomeriggio, presso il Parlamentino del Consiglio regionale, la Commissione di Inchiesta su Fenice, presieduta da Nicola Pagliuca (Pdl) con all’ordine del giorno l’audizione del direttore generale dell’Arpab., Raffaele Vita.Preliminarmente, i consiglieri Luigi Scaglione (Pu) e Giannino Romaniello (Sel) hanno rilevato che “la costituzione da parte della Giunta regionale del Comitato di Alta Sorveglianza su Fenice potrebbe comportare una diminuzione della funzione e dell’importanza della stessa Commissione d’Inchiesta, pur se istituita direttamente dal Consiglio regionale di Basilicata”.Il presidente della Commissione Pagliuca ha illustrato la metodologia di lavoro adottata per lo svolgimento dell’attività di inchiesta, ricostruendo per grandi linee ma con estrema precisione nei passaggi gli eventi che hanno portato alla realizzazione dell’impianto di termodistruzione Fenice a partire dal 1993 a tutt’oggi.
Durante la seduta sono state poste al direttore dell’Arpab, Vita precise domande concernenti il ruolo dell’Agenzia regionale nel sistema di monitoraggio ambientale del Melfese, con particolare riferimento agli impegni assunti dalla società Fenice Spa e dalla stessa Regione Basilicata. Vita si è riservato di verificare in modo puntuale la presenza in Arpab della documentazione richiesta evidenziando apprezzamento per la metodologia scelta dalla Commissione per una questione particolarmente delicata. Si è, inoltre, giustificato per la mancata consegna della documentazione già richiesta dalla Commissione lo scorso 7 novembre e si è impegnato a consegnare, a breve, quanto richiesto…..

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qui non si sfiora il ridicolo…ci si sguazza dentro giocando sulla ricostruzione delle cose, quando tutto è estremamente chiaro e già ben dettagliato?…ma come?…

arpab non consegna la documentazione richiesta il 7 novembre, non la porta neppure ieri e rimanda ancora?…

ma stiamo scherzando!!!

e che commissione di inchiesta è quella che non sanziona tali comportamenti pur essendo stata istituita ed audita dal massimo organo democratico della regione, il consiglio regionale????…

e che sarebbe arpab, una sorta di zona franca dove conta solo e soltanto ciò che conviene al presidente de filippo ed al suo assessore restaino, nonchè a tutta una lunga filiera di interessi a che su fenice cali il silenzio?…

una barzelletta appunto, sia la commissione che arpab ed il suo ridicolo direttore!!!

FINIAMOLA DI PRENDERE IN GIRO LA GENTE!!!

L’ARPAB DEVE ESSERE RESA AL CONTROLLO PUBBLICO ED ALLA LEGGE AL PIU’ PRESTO!!!

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Quattro incontri pubblici sul nuovo Statuto della Regione

12/01/2012 18:06

A Potenza e a Matera il Consiglio regionale incontra i cittadini, le associazioni e le istituzioni del territorio per discutere principi e regole della carta fondamentale della Regione

ACR  “I giorni dello Statuto” è il titolo delle quattro giornate di discussione promosse dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale e dalla prima Commissione consiliare permanente dell’Assemblea (Affari istituzionali) per coinvolgere i cittadini, le associazioni e le istituzioni del territorio nella riflessione sulla riscrittura dei principi e delle regole della carta fondamentale della Regione.

Il primo appuntamento, in programma sabato 14 gennaio, alle ore 10,00, nella sala B al piano terra del palazzo del Consiglio regionale (via Verrastro, 6 – Potenza), è un confronto fra i protagonisti lucani di ieri e di oggi del Consiglio regionale e del Parlamento, che verterà sul tema “Le istituzioni 40 anni dopo: governo e rappresentanza alla prova del tempo”.

“Istituzioni, economia, soggetti sociali: programmazione e condivisione” è invece il titolo dell’incontro con i rappresentanti di imprenditori, sindacati, associazioni di categoria e professionisti, che avrà luogo sabato 21 gennaio, alle ore 10,00 nella sala convegni di palazzo Lanfranchi (piazzetta Pascoli, Matera).

Di nuovo a Potenza, nella stessa sala B al piano terra del palazzo del Consiglio regionale sabato 28 gennaio (ore 10,00) i rappresentanti degli enti locali e delle altre istituzioni del territorio discuteranno della “Regione delle Autonomie: il protagonismo del territorio e delle comunità”.

L’ultimo incontro avrà luogo a Matera venerdì 3 febbraio (ore 17,00 – palazzo Lanfranchi – piazzetta Pascoli) e sarà dedicato alla “Partecipazione come risorsa della democrazia regionale”. Ne discuteranno i rappresentanti dell’Università, del mondo della ricerca, delle associazioni culturali e di volontariato.

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i giorni dello statuto?…ma chi li trova questi titoli?…quale creativo si cimenta nella banalizzazione di cose tanto serie?…cmq riportiamo e registriamo che mancano del tutto gli incontri con i cittadini normali!!!…se questo è l’inizio…

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Petrolio, Digilio su inchiesta stampa nazionale

12/01/2012 15:20

 

BAS   “L’inchiesta pubblicata oggi da Il Sole 24 Ore (“L’oro nero brilla lontano da Potenza”) sulla gestione delle risorse petrolifere lucane è una lettura giornalistica, oggettiva e pertanto neutrale, della situazione che solo nei giorni scorsi, in occasione della conferenza stampa del Presidente De Filippo, ho denunciato e riassumibile in pochi soldi incassati e sprecati. E’ dunque un’autorevole conferma della mia denuncia politica”. E’ quanto sostiene il coordinatore regionale di Fli sen. Egidio Digilio.
l senatore di Fli fa anche riferimento ai dati dlela Card benzina, “equivalente a 100,70 euro pro-capite” poichè, dice, “è una doppia sconfitta per De Filippo in questo risultato accomunato al gruppo dirigente del Pdl che ha visto nella card uno strumento di “compensazione” per l’apporto delle comunità lucane all’approvvigionamento energetico del Paese. Pur riconoscendo ai consiglieri regionali del Pdl un ruolo di controllo ed opposizione tenace rispetto alla gestione delle royalties non si può sottacere la responsabilità nel sostenere il Memorandum d’Intesa al quale sono state affidate troppe aspettative di sviluppo. Per intanto l’immagine del Governatore lucano tra i più efficienti d’Italia, dopo l’inchiesta giornalistica, credo esca terribilmente offuscata”.

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credo caro digilio che ne esca offuscata in primis la lettura intellettiva dei lucani!!!

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attenti alle bio-masse!!!

guardate, io il lancio ve lo posto senza alcun commento (abbiamo detto tantissimo sulle bio-masse e sarebbe inutile ripetere), ma leggete e declinate alla lucana il vero contenuto che è oltre l’annuncio quasi banalmente impostato sulla collaborazione alle ricerche!!!

Biomasse, Centro Trisaia coordinerà network Ue e India

12/01/2012 13:00

 BAS  E’ stato affidato al Centro Ricerche Enea di Trisaia un progetto per lo sviluppo di un network che integra la ricerca di Europa e India per le biomasse e la riconversione dei rifiuti organici mediante biotecnologie.
Lo rende noto il Servizio Comunicazione e Relazioni Esterne del Centro Ricerche ENEA Trisaia, in un comunicato stampa.
Il progetto si chiama SAHYOG (Strengthening Networking on Biomass Research and Biowaste Conversion Biotechnology for Europe-India integration) e grazie ad esso saranno creati importanti network tra l’UE e l’India per coordinare le attività di RS&T, svolte nell’area Europea ed in quella Indiana, sulla produzione di biomassa e la conversione dei rifiuti organici attraverso approcci biotecnologici. L’obiettivo principale del progetto è quello di migliorare le conoscenze ed i processi produttivi grazie alle sinergie che deriveranno dalla cooperazione prevista dal Progetto. Il progetto SAHYOG, finanziato nell’ambito del settimo programma quadro (FP7) dell’UE, vede capofila l’ENEA ed ha preso il via ufficialmente a Bruxelles in occasione del primo meeting tra i partner. In questa occasione la d.ssa Neeta Sharma, coordinatrice del progetto e ricercatrice del Laboratorio Biotecnologie del Centro Ricerche Trisaia ha dichiarato: “Con il progetto SAYHOG saranno individuati i percorsi per promuovere le nuove tecnologie che guideranno l’Europa e l’India verso un maggiore sfruttamento delle potenzialità delle biotecnologie sia per la produzione di biomassa che per la conversione di rifiuti organici. Inoltre le conoscenze acquisite durante l’attività di progetto getteranno le basi per incrementare la collaborazione UE – India e costituiranno la base delle nuove applicazioni per il conseguimento di una bio-economia sostenibile del futuro – la cosiddetta Knowledge Based Bio-Economy (KBBE).”
Il Progetto partirà dall’analisi degli inventari delle attività di RS&T svolte in Europa ed India al fine di individuare le aree di interesse comune, le carenze e le possibili opportunità di collaborazione. Il gemellaggio di progetti e gli scambi tra i ricercatori costituiranno importanti strumenti per rafforzare la collaborazione e promuovere la creazione di reti in aree di comune interesse strategico. Specifici workshop realizzati dai vari soggetti coinvolti consentiranno di esplorare le opinioni e le prospettive di scienziati europei e indiani e di manager impegnati in attività di Ricerca e Sviluppo.
Nel corso del progetto saranno sviluppate l’Agenda di Ricerca Strategica ed una Mappa di Ricerca e Sviluppo in modo da facilitare la pianificazione concertata delle future iniziative di ricerca congiunte UE – India e l’adozione di strumenti innovativi per sostenere la cooperazione internazionale.
Per maggiori informazioni: http://www.sahyog-europa-india.eu/

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Comuni ricicloni. Lacorazza: aggiornare piano regionale

12/01/2012 15:35

 BAS  “In questi anni, anche grazie all’importante ruolo di sensibilizzazione e all’azione svolta da Legambiente, è maturata nella nostra regione una nuova consapevolezza verso i temi della salvaguardia dell’ambiente e della sostenibilità, che non a caso sono stati il perno dell’iniziativa “Abitare il futuro”.
“Sviluppo del Mezzogiorno e green economy, con l’autorevole partecipazione dell’economista statunitense Jeremy Rifkin
. Tutto questo, però, ha bisogno di essere canalizzato in qualcosa di concreto e di produrre obiettivi chiari, nuovi strumenti legislativi e adeguati strumenti di programmazione, indispensabili per non disperdere il bagaglio di conoscenze, di consapevolezze e di sensibilità acquistato finora, nella convinzione che solo una nuova e più matura visione del rapporto con l’ambiente che ci circonda ci permetterà di riconsegnare ai nostri figli un mondo migliore di quello che ci hanno dato in prestito. Sul tema specifico dei rifiuti, dunque, non è più rinviabile l’aggiornamento della programmazione territoriale che potrà realizzarsi solo all’esito dell’aggiornamento del piano regionale, il cui adeguamento deve avvenire entro il 12.12.2013, come previsto dal testo unico dell’ambiente (d.lgs 152/2006), aggiornato dal d.lgs. n. 205 del 2010. In questo quadro le province sono chiamate non a fare il nuovo piano, ma ad individuare le aree non idonee alla localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti nonché i luoghi o impianti adatti allo smaltimento dei rifiuti (art 199 comma 3 lettera l). L’auspicio è, dunque, quello che la legge regionale n. 6 del 2001 venga adeguata quanto prima, perchè questo lavoro rappresenterà un valido ed indispensabile strumento per la futura nuova programmazione, sia regionale che provinciale”.
Lo ha affermato il Presidente della Provincia di Potenza, Piero Lacorazza, intervenendo questa mattina alla presentazione del rapporto “Comuni ricicloni”, la campagna sulla raccolta differenziata promossa da Legambiente. Nel fare i propri complimenti agli amministratori premiati e ai cittadini dei comuni che si sono dimostrati virtuosi, Lacorazza ha inoltre sottolineato come “la questione rifiuti necessiti di una complessiva e strategica riorganizzazione dei servizi, di un nuovo approccio culturale, oltre che di politiche e modelli gestionali che non pesino sulle tasche dei cittadini, nel momento attuale di crisi economica e difficoltà delle famiglie. Per rendere concreto tutto ciò è necessario partire, in primo luogo, da un riassetto definitivo del modello di governance, chiarendo in maniera netta il “chi fa cosa” ed eliminando le inutili sovrapposizioni, e dall’avvio delle procedure per la realizzazione del piano d’ambito e della conseguente definizione della tariffa, da regolare in base a meccanismi di premialità che privilegino i comportamenti più virtuosi nella gestione dei rifiuti, e, dunque, le percentuali più alte di raccolta differenziata”.

“Consapevoli del fatto che un ciclo integrato dei rifiuti e un modello gestionale che non metta al centro la raccolta differenziata non è destinato a fare molta strada, la Provincia di Potenza – ha concluso – nella prima metà della consiliatura si è mossa su 3 pilastri fondamentali: la realizzazione dell’impiantistica (con il potenziamento delle capacità di trattamento dell’umido degli impianti di Venosa e Sant’Arcangelo, la realizzazione di un primo impianto di compostaggio intercomprensoriale e la realizzazione delle stazioni di trasferenza); l’incentivazione della differenziata, attraverso il protocollo siglato con il CONAI; la chiarezza e la trasparenza del processo riguardante gli RSU, attraverso l’Osservatorio provinciale rifiuti, attivo da mesi, e che proprio in questi giorni ha pubblicato i dati della raccolta differenziata relativi all’anno 2010, in un’ottica di assoluta trasparenza e partecipazione”.

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in primis chiariamo subito che il presidente la corazza ha ricevuto dal sottoscritto il piano rifiuti elaborato da comunità lucana da qualche tempo (consegnato brevi manu nel suo ufficio alla presenza di un testimone se servisse…lasciatemi essere anche ironico!!!)…quindi al di là dei “cappellotti retorici” del presidente e delle slinguazzate reciproche tra legambiente ed il pd-sistema di potere, possiamo affermare che leggendo il lancio qualche “fumus” pure lo si percepisce in rapporto al nostro piano rifiuti…ma con ordine…

il piano regionale deve essere aggiornato come pur recita il lancio e soprattutto la legge http://www.sistri.it/Documenti/Allegati/Decreto_Legislativo_205_del_3_dicembre_2010.pdf

e tuttavia nonostante la legge non dica alcunchè sulle date di aggiornamento, qualcuno ancora dimentica che per legge dello stato (la finanziaria 2007 che è ancora testo di riferimento nello specifico degli obiettivi di rd) fissa al 31/12/2011 la percentuale del 60% e tale obiettivo si doveva raggiungere, pena commissariamento del servizio…commissariamento che per il momento non vediamo, ma che potrebbe aleggiare appena qualcuno farà notare al ministro dell’ambiente il mancato raggiungimento!!!…certo c’erano altre priorità, ma prima o poi qualcuno potrebbe accorgersene della strana posizione della regione basilicata in fondo alla graduatoria delle regioni meno virtuose!!!…

nello specifico…occorre, come dice anche la corazza, un adeguamento al piano regionale dei rifiuti ed alla specifica legge regionale che lo istituisce, ed aggiungiamo che serve adeguarlo prima della fine del 2013 perchè gli obiettivi siano raggiungibili non solo in termini strettamente numerici, ma in termini realistici, il che significa impiantistica (non quella ridicola che le province stanno costosamente mettendo in campo ed affidando a parivati), organizzazione logistica e di gestione (qui forse si dimentica che essendoci un ato unica dei rifiuti, la logica è già abbondantemente oltre la programmazione provinciale che continua in queste forme bizzarre), economica (e la logica di questi accordi con il conai non pare affatto seguire i principi di economicità della gestione), di gerarchia del trattamento dei rifiuti (che il decreto 205/10 finalmente chiarisce alle teste d’uovo che proprio non volevano capirne la chiarezza esplicitata dalla direttiva europea) e quindi di fenice connessa (per chi vuol capire, ovviamente è già tutto chiaro…ed ogni pensiero al riguardo è lecito, vista l’opacità della gestione dei rifiuti, dato sottolineato anche da qualche magistrato!!!), programmatoria, etc etc…

elemnti che finora sono leggibili solo nel nostro piano rifiuti che tenta una sintesi di sistema, piuttosto che affidarsi ai “fatti-patti conclusi” e quindi assunti ad impegno surrettizio nell’attesa dell’unico strumento di regolazione che è appunto un piano regionale largamente da rivedere, soprattutto nelle parti che pongono fenice e la termodistruzione a caposaldo occulto del trattamento dei rifiuti in regione..ma ripeto…ne diremo ancora a breve e nello specifico!!!

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Prov Pz: Macchia su Comuni ricicloni e Osservatorio rifiuti

12/01/2012 12:54

BAS  “Sono on line, nella pagina dell’Osservatorio dei rifiuti sul sito della Provincia di Potenza (www.provincia.potenza.it), i dati della raccolta differenziata relativi all’anno 2010. I dati, gli unici ad oggi disponibili integralmente e certificabili, ci restituiscono la media della raccolta differenziata, sul territorio provinciale, che si attesta al 16 per cento. Da tempo sosteniamo che la conoscenza diffusa di dati sulla gestione dei rifiuti solidi urbani, può favorire l’innescarsi di una gestione virtuosa; inoltre si tratta di un passo in avanti verso l’attuazione dei principi di trasparenza e partecipazione delle comunità in un settore delicato e complesso quale appunto quello della gestione dei rifiuti”.
Lo comunica il vicepresidente e assessore all’Ambiente della Provincia di Potenza Massimo Macchia, il quale, partecipando questa mattina alla presentazione del rapporto Comuni ricicloni di Legambiente, nel rimarcare come la percentuale di differenziata sia troppo bassa, evidenzia comunque come, rispetto al 2009, si sia registrata una crescita della percentuale di RD pari a circa il 5 per cento: un dato che evidenzia il duro lavoro ancora da compiere sulla raccolta differenziata che rimane, però, l’unico caposaldo in tema di politiche per lo smaltimento degli RSU.
“Percentuali così basse di differenziata fanno capire – continua – come sia necessaria una svolta su tali tematiche, un cambio di passo non più rinviabile ma possibile. Non più rinviabile in quanto, stante la chiusura di Lauria ed avendo in funzione solo 3 impianti di trattamento rispetto ai 7 della pianificazione provinciale, occorre agire alla fonte della produzione del rifiuto abbassando il quantitativo da smaltire; possibile perché, come dimostrato dall’esperienza di diversi comuni dell’Alto Bradano, è verosimile arrivare a percentuali alte di raccolta differenziata anche in Basilicata, ed anche senza impianto di compostaggio.
A tal proposito, non va sottaciuto che per l’impianto di Venosa (sul sito è possibile visionare il progetto preliminare dell’impianto), dopo l’aggiudicazione definitiva, si procederà alla stipula del contratto con la ditta aggiudicataria mentre per quello di San’Arcangelo, la provincia è in attesa di sottoscrivere l’accordo di programma con la Regione e la Comunità montana medio Agri, per poi procedere speditamente alla pubblicazione del bando.
Ciò non di meno un dato è certo: con una percentuale media del 16% di RD, un impianto di compost, se esistente sul nostro territorio, sarebbe costretto a ricevere i rifiuti anche da fuori provincia in quanto la percentuale di differenziata è troppo bassa.
Relativamente al 2011, i dati in nostro possesso, anche se non certificati, confermano la crescita della percentuale di RD. Tale aumento, dunque, sembrerebbe consolidare uno strutturale andamento positivo, sulla base del quale si potrebbe persino ipotizzare il superamento della soglia del 20 per cento. Occorre, infatti, tener presente che sono previsti futuri investimenti in progetti di raccolta differenziata, come ad esempio quelli che interessano il comune di Potenza. In tal caso la quantità di rifiuti trattata dalla città capoluogo potrebbe influire positivamente sugli ulteriori incrementi di RD nel corso nel 2012.
In questa fase, anche grazie al proficuo lavoro svolto con il CONAI, dall’Osservatorio è possibile visualizzare una scheda per ogni singolo comune della provincia che ci restituisce il dettaglio di quello che avviene per ogni comunità, anche con riguardo ai costi. È possibile ad esempio, verificare che tipo di affido e di gestione è stato fatto e quanto si spende, sia per la raccolta che per lo smaltimento, il tutto per ogni singolo comune. Dal dato aggregato desumiamo che in provincia di Potenza, per l’anno 2010, ogni cittadino ha speso mediamente € 127 per i rifiuti; inoltre, lo studio ha tenuto conto delle utenze domestiche e non, e dei cittadini realmente esistenti sul territorio, al fine di ottenere una “fotografia” quanto più attendibile possibile”.
Accanto a queste notizie, rimangono poi – conclude l’assessore – quelle pubblicate da tempo e riguardanti gli impianti di trattamento autorizzati con relativi codici Cer. Trattasi di un insieme di informazioni preziose ed importanti perché contribuiscono a disegnare un quadro esaustivo della situazione dello smaltimento dei rifiuti in provincia di Potenza. In questo modo, anche attraverso la comparazione dei dati di ogni singolo comune, le comunità possono avere notizie sul ciclo di rifiuti, operando anche un’azione di controllo e favorendo l’innescarsi di una gestione virtuosa dei rifiuti”.

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l’esaltazione del nulla!!!…così potrei sottotitolare il lancio e le intenzioni…stiamo appunto parlando, se i dati saranno verificabili oltre le buone intenzioni del 16%!!!…il 16% con un aumento sbandierato della percentuale del 5% in due anni (2009-2010)…RIDICOLO!!!

ridicolo affermare che le cose vanno meglio, ancor più ridicolo affermare che anhe senza impianto di compostaggio le cose migliorano sulla scorta di un aumento reale della RD nei comuni dell’alto bradano, ma di cui non sappiamo che fine faccia questa RD…non esistendo impianti di trattamento e riverginazione della materia, immaginiamo che rifiniscano in discarica “differenziati” o direttamente a fenice!!!…

infatti è solo l’incrocio tra i dati del raccolto e del conferito in discarica che rende la fotografia del reale!!!…ma costui ciurla nel manico e per quanto apprezziamo almeno la volontà di rendere meno opache le “cose di casa della provincia”, non basta affatto sbandierare un elenco e qualche indicazione di codici trattati…tutte cose tra le altre che avevamo chiesto esplicitamente come comunità lucana in una audizione a fine 2009 in comm. ambiente alla stessa provincia di pz e che come al solito non vengono neppure citate…ma il problema ora è ben oltre quel 16% che “forse diventerebbe” il 20%…è comunque troppo poco, gfli impianti previsti non convincono affatto (particolarmente quello di sant’arcangelo, compost grigio, quindi del tutto inutile se non a ricolmare discariche!!!…e soprattutto “gestito” con una comunità montana in commissariamento quasi eternizzato)…

e questo benedetti accordi con il conai!!!…dirò a breve qualcosina sugli accordi con il conai che vengono sbandierati e che in realtà non rappresentano quasi nulla tranne i costi ingenti!!!…ma passiamo al lancio seguente per meglio chiarire qualche concetto!!!

Pubblicato in Blog

13/01/2012

nonostante la mia terza media alle serali, conosco abbastanza di diritto per sapere che “fumus persecutionis è nel linguaggio politico e giornalistico, una formula (ricalcata sull’espressione del diritto civile fumus boni iuris «verosimiglianza di buon diritto») con la quale si vuol segnalare la possibilità di intenti persecutorî da parte di un’autorità inquirente”…nel diritto penale tale formula è del tutto assente, non esiste, poichè di ogni abuso la magistratura risponde nelle sedi competenti come di abuso di ufficio ed analoghe fattispecieù
miko somma